sabato 7 novembre 2020

Recensione: “Sulle tracce di Jack Lo Squartatore” di Kerri Maniscalco

Titolo: Sulle tracce di Jack Lo Squartatore
Autori: Kerri Maniscalco
Editore: Oscar Mondadori
Data di pubblicazione: 15 settembre 2020
Pagine: 405
Prezzo: 20,00 €

Trama:
È stata cresciuta per essere la perfetta dama dell'alta società vittoriana, ma Audrey Rose Wadsworth vede il proprio futuro in modo molto diverso. Dopo aver perso l'amatissima madre, è decisa a comprendere la natura della morte e i suoi meccanismi. Così abbandona l'ago da ricamo per impugnare un bisturi da autopsia, e in segreto inizia a studiare Medicina legale. Presto viene coinvolta nelle indagini sull'assassino seriale noto come Jack lo Squartatore e, con orrore, si rende conto che la ricerca di indizi la porta molto più vicina al suo mondo ovattato di quanto avrebbe mai creduto possibile.

Recensione:
Kerri Maniscalco apre con questa storia - che rappresenta anche il suo romanzo di esordio - la serie che vede come protagonista la giovane diciassettenne Audrey Rose Wadsworth, una ragazza piuttosto atipica, che non disdegna vestiti, pizzi e merletti, ma non ama dilettarsi nei discorsi e nei passatempi delle sue coetanee. A a loro differenza, Audrey non passa i pomeriggi a ricamare in salotto riscaldata da caminetti accesi, confortata da tè e biscotti, ma in uno studio di medicina legale.
La giovane di casa Wadsworth, dopo aver perso la madre cinque anni prima, ha scelto la sua strada, analizzare i cadaveri, scoprire la causa dei decessi, aprire, analizzare, suturare. Un modo un po’ strano di esorcizzare la morte e la sofferenza e accettare la perdita.

E mentre la giovane Audrey cerca di rivendicare la sua libertà e seguire la sua strada, sfuggendo al controllo paterno - un uomo travolto dal dolore e tormentato da fobie e paranoie - a Londra scoppia il caos per una serie di omicidi che vedono coinvolte giovani meretrici.
Audrey Rose, suo zio, il dottor Jonathan Wadsworth, esperto di medicina legale, e il suo cinico assistente Thomas Cresswell, cercheranno di dare il loro contributo alle indagini, investigando per scoprire l’identità del serial killer che ama firmarsi come Jack Lo Squartatore.

