lunedì 14 luglio 2014

Recensione: "Colpa delle stelle" di John Green

Titolo: Colpa delle stelle
Titolo originale: The fault in our stars
Autore: John Green
Editore: Rizzoli
Data di pubblicazione: 2012
Pagine: 360
Prezzo: 16,00 €

Trama:
Hazel ha sedici anni, ma ha già alle spalle un vero miracolo: grazie a un farmaco sperimentale, è sopravvissuta ad una diagnosi terminale.
Resa debole, scoraggiata dalla malattia e ormai priva di entusiasmo per qualsiasi cosa si trovi al di fuori delle quattro mura della sua stanza, è spronata dai genitori ad uscire e frequentare il gruppo di sostegno della loro chiesa.
Qui, giovani ragazzi come lei si confrontano sull'esperienza da ciascuno vissuta con la propria malattia, ed è qui che un giorno come un altro Hazel incontra Augustus, un misterioso e affascinante ragazzo che non sembra volerle togliere gli occhi di dosso.
Tra i due nasce in poco tempo un rapporto molto profondo, reso ancora più forte dall'esperienza della malattia e dalla speranza della realizzazione di un sogno in comune.

Recensione:
John Green in queste pagine affronta il tema della malattia, ma non lo fa né in maniera eccessivamente drammatica, anzi i suoi protagonisti affrontano il proprio destino spesso con sarcasmo e ironia (scelta che ho apprezzato), né (purtroppo), in maniera approfondita e veritiera.
La trama è inconsistente e assurda per mille motivi di cui voglio elencare solo alcuni, per avvallare la mia tesi.
Augustus appena incontra Hazel le propone di andare a casa sua a vedere un film "V for vendetta", lei accetta, quindi acconsente ad andare a casa di un perfetto sconosciuto.
Fin qui tutto ok, perché dagli adolescenti questi comportamenti superficiali li possiamo benissimo ammettere, ma vogliamo parlare di sua madre, che la dà il permesso senza nemmeno informarsi su chi sia costui?
Una mamma che, senza farsi problemi, manda la propria figlia sedicenne, per giunta malata terminale, a casa di perfetti estranei, non lo riesco a concepire.
Come non riesco a comprendere il fatto che la lasci guidare, andare in giro per una città sconosciuta, da sola, o in compagnia di un ragazzo gravemente malato a sua volta.
Per non parlare dell'inconsistenza della trama in sé per sé.
Mi riferisco a quello che si suol definire il "succo" del racconto: tutto gira attorno alla passione che i due ragazzi sviluppano per un romanzo, "Un'imperiale afflizione" di Peter Van Houten.
Il romanzo, il preferito di Hazel (se ve lo state chiedendo vi dico subito che non esiste nella realtà), narra la storia di Anna, una ragazza malata di leucemia, che con coraggio affronta la sua malattia e nel mentre decide di fondare un'associazione per curare i bambini malati di colera.
Il romanzo in questione non ha una conclusione, termina con una frase lasciata in sospeso, e questo è per i protagonisti motivo di... imperiale afflizione, appunto XD (e lo è anche per il lettore che è costretto a subire pagine e pagine di una storia tanto assurda da poter essere paragonata ad una favola, una di quelle noiose però).
I due ragazzi, non riescono a fare a meno di chiedersi quale sarebbe stato il destino dei protagonisti del libro, se l'autore avesse concluso la sua opera (ve li immaginate voi due ragazzi giovani, che il destino ha voluto colpire duramente con la malattia, non riuscire a pensare ad altro che al finale di un libro???), così decidono di sciupare, ops volevo dire usare, l'ultimo desiderio di Augustus per volare ad Amsterdam dove risiede l'autore -___-"
Ebbene si, questo è lo scopo del libro e dei suoi protagonisti.
Ovviamente tra i due scoppierà l'amore, come era prevedibile, coronato da un improbabile primo bacio nel bel mezzo della visita al museo di Anne Frank, con un sottofondo di applausi scroscianti da parte del pubblico pagante.
Già, non sto scherzando! Nella scena del bacio gli altri visitatori osservano e poi applaudono, scena degna dei migliori anime giapponesi.
La domanda è: perché i visitatori hanno applaudito? 
Un pubblico di spettatori avrebbe applaudito ad un bacio tra due ragazzi qualunque? No, non lo avrebbe fatto. 
I visitatori hanno applaudito perché consci di assistere al primo bacio tra i due ragazzi? No, non avrebbero avuto nessun motivo per pensarlo.
Quindi perché lo hanno fatto?
Il pubblico ha applaudito al bacio di due ragazzi malati. 
Questo è il motivo dell'applauso, attraverso il quale non fanno altro che sottolineare la diversità della loro condizione.
Una rappresentazione razzista ed estremamente stupida, di cui si sarebbe potuto fare benissimo a meno.
Tornando alla storia, l'incontro con Van Houten (lo scrittore dei "Un'imperiale afflizione") è superfluo, probabilmente solo un pretesto di Green per mandare i due ragazzi a fare un viaggetto romantico.
Non dà risposte agli interrogativi e non aggiunge nulla alla storia.
Uniche note positive di "Colpa delle stelle" sono il personaggio del papà di Hazel, dalla cui sensibilità possiamo leggere la vera sofferenza del genitore che affronta la malattia di un figlio, e Augustus.
Augustus difatti è l'unico personaggio brillante e capace di formulare riflessioni di un certo spessore, seppur il suo essere ossessionato dal desiderio di non essere dimenticato, dal sogno di passare alla storia, a lungo andare venga a noia.

