Salve avventori!
Oggi Café Littéraire ha il piacere di intervistare Melania D'Alessandro, autrice di "Sogni di carta", un delizioso racconto che ha come protagonisti un eccentrico libraio, un bislacco aiutante un po' bisbetico e, ovviamente, una deliziosa libreria.
Se non avete idea di cosa sto parlando vi invito a leggere la mia recensione che trovate qui.
Ora non vi annoio oltre e vi lascio all'intervista.
♥ Ciao Melania, grazie mille per aver accettato questo invito, per noi del Café Littéraire è un grande piacere averti come nostra ospite!
Figurati, il piacere è tutto mio!
♥ Ho recentemente letto e recensito il tuo ultimo lavoro "Sogni di carta", una storia dedicata ai lettori più piccini, ma che fa bene a tutte l'età. Scritta con l'intento di risvegliare le coscienze, "Sogni di carta" è un invito alla lettura. Cominciare o tornare a leggere, riscoprire il piacere che possono dare le storie scritte sulla carta stampata.
Archimede è l'eccentrico libraio di una piccola e bizzarra libreria e, assieme al suo amico e aiutante, il topolino Gulliver, indirizza la clientela verso il libro giusto, sempre e esattamente quello di cui i suoi clienti hanno bisogno in quel particolare momento. Così facendo dona loro molto più di un libro, ma un vero e proprio amore... quello per le storie.
Cosa o chi ha fatto nascere in te questo amore? È stata una persona? Un libraio speciale come quello di cui narri, o è stato un autore?
Non ti so dire esattamente se il mio amore per la lettura sia scaturito da qualcosa in particolare o se sia stato più un “amore a prima vista”.
Quando andavo alla scuola materna ricordo che le maestre ci leggevano spesso dei passi de “Il meraviglioso mago di Oz” di Frank Baum, ci lavoravamo sopra e mi piaceva così tanto che, ancora prima di imparare a leggere e scrivere, chiesi ai miei genitori di comprarmene una copia perché volevo farmelo leggere da mia nonna prima di andare a dormire la sera, così da scoprire il finale della storia.
Ero curiosa, non mi accontentavo delle piccole letture che si facevano a scuola, per cui volevo sapere come andasse a finire la storia il più in fretta possibile. Quel libro, insieme a tutte le favole che la mia cara nonna mi leggeva ogni sera con pazienza e dedizione, ha fatto crescere in me la voglia di imparare a leggere.
Una volta andata alle elementari, poi, divoravo un libro a settimana. Leggevo tutti quelli de Il Battello a Vapore e della collana Gli Istrici della Salani, mia mamma era disperata perché chiedevo nuovi libri in continuazione! Quando non poteva comprarmene, rileggevo quelli che avevo fino allo sfinimento. Non ho mai smesso di amare le parole stampate su carta.
♥ I quattro protagonisti del tuo racconto sono, seppur accomunati da un'unica grande passione - quella per i libri - estremamente diversi tra loro.
Archimede paziente, gentile e solitario, ha trovato nei libri quella compagnia e conforto che non è riuscito a trovare nelle persone. Gulliver fumantino e goloso. Febe volenterosa, caparbia e ottimista. Lilly tenera, insicura e maldestra. In quali di loro ti riconosci maggiormente, o meglio, quali caratteristiche dei loro caratteri ti appartengono?
Ognuno di loro ha qualcosa di me, ogni personaggio ha una delle caratteristiche del mio carattere, portate all'esasperazione e rese in modo caricaturale, ovviamente.
Archimede litiga con i numeri esattamente come me e, come lui, anche io sono solitaria, amante della montagna e della pace.
Ad accomunarmi a Gulliver è la mia passione per i biscotti e in generale per la cucina, ma, ahimè, ho anche un po' della sua irritabilità.
Febe rappresenta il lato migliore di me, quello che vorrei far emergere nella mia vita di tutti i giorni, anche se non sempre è possibile, mentre con Lilly ho voluto omaggiare un'amica, anche se sono anche io insicura come lei.
