Come vi avevamo accennato un paio di settimane fa nel post di presentazione, rieccoci oggi con il Blogtour ideato da Nativi Digitali Edizioni, il quale ha visto la partecipazione di ben 16 blog letterari.
Siamo giunti alla terzultima tappa, quella dedicata all'approfondimento dei luoghi descritti da Ilaria Pasqua nei primi due capitoli della sua trilogia "Il giardino degli aranci".
Nel primo libro "Il giardino degli aranci - Il mondo di nebbia" l'autrice ci narra di una realtà opprimente, che impedisce ai cittadini di vedere le cose come realmente sono.
Nel primo libro "Il giardino degli aranci - Il mondo di nebbia" l'autrice ci narra di una realtà opprimente, che impedisce ai cittadini di vedere le cose come realmente sono.
Il tempo sembra trascorrere lento, senza portare alcuna novità nelle giornate che si ripetono l'una uguale all'altra. La nebbia avvolge le case con una patina densa, intorbidendo anche i pensieri di chi vive in quella città misteriosa. Nessun posto sembra sicuro, eccetto uno: il giardino.
Aria, che non riesce a togliersi di dosso l'impressione di girare a vuoto, trova tra i rami degli aranci il suo rifugio.
Solo lì sente di essere di nuovo se stessa.
Come se il malessere che avvolge la città, in quel luogo lontano dalla nebbia, non riuscisse a penetrare...
Il viale degli aranci aveva una leggera pendenza, ma di certo era la strada più ripida della città. Proprio per questo, moltissimi ragazzini si davano appuntamento lì ogni giorno per andare sullo skate o sui turbo, una sorta di slittino su ruote, e lanciarsi giù in picchiata.
I ciclisti e i passanti si lamentavano in continuazione di questo stato di cose, perché rischiavano ogni giorno di investire qualcuno o di essere investiti. Proprio per questo il viale era stato chiuso al traffico, dopo un tribolato dibattito cittadino. Così, Aria quel giorno poteva permettersi di camminare in mezzo alla strada con il naso all’insù, respirando il profumo fresco e delicato degli aranci sugli alberi.
La brezza leggera le scompigliava i capelli e rendeva ancora più vivo e intenso quell’odore. Se li sistemò dietro le orecchie e si prese tutto il tempo per godersi quel percorso, che la rilassava. Nonostante le risate e le urla dei ragazzini sentiva di essere in sintonia con se stessa e con i suoi pensieri.
Chiuse gli occhi inspirando profondamente, poi guardò di fronte a sé, il cancello non era lontano. La sua ombra la precedeva lentamente allungandosi sull’asfalto scuro. Aria la osservò con curiosità, per quanto la schiacciasse, lei era sempre lì di fronte al suo corpo, ma di colpo si fece più tenue. La ragazza si voltò verso il sole alle sue spalle che stava pericolosamente cadendo, mentre un velo di nebbia andava a coprirlo come se volesse lasciarla libera, sola con i suoi passi e con se stessa.
Voltò il suo corpo verso il sole e sentì la pelle riscaldarsi pian piano. Camminò all’indietro per una decina di metri senza distogliere lo sguardo dal viale, una signora in bicicletta le sorrise mentre saliva canticchiando una melodia armoniosa. Un ragazzino le passò accanto a tutta velocità su uno skate e lo spostamento d’aria improvviso fece volare i suoi capelli in avanti, mentre dietro di lei sentiva gli amici del ragazzo che lo incitavano.
Sapeva di essere ormai arrivata in cima al viale. Si sistemò i capelli dietro le orecchie, prese un’enorme boccata d’aria e si girò di nuovo. Sorpassò i ragazzi e, dopo aver gettato un rapido sguardo a quel cancello che ben conosceva, si lasciò alle spalle i motivi di rosa in ferro battuto che lo adornavano ed entrò.
Quel posto era diverso da ogni altro, era vivo, presente, come un essere umano che ti accoglie tra le sue braccia, perfettamente consapevole di ogni suo muscolo e movimento. Anche l’aria era diversa, sferzava il viso come se avesse lo scopo di farsi ascoltare. Gli alberi sembravano voler coinvolgere in un loro segreto, il prato era di un verde smeraldo che appariva irreale, e la nebbia in quel posto non poteva a entrare. Quel luogo la teneva fuori, ai cancelli, e questo Aria non riusciva a comprenderlo. Sembrava un posto magico, dotato di vita propria, in cui niente di brutto poteva accadere.
