sabato 20 febbraio 2016

Recensione: "Nel mio paese è successo un fatto strano" di Andrea Vitali

Titolo: Nel mio paese è successo un fatto strano
Autore: Andrea Vitali
Editore: Salani
Data di pubblicazione: 28 Gennaio 2016
Pagine: 176
Prezzo: 13,90 € (cartaceo) 9,90 (ebook)


Trama:
E se un giorno, svegliandoti, trovassi una nebbia così fitta, ma così fitta, da far sparire il mondo intero? Le cose normali sono belle: è bello sapere che dopo l’estate viene l’autunno, dopo la domenica viene il lunedì, che si nasce, si cresce e si va a scuola. Ma la troppa normalità e l’abitudine rischiano di avvolgere il mondo nell'indifferenza - una nebbia dove nessuno più si accorge della diversità contenuta in tutto ciò che ci circonda: colori, sapori, profumi, emozioni differenti. Un giorno, in un certo paese, succede un fatto strano: la nebbia sale, spessa e bianca come il latte, confonde le cose, le persone e perfino il tempo. Com'è possibile? E come si fa a far tornare tutto come prima? 

Recensione:
Andrea Vitali con lo stile particolare e ironico che lo contraddistingue racconta una storia singolare e surreale, rivolta ai ragazzi, ma non solo.
È un giorno come tutti gli altri, o almeno così sembra, quando la normalità di una cittadina è messa a soqquadro da un fatto molto strano.
Una nebbia bianca e fitta come latte che non lascia veder nulla ad un palmo dal proprio naso, è il primo degli eventi che pare disintegrare la normalità nella quale il paese si crogiolava da tempo.
Perché è questa la premessa con cui l'autore ci presenta questa storia.
La normalità della vita quotidiana ha privato la gente dell'entusiasmo per qualsiasi cosa. Non ci si rallegra più per una bella giornata di sole, non ci si stupisce più per un evento inatteso, non si gioisce più per la nascita di un bambino e non ci si dispiace più per la morte di qualcuno. Tutto è normale, tutto fa parte della vita, tutto è considerato di scarsa considerazione.
Ma la nebbia che improvvisamente cade a celare ogni cosa, ha anche il merito di destare la città dal torpore nel quale era caduta.
Il paesaggio oltre le finestre, quel cielo luminoso, il lago con i suoi colori e profumi, tutto ciò che è sempre stato dato per scontato, verrà rimpianto e desiderato con ansia.
Infatti, passato l'entusiasmo iniziale, e la curiosità per l'evento bizzarro, tutti si vedranno ansiosi di tornare a quella "normalità" che non avevano mai saputo apprezzare.
Riavere la concezione dello spazio, del tempo, e di tutto ciò che appare scontato e certo.
Un messaggio bello che viene però svilito dalla estenuante ripetitività del racconto che, da un certo punto in poi, stanca per il continuo disquisire su quale giorno della settimana sia o non sia (e ciò succede davvero a quasi ogni singolo rigo di ogni singola pagina!).
Un vero peccato, perché l'idea della storia avrebbe potuto dare vita a qualcosa di profondo e piacevole, invece Vitali ha preferito puntare più sull'assurdità delle vicende, dei comportamenti e dei dialoghi dei suoi personaggi, rendendo tutto ancora più bizzarro, incomprensibile e grottesco.

Considerazioni:
È la seconda volta che leggo qualcosa scritta da Andrea Vitali e ancora una volta ho scelto di leggere uno dei suoi racconti per ragazzi, così dopo "Come fu che Babbo Natale sposò la Befana", ho deciso di leggere questo suo ultimo lavoro.
Da questi primi approcci con lo scrittore, posso sicuramente dire che il suo stile è, senza ombra di dubbio, ben distinguibile e originale, inoltre ho trovato non poche similitudini tra i due racconti.
Entrambi giocano molto con dei protagonisti strambi che ragionano in modo anche più strano, e che si trovano coinvolti in situazioni altrettanto inusuali.
"Nel mio paese è successo un fatto strano" racchiude, dunque, nel titolo il miglior aggettivo con cui si potrebbe qualificare questo racconto: strano, appunto.
E' il piccolo protagonista (di cui ignoriamo il nome) a raccontarci la storia, una storia che appartiene al suo passato, di non si sa quanto tempo prima, quando aveva solo dieci anni.
Ed è sempre lui ad accorgersi per primo di quella coltre che va, via via, nascondendo alla vista il mondo tanto noto e inconsapevolmente caro.
E sempre lui, con grande costernazione, scopre la stranezza ancora più grande... i calendari vuoti! Dodici pagine bianche senza giorni e senza mesi.
Come orientarsi in un mondo in cui tutte le certezze sembrano essere scomparse?
Come decidere cosa fare e quando farlo se non si ha la consapevolezza di conoscere che giorno sia e che ora sia?
La riflessione che il testo mi ha spinto a fare è stata appunto questa: "siamo davvero così schiavi del tempo?". 
E' proprio questo pensiero, che la lettura mi ha scaturito, la cosa che più mi ha colpito (e che più ho apprezzato), molto più di quella disgustosa nebbia puzzolente che mutava colore, consistenza e odore di ora in ora.
Certo, non nego che sarebbe orribile e spaventoso svegliarsi un giorno e, di punto in bianco, non poter vedere altro che un colore piatto e vuoto. Sarebbe inspiegabile, angosciante e getterebbe tutti nel terrore e nello sconforto.
Ma non sapere che giorno sia, e che ora sia, quando i nostri giorni sono scanditi da impegni e scadenze quotidiane non sarebbe ancora più orribile?
A mio parere si, ma non per l'assenza in sé per sé di date stabilite, quanto perché questo ci metterebbe di fonte alla triste evidenza: ci farebbe rendere conto di quanto le nostre vite siano imprigionate in schemi stabiliti, e quanto noi stessi potremmo divenire vulnerabili e insicuri se questi venissero a mancare.
Per le riflessioni che mi ha scaturito, potrei dirvi che questo racconto mi è piaciuto molto, purtroppo però dovrò lasciare il verbo al condizionale, perché la storia mi sarebbe piaciuta se fosse stata raccontata in maniera decisamente diversa.
Leggere 170 pagine in cui, da un certo punto in poi, non si fa altro che disquisire su quale giorno della settimana sia è stato sfiancante e noioso, e confesso di aver continuato la lettura solo per la curiosità di sapere come si sarebbe conclusa la faccenda. 
Sostengo a gran voce, però, che tutti quei battibecchi inutili e senza fine, uguali a se stessi, si sarebbero potuti evitare o almeno sarebbe stato preferibile vederli ridotti ai minimi termini.
La storia sicuramente ne avrebbe giovato e assieme ad essa la mia pazienza e, di conseguenza. la mia valutazione.

Ringrazio la casa editrice Salani per avermi inviato una copia cartacea di questo romanzo.

il mio voto per questo libro

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