♥ Archimede e Gulliver hanno la straordinaria capacità di capire con un solo sguardo l'animo del lettore e captare ciò di cui ha bisogno.
Facciamo un gioco!
Avendoli creati, conoscerai benissimo il carattere dei tuoi personaggi, quindi... quale libro consiglieresti ad Archimede, Gulliver, Febe e Lilly?
A Lilly consiglierei “Le avventure di Jacques Papier” di Michelle Cuevas o “Olga di carta” di Elisabetta Gnone, perché anche alla mia piccola topolina, come ai protagonisti di queste due bellissime storie, capita spesso di sentirsi inadeguata e insignificante, per cui potrebbe trarre giovamento da queste letture.
Essendo Gulliver poco fiducioso riguardo i gatti (e a ragione, aggiungerei), io gli consiglierei la lettura di due libri di Sepùlveda, “Storia di una gabbianella e del gatto che le insegnò a volare” e “Storia di un gatto e del topo che diventò suo amico”, per fargli comprendere che l'amicizia non conosce differenze di alcun genere e per fargli conoscere dei gatti davvero gentili e sui generis.
Sarò ripetitiva, ma consiglio “Olga di carta” di Elisabetta Gnone anche ad Archimede, ma per un motivo diverso rispetto a quello che ho scelto per Lilly: Archimede non ama viaggiare, non gli piace abbandonare la sicurezza dei luoghi che ha sempre conosciuto e vuole avere tutto sotto controllo. Il viaggio prevede l'imprevisto, l'affrontare in qualche modo l'ignoto. Tramite la storia di Olga non solo Archimede potrà ritrovare molto del suo carattere e delle sue precedenti esperienze, ma potrebbe imparare ad apprezzare il viaggio in quanto tale, come modo per evolvere e arricchire il proprio bagaglio personale. Un altro libro che gli consiglierei è “Il regno dei gufi” di Martin Hocke: malinconico, poetico e legato alla natura come piace a lui.
Infine, a Febe consiglierei “La carezza leggera delle primule” di Patrizia Emiltri e “La storia di Mina” di David Almond, due libri completamente opposti, ma adatti a Febe; lei è molto solare e, per questo, non ama le storie tristi e drammatiche, uno dei temi che più la spaventa nelle letture, poi, è quello della morte.
Sia il libro della Emiltri che quello di Almond offrono punti di riflessione di un certo spessore al riguardo. “La storia di Mina” lo fa con leggerezza, mentre “La carezza leggera delle primule” lo fa con prepotenza, ma pur essendo drammatico sono sicura che Febe riuscirebbe ad apprezzarlo con facilità!
♥ Nel tuo racconto citi diversi capolavori della letteratura per ragazzi, da "Pinocchio" di Collodi, a "Matilde" di Roald Dahl, e così via.
I tuoi simpatici librai consigliano la lettura di questi classici come aiuto e conforto per affrontare i vari problemi che affliggono i loro clienti. Immagino che quelle che tu citi siano tutte storie che hai letto e amato, in un certo senso hai utilizzato "Sogni di Carta" per invogliare chi ti legge alla lettura di ciò che tu stessa hai apprezzato. Sai dirci se qualcuno dei romanzi citati ti è stato d'aiuto in qualche fase della tua vita, o se ricordi in che momento li hai letti e cosa da essi hai imparato?
Quello che dici è vero in parte: molti dei libri citati sono stati scelti con l'intento di invogliarne la lettura (vedi “Momo” di Michael Ende e “Matilde” di Roald Dahl), altri invece, come “Pinocchio” di Collodi e “Pippi Calzelunghe” di Astrid Lindgren sono stati scelti puramente per fini narrativi. Non rientrano tra le mie letture preferite dell'infanzia, hanno avuto un ruolo, certo, ma in “Sogni di Carta” sono serviti soprattutto a far capire i meccanismi della storia e a trasmettere un insegnamento.
Per rispondere alla seconda parte della domanda, posso dirti di aver letto “Momo” qualche anno fa (recentemente, quindi) e sono rimasta spiazzata dalla sua bellezza e attualità.