“«Verrà un tempo» ho detto «in cui tutti noi saremo morti. Tutti. Verrà un tempo in cui non ci saranno esseri umani rimasti a ricordare che qualcuno sia mai esistito o che la nostra specie abbia mai fatto qualcosa. Non ci sarà rimasto nessuno a ricordare Aristotele o Cleopatra, figuriamoci te. 
Tutto quello che abbiamo fatto, costruito, scritto, pensato o scoperto sarà dimenticato, e tutto questo» – ho fatto un gesto che abbracciava la stanza – «non sarà servito a niente. Forse quel momento sta per arrivare o forse è lontano milioni di anni, ma anche se noi sopravvivessimo al collasso del nostro sistema solare non sopravviveremmo per sempre. 
È esistito un tempo prima che gli organismi prendessero coscienza, e ce ne sarà uno dopo. E se l’inevitabilità dell’oblio umano ti preoccupa, ti incoraggio a ignorarla. Sa il cielo se non è quello che fanno tutti.”

Invece i dialoghi tra lui ed Hazel paiono astratti, inverosimili, impossibili da immaginare nella realtà. Gli adolescenti non si esprimono così, tranne in Dawson's Creek, ovvio.


Considerazioni:
Sopravvalutato. Enormemente sopravvalutato.
Queste sono le prime parole che mi vengono in mente, ed è il pensiero che mi ha accompagnato per tutta la lettura.
Già dalla frase "Ero lì in piedi con le mie All Stars sul ciglio del marciapiede..." mi sono detta "oddio no, fa che non sia quel genere di libro pieno di riferimenti adolescenziali!"
Fortunatamente le All Stars vengono citate solo un altro paio di volte, se ben ricordo, ma il libro resta estremamente adolescenziale.
La verità è che non mi ha emozionato.
Ogni qualvolta iniziavo un pochettino a rivalutarlo, mi spiazzava con l'ennesima stramberia che lo riportava sempre più in basso.
È il caso ad esempio del famoso bacio nel museo (roba che solo nei film), o ancora di quando Hazel si trova Van Houten in chiesa e poi ancora in macchina... (ma daiii!).
Mi è parso quasi che Green abbia voluto scrivere la sceneggiatura per un film tragicomico (forse ci sperava davvero tanto che lo diventasse), perché come libro ha davvero poco senso.
Basti pensare che per gran parte di esso si parla di un altro libro inesistente (Un'imperiale afflizione), di un libro, "The Price of Dawn" che, guarda caso, è dello stesso Green (chiamalo fesso, si pubblicizza da solo) e che per un altro bel pezzo ci descrive nei dettagli tutto il film 300!
Perché sciupare carta per descrivere un film? Doveva per caso arrivare ad un numero di caratteri totali prestabiliti dalla casa editrice e ha usato questo espediente per colmare le lacune?
Era necessaria questa descrizione? Insomma se avessi voluto conoscere il film l'avrei visto! 
Ma soprattutto: qual è la necessità di conoscere il finale di "Un'imperiale afflizione"?
Io l'ho trovata una grandissima stupidaggine.
Perché costruire un libro attorno a questa sciocchezza? E perché per i protagonisti era così importante? 
Green ci dipinge Hazel come una ragazza molto più intelligente della media, e allora non ci arriva da sola al fatto che, se lo scrittore avesse voluto dare un finale alla sua storia, l'avrebbe scritto?
E se non l'ha scritto vuol dire che il suo desiderio era che finisse così!
Del resto ho trovato molto originale questa storia del libro lasciato in sospeso, e in generale ho trovato molto affascinante la trama di quel libro (penso che lo avrei preferito a questo).
Comunque a Hazel non basta immaginarsi il proprio finale alternativo, deve necessariamente estorcerne uno allo scrittore, altrimenti non è contenta.
L'incontro con lui è deludente, Van Houten si rivela essere un cafone più unico che raro, ma nonostante tutto questo, dopo mesi scopriamo che Augustus ha continuato la corrispondenza con lui!!!
Per quale motivo avrebbe dovuto continuare a scrivere ad una persona tanto odiosa? E perché avrebbe dovuto consegnare le famose quattro pagine del suo moleskine a lui (sapendo che era molto probabile che non venissero mai lette), anziché spedirle a casa di Hazel?
Ma poi, il senso di queste pagine qual era?
La verità è che è inutile farsi domande e cercare di dare senso a questo libro, perché fondamentalmente non ne ha alcuno... se non quello di sperare, con una sfortunata storia d'amore, di riuscire ad ammaliare (leggi impietosire) milioni di seguaci dall'animo "romantico" e pertanto vendere milioni di copie. 
Be' che dire se non: "Ben fatto Green"!

