Autore: Selma Lagerlöf
Editore: Iperborea
Data di pubblicazione: novembre 2017
Pagine: 128
Prezzo: 15,00 €
Trama:
Il Natale con le sue leggende, il buio dell’inverno svedese, il calore delle storie accanto al fuoco, la nostalgia di antichi ricordi, l’immensità della natura, ma anche la piccola dose di crudeltà tipica della tradizione delle fiabe popolari sono le atmosfere che si respirano negli otto magistrali racconti della narratrice svedese Selma Lagerlöf, Premio Nobel 1909, “la più grande scrittrice dell’Ottocento”, secondo Marguerite Yourcenar.
L’incipit da c’era una volta risveglia l’incanto delle storie dell’infanzia, ma basta un incontro inatteso, un gesto, una parola perché ci sia un piccolo scatto, una deviazione: dal mondo delle fiabe si passa a quello degli uomini, resi più umani da quel lampo d’illuminazione. Un regalo sbagliato che apre le porte a una nuova conoscenza, un’intuizione metafisica evocata da una modesta trappola per topi, un segno divino custodito nel foro di un proiettile in un teschio: c’è sempre una fede che fa da leva all'immaginazione, e questa, spesso, a una redenzione. Il tono è solo apparentemente ingenuo, è un trucco del mestiere di un’artista che sa trasformare il folklore delle tradizioni nordiche in storie senza tempo di grande e semplice profondità. Perché è la complessità che si nasconde dietro la normalità a interessarle, la ricca varietà della vita, e la buona novella che c’è sempre un destino diverso che aspetta chi lo vuole cercare. Anche in un libro regalato a Natale.
L’incipit da c’era una volta risveglia l’incanto delle storie dell’infanzia, ma basta un incontro inatteso, un gesto, una parola perché ci sia un piccolo scatto, una deviazione: dal mondo delle fiabe si passa a quello degli uomini, resi più umani da quel lampo d’illuminazione. Un regalo sbagliato che apre le porte a una nuova conoscenza, un’intuizione metafisica evocata da una modesta trappola per topi, un segno divino custodito nel foro di un proiettile in un teschio: c’è sempre una fede che fa da leva all'immaginazione, e questa, spesso, a una redenzione. Il tono è solo apparentemente ingenuo, è un trucco del mestiere di un’artista che sa trasformare il folklore delle tradizioni nordiche in storie senza tempo di grande e semplice profondità. Perché è la complessità che si nasconde dietro la normalità a interessarle, la ricca varietà della vita, e la buona novella che c’è sempre un destino diverso che aspetta chi lo vuole cercare. Anche in un libro regalato a Natale.
Recensione:
“Il libro di Natale” è una raccolta contenente una selezione di otto racconti, scritti dalla penna dell’autrice Premio Nobel svedese Selma Lagerlöf.
Una raccolta eterogenea che comprende titoli pubblicati nell’arco di quasi trent’anni, molti dei quali ambientati nel periodo natalizio, in cui convergono i temi e i luoghi tanto cari alla scrittrice, le ambientazioni e i paesaggi che l’hanno vista crescere, tra cui la casa d’infanzia, la tenuta di Mårbacka, dove ha trascorso i suoi Natali.
I luoghi che descrive sono quelli che ha vissuto personalmente, e che sceglie di farci conoscere attraverso le sue storie.
I luoghi che descrive sono quelli che ha vissuto personalmente, e che sceglie di farci conoscere attraverso le sue storie.
In esse convergono tradizione, devozione religiosa e misticismo.
A fare da apripista la storia che presta il nome all'intera raccolta: “Il libro di Natale” che è, tra le otto, quella che meglio manifesta, rendendola palpabile, la magia e la trepidante attesa della festività.
In essa l’autrice ci apre il cuore ai ricordi, un Natale lontano nel tempo, quando tutta la famiglia era riunita a Mårbacka per le feste.
