mercoledì 13 marzo 2019

Recensione: "La casa delle bambole" di Katherine Mansfield

Titolo: La casa delle bambole
Titolo originale: The Doll’s House
Autore: Katherine Mansfield
Editore: Lettere Animate
Data di pubblicazione: 19 febbraio 2019
Pagine: 35
Prezzo: 6,79 € (cartaceo) 0,00 € (ebook)  

Trama:
Le sorelle Burnell, ricevono in dono dalla "dolce vecchia signora Hay" una graziosissima casa delle bambole. Le tre bambine sono ovviamente ansiose di mostrare la casa a tutte le compagne di classe, con un unico divieto imposto dai genitori: le bambine potranno invitare tutte le loro compagne, fatta eccezione per le sorelle Kelvey, le figlie della povera lavandaia del paese.
A nessuno è concesso rivolgere loro nemmeno la parola!

Recensione:
Katherine Mansfield, in poche pagine, servendosi dell'espediente della casa delle bambole, fornisce un quadro essenziale, ma ben definito, della società inglese del tempo, dei pregiudizi, delle discriminazioni e della meschinità dell'animo umano, insita soprattutto in coloro che - per origine e per maggiori disponibilità economiche - ostentano l'innata presunzione del sentirsi superiori.
La casa delle bambole non è che un pretesto, un gioco pregiato, non alla portata di tutti, ma comunque qualcosa che resta essere un mero passatempo (seppur di lusso) per bambini. Non un oggetto indispensabile, quindi, ma estremamente superfluo, a cui gli adulti non prestano neanche poi tanta attenzione, anzi, viene visto da loro quasi come un impiccio. La casa è troppo pesante per essere portata in casa, odora ancora troppo di vernice per stare in una stanza chiusa, perciò è lasciata in cortile.
Un oggetto costoso, l'oggetto che sarà invidiato da tutte le compagne di scuola delle sorelle Burnell, viene invece trattato con grande sufficienza dalla famiglia, lasciato addirittura in giardino.
A sottolineare la diversa importanza che il denaro consente di dare alle cose.
Con pungente ironia, la Mansfield sceglie un giocattolo come cardine della sua storia, per sottolineare come i pregiudizi nelle famiglie siano così radicati e forti, da influenzare anche il comportamento dei bambini.
Isabel e Lottie Burnell, le due sorelle maggiori, hanno in tutto e per tutto assorbito i comportamenti altezzosi e discriminatori degli adulti. Esse guardano alle sorelle Kelvey (le figlie della povera lavandaia) con disprezzo e disgusto. Si divertono a denigrarle con le altre compagne, sbeffeggiandole e umiliandole, con una cattiveria che non sembrano più solamente emulare, ma appartenere proprio a loro.
Le bistrattate sorelline Kelvey, descritte dall'autrice come strane, goffe e timide, sono in realtà l'unica luce di questa storia, assieme alla piccola Kezia, la minore delle Burnell. Kezia non è stata ancora contaminata dagli adulti, lei agisce con l'animo semplice e innocente dei bambini, infatti, ignorando gli ammonimenti fatti in precedenza, con grande ingenuità e speranza, prova a chiedere alla mamma se può invitare le due bambine escluse a vedere la famosa casa delle bambole. E pur avendo ricevuto un sonoro diniego, le invita. Ma quanto resisterà la sua viva luce? Quanto ci impiegherà anch'essa a spegnersi piegandosi al volere comune?
La casa delle bambole così apparentemente perfetta in ogni dettaglio, con quella sua vernice lucida dai colori brillanti, nasconde in realtà particolari rifiniti in maniera grossolana e, all'interno, in quell'arredo perfetto, quasi del tutto simile ad una casa reale, ecco una famiglia di fantocci. Bambole eccessivamente sproporzionate per quegli spazi minuti e angusti.
La perfetta metafora per la società che, in poche e brevi pagine, Katherine Mansfield dipinge. Famiglie apparentemente perfette, che vivono in case apparentemente perfette, ma che, ad un'occhiata un po' più approfondita mostrano tutti i difetti, e le meschinità di cui sono artefici e complici.
Sotto le mentite spoglie di un racconto leggero, con grande semplicità e ironia, ma anche in modo duro, diretto, qualche volta anche brutale, la Mansfield presenta al lettore la fotografia della società. Una seria critica che non risparmia colpi a nessuno.
Una lettura veloce, che raggiunge il suo intento.

Curiosità:
La Casa delle Bambole (The Doll’s House), come ci indica Enrico de Luca che ne ha ha curato l'edizione, è la novella che apre la raccolta "The Dove's Nest and Other Stories", apparsa per la prima volta su "The Nation" nel 1922. Pubblicata postuma nel 1923 a cura di John Middleton Murry, secondo marito dell'autrice.

il mio voto per questo libro

6 commenti:

  1. Non conoscevo questo libro. Sembra interessante ma per il momento non penso lo leggerei!

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    1. E' un racconto breve di poche pagine, come vedi. Ci vogliono giusto pochi minuti per leggerlo, minuti che ti assicuro non saranno sprecati. In più l'ebook è gratuito, quindi se vuoi conoscere questa scrittrice, non c'è occasione migliore di questa :)

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  2. Non lo conoscevo nemmeno io, sembra però una bella lettura :)

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    1. Sì, una lettura piacevole e un racconto compiuto nonostante le poche pagine

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  3. Mi piacciono i romanzi che portano alla luce le contraddizioni della società. Un modo per riflettere su quanto sia importante per l'uomo l'apparire e non la sostanza. Un saluto :)

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    1. Ciao Aquila! Sì, soprattutto amo quando queste contraddizioni vengono messe in luce tramite gli occhi dei bambini.

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