giovedì 9 luglio 2020

Recensione: "Sganciando la luna dal cielo" di Gregory Hughes

Titolo: Sganciando la luna dal cielo
Autore: Gregory Hughes 
Editore: Feltrinelli
Data di pubblicazione: 12 settembre 2019
Pagine: 272
Prezzo: 15,00 € 

Trama:
Marie Claire, soprannominata il Ratto, e suo fratello Bob passano le giornate a scorrazzare in bici con i loro amici. Vivono insieme al padre nella piatta campagna canadese intorno a Winnipeg. Ma un giorno, tornati da scuola, lo trovano morto. 
Di fronte all'incubo dell'orfanotrofio, l'intraprendente Ratto convince Bob che per sfuggire al loro triste destino bisogna andare a New York per cercare Jerome DeBillier, il fratello del padre che si dice faccia lo spacciatore. 
Inizia così l'avventura dei due protagonisti fra treni merci, passaggi in auto da persone poco raccomandabili, notti sotto le stelle. Sul loro cammino Marie Claire e Bob incontrano una variegata fauna metropolitana fatta di imbroglioni, gangster e persino un celebre rapper. Finiranno anche per trovare lo zio che può davvero salvarli, o la loro missione è destinata a fallire?

Recensione:
I libri che ci rimangono più impressi sono quelli che riescono a regalarci personaggi straordinari, così eccentrici e particolari, da lasciare un ricordo indelebile nella nostra mente.
Penso a "Pomodori verdi fritti al caffè di Whistle Stop" e alla impavida e divertente Idgie, alla spericolata Wilhelmina di "Capriole sotto il temporale", all'allegra ed imperturbabile Pepa di "Sal", alla coraggiosa e ostinata Maya di "Io so perché canta l'uccello in gabbia" e via dicendo.
Bene, anche la storia di Gregory Hughes ritrae uno dei protagonisti che, sicuramente, farò fatica a dimenticare: la piccola Marie Claire Wazhashnoos DeBillier, meglio nota come "Il Ratto", una ragazzina stravagante, piena di iniziativa e dalla personalità effervescente.
Lei è la vera anima di questo romanzo, colei che, con le sue uscite strampalate e spesso fuori luogo, catalizza l'attenzione, ci fa sorridere, ci lascia a bocca aperta e talvolta, ci fa anche un po' innervosire.
Ma è suo fratello Bob a raccontare la loro storia, andando a ritroso, dal suo presente a New York, per tornare indietro fino a quando tutto ebbe inizio, ai tempi in cui lui, la strana sorellina e il loro padre vivevano ancora a Winnipeg, una località di campagna del Canada.
I giorni lì passavano lenti e polverosi, fino a quando Ratto, in una delle sue frasi ad effetto, annunciò: "papà sta morendo".
No, se ve lo state chiedendo, il Vecchio non era malato, e non sembrava affatto essere alla fine dei suoi giorni, eppure la bambina che era solita avere queste rivelazioni, sapeva già, non si sa come né perché, quello che stava per succedere.
Con la morte del Vecchio i due ragazzini si ritrovano ad un bivio: chiamare le autorità e accettare di finire in un orfanotrofio, o andare alla ricerca del misterioso zio che vive a New York, sperando che decida di prendersi cura di loro.
Non serve dirvi quale sarà la scelta di Marie Claire, sempre pronta ad imbarcarsi in qualche nuova avventura, la quale, come immaginerete, riuscirà a trascinare nel suo piano di fuga anche il più assennato Robert.
Da qui ha inizio un viaggio rocambolesco, fatto di notti da fuggiaschi trascorse su veloci treni merci; chilometri di asfalto macinati su biciclette da strada o a bordo di auto di persone sconosciute; ore infinite per le strade del Bronx, di Harlem e di Manhattan alla ricerca di indizi; e serate tranquille sul manto erboso di Central Park.
