lunedì 19 ottobre 2015

Recensione: "La gemella silenziosa" di S.K. Tremayne

Titolo: La gemella silenziosa
Titolo originale: The ice twins
Autore: S.K. Tremayne
Editore: Garzanti
Data di pubblicazione: 10 settembre 2015
Pagine: 320
Prezzo: 16,90 €

Trama:
A Sarah piace il silenzio assoluto della sera che avvolge l’isola di Skye. Le piace muoversi piano nella penombra e accarezzare delicatamente i biondi capelli della sua bambina di sette anni, Kirstie, che si è appena addormentata. Mentre osserva le sue manine che stringono il cuscino, Sarah ripensa a quando quelle mani si stringevano a quelle, identiche, della sorella gemella Lydia. Niente le distingueva: stesse lentiggini, stessi occhi azzurro ghiaccio, stesso sorriso giocoso. Ma, un anno prima, Lydia è morta improvvisamente e ha lasciato un vuoto così grande che ha costretto Sarah e la sua famiglia a fuggire da tutto e da tutti su quell’isola spersa nel mare di Scozia. 
Lì, tra scogliere impervie e cieli immensi, Sarah sente che lei, la bambina e suo marito Angus potranno forse ritrovare la serenità. Eppure, mentre si avvicina l’inverno, Kirstie è sempre più strana. Diventa silenziosa, riflessiva, improvvisamente interessata a cose che prima non amava. Sempre più simile a Lydia, la gemella scomparsa. 
Quando un giorno si scatena una violenta tempesta, Sarah e Kirstie rimangono isolate. Nel buio, col solo mugghiare del vento ad ascoltarle, Kirstie alza gli occhi e sussurra: «Mamma, perché continui a chiamarmi Kirstie? Io sono Lydia. Kirstie è morta, non io». Sarah è devastata e il tarlo dell’errore comincia a torturarle l’anima. Cos'è successo davvero il giorno in cui una delle gemelle è morta? È possibile che una madre possa non riconoscere sua figlia? 

Recensione:
Non so come definire esattamente questo libro, "La gemella silenziosa" non rientra in un genere specifico ed etichettarlo come un thriller sarebbe sbagliato oltre che riduttivo.
In queste pagine convergono in realtà molteplici aspetti e quella che inizialmente può apparire come una semplice storia drammatica, si trasforma in un'avvincente e misteriosa narrazione sospesa tra realtà e follia.
L'interrogativo che ruota attorno alla domanda posta dalla gemella sopravvissuta "«Mamma, perché continui a chiamarmi Kirstie? Io sono Lydia. Kirstie è morta, non io»." cambia improvvisamente le sorti del racconto che improvvisamente si tinge di tinte inquietanti, macabre e spettrali.
Lo scrittore, come un abile giocatore, mescola le carte e ci fornisce il nostro mazzo in cui sono sapientemente distribuiti frammenti di verità e di bugie.
A cosa credere dunque? E in chi riporre la nostra fiducia?
Se in un primo momento si è pronti a compatire la povera famiglia sgangherata, con il procedere della lettura il lettore è portato a dubitare di ognuno di loro.
La tragedia c'è stata, una bambina (anche se non è chiaro quale) è morta, e anche se tutti sembrano proclamarsi estranei ai fatti, in egual misura paiono esserne responsabili, se non addirittura colpevoli.
Dietro la piccola e tormentata Kirstie, si può nascondere qualsiasi cosa: una bambina che vuole attirare l'attenzione su di sé, una gemellina a cui è stato strappato improvvisamente un pezzo di se stessa, una sorella che sa più di quello che dice o una mente disturbata che, con orribile cattiveria, gioca a fingere di essere perseguitata dalla sorellina morta.
Anche i genitori, Angus e Sarah, però sembrano nascondere la loro parte di segreti.
È qui che il libro diventa una sorta di thriller psicologico in cui sta al lettore farsi strada, tra cose dette e non dette, alla ricerca della verità.
Ma l'aspetto che rende "La gemella silenziosa" particolare e differente, rispetto ai soliti thriller in circolazione, è quello soprannaturale. 
Presenze, supposte o reali, aleggiano fra queste pagine rendendo la lettura affascinante e tenebrosa come i meravigliosi e solitari luoghi in cui è ambientata.
Il punto di forza di questo romanzo è caratterizzato soprattutto dall'atmosfera in cui è immerso: le impervie, e al contempo meravigliose, isole scozzesi.
L'inospitale Eilean Torran (il nome è di fantasia ma è ispirato alla vera Eilean Sionnach in cui Tremayne ha soggiornato) con i suoi paesaggi tetri, solitari, nebbiosi e paludosi, in cui si può leggere tutta la sublime bellezza della natura, e quella sua forza che fa sentire l'uomo piccolo, solo e indifeso.
Ed è proprio così che si sentiranno i tre membri della famiglia, soli e impotenti a combattere contro i fantasmi del passato che, su quell'isola, sembrano essere tornati con maggiore prepotenza, a rivendicare la propria sete di verità.
Sebbene abbia trovato molte situazioni poco credibili (spiegherò meglio a cosa mi riferisco nelle considerazioni qui sotto) ho trovato questa lettura coinvolgente e intrigante.
Il mistero delle gemelline di ghiaccio mi ha catturato, ma più che il mistero in se per sé, lo ha fatto la gemellina sopravvissuta, con i suoi sguardi malinconici, a volte tristi a volte vacui, i pianti disperati, le crisi di panico, i timidi e impacciati (per non dire disastrosi) tentativi di stringere nuove amicizie, la sua ingenua speranza e la disperata voglia di ricominciare ad essere nuovamente felice.