L’indefinito, ciò che caratterizzava più di tutto quella città, lì non era permesso. Quando metteva piede in quel luogo, Aria si sentiva sollevata, consapevole, serena. E i colori vividi della natura la rinfrancavano.
I ciclisti e i passanti si lamentavano in continuazione di questo stato di cose, perché rischiavano ogni giorno di investire qualcuno o di essere investiti. Proprio per questo il viale era stato chiuso al traffico, dopo un tribolato dibattito cittadino. Così, Aria quel giorno poteva permettersi di camminare in mezzo alla strada con il naso all’insù, respirando il profumo fresco e delicato degli aranci sugli alberi.
La brezza leggera le scompigliava i capelli e rendeva ancora più vivo e intenso quell’odore. Se li sistemò dietro le orecchie e si prese tutto il tempo per godersi quel percorso, che la rilassava. Nonostante le risate e le urla dei ragazzini sentiva di essere in sintonia con se stessa e con i suoi pensieri.
Chiuse gli occhi inspirando profondamente, poi guardò di fronte a sé, il cancello non era lontano. La sua ombra la precedeva lentamente allungandosi sull’asfalto scuro. Aria la osservò con curiosità, per quanto la schiacciasse, lei era sempre lì di fronte al suo corpo, ma di colpo si fece più tenue. La ragazza si voltò verso il sole alle sue spalle che stava pericolosamente cadendo, mentre un velo di nebbia andava a coprirlo come se volesse lasciarla libera, sola con i suoi passi e con se stessa.
Voltò il suo corpo verso il sole e sentì la pelle riscaldarsi pian piano. Camminò all’indietro per una decina di metri senza distogliere lo sguardo dal viale, una signora in bicicletta le sorrise mentre saliva canticchiando una melodia armoniosa. Un ragazzino le passò accanto a tutta velocità su uno skate e lo spostamento d’aria improvviso fece volare i suoi capelli in avanti, mentre dietro di lei sentiva gli amici del ragazzo che lo incitavano.
Sapeva di essere ormai arrivata in cima al viale. Si sistemò i capelli dietro le orecchie, prese un’enorme boccata d’aria e si girò di nuovo. Sorpassò i ragazzi e, dopo aver gettato un rapido sguardo a quel cancello che ben conosceva, si lasciò alle spalle i motivi di rosa in ferro battuto che lo adornavano ed entrò.
Quel posto era diverso da ogni altro, era vivo, presente, come un essere umano che ti accoglie tra le sue braccia, perfettamente consapevole di ogni suo muscolo e movimento. Anche l’aria era diversa, sferzava il viso come se avesse lo scopo di farsi ascoltare. Gli alberi sembravano voler coinvolgere in un loro segreto, il prato era di un verde smeraldo che appariva irreale, e la nebbia in quel posto non poteva a entrare. Quel luogo la teneva fuori, ai cancelli, e questo Aria non riusciva a comprenderlo. Sembrava un posto magico, dotato di vita propria, in cui niente di brutto poteva accadere.
L’indefinito, ciò che caratterizzava più di tutto quella città, lì non era permesso. Quando metteva piede in quel luogo, Aria si sentiva sollevata, consapevole, serena. E i colori vividi della natura la rinfrancavano.
Anche il Mondo del Bosco, che farà da scenario al secondo capitolo di questa affascinante trilogia, non appare ad Aria molto più ospitale di ciò che si è lasciata alle spalle.
Nel corso del tempo l'ameno paesaggio è stato costretto ad assumere un ruolo che contrasta decisamente con la bellezza e la serenità che a prima vista emana.
Tra i suoi alberi verdeggianti prende vita un antico dissidio: due schieramenti non fanno che scontrarsi senza sapere neppure il motivo che li spinge a tanta violenza.
Come mi aveva rivelato la stessa autrice nel corso dell'intervista rilasciata al Café Littéraire, questo è per definizione il mondo anti-Aria. La ragazza si troverà osteggiata, come se si trovasse in trappola, e per uscirne sarà costretta a combattere con tutta se stessa...
Ora non mi resta che ricordarvi che avete tempo fino al 16 ottobre per acquistare gli ebook protagonisti di questo Blogtour con lo sconto del 50%. Un'occasione imperdibile per conoscere e apprezzare nuovi giovani talenti ad un prezzo irrisorio.
Naturalmente tra questi troverete anche "Il giardino degli aranci" della talentuosa Ilaria Pasqua. Una storia originale e ben scritta, che non bisognerebbe lasciarsi scappare.
Prima di salutarvi vi do appuntamento a domani con la tappa di Ramingo Blog.
Non mancate!
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