Non sono mai più riuscita a vedere il tempo e l'orologio come prima, non c'è giorno che io non passi cercando di combattere i Signori Grigi della storia!
♥ La tua è una storia molto delicata, insegna qualcosa senza ricorrere alle maniere forti o ai toni bruschi, ed è una cosa che ho molto apprezzato. Sono dell'idea che i libri per l'infanzia debbano dare dei segnali positivi e non traumatizzare il giovane lettore. Faccio un esempio citando nuovamente Pinocchio: quando ho letto la storia - da adulta per fortuna - sono rimasta profondamente turbata dalla brutalità delle immagini e delle parole.
Sinceramente ho pensato che mai lo farei leggere ad un bambino. Si parla continuamente di morte, di sangue, di tremendi assassini che uccidono i bambini, di tutte le conseguenze orribili a cui può andare incontro chi non segue la retta via.
In un certo senso Collodi sceglie - come quasi tutti gli scrittori di un tempo - il metodo educativo del ricatto: "se non fai questo ti accadrà quello...". Tu come ti poni a riguardo?
Prima di rispondere, mi sento di fare una piccola premessa.
Le fiabe di un tempo sono nate con intenti ben precisi... Cominciando dai Grimm, che hanno scritto fiabe tutt'altro che rosee. I celebri fratelli hanno raccolto le fiabe del folklore popolare, trasponendole su carta per renderle eterne. Quelle fiabe avevano un intento didascalico ben mirato e dovevano servire a intrattenere adulti e bambini. Inoltre, sostituivano i “riti di passaggio” dall'infanzia all'età adulta; ogni fiaba nasconde in sé un'iniziazione e le iniziazioni, si sa, non sono mai indolori.
Per questo le fiabe di un tempo sono così brutali, schiette e socialmente inaccettabili nel nostro mondo moderno.
Hanno tutt'oggi diversi livelli di lettura, significati metaforici che noi neppure riusciamo più a decifrare. Sta di fatto che oggi abbiamo dovuto censurare quelle storie e avvolgerle in nuvole di zucchero filato per rispondere alle nuove domande della nostra società.
E' giusto? E' sbagliato? Non so dirlo di preciso, ma so che le nuove storie raccontate ai più piccoli finiscono per creare delle aspettative nel bambino, che puntualmente vengono deluse. La vita non è fatta, ahimè, solo di principi azzurri da conquistare e di un lieto fine spesso scontato: le difficoltà e i drammi della vita quotidiana dovrebbero essere raccontati ai più piccoli, mantenendo sempre toni pacati, appunto, ma non trovo giusto neppure nascondere la nuda realtà.
C'è una frase che trovo molto bella di G.K. Chesterton, che è la seguente: “Le fiabe non insegnano ai bambini che i draghi esistono, loro lo sanno già. Le fiabe insegnano ai bambini che i draghi possono essere sconfitti.”
Questo, secondo me, dovrebbe farci capire quali strumenti dovremmo dare nelle mani dei nostri piccoli lettori, perché il male, il brutto e il dolore esistono, sono reali e tutti dobbiamo farci i conti. L'importante è sapere come affrontarli.
♥ Agli amanti di libri con cui ho piacere di conversare mi piace porre questa domanda: qual è, secondo la tua opinione, un libro da leggere assolutamente? Di contro quale titolo ti ha delusa o ritieni sia decisamente sopravvalutato?
Questa sì che è una domanda difficile (se non impossibile!).
Non riesco a scegliere un titolo solo tra i tanti che amo.
Per me attualmente tra i must per ogni lettore ci sono “Jane Eyre” di Charlotte Brontë, “Via col vento” di Margaret Mitchell e “L'invenzione delle ali” di Sue Monk Kidd, ma sono solo alcuni di una lunga lista.
Per quanto riguarda le delusioni... ahi ahi! Mi vedo costretta a dire “La straniera” di Diana Gabaldon.
L'ho letto circa due anni fa e me ne sono subito sbarazzata, l'ho trovato assolutamente sopravvalutato, un libro che ancora non capisco come possa non far parte del catalogo Harmony.