"Non è tanto la mia morte ad essere intollerabile, quanto la morte di quelli che mi circondano. Perché io li amo e una parte di me muore con loro. Perciò ogni tipo di amore, se volete, è una forma di suicidio".

Considerazioni:
Se non hai letto questo libro e hai intenzione di farlo fermati qui!
Ho trovato questo libro abbastanza avvincente e affascinante.
Ho adorato l'atmosfera in cui è immerso, la lugubre e malinconica descrizione dei paesaggi e delle isole scozzesi. Durante la lettura ci viene descritta una frazione di mondo, isolata e caparbia, ancora attaccata alle tradizioni, che con forza resiste ad ogni gelido e impervio inverno per tornare a vivere e risplendere, all'arrivo della bella stagione, con le immutate bellezze di una natura, pressoché incontaminata.
Anche la trama mi ha coinvolta e appassionata, soprattutto ho apprezzato la fusione tra diversi generi: drammatico-thriller-paranormale che ha reso ancora più interessante ed accattivante la storia.
Il lettore durante questa lettura ha modo di porsi più domande, e le certezze e i dubbi vengono continuamente ribaltati.
Qual è la sorella sopravvissuta? Lydia o Kirstie?
Cosa ha causato in lei tanta confusione? Dentro di lei alberga davvero lo spirito della sorellina defunta? O il suo è solo un modo macabro e inquietante di punire i suoi genitori?
Inoltre fino alla fine c'è sempre la domanda principale: cos'è successo veramente quel triste giorno in cui una delle gemelle ha perso la vita cadendo dal balcone?
Atmosfera, ambientazione e trama, dunque, sono tre premesse perfette per un capolavoro, tuttavia pur essendomi piaciuto abbastanza, non sono riuscita ad apprezzare pienamente questo romanzo, poiché mi sono trovata, fin troppo spesso, in netto contrasto con le decisioni e i comportamenti dei protagonisti.
Per dirla tutta ho trovato illogica e sconclusionata quasi ogni loro azione.
Partendo dal principio, mi è sembrato poco realistico e decisamente assurdo che dei genitori che hanno perso una bambina, e a cui è rimasta solo una figlia si trasferiscano in un posto così sperduto. Un'isola deserta tutta per loro che si può raggiungere solo con una barca (che non possiedono e che non sanno portare).
Mi risulta difficile credere possibile questa situazione. 
I due genitori, anziché trasferirsi in un posto sicuro, pratico, magari un quartiere pieno di bambini, con la scuola a due passi, in modo da rendere più facile l'inserimento della figlia rimasta, gli preferiscono un posto desolato, triste e problematico.
Un posto che sembra perfetto per far riemergere in maniera prepotente i vecchi fantasmi assopiti.
Questo è solo uno dei tanti punti che mi hanno lasciata interdetta, portandomi via via a considerare la storia poco credibile.
Non ho compreso, ad esempio, i silenzi e le molteplici bugie tra i due coniugi. Anche se quelle di Angus sono parzialmente giustificate dalla rivelazione finale, non capisco come abbia potuto accordare i cambi d'identità della figlia, pur essendo a conoscenza di tutta la verità. 
Ho trovato tutto il comportamento del marito insensato, nocivo, totalmente sbagliato.
Ha in tutti i modi remato (consapevolmente), contro la sua stessa famiglia, non pensando che le sue azioni avrebbero potuto seriamente danneggiare non solo la sanità mentale di Sarah, ma anche quella della piccola Kirstie.
Inoltre, perché far credere al suo amico Josh che Kirstie fosse una spietata assassina quando lui conosceva una verità ben diversa e decisamente meno orrenda?
Un padre non dovrebbe sempre proteggere suo figlio? Perché allora far credere la sua bambina ancora più disturbata di quanto già non lo sembrasse?