Bob non fa che seguire i suggerimenti, non sempre avveduti, della piccola di casa, la quale a sua volta non fa che dare ascolto al suo istinto e al sesto senso, che la portano a fidarsi di perfetti estranei, da lei considerati alla stregua di angeli.
Ovviamente i guai non mancheranno: i due protagonisti, partiti alla volta della Grande Mela per scovare lo zio Jerome, faranno invece la conoscenza di un contrabbandiere di sigari dal cuore nobile, un truffatore seriale dai modi gentili, un pericoloso maniaco e persino un famoso e generosissimo rapper. 
Non male per due campagnoli di Winnipeg, non credete? L'intero itinerario sarà poi arricchito da continue soste presso i bar e i locali di tutta New York, in cui il Ratto non mancherà di ordinare, tra le altre cose, anche il suo amato cappuccino.
Lo scrittore è riuscito in poche centinaia di pagine a dar vita ad un libro senza dubbio avventuroso, che si distingue grazie alla personalità dei due protagonisti. 
Tuttavia devo ammettere che non tutta la storia brilla per originalità. 
L'incipit è particolarissimo, forse uno dei migliori mai letti, e la quotidianità a Winnipeg mi ha conquistato sin dalle prime battute. Il rapporto tra Ratto e il Vecchio mi ha commosso e divertito, ho adorato i loro piccoli rituali, le serate cinema, il loro modo di parlare affettato, e le canzoni di Sinatra urlate a squarciagola.
Un idillio originale e perfetto. Con la morte del Vecchio e la conseguente fuga però, quella magia che aveva caratterizzato l'inizio, finisce per spegnersi progressivamente.
Già l'atmosfera della grande città americana, fatta di sfilze di grattacieli o case fatiscenti, non è delle migliori (per nulla paragonabile, a mio avviso, al fascino senza tempo delle praterie canadesi). Se poi ci aggiungi i tipi incontrati non proprio raccomandabili, la frittata è bella che pronta.
Se infatti i personaggi principali sono ben costruiti, con Marie Claire che spicca su tutti gli altri ovviamente, quelli di contorno, come il contrabbandiere Joey, l'imbroglione Tommy e il rapper Ice, non sono altro che stereotipi chiamati a smentire gli stereotipi.
La feccia della città che mostra, contrariamente alle apparenze, di avere un animo nobile, al punto di lasciar perdere tutto pur di aiutare i due ragazzini a completare la loro missione.
Carino certo, ma poco credibile. E quando una storia originale e brillante, perde del tutto il contatto della realtà per diventare solo una favoletta prevedibile, e zeppa di cliché, secondo me c'è qualcosa che non va. È un'occasione persa per dare vita a qualcosa di davvero straordinario.
Tuttavia, per quanto gran parte della narrazione preveda generosità a palate, con Bob e Ratto che cedono i loro pochi risparmi ai primi venuti, e altrettanti sconosciuti che, d'altro canto, non ci pensano due volte a condividere quello che hanno con i trovatelli canadesi, il finale non è affatto lieto, come si potrebbe pensare.
Ed è stato proprio questo che mi ha stupito. Avevo perso le speranze di ritrovare le emozioni delle prime pagine, eppure l'epilogo mi ha lasciato senza parole.
È straziante, commovente, amaro e, soprattutto, reale. Un finale che sa di verità, di dolore e di amore vero. Di quel legame imprescindibile che tiene insieme fratello e sorella e che può superare tutte le barriere. Ma un finale che sa anche di speranza perché più è buio e più si vedono le stelle, e non si è mai lontani abbastanza da non riuscire a ritrovare la strada di casa.

