venerdì 9 ottobre 2015

Recensione: "I segreti di Heap House" di Edward Carey

Titolo: I segreti di Heap House
Autore:  Edward Carey
Copertina e illustrazioni: Edward Carey
Editore: Bompiani
Data di pubblicazione: 19 Marzo 2015
Pagine: 368
Prezzo: 18,00 € (cartaceo)

Trama:
Clod è un Iremonger. Vive tra un mare di oggetti gettati via o smarriti che provengono da tutti gli angoli di Londra. E al centro di questo mare c’è una casa, Heap House, un insieme di tetti, torrette, comignoli, parti di case smantellate con i loro misteri, raccolti per tutta la città e fusi in un labirinto vivo di scale, saloni e angoli nascosti. 
Gli Iremonger hanno una caratteristica: ciascun Iremonger è legato, sin dalla nascita, a un oggetto. Ma Clod Iremonger ha una caratteristica ulteriore: lui può udire i sussurri degli oggetti. Il primo di cui ha avvertito la voce è stato il suo oggetto natale: il tappo da bagno universale James Henry che diceva proprio questo “James Hayward Henry”. 
Ma un giorno su Heap House iniziano a radunarsi nubi di tempesta: gli Iremonger sono sempre più irrequieti e le voci degli oggetti si fanno più forti; Clod incontra Lucy Pennant, una ragazza appena arrivata a Heap House, e la sua vita cambia. I segreti che tengono insieme la casa iniziano a dipanarsi rivelando un’oscura verità, che minaccia di distruggere il mondo di Clod. 

Recensione:
Il protagonista di questa storia è Clod, uno dei tanti componenti della antica e ricca dinastia degli Iremonger. 
Questi vivono tutti assieme in una grande dimora, poco fuori Londra, che si erge fiera e pomposa, su cumuli e cumuli di rifiuti di ogni sorta.
È questa la vista ripugnante che si ha da una qualsiasi finestra di quello strano edificio che è Heap House: una distesa sterminata, plumbea e purulenta di immondizia.
Oggetti rifiutati, dimenticati, rotti, persi, inutili che qualcuno ha scelto di gettare via. Una discarica a cielo aperto.
Anche la stessa Heap House è un ammasso di luoghi fra i più disparati. Edifici, guglie, palazzi, negozi, torri, prelevati da diversi angoli di Londra e assemblati per dar vita ad una dimora unica nel suo genere. 
Clod è un giovane Iremonger di sedici anni che indossa ancora i suoi pantaloni di fustagno, lunghi fin sopra il ginocchio. Ha perso i genitori quando era ancora un bambino, sua madre è morta dandolo alla vita e suo padre ha perso la sua poco tempo dopo.
Clod è minuto e debole, ha un aspetto malaticcio ed è ritenuto inutile e parecchio strambo da quasi tutti i membri della famiglia.
Passa la maggior parte del suo tempo chiacchierando con il cugino Tummis o nascondendosi dalla vista e dalle angherie del terribile cugino Moorcus.
Come ogni componente della famiglia Iremonger, Clod ha un oggetto natale che gli è stato affidato da bambino e dal quale ogni Iremonger non può mai distaccarsi.
Nel suo caso si tratta di un tappo da bagno universale.
Apparentemente tutto normale sin ora, certo lo so, c'è ben poco di ordinario in questa storia, ma cose ben più bizzarre devono ancora venire.
Clod, infatti, ha una strana capacità che lo contraddistingue dai suoi familiari, e in generale da qualsiasi essere vivente, è l'unico che riesce a sentire le cose parlare!
Molti oggetti in casa, soprattutto quelli natali, gli sussurrano, gli urlano, gli ridacchiano il proprio nome, “James Hayward Henry, ad esempio è quello del suo tappo.