il mio voto per questo libro

24 commenti:

  1. Green è un autore che vorrei provare a leggere, però penso che inizierò da 'Cercando Alaska' e questo qui se mai lo leggerò più avanti.

    RispondiElimina
  2. Quando Hazel si ritrova Van Houten seduto dietro in macchina devo dire che l'ho trovato bizzarro anche io, ma il libro in sé non lo butterei via. Prova ad insegnarci a non passare il nostro tempo a piangerci addosso quando non abbiamo alcuna malattia ma forse siamo solo vittime della vita quotidiana. Il cancro non è uno scherzo men che meno negli adolescenti, e il fatto che loro due trovino perfino la forza di amarsi lascia spiazzati, lo rende una lezione di vita.
    Perchè ricercano con ossessione il finale del libro? Forse è una buona scusa per non pensare troppo alla malattia, secondo me. Un altro effetto collaterale del morire come direbbe Hazel, e in effetti pensare costantemente alla morte rende solo la morte più vicina.
    Mi è piaciuto poi ognuno la pensa come meglio crede, anche io l'ho consigliato a due ragazze e a nessuna delle due è piaciuto, per cui non sei 'strana' :)

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Sulla nascita della storia d'amore fra i due protagonisti, infatti, non ho avuto nulla da ridire, l'ho trovata, anzi, una delle poche cose "normali" narrate in questo libro (non mi è piaciuto il bacio tutto qui, le modalità in cui è avvenuto).
      Ho conosciuto, purtroppo, persone che sono state colpite da questa malattia, per questo dubito fortemente che chiunque, in quelle condizioni, possa attribuire tanta importanza ad un libro!
      I protagonisti avrebbero potuto invece attaccarsi al loro amore, dato che si erano conosciti da pochissimo tempo, coltivare maggiormente il sentimento che stava sbocciando fra loro, anziché concentrarsi sul finale di un romanzo.
      Ho trovato tutto inverosimile...

      Elimina
    2. io credo che "colpa delle stelle" sia un bel libro e che faccia riflettere, il fatto che Hazel fosse "fissata" con quel libro, ha senso perché quando sei consapevole che morirai e che non c'è nulla che tu possa fare perché,ormai, la tua corsa è finita e ti senti una granata (citando il libro) l'unica cosa che speri è che , quando morirai, le persone che ami non si disperino ma continuino a vivere. Hazel in quel libro cercava una certezza, ovvero che quando fosse morta la sua famiglia continuasse a vivere. Per questo desiderava tanto il sequel