Considerazioni:
Avevo letto l'anteprima di questo libro un bel po' di mesi fa, ed ero rimasta subito colpita dal bel caratterino di Ratto. Avevo già capito che sarebbe stato uno di quei personaggi che non avrei dimenticato facilmente, infatti, nel bel mezzo del lockdown, ho pensato "quasi quasi leggo quel libro, Ratto mi farà sicuramente divertire".
Ed in effetti così è stato, almeno fino ad un certo punto. Ma andiamo per gradi.
Marie Claire è diversa da tutti gli altri: conosce più lingue, imparate non si sa dove; ama il francese e lo parla fluentemente, pur non essendo mai stata in Francia; riesce a prevedere il corso degli eventi e a sentire quando sta per accadere qualcosa di brutto; sa tutto di tutti gli abitanti di Winnipeg, anche di quelli mai incontrati; riconosce le anime buone, gli angeli, da quelle cattive, i demoni; racconta le storie dei nativi meglio dei nativi stessi; sa imitare gli accenti più disparati, pur non avendoli sentiti direttamente; non ha peli sulla lingua, dice e fa la prima cosa che le viene in mente, senza pensare alle conseguenze.
È una forza della natura, una di quelle che ti coinvolge e ti trascina in una marea di pasticci senza neanche chiedere scusa, e che si aspetta che tu la segua in qualsiasi peripezia senza fare rimostranze.
Lo sa bene il fratellone Robert, costretto a fare qualsiasi cosa progetti Ratto, pur di non essere separato da lei. Infatti per quanto la ragazzina riesca a fargli saltare i nervi, spesso e volentieri, lui sa benissimo che la sua vita non sarebbe la stessa senza quel tornado di chiacchiere e idee. Farebbe di tutto per proteggerla, da se stessa e dagli altri, che potrebbero non capire la sua personalità eccentrica e additarla come una pazza senza speranza.
Infatti, per quanto il romanzo mi abbia deluso, da un certo punto in poi, per la piega degli eventi, c'è da dire che ciò che non è mai mancato sono i buoni sentimenti, e soprattutto l'istinto di protezione che il fratello maggiore ha per la sua sorellina, e l'amore che quest'ultima prova per lui.
Per quanto infatti Ratto sembri entusiasta del viaggio a New York, ciò che più le preme è riuscire a trovare un modo per restare a vivere insieme a Bob, anche dopo la morte dell'amato papà.
Non è l'avventura a spingerla e a guidarla, ma l'affetto e la paura di restare sola.
Poi nella storia, ahimè, si inseriscono alcuni personaggi che, mi spiace dirlo, ma per me non hanno avuto alcun ruolo se non quello di togliere interesse agli eventi. Joey, Tommy e Ice sono senza dubbio gli alleati della nostra strana coppia, ma non risultano convincenti o ben approfonditi, non ispirano simpatia e non lasciano un buon ricordo a lettura terminata.
Al contrario del Vecchio, il padre dei protagonisti. Lui in poche pagine si fa amare, forse anche per il suo essere debole e umano. Beve troppo e gioca troppo, ma ama anche troppo i suoi figli. Prepara loro la colazione, fa in modo che abbiano sempre ciò che gli serve, li riempie di attenzioni, di amore e di canzoni, li accudisce in modo che siano pronti, un giorno, a spiccare il volo. È in una parola indimenticabile.
Con la sua morte ha fine la spensieratezza, e inizia la missione impossibile che, come avrete capito, non mi ha convinto del tutto. Non ne ho apprezzato l'atmosfera - non essendo una grande patita di New York o in generale delle metropoli - né tantomeno la narrazione.
Poi quando stavo per perdere le speranze, è arrivato il finale. Triste, più di quanto avrei voluto, struggente e drammatico. Per quanto avrei desiderato un epilogo diverso, non ho potuto non apprezzare questa scelta che lascia l'amaro in bocca, che è nostalgica e che sa di dolore. Che urla amore in ogni riga, e che ci fa capire che tra fratello e sorella la resa non è contemplata, perché un viaggio iniziato insieme, va concluso allo stesso modo.

Ringrazio la casa editrice Feltrinelli per avermi fornito una copia cartacea di questo romanzo

il mio voto per questo libro

2 commenti:

  1. Questo è proprio il genere di libro che da ragazzina avrei adorato *^*

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Di questo libro ho amato i primi capitoli e gli ultimi, ma purtroppo nella parte centrale manca qualcosa. Si perde un po'. Però non lo trovo un romanzo prettamente da ragazzini, anche perché in questa categoria farei rientrare ben pochi titoli.
      Ad esempio la saga di Harry Potter può essere letta da grandi e piccini, o anche la mia attuale lettura, che sarebbe "Anna dai capelli rossi", è una storia così brillante e ben scritta, che potrebbe conquistare chiunque a qualunque età.

      Elimina

♥ Dimmi la tua ♥
Accetto volentieri saluti e commenti relativi all'argomento del post. Evitate i commenti volti esclusivamente a pubblicizzare i vostri blog. Grazie!