Mi aspettavo una storia dalle forti atmosfere scozzesi e invece mi sono ritrovata a leggere un romance (a tratti erotico) con messaggi di fondo che non mi sono piaciuti neanche un po'.
♥ In "Sogni di Carta" oltre all'amore per il contenuto traspare chiaramente anche il tuo amore per i libri come oggetto in sé per sé.
Parli della consistenza della carta, di odore di inchiostro, di belle copertine colorate, del piacere di sfogliare pagina, dopo pagina quei volumi colmi del profumo della fantasia. Cosa ne pensi invece della lettura digitale? Ritieni che possa aiutare i giovani ad avvicinarsi alla lettura
Questa domanda mi fa sorridere, perché fino a due anni fa ero del tutto contraria al formato digitale dei libri. Poi mi è stato regalato un kindle... e da allora ho avuto modo di ricredermi.
Non leggo spesso in digitale, solo quando è strettamente necessario e quando viaggio (che gran comodità!), perché sono affezionatissima alla tradizione e non voglio abbandonarla per nulla al mondo, però ammetto che la lettura digitale possa essere più stimolante per i giovani, anche per il prezzo ridotto (si fa per dire) dei libri, che risultano così, in alcuni casi, più accessibili.
Quindi sì al digitale, ma tenendo sempre in casa dei bei cartacei da sfogliare e... annusare!
Anche perché, diciamolo, la carta stampata non rischia di andare perduta, i file del kindle/kobo purtroppo sì.
♥ Sempre con Leucotea hai pubblicato il tuo primo romanzo: "La città nascosta – Alla scoperta del mondo parallelo", dove la protagonista, Sofia, attraverso un portale trovato in una biblioteca, si trova catapultata in un mondo parallelo. Parlaci un po' di questa storia. Com'è nata l'idea, e che tipo di personalità hai dato alla sua protagonista?
La storia di Sofia è nata appositamente per partecipare al concorso letterario indetto dalla mia città. Il bando prevedeva che i romanzi partecipanti dovessero esaltare la bellezza, la cultura e la storia della città, per cui ho cercato un modo originale e tutto mio di raccontare queste cose ai cittadini non solo di Ventimiglia, ma di tutta Italia.
Sofia è una ragazza che frequenta l'università, in particolare il corso di Conservazione dei Beni Culturali. E' curiosa, intelligente, la sua personalità è delicata e riflessiva. Nonostante le difficoltà, non si perde d'animo e ha spirito d'avventura.
♥ Volgiamo ora uno sguardo al futuro... Hai qualche nuova storia in cantiere che aspetta solo di vedere la luce?
Ho sempre tante storie in mente da trasporre su carta. Alcune sono ancora chiuse dentro la penna, altre sono sotto forma di bozza nella memoria del PC. Ma ce n'è una in particolare su cui sto lavorando da mesi e che conto di concludere a breve, entro l'estate.
Tengo particolarmente a questa storia, profondamente diversa dalle due precedentemente pubblicate. Amo la protagonista e adoro le atmosfere, sono immersa da mesi in un mondo tutto mio, sarà dolorosissimo dovermici staccare quando scriverò la parola “fine”!
♥ Propositi e desideri da qui ad un anno: cosa desideri realizzare e cosa ti auguri nel prossimo futuro?
Vorrei crescere come autrice, approdare ai piani un po' più alti dell'editoria, anche se non è per niente semplice.
Intanto mi accontento di concludere la storia che sto scrivendo e di vederla presto pubblicata, sperando di darmi delle possibilità in più.
Nel frattempo, spero anche di riuscire a promuovere “Sogni di Carta” nelle scuole della mia zona e, magari, fare anche qualche gita fuori porta, perché no?
♥ Cara Melania ti ringrazio moltissimo per la tua disponibilità, è stato davvero un piacere averti come nostra ospite. Ti faccio un grosso in bocca al lupo per la tua carriera, e mi auguro di leggerti ancora prestissimo. Alla prossima ^__<
Grazie a te per avermi dato questa bellissima opportunità, lunga vita a lupo, sempre! Un abbraccio e a presto!