Kerri Maniscalco, attraverso il racconto della sua protagonista, prova a narrare le gesta del primo  omicida seriale che la storia può ricordare, Jack Lo Squartatore, ripercorrendo i suoi omicidi, descrivendo fatti e situazioni resi noti dalle cronache del tempo.
La lettura risulta sicuramente appassionante e si porta avanti velocemente e con grande curiosità, sebbene la risoluzione del caso sia stata (almeno per quanto mi riguarda) assai banale.
Sin dalle primissime pagine, ho avuto pochissimi dubbi sul colpevole, e quelli che avevo mi sono stati presto tolti dall'autrice che, volendo a tutti i costi spingere l’attenzione su un personaggio, mi ha di conseguenza portato a escludere costui dalla lista dei sospettati.
In un buon thriller la protagonista non sospetta mai così tanto, e da subito, del vero colpevole, altrimenti il colpo di scena dove sarebbe?
E quindi escludendo dalla lista questo nome, non ne rimaneva che un altro...
Mi avrebbe stupito molto se fossi stata smentita, ma la Maniscalco ha seguito un percorso che forse riteneva insospettabile, ma era invece assai prevedibile e, così facendo, ha fatto perdere un punto a questo romanzo.
Per il resto ci ha pensato Audrey Rose.
Il suo personaggio non brilla di simpatia, sagacia o ironia, anzi! È presuntuosa, permalosa, pedante e altezzosa, ma il peggio di sé lo tira fuori negli infantili battibecchi con il collega Thomas Cresswell.
Insieme li ho trovati davvero una coppia indigesta.
Audrey, con lui, alterna momenti in cui la leggiamo (è lei stessa a raccontarsi, dato che il racconto è narrato in prima persona) emozionarsi, arrossire, tenere in forte considerazione l’opinione che Cresswell ha di lei, e voler fare a sua volta bella impressione, a momenti in cui manifesta reazioni scontrose, esagerate e acide per la qualsiasi cosa.
Si dimostra permalosa, irascibile, violenta e anche cattiva.
Insomma, passa con estrema facilità da situazioni in cui fa la gattina tutta fusa a momenti in cui esce le unghie, e graffia, senza ragione.
Un comportamento che ho trovato antipatico oltre che incoerente, e che mi ha fatto mal sopportare tutte le scene in cui i due (lei e Thomas) erano insieme.
Mi risultavano estremamente fasulle.
Per quanto riguarda Thomas Cresswell, inizialmente il suo personaggio mi sembrava interessante e curioso: un tipo cinico e insensibile, che basa tutti i suoi giudizi sulla ragione, il calcolo e la prevedibilità.
Uno Sherlock Holmes diciamo. Freddo e irreprensibile.
Ma ahimè ben presto il ragazzo ci mostra un altro lato del suo carattere che, purtroppo, diventa quello preponderante in tutta la storia.
Uno svenevole cascamorto, ecco cos'è.
E la conferma la si ottiene quando si legge la parte finale dal libro, in cui è lo stesso Thomas a raccontarsi.
Be’ avrei preferito che quella parte non ci fosse stata, sia perché non aggiunge molto alla storia, e sia perché svilisce ulteriormente, e in maniera inamovibile, il suo personaggio.
Leggerlo mentre ci racconta di aver perso la testa al primo sguardo, e che tutte le sue battute apparentemente acide - che lo hanno reso un personaggio particolare e simpatico - sottintendevano, in realtà, carinerie e smancerie verso quella che era, a tutti gli effetti, una perfetta sconosciuta, mi ha fatto perdere qualsiasi stima del personaggio.
Eppure, nonostante i protagonisti antipatici, nonostante la banalità riguardo al colpevole, questo libro mi è piaciuto abbastanza.
Sarà che non mi ha mai annoiata, che si legge bene, che riesce a tenere sempre accesa la curiosità nella speranza che, alla fine, ti stupisca con effetti speciali e rivelazioni inattese...
Chissà! Sarà forse questo il vero pregio della serie della Maniscalco? Che piace nonostante tutto, nonostante i mille difetti?
Ve lo farò sapere con il prossimo capitolo, ma temo che, se non cambierà andazzo, potrà presto venirmi a noia.

Ringrazio Mondadori per avermi omaggiato di una copia cartacea di questo libro

il mio voto per questo libro


4 commenti:

  1. Mi sa che sono l'unica bookblogger italiana a cui questa serie non interessa per niente, anche se la veste grafica è tale da avermi tentata. Onestamente, anche se alla fine il tuo parere è positivo, i difetti che hai sottolineato credo proprio che mi farebbero odiare il libro :(

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    1. Sì, le edizioni della serie sono indiscutibilmente bellissime, ma a me aveva incuriosito molto la trama e l’ambientazione.
      Diciamo che come primo capitolo non è totalmente da bocciare, però la storia potrebbe facilmente virare sia verso una strada molto positiva, che verso una molto negativa.
      Intanto sto leggendo “A caccia del diavolo” quindi so già il responso... ma per ora non mi esprimo 🤭

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  2. Sono contenta che ti sia piaciuto. Io non l'ho apprezzato particolarmente, e non credo proseguiró la lettura dei seguiti ☺️☺️

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    1. Insomma, mi è piaciucchiato nonostante i tanti difetti.
      Diciamo che più che altro mi ha incuriosita.
      Ma, come ho scritto nella recensione, ho trovato i protagonisti davvero indigesti.
      A te cosa non è piaciuto?

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