lunedì 14 aprile 2014

Recensione: "La piccola mercante di sogni" di Maxence Fermine

Titolo: La piccola mercante di sogni
Titolo originale: La petite marchande de rêves
Autore: Maxence Fermine
Copertina: Louise Robinson
Editore: Bompiani
Data di pubblicazione: Novembre 2013
Pagine: 208
Prezzo: 12,00 €

Trama:
Il giorno del suo undicesimo compleanno, Malo cade nella Senna. Aspirato in una conduttura, quando riapre gli occhi si trova in un mondo in bianco e nero, illuminato dalla luce di una luna di diamanti.
È entrato nel Regno delle Ombre, un luogo magico popolato di personaggi meravigliosi e fuori del comune: Arthur, un albero che non smette mai di starnutire; Mercator, un gatto di duecentotredici anni; Lili, la piccola mercante di sogni dagli occhi dorati che va a caccia di sogni. Senza contare poi gli spettri inquietanti e il pericoloso alchimista che gli getta contro un terribile incantesimo.
Per rompere il maleficio, Malo dovrà affrontare una sfida davvero ardua.

Recensione:
Un misto tra "Alice nel parse delle meraviglie" e "Il mago di Oz", solo che in questo caso il protagonista è un bambino.
Malo è un ragazzino poco considerato dai genitori, sempre troppo presi dalle proprie occupazioni. 
Il giorno del suo compleanno viene coinvolto in un incidente, che porta la macchina su cui è a bordo a sprofondare nelle acque della Senna.
È così che Malo scompare, ed è così che ha inizio il suo viaggio in un mondo immaginario: Il Regno delle Ombre.
Nel suo vagare fra le strade di quel mondo sconosciuto, Malo fa la conoscenza dei vari personaggi che lo abitano.
E' così che ha inizio una staffetta di presentazioni, che se da principio può apparire curiosa e bizzarra, finisce poi per venire a noia.
Tra gli altri personaggi Malo incontra Lili, la mercante di sogni, che per tre bruzoni (la moneta corrente del Regno delle Ombre), vende scatolette colorate che promettono sogni differenti in base al loro colore.
Malo non ha tutto il denaro necessario, nonostante questo Lili, gliene vende una.
Dopodiché la ragazzina chiede a Malo di accompagnarla in un luogo misterioso, che si rivelerà in seguito essere la bottega dei sogni, dove Malo fa la conoscenza del terribile alchimista Dom Perlet, per il quale Lili lavora e a cui ogni notte consegna i bruzoni ricavati dalla vendita delle scatolette.
Questi non accetta lo sconto che Lili ha fatto a Malo e pretende il pagamento imminente del debito.
Malo non possiede il denaro, perciò Dom Perlet scaglia su di lui una tremendo sortilegio.

Se entro l'alba non lo pagherà con gli interessi, Malo diverrà uno spettro e come tale non potrà più abbandonare il Regno delle Ombre.
E qui c'è un'enorme falla nella trama, c'è infatti da chiedersi come mai Lili, ovvero la mercante di sogni, ha fatto uno sconto a Malo sulla sua scatoletta, pur conoscendo il pessimo carattere di Dom Perlet?
Sa che è uno spettro, sa che probabilmente è anche uno dei peggiori e più perfidi che il Regno delle Ombre conosca, allora perché ci tiene tanto a portare Malo con sé alla bottega e a farglielo conoscere?
Lo fa per il piacere di passare una notte assieme al ragazzino andando a caccia di sogni?
Lo fa per metterlo alla prova? O è semplicemente tanto sciocca da non pensarci?
Il bisogno di procurarsi dodici bruzoni  prima dell'alba, spinge i due ragazzini a bussare a varie porte, e a fare la conoscenza degli strambi personaggi che abitano il Regno delle Ombre.
Ogni incontro ci descrive un soggetto curioso, ma nessuno è approfondito particolarmente, e nessuno suscita particolare simpatia.
Ogni visita finisce nello stesso modo, in una monotona ripetizione di avvenimenti.
Anche la conclusione non rivela particolari colpi di scena, un finale prevedibile e scontato che, date le premesse della bella frase d'apertura, aveva lasciato presupporre un epilogo ben diverso e ben più profondo.

“Quando si scompare per la prima volta, lo si fa in sogno. 
La seconda volta, non si sogna più. 
La terza volta, non si vive più che nei sogni delle persone che si sono conosciute.”

La stessa delusione nello scritto vale per le illustrazioni. 
Questo è un libro illustrato di poche pagine, e guardando la bellissima immagine di copertina (un'illustrazione dell'artista Louise Robinson, dalla quale non si può non restare ammaliati) si presuppone che all'interno ci siano illustrazioni, se non nello stesso stile, almeno all'altezza di quella.
Invece, seppur selezionate tramite un concorso, queste sono infantili e poco coerenti con le immagini descritte nel racconto.