Raccontare (sapendo di mentire) che Kirstie avesse ucciso la sua gemella, per gelosia e con una fredda consapevolezza, è una cosa aberrante. E a quale pro? 
Se avesse raccontato la verità lo si sarebbe potuto giustificare addicendo che l'uomo aveva bisogno di uno sfogo dopo un anno di menzogne. Ma quali benefici può sortire uno sfogo quando si sa di mentire e lo si fa, per giunta, raccontando una versione così disgustosa?
Col senno di poi (conoscendo tutta la verità), ripensando a quella confessione aperta, non ho potuto fare a meno di pensare a quanto il tutto fosse assolutamente senza senso.
Altro punto su cui ho avuto molto da ridire è stato il modo avventato, violento e ingiustificato con cui Sarah ha attaccato il marito accusandolo di abusi sulle figlie (affibbiandogli anche peccati di cui nessuno lo aveva accusato), senza prima accertarsi, o indagare oltre, nelle parole di sua figlia.
Ha dato credibilità e peso ha delle parole, nemmeno così pesanti, dette da una bambina di soli sette anni, che un giorno andava in giro dicendo di essere Kirstie e il giorno dopo di essere Lydia.
Inoltre se solo avesse chiesto qualche spiegazione in più, tutto sarebbe stato subito chiarito.
Per quanto riguarda la grande rivelazione sugli eventi, posso dire che era imprevedibile solo in parte, ovvero: non avrei mai previsto la motivazione per la quale Sarah era stata, in parte, colpevole dell'accaduto, ma era abbastanza chiaro, già da metà lettura, che lei avesse una consistente parte di colpa e che non lo rammentasse.
Era chiaro perché, altrimenti, tanto astio e odio da parte di suo marito sarebbe stato inspiegabile.
Per quanto riguarda il finale devo dire che forse ne avrei preferito uno anche più tragico ma, quello che ci viene offerto dallo scrittore, mi è parso una "buona" conclusione a quelle che erano le vicende di una famiglia ormai distrutta da eventi insanabili.
Il finale appunto l'ho ritenuto uno dei pochi fatti credibili e coerenti della narrazione, sebbene non abbia trovato altrettanto vere e coinvolgenti le reazioni dei protagonisti a suddetto epilogo.
Quanto facciamo un salto nel futuro a sei mesi dopo le vicende narrate, lo scrittore, per perseguire il suo scopo, e non far quindi intendere fino all'ultimo le sorti dei suoi protagonisti, parla in maniera troppo fredda e generica.
In parte raggiunge lo scopo (dico in parte perché, anche quello che voleva essere il colpo di scena ultimo, ad un certo punto della lettura è chiaro), ma a scapito del sentimento. 
Come può essere credibile che una bambina che è stata traumatizzata per un anno intero dalla perdita della sorella e che sei mesi prima era talmente angosciata al solo pensiero di perdere un altro membro della sua famiglia, sia esso suo padre o persino il suo amato cane Beany, possa prendere così bene, e con una tale noncuranza, la morte di sua madre?
Sia Kirstie che Angus nella loro ultima visita a Eilean Torran paiono freddi, calmi e sereni, come se nulla di tragico e irreparabile fosse accaduto, nelle loro vite, solo pochi mesi prima.
Ora, da tutte queste considerazioni può parervi strano e contraddittorio il mio giudizio finale, ma in realtà non lo è, anzi! 
Questo libro mi ha coinvolta e mi ha incuriosito molto. Nel leggerlo ero ansiosa di scoprire quale verità si celasse dietro la storia delle due gemelline di ghiaccio, e il fatto che ci fosse davvero qualcosa di soprannaturale, dietro tutto, me lo ha fatto apprezzare maggiormente.
È stato giusto a causa della poca credibilità che ho riscontrato negli eventi se qui sotto notate quattro biscottini anziché qualcuno in più.