Parallelamente alla storia di Clod, che egli stesso ci racconta tramite la sua voce, l'orfana Lucy Pennant ci racconta la sua.
La ragazzina ha perso da poco i genitori ed è stata affidata ad un orfanotrofio.
Il triste destino che l'aspetta è ormai segnato, come la maggior parte degli abitanti di Filching, anche lei finirà "sposata" ai cumuli ai quali dovrà dedicare tutta la sua vita.
Lucy si è ormai rassegnata alla sua triste sorte, quando un perfetto sconosciuto Iremonger viene a darle l'inaspettata notizia. Anche lei è, seppur alla lontana, una discendente della famiglia e, come tale, può scegliere se seguire l'uomo a Heap House o se declinare l'invito.
La scelta per la ragazza è facile, tutto pur di non lavorare nei cumuli, ma sarà quella giusta?
Heap House riserva molte più sorprese e stramberie di quanto ella avrebbe mai potuto immaginare. 
Lo stesso Clod, che ne è avvezzo, si troverà ad affrontare situazioni particolari ed inquietanti che lo coglieranno impreparato.
L'intera Heap House sta per essere scossa e massa a soqquadro da un'infausta e tumultuosa rivolta che vedrà coinvolti, Iremonger puri, Iremonger domestici, volatili di varia natura e persino una tazzina da caffè!
Avrete dunque capito che, quella che Edward Carey racconta in queste pagine, è una storia decisamente curiosa e non convenzionale.
Bizzarra è il termine che la descrive meglio. 
Carey ha dato vita a numerosissimi personaggi, che ha saputo caratterizzare perfettamente, fornendo ad ognuno di essi un aspetto specifico e unico, un carattere proprio, con le rispettive manie che lo contraddistinguono: la severa e arcigna nonna, imprigionata da tutta la vita nelle quattro mura della sua stanza a causa del suo ingombrante oggetto natale;
I gemelli, zio Timfy con il suo fastidiosissimo fischietto e zio Idwid con la sua spaventosa pinzetta da naso;
I cuochi delle cucine, il signor e la signora Groom, che hanno vissuto sempre così in simbiosi per finire con l'assomigliarsi anche fisicamente. E così via... ciascuno di loro ha qualcosa di particolare che li rende memorabili.
Lo scrittore inglese è stato capace di descrivere e suggerire, avvalendosi delle affascinanti e mirabili illustrazioni (di cui è sempre autore), un mondo degradato e degradante, in cui i suoi protagonisti si muovono essendo al contempo vittime e carnefici.
Riesce a farci percepire il senso di prigionia, lo sporco, il malessere, l'aria pesante, opprimente e acre.
Ci mostra l'incoerenza della gente che vive in tale degrado e che, nonostante tutto, se ne compiace, soddisfatta del disastro a cui ha dato vita.
Una metafora che, seppur celata dietro ad una storia fantasiosa come questa, non si può non cogliere.