      Elimina
    3. Ciao Damiana grazie per il tuo commento ^-^
      Ho letto la tua interpretazione, ma non la condivido. Nel senso che secondo me Green quando ha scritto il personaggio di Hazel, non pensava a questo.
      Anzi, credo che lui abbia, in un certo senso, voluto prendere in giro gli stessi lettori che non si fermano a leggere un libro, ma lo esaltano in maniera spropositata diventandone quasi ossessionati.
      Come succede ad Hazel appunto e com'è, infondo, successo a molti lettori di "Colpa delle stelle".
      Hazel nelle pagine di "Un'imperiale afflizione" non cerca la risposta alla domanda: "come sarà un futuro senza di me per i miei cari?", no.
      Lei vuole proprio sapere cosa è successo a quei personaggi.
      Cosa è successo al criceto, se l'olandese dei tulipani fosse o no un imbroglione.
      Cose troppo dettagliate per riportarle ad un paragone con quello che succederà alla sua famiglia.
      E, a parer mio Green utilizza la figura di Van Houten, per far dire a lui quello che vorrebbe dire ai suoi lettori. Non lo fa lui stesso semplicemente perché perderebbe troppi ammiratori.

      Elimina
  3. O.O mi spiace non ti sia piaciuto.. io ne sento parlare sempre benissimo, e ho una voglia addosso di leggerlo che nemmeno immagini! è la prima recensione negativa che leggo!

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Oddio non credo di essere l'unica a cui non è piaciuto XD
      Anch'io mi aspettavo chissà cosa da questo libro, proprio perché avevo letto molti pareri positivi a riguardo.
      Da molto tempo ho imparato però che spesso e volentieri quello che piace ai più, non sempre piace a me XD
      E ci sta che ci sia chi l'ha amato, ma ti assicuro che non è un capolavoro tale da assicurarsi il parere positivo di tutti.
      Come libro è ampiamente discutibile, può piacere moltissimo e può non piacere per niente, dipende dai gusti.

      Elimina
  4. Ma io ti adoro! Su tantissimi punti la penso esattamente come te. Io mi emoziono molto facilmente e potrei fare un elenco di libri che mi hanno fatto piangere, ma questo... nulla!
    Lento, a tratti noioso, storia scontata e la storia d'amore non l'ho sentita. Andrò sicuramente a vedere il film per curiosità personale

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Ecco, dunque non sono l'unica XD
      Idem, anch'io mi commuovo facilmente, ma questo libro non mi ha emozionata affatto :/

      Per il film, se il libro mi fosse piaciuto molto dubito che l'avrei visto, perché trovo orrendi i gli attori scelti per interpretare Hazel e Augustus e la loro visione mi avrebbe rovinato l'idea del libro.
      Però, a questo punto, dubito seriamente che la mia idea possa peggiorare XD
      Certo che, con dei protagonisti che nel libro sono descritti: lei come Natalie Portman, e lui come un bellissimo ragazzo, potevano sforzarsi a scegliere un cast migliore >.<

      Elimina
  5. Ero titubante per quanto riguarda questo libro. Col tempo mi sono resa conto che i libri esageratamente lodati, personalmente, si rivelano un fiasco. Dopo aver letto le tue considerazioni, credo proprio che passerò oltre!

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Be', come dico sempre, ognuno ha i suoi gusti e la sua opinione, quindi se vuoi sapere qual è la tua su questo libro non puoi fare altro che leggerlo ^__<

      Elimina
  6. Sia ringraziato il cielo!
    Pensavo di essere una senza cuore, una cafona nello stile Van Houten, un'insensibile di prima categoria (insomma, continuerei così per un altro paio di righe, ma vi risparmio gli altri epiteti)!
    Sono totalmente d'accordo con la recensione e con le tue considerazioni; aggiungerei anche che ci sono troppi aspetti della malattia che vengono trattati con assoluta leggerezza. Diciamocelo, questo libro è rivolto ad un pubblico di giovanissime/i e non si può lasciare intendere che i malati di cancro siano così allegri e "spensierati". E mi fermo qui.
    Sei molto coraggiosa ;) è una recensione fuori dal coro, complimenti!

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Io invece non mi sono sentita insensibile nemmeno per un momento XD
      Mi sono commossa con tante cose (mi commuovo praticamente per tutto) e solo l'altro giorno piangevo leggendo un libro che ha come protagonista un gatto.
      La verità è che questo libro non mi ha lasciato niente, è solo un insieme di fatti, uno più assurdo dell'altro.
      Dello scrittore invece penso che abbia usato la malattia per vendere (lo so, è brutto dirlo, ma a me pare ancora più brutto che lui l'abbia fatto).

      Elimina
  7. E' un libro che ho iniziato e mollato 2 volte. Non posso dire più di tanto, non avendolo finito, ma la mia sensazione, che tu confermi nella recensione, è di un libro troppo poco credibile, rivolto a lettori molto giovani. Ne esce una visione della malattia totalmente distorta, motivo per cui non so se riproverò a leggerlo. Complimenti, come sempre, per la recensione molto personale!