Ringrazio la casa editrice Garzanti per avermi inviato una copia cartacea di questo libro

il mio voto per questo libro

10 commenti:

  1. Questo libro mi ispira da morire penso proprio che appena uscirà l'edizione economica lo prenderò se riesco a trattenermi dal leggerlo in ebook XD

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  2. Mi hai convinto. Peccato che per ora non se ne parla, ma me lo segno.

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  3. Ho letto la tua bellissima recensione con vivo interesse, hai colto vari punti su cui anch'io mi sono fermata a riflettere. "La gemella silenziosa" è un romanzo che ho apprezzato e amato :)

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    1. Davvero? Mi piacerebbe sapere quali sono. Anche tu lo hai trovato un po' forzato?

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  4. Ho letto la tua recensione fino all'avvertimento spoiler e devo dire che sono piuttosto curiosa!

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  5. Mi sembra interessante, per questo non ho letto le tue considerazioni finali. Infatti come può uno dubitare di sè stesso? Inoltre la bambina dirà la verità? Con tali domande non posso non leggerlo!

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    1. Hai centrato perfettamente il punto. E' una lettura che spinge a porsi molti interrogativi.

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  6. Sono straincuriosita da questo libro da tempo.. Ora che ho letto la tua recensione (solo la prima parte, come da te indicato) sale in cime alla lista dei desideri :) Non sai da quanto tempo cerco un libro che abbia le caratteristiche da te elencate per descrivere questo libro: sovrannaturale, intrichi, misteri, ambientazione cupa, ecc.. Ho letto qualcosa che dalla trama si avvicinava ma non mi ha suscitato l'inquietudine che mi aspetto di provare con tutti questi elementi.. Spero che questo libro possa fare al caso mio :)

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  7. Eccomi qui a leggere il tuo parere...
    Innanzitutto, davvero una bella recensione!
    Anch'io ho pensato che le scelte fatte dai protagonisti a volte fossero insensate (tipo trasferirsi su un'isola), ma prendendo in mano ogni comportamento o ambientazione, si comprende che è proprio questo a dare corpo alla storia. Le azioni dei protagonisti, le bugie, le verità non dette e la sottile linea tra squilibrio mentale e confusione della piccola Kristie, favoriscono la realizzazione di una storia ricca di suspance, dubbi e inquietudine.
    È stato un romanzo che mi tenuta avvinghiata per due giorni, letteralmente catturata Dall'inizio alla fine... E lo reputo un buon punto a favore!
    Per questo lo consiglierei! ;)

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