In poche righe sono racchiuse e raccontate preziose memorie d’infanzia: i profumi, i colori e le emozioni che caratterizzavano la cena di Natale. La famiglia riunita in attesa della mezzanotte e della conseguente apertura dei doni... in specie di quelli tanto attesi.
Il racconto successivo “La leggenda della festa di Santa Lucia”, invece, pur ambientato nel Värmland, racconta una storia ancora più lontana nel tempo, sospesa tra realtà e sogno, tra fatti concreti e avvenimenti mistici.
La protagonista, Lucia, una donna tanto devota alla Santa siciliana di cui porta il nome, verrà salvata da una triste sorte grazie alla miracolosa intercessione della stessa.
Ancora di prodigi si parla nel racconto “A Nazareth”, dove, in tempo ancora più distante, un Gesù ragazzino dà, senza averne l’intenzione, una grande lezione di vita al suo compagno di giochi.
E ancora ricorre la figura di Gesù ne “Il pettirosso”, dove ci viene raccontata la prodigiosa origine di quella piccola macchia scarlatta che adorna il corpicino del piccolo pennuto.
In “La Trappola per topi”, e ne “Il teschio” torniamo ad una dimensione più realistica e contemporanea. Due contesti sociali diversi, e due diversi modi di vivere il Natale, portano, in entrambi i racconti, alla redenzione dei suoi protagonisti: il primo, attraverso un percorso che lo vedrà ricevere del bene e quindi desiderare di essere un uomo meritevole del bene ricevuto; il secondo, attraverso una storia decisamente più macabra e inquietante, dalla quale, però, saprà ricavare la sua lezione.
Ritorna il calore dell’atmosfera familiare ne “La principessa di Babilonia”, dove un devoto papà, per allietare la sua adorata bambina, le racconta la storia di una principessa molto speciale, vissuta ai tempi della biblica impresa della costruzione della torre di Babele.
Il racconto, a quanto ho scoperto, riprende i personaggi del romanzo “L’imperatore di Portugallia”, in una sorta di breve antefatto, in cui l’autrice si è cimentata ricamando nuovi battibecchi per i suoi protagonisti.
A chiudere la raccolta “Il capodanno degli animali”, una storia in cui la realtà contadina torna a incontrarsi e scontrarsi con miti, credenze e superstizioni di un popolo ancora attaccato alla magia e agli auspici.
Una selezione variegata, che dà risalto a storie originali e ben scritte, in un volumetto impreziosito da piccole illustrazioni a tema natalizio, che però non riesce a trasmettere la stessa atmosfera di gioia e festa tramite le sue storie.
Quella gioia e quella festa visibili nella bellissima illustrazione di copertina “La Vigilia di Natale a a Sundborn” di Carl Larsson, sono riscontrabili, nero su bianco, solo nel racconto “Il libro di Natale”.
Qui ho trovato le sensazioni che avrei voluto che ogni storia narrata in questo testo racchiudesse. Purtroppo così non è stato. Tra racconti più o meno in tema, o più o meno appassionati, solo quello che dà titolo al libro, può definirsi “natalizio”, ed è effettivamente il solo che cattura e risveglia qualcosa nel cuore.
Ringrazio la casa editrice Iperborea per avermi fornito una copia cartacea di questo libro
il mio voto per questo libro
Non lo ho mai letto questo libro, ma non so se leggerlo di solito gli scrittori svedesi non sempre mi piacciono
RispondiEliminaMi sa che lo lascerò in libreria: non sono una grande fan delle raccolte di racconti, devono essere proprio da cinque stelle e/o di un autore che conosco perché le prenda :/
RispondiEliminaNon è il mio genere di libri ma il fatto che si distorga dalle favole per bambini . dal c'era una volta mi intriga molto lo metto nella mia read list e libri da prendere. E chi sa che un giorno non riesca a leggerlo.
RispondiEliminaBuon anno peino di lettura a tutte Baci Vero