    RispondiElimina
  8. Io invece praticamente l'ho amato!...mi ha emozionato tantissimo...l'ho letto tempo fa grazia a un GDL...forse non lo avrei mai letto...invece mi sono dovuta ricredere..non so a me è piaciuta molto...mi piace lo stile che ha Green di scrivere...

    RispondiElimina
  9. Eccomi...ora che l'ho recensito posso leggerti e che dire? Abbiamo idee molto, molto, molto simili!
    Se vuoi sbirciare
    http://libroperamico.blogspot.it/2014/07/recensione-20-colpa-delle-stelle-di.html

    RispondiElimina
  10. Bene, adesso che ho letto anche la recensione posso finalmente tirare un respiro di sollievo e rilassarmi al pensiero di non essere senza cuore, perché l'ho pensato davvero! xD
    Adesso ti chiedo: leggerai altro di Green?

    ps. non sapevo che il libro "reale" quello lì del videogioco fosse dello stesso Green!!! O.O che cafone!!!!!!!!!

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Ma noo, quale senza cuore!
      Le letture emozionanti sono altre a parer mio.
      Cercando Alaska lo leggerò, sia perché l'avevo già preso, ma anche perche vorrei definire l'idea che già mi sono fatta dell'autore... ovvero quella di essere un gran para***o XD

      Elimina
  11. Questo libro mi ha lasciato particolarmente stranita. Ad un certo punto i capitoli diventano striminziti, prima di riprendere gonfiore (in termini di caratteri), accentuando ancora di più il mio senso di incompleto.

    Mi sono fatta un favore forzandomi a leggere la versione inglese, non sempre afferrabile, ma alla fine mi sono resa conto che non si tratta dell'adattamento italiano a non essere di mio gradimento.

    Mi rende molto triste immaginare a mente le scene in cui si muovono, e non solo il bacio al museo, ma ogni luogo dove spendono tempo in presenza d'altri è sempre collegato alla malattia (lo sguardo verso il padre mentre parcheggia nel posto per i disabili, il carrellino che prende posto in auto come secondo passeggero, i tubi nasali per l'aria guardati con innocenza solo dai bambini, i familiari di Gus che si accalcano su di lui, le domande quasi immediate dei genitori di Hazel 'Qualcosa non va?' et similia...) e non mi sento di lamentarmi particolarmente su come queste cose vengano descritte; almeno per me, hanno dato la possibilità di affacciarmi a quella che è una piccola parte della vita di queste persone che soffrono costantemente in quanto gli viene negata la normalità.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. La storia di per sé è molto inconsistente, come hai specificato anche tu, è impossibile accettare un invito il primo giorno andando da sola a casa di uno sconosciuto altrettanto malato. Non credo nemmeno i teenager di oggi siano così propensi ad instaurare un rapporto d'amicizia.
      Van Hauten in macchina poi è il colmo. In tutta onestà, non vedo come lo sgorbutico altezzoso scrittore che sa usare meglio la penna del proprio intelletto possa mai farsi venire rimorsi di coscienza: se non è stato smosso da due ragazzi malati e faticanti per andare ad incontrarlo di persona, questa sua visita 'onerosa' è sicuramente non necessaria e tanto meno gradita.
      E mi ricorda che al mondo ci sono tante persone che scrivono solo per diventare famose e vantarsene poi dietro a chissà che bevanda, e mi viene rabbia, e tristezza. (E mi fa ricordare lo scrittore che va alla ricerca di Pi per trovare la sua storia, parlando del suo ultimo libro come un qualcosa che ha tossito faticosamente prima di morire. Buffonate. Si scrive per se stessi, non per gli altri. Se la tua storia non è consistente è perché non stai scrivendo per nessuno.)

      Le parti che non mi sono piaciute in effetti sono tutte quelle legate al libro, in quanto fin troppo inconsistente; Green avrebbe potuto tranquillamente prendere come riferimento un libro da poter far gustare anche al suo lettore, in maniera tale da comprendere i ragionamenti di Hazel e Gus.

      Elimina
    2. Non riesco a decifrare bene la figura di Isaac, mi sembra molto marginale per poterle dare alcuna evidenza. Non nego che qualche capitolo in più insieme a lui non sarebbe stato affatto male al fine di far apprezzare di più la sua persona.