Considerazioni:
Clod e Lucy, le voci narranti di questa storia, ci conducono in un'atmosfera bizzarra dai toni cinerei e tetri.
Ci descrivono un mondo sottosopra dove la famiglia più ricca e potente dei paraggi, vive in una dimora instabile, impiantata nel bel mezzo di una discarica, costretta (ma non per questo scontenta) a respirare quell'area malsana e puzzolente.
Un mondo dove i privilegiati vivono per e si circondano di... immondizia.
È sin dalle prime pagine di questa lettura, così folle e strampalata, che ho cercato di cogliere la metafora nascosta dietro a quella che potrebbe sembrare una semplice, seppur assai stravagante, storia. 
E credo, alla fine, di averla colta.
Possedere una così vasta quantità di oggetti, per quanto sporchi, vecchi e inutili, ha reso gli Iremorger potenti. Più cose accumulano e più ne possiedono, diventando, di conseguenza, influenti e importanti. 
Più il loro nome diventa rinomato ed autorevole, più essi ne abusano per sottomettere gli non-Iremoger al loro volere.
Arrivando, in fine, a sfruttare la loro posizione per avere in cambio ciò che più desiderano: oggetti e personale a loro completa disposizione.
Quando il personale inizia a pretendere, chiedere, domandare e diventa, quindi, troppo fastidioso da gestire, si cerca un rimedio per ovviare a questo problema: renderlo mansueto fornendogli, ogni giorno, una dose di un viscido intruglio, pastoso e zuccherino, che sembra sortire l'effetto di rimbambirli totalmente.
Gli Iremorger, così facendo, prendono pieno possesso di quelle vite, togliendo loro ogni capacità di pensiero, di azione e di ribellione. Per cosa poi? Solo per la follia di possedere dei beni assolutamente inutili.
La mania dell'accumulo (che possiamo leggere come una metafora del consumismo), li ha così tanto influenzati da trasformarsi in un vero e proprio morbo che agisce trasformando loro stessi in oggetti.
Persone che diventano cose e cose che diventano persone. 
Esseri umani così tanto attaccati alle cose effimere e materiali da aver perso di vista quello che è il vero senso della vita e che finiscono, quindi, col diventare vuoti, freddi e tristi come quegli oggetti a cui hanno profuso tanta dedizione.
Questa, almeno, è stata l'interpretazione che io ho dato alla storia.
Se davvero ci fosse una metafora, dietro le vicissitudini di Heap House, per me sarebbe questa.
Tuttavia, oltre ad aver apprezzato questo significato sottinteso, ho gradito anche il racconto così come ci viene presentato: lo stile narrativo, le descrizioni dettagliate, le illustrazioni così espressive e curate.
E ovviamente la "semplice" storia di Clod e Lucy e dei vari scombinati componenti di questa bislacca famiglia.
Ho trovato inoltre molto curioso e originale il legame che lo scrittore ha creato tra ogni personaggio e il suo oggetto natale. James Hayward Henry per Clod (così come ogni oggetto Natale per il suo legittimo proprietario), non è solo un tappo, ma qualcosa di intimo, personale e privato. 
Mostrare a qualcun altro il proprio oggetto è un po' come confidarsi, mettersi a nudo, mostrare il proprio punto debole e mettere nelle sue mani l'arma con la quale potrebbe difenderci o ferirci. 
Non solo, un oggetto natale ha, in qualche modo, anche il potere di condizionare la vita del suo possessore o di esprimerne a grandi linee il carattere... e mi fermo qui perché non posso e non voglio dirvi di più.
Termino solo dicendo che le vicende di Clod e Lucy mi hanno affascinata ed incuriosita e, perché no, credo anche di essermi affezionata a loro. Spero di ritrovarli presto nel seguito di questo primo capitolo, perché sono troppo curiosa di sapere cosa riserverà loro il destino >.<

Ringrazio la casa editrice Bompiani per avermi inviato una copia cartacea di questo libro

il mio voto per questo libro

7 commenti:

  1. Evviva!! Recensione positiva!!! Ci speravo un sacco, questo libro sarà mio!! =D )D

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  2. Bella recensione, mi fa piacere visto che questo titolo è in wishlist!

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  3. che storia strana.. di sicuro fuori dai soliti canoni.. sono curiosa di leggerlo..

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  4. Più i romanzi e i loro personaggi sono fantasiosi, particolari e stravaganti e più io smanio dalla voglia di leggerli. Lo vogliooo ^_^

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    1. Allora siamo molto simili. Anche a me ha messo subito moltissima curiosità proprio per la trama così peculiare

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  5. Devo essere sincera: questa è probabilmente una delle trame più strambe che io abbia letto fin ora. Non mi sono mai imbattuta in nulla di simile, credo che si tratti di un libro diverso da qualunque altro... diciamo che è la prova tangibile che anche nel 2015 si può essere originali :D

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    1. E' vero sono d'accordissimo! E' sicuramente una storia molto originale ^_^

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