Considerazioni:
Di questo autore avevo già letto e recensito "Neve", che non mi era piaciuto, anzi, a dirla tutta ammetto che date le premesse illusorie (bel titolo, bella copertina, trama originale e bellissima frase in copertina) mi ha completamente deluso.
Be' lasciandomi, ancora una volta, trasportare dalle stesse premesse ho voluto leggere questo libro.
E ancora una volta Fermine ha fatto "centro", ovvero è riuscito ancora una volta nell'impresa di illudermi e deludermi XD
Le sue opere (con questa ne ho lette solo due, quindi posso dire: due su due) si confermano sempre più come degli specchietti per allodole.
Questo mi è piaciuto certamente un po' di più, mi aspettavo però sicuramente qualcosa di diverso.

La frase iniziale, che ho citato sopra, mi aveva fatto pensare e sperare in un racconto che narrasse, a mo' di favola, la dimensione esistente tra la vita e la morte, e che il regno delle ombre fosse una sorta di limbo tra le due realtà, un posto dove le anime restano in attesa.
Invece no,  il Regno delle Ombre era solo un sogno...
Invece no, il Regno delle Ombre era realtà, perché Malo, al suo risveglio, ritrova nelle tasche gli oggetti che aveva ricevuto in regalo dai suoi abitanti (un po' come Dorothy de "Il mago di Oz" con le  scarpette rosse).
Invece no... 
Cos'era quindi questo Regno delle Ombre?
Malo è stato fisicamente in questo luogo? O solo mentalmente?
Eh no, fisicamente non ci può essere stato perché era in ospedale.
Allora ci è stato solo mentalmente? Mah, non lo so...
Comunque è una favola e quindi non serve porsi tante domande.
E la morale di questa qual è?
Probabilmente ci vuole dire che i sogni possono realizzarsi e che è sempre bene credere in se stessi.
Probabilmente con il personaggio di Barnabé il "Barone Celeste" (uno dei migliori in questo libro, assieme all'albero Arthur affetto da un terribile raffreddore) vuole dirci che la vera ricchezza non si trova nel denaro, ma nei sogni e nel modo di vivere e di credere nelle cose.

“Sei sicuro di non aver bisogno di questo denaro?” 
“No, d’altronde non sapevo come liberarmene. Ho già tutto ciò che mi occorre. Una casa, un mestiere, degli amici. Mi mancava giusto un sogno…”

Un racconto non brutto, ma nemmeno memorabile, a fine lettura non mi ha lasciato nessuna emozione né malinconia legata ai suoi personaggi :/

Curiosità:
Il libro, pur essendo autoconclusivo, è il primo libro di una serie. 
Gli altri due titoli, ancora non usciti in Italia, sono:
"La poupée de porcelaine" e "La fée des glaces".


il mio voto per questo libro




12 commenti:

  1. Credevo fosse piacevole. Come dici tu, le premesse ci sono tutte: titolo, copertina, etc.. Non lo leggerò, non mi perdo nulla.

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  2. nooo che peccato..ero così curiosa di leggerlo...la cover mi aveva incantato e nahce il titolo..ma a questo pnto non credo che lo leggerò....

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    1. Ma non farti influenzare dalle mie idee, magari abbiamo gusti diversissimi, cosa ne sai? Se ti ispira provalo!!!

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  3. Io vorrei leggerlo, nonostante tutto mi incuriosisce..

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  4. ..ho letto Neve e ne sono rimasta delusa anche io...mi sa che questo non lo provo( forse lo leggerò quando sarà disponibile in biblioteca, tipo...fra 6 mesi!)

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  5. E' un peccato che ti abbia deluso, è nella mia wishlist, la copertina e la trama mi attirano moltissimo e prima o poi lo leggerò. Spero di non rimanerne delusa perchè come idea di base mi piace parecchio! :(

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  6. Anch'io sono rimasta molto delusa dalle illustrazioni interne e dalla mancanza di approfondimenti, ma tutto sommato questo romanzo è riuscito a stuzzicare la bambina che è in me.
    Penso che leggerò anche gli altri libri della serie (sempre che Bompiani abbia la bontà di pubblicarli), intanto di Fermine ho acquistato "Il labirinto del tempo", che leggerò a breve :)

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  7. Io sinceramente l'ho trovato molto, molto carino. Ovviamente non l'ho paragonato alle mie solite letture però le storie che vengono narrate sono davvero carine, come i personaggi che Malo incontra, che sono bizzarri ma esilaranti. Una favola in stile gotico diciamo e la cosa che più ho apprezzato sono sicuramente le illustrazioni :)

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    1. I personaggi li ho trovati carini, ma per me si sono fermati alla bozza di quello che un vero personaggio dovrebbe essere.
      Erano tanti e poco approfonditi, avrei voluto conoscerli meglio.
      Per le illustrazioni però non concedo giustificazioni.
      Sono state scelte tramite un concorso, e dubito che non ce ne erano di più belle.
      Fatta eccezione per un paio, il resto erano davvero infantili, e inoltre non corrispondevano affatto con le descrizioni della storia.
      Allora mi chiedo, questi illustratori lo avranno letto il libro?

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  8. Per non parlare della sciattezza della traduzione.

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