lunedì 5 ottobre 2015

Estratto: "Sophie sui tetti di Parigi" di Katherine Rundell

Salve avventori!
Oggi voglio proporvi un passo di un libro che ho amato tantissimo, ovvero "Sophie sui tetti di Parigi".
La storia narra di una bambina scampata a un naufragio e salvata da un eccentrico benefattore, Charles, che diventa poi il suo tutore.
Sophie vive felice a Londra, sentendosi amata e libera di essere se stessa.
Ma, per quanto Sophie apprezzi la vita con Charles, non riesce a smettere di pensare alla donna che su quella nave la teneva tra le braccia, che ballava e suonava senza la minima esitazione.
Il dolce e vago ricordo che ha di lei è l'unica cosa a cui può aggrapparsi, e sebbene tutti non facciano che ripeterle quanto scarse siano le possibilità che sua madre sia ancora viva, lei non vuole crederci.
Sua madre è da qualche parte e tornerà da lei.
Le poche righe riportate qui credo esprimano al meglio l'amore che la piccola riserva alla sua mamma, e il suo desiderio di averla accanto di nuovo.
Vi lascio alla lettura! 

Quasi ogni sera Sophie osservava le mamme degli altri. Soffiava sulla candela, si sedeva sul davanzale della finestra con le gambe a penzoloni e guardava le mamme che passavano nella strada. Le migliori avevano un'aria vivace e intelligente. A volte portavano in braccio dei bambini addormentati, neonati paffuti o bimbi di pochi anni con le gambette che spuntavano buffe dalle loro braccia. A volte quelle donne cantavano, passando sotto i piedi di Sophie che dondolavano nel vuoto.
Quella sera, però, Sophie prese il suo quaderno degli schizzi. Aveva la copertina di pelle, ammorbidita dalle notti trascorse sotto il cuscino. Ci disegnava qualcosa ogni volta che arrivava il suo compleanno. 
La matita era senza punta così la masticò per temperarla. Poi chiuse gli occhi e cercò di ricordare.
Disegnò un paio di pantaloni neri consumati sulle ginocchia (cosa assai difficile da rendere, ma Sophie ce la mise tutta) e sopra la vita tracciò il busto e la testa di una donna. Poi aggiunse i capelli. Non aveva matite colorate, ma si morse una pellicina e lì coloro di rosso con qualche goccia di sangue. Quando la matita si avvicinò al viso, Sophie esitò. 
Le mamme sono una cosa di cui hai bisogno come l'aria, pensò, e come l'acqua. Anche una mamma di carta era meglio di niente; anche se era solo una mamma immaginaria. Le mamme sono un posto dove far riposare il cuore. Un rifugio dove fermarsi a prendere fiato. 
Sotto il disegno Sophie scrisse "mamma". Il dito le sanguinava ancora, così aggiunse un fiore dietro l'orecchio e lo colorò di rosso. 
Tutte le notti prima di andare a dormire, Sophie si raccontava delle storie: storie in cui la sua mamma tornava a prenderla. Erano lunghe, e difficili da ricordare ai mattino, ma finivano sempre con un ballo. I ricordi che aveva di sua mamma erano ricordi in cui si ballava.

4 commenti:

  1. Mi sono commossa. Dev'essere un romanzo davvero speciale... L'ho puntato da un po', prima o poi sarà mio ♥

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  2. Ciao...bellissimo estratto e che stile delicato, lo segno questo titolo.

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