      Una cosa che mi è piaciuta tanto però sono i dialoghi, Hazel, Gus ed Isaac si esprimono nella maniera in cui io farei esprimere dei teenager un minimo interessanti, usando termini inesistenti o un giro enorme di parole per definire qualcosa. Mi piace ad esempio lo spirito col quale (almeno nel libro inglese) continuano a riferirsi al seminario come "Letteralmente il cuore di Gesù" e tante piccole cose che non sto ad andare a cercare perché voglio assorbire quanto letto prima di andare a sbirciare di nuovo.

      La parte che mi è piaciuta di più è questa

      I felt a bodily sovereignty that I can’t really describe except to say that when I was a kid I used to have a really heavy backpack that I carried everywhere with all my books in it, and if I walked around with the backpack for long enough, when I took it off I felt like I was floating.

      Ho provato una sovranità del corpo che non so veramente descrivere. Posso solo associarla a un ricordo di quando ero bambina. Avevo l’abitudine di andare in giro con uno zaino davvero pesante, perché dentro ci avevo infilato tutti i miei libri; me lo portavo ovunque, e se camminavo a lungo con lo zaino in spalla quando me lo toglievo avevo la sensazione come di prendere il volo.

      (Anche se la versione inglese dice 'avevo la sensazione di fluttuare', che ha molto più senso secondo me)

      Elimina
  12. Sono venuta a leggere la tua recensione, dopo aver letto il libro e dopo che la mia socia mi aveva parlato di come avessi "criticato" giustamente il libro di Green e posso dire di essere d'accordo con te su molte cose, a me ha dato proprio fastidio l'assoluta leggerezza con cui si è trattato il tema del cancro, assolutamente poco approfondito. (la storia del libro ha annoiato anche me)
    Io l'ho letto proprio perchè iniziavo a vedere recensioni negative e così mi sono incuriosita, credo che non leggerò altro di Green!

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Io leggerò "Cercando Alaska" perché ce lo già, e anche perché sono proprio curiosa se confermerà l'idea che mi sono fatta di lui XD

      Elimina
  13. Ho appena scritto uno stato su facebook a riguardo.
    Pensiero completamente negativo.
    Però sul film, non sul libro.
    "Colpa delle stelle.
    Beh, che dire.
    E' completamente insipido.
    Non capisco tutto questo marasma per 'sto film, sulla stessa scia ho visto "Restless - L'amore che resta", ma quello è un film che vale la pena, intenso, e non demenzialmente adolescenziale.
    A parte il fatto che non so perchè dovrei versare delle lacrime per un film che tratta un argomento valido e si potrebbe sviluppare bene e sviluppare un sacco, se mi mette una scena di bacio assurda, totalmente inappropriata, finta, e demenziale appunto, e soprattutto le persone si mettono a battere le mani perchè loro si stanno baciando.
    Punto uno, non vedo a me che guardo la casa di Anna Frank cosa mi dovrebbe fregare di due tipi che si baciano.
    Punto due, lo rendono come se finalmente si fossero baciati e quindi gli spettatori debbano applaudire, quando te che cazzo sai che non si erano mai baciati prima.
    Poi dai, è stupido. E' la classica commediola d'amore che ci sta, stile Moccia. Non c'ha di niente. E dire che trovo tre metri sopra il cielo fatto meglio di 'sto film XD
    Oltretutto è stato sviluppato male ed è un film privo di sottotrama.
    'Na cagata che non guarderò mai più e schifo il fatto che sia accostato a un film come Noi Siamo Infinito che è molto più pieno di storie e realizzato bene.
    Non ho letto il libro di Colpa delle Stelle, ma le opzioni sono due: o il film ha rovinato un libro scritto bene o il libro è privo di emozioni reali come il film.
    Che cavolata."

    Leggendo la tua recensione devo dire che anche il libro ha la sua storia, di merda però XD
    Vedo che è proprio noioso il tutto. E come ha detto una ragazza che ha risposto... Neppure io l'ho sentita questa storia d'amore. Era un film vuoto. Non c'aveva di niente. Uno schifo, schifo che evidentemente è piaciuto a molti, ma non capisco sulla base di cosa.

    RispondiElimina

♥ Dimmi la tua ♥
Accetto volentieri saluti e commenti relativi all'argomento del post. Evitate i commenti volti esclusivamente a pubblicizzare i vostri blog. Grazie!