giovedì 2 luglio 2015

Recensione in anteprima: "Mistero a Villa del Lieto Tramonto" di Minna Lindgren

Titolo: Mistero a Villa del Lieto Tramonto
Autore: Minna Lindgren
Editore: Sonzogno
Data di pubblicazione: 2 luglio 2015
Pagine: 288
Prezzo: 16,50 € (cartaceo); 9,99 € (ebook)

Trama:
A Villa del Lieto Tramonto, ridente casa di riposo immersa nella foresta vicino a Helsinki, è l’ora del caffè e, come al solito, Irma e Siiri, due vivaci novantenni ospiti della residenza, amano trascorrere quel momento in perfetto relax. Dopo le partite a canasta, le lezioni di ginnastica dolce, il whiskino prescritto dal medico o le riunioni del gruppo per la memoria, un’oretta di svago ci vuole per scambiarsi ricordi di giovinezza o spettegolare sul funerale del giorno, che è pur sempre una festa e un avvenimento per curare il proprio look. Ma soprattutto, l’ora del caffè dà l’occasione per criticare il regolamento e l’incuria del personale specializzato, quello che figli e nipoti, per guarire i sensi di colpa, chiamano “servizi di eccellenza”.
Per fortuna dalla Villa si può anche uscire, andare in giro in tram per rifarsi l’occhio con le bellezze della capitale finlandese, e così a Siiri, Irma e alla loro terza compagna, Anna-Liisa, capita di osservare, con bonario sarcasmo, le stranezze del mondo moderno che le circonda.
A turbare la routine delle tre amiche è però un fatto terribile: la morte, in circostanze misteriose, del giovane cuoco, sempre gentile e pieno di allegria, accompagnata da una serie di episodi inquietanti che rivelano il lato sinistro di quel rifugio, ora non più così accogliente.
Siiri, Irma e Anna-Liisa, trasformatesi in provette Miss Marple, tenteranno di venire a capo degli enigmi nascosti tra le mura dell’amena residenza.

Recensione:
Non sono mai stata una grande amante dei gialli, devo ammetterlo.
Delitti, indagini, indizi e sospettati non fanno proprio per me.
Però quando ho letto per la prima volta la trama di questo romanzo ho subito desiderato saperne di più.
Sarà il fatto che le investigatrici non sono altro che tre arzille vecchiette, o che il luogo del misfatto consiste in una alquanto strana residenza per anziani, od ancora che la narrazione ha come sfondo niente di meno che l'affascinante e gelida Helsinki.
Come se non bastasse, per la serie "anche l'occhio vuole la sua parte", credo che anche la splendida cover realizzata da Valentina Cinetto abbia avuto un ruolo decisivo in questa scelta.
Ho iniziato quindi questo libro carica di aspettative e posso dire che non sono state affatto deluse.
"Mistero a Villa del Lieto Tramonto" è decisamente un romanzo originale, che non risparmia sorprese.
Inizialmente ci troviamo catapultati nella quotidianità di un gruppo di anziani che si divide tra partite a canasta, lezioni di ginnastica e laboratori di bricolage.
Così trascorrono le giornate anche Siiri, Irma, e Anna-Liisa, le tre protagoniste, che cercano di rompere la monotonia con giri turistici per la città, spuntini pomeridiani o leggendo necrologi.
Tutto scorre come sempre fino a quando la notizia della dipartita di Tero, il giovane aiuto cuoco, non giunge alle loro orecchie. Loro, abituate alla morte più di chiunque altro, che spesso non fanno che attendere la propria ora, non riescono proprio a credere che un ragazzo così aitante e in salute si sia spento all'improvviso.
Solo in un secondo momento, quando il personale della struttura declinerà senza mezzi termini le loro domande sull'accaduto, o quando a questo disgrazia se ne aggiungeranno altre ben più gravi, le anziane signore cominceranno a rendersi conto che il posto che da tempo considerano la loro casa è più pericoloso di quanto abbiano mai osato immaginare.
Forse la morte di Tero non è poi così accidentale come vogliono far credere, e forse la simultanea scomparsa dell'assistente sociale Pasi non è solo una coincidenza.
Inoltre altre inaspettate e terribili rivelazioni porteranno nuova luce su aspetti della residenza che avevano fino ad allora sottovalutato.
Tipo il reparto di isolamento, cos'è davvero?
Perché anziani ancora pieni di vita vengono trasferiti lì, e soprattutto, perché una volta che si è entrati non c'è modo di uscirne?
Da questi dubbi ha inizio l'indagine vera e propria, che vedrà le nostre coraggiose amiche sfidare i pregiudizi di chi le considera solo relitti della società. Armate di girelli, bastoni (o come direbbe Irma "cavalier gastoni"), e biglietti di corsa illimitata per il tram, inizieranno a scorrazzare per la città e per gli ospedali alla ricerca della verità.
Come avrete intuito, il racconto è sapientemente condito con humor e scene bizzarre ed esilaranti (che non risparmieranno neppure cerimonie solenni, come i funerali).
Oltre alla situazione, di per sé stravagante, si aggiungono le personalità decise dei personaggi che catturano pienamente l'attenzione.
Da Siiri, riflessiva e insicura, ad Anna-Liisa, precisa e razionale, fino a Irma, la parte istintiva del gruppo, ed anche l'anima della festa. I suoi particolari modi di dire, le battutine sempre pronte, l'impudenza e l'irriducibile forza d'animo che la contraddistinguono, non possono non conquistare il lettore.

“Qualche volta, per un semplice vezzo, facevano un salto l’una a casa dell’altra in camicia da notte. Era uno degli aspetti positivi della vecchiaia, potersene andare in giro in vestaglia, mangiare quel che si voleva e fare tutto quello di cui si aveva voglia. Quando erano giovani, oltretutto, la torta non c’era mai. 
«Toorta» la correggeva Irma. «Devono esserci molte ooo così che suoni buona alle orecchie quanto al palato. Prendi altra toorta, mentre io butto giù una pasticca di amaryl.» 
Irma era convinta che la pillola per il diabete avesse un effetto immediato. Se inghiottita insieme alla torta, non c’era bisogno di preoccuparsi per il livello degli zuccheri nel sangue, e così arrivava a mangiare la bellezza di tre coni gelato uno dopo l’altro, accompagnati da una pasticca e un goccio di whisky.”

In generale tutto il libro è contraddistinto da situazione paradossali, il più delle volte divertenti.
Se pensate però che questa sia una di quelle letture leggere e poco impegnative, vi sbagliate. 
Oltre al lato buffo e spiritoso della vicenda il libro fa trapelare altri aspetti più importanti e decisamente poco allegri. In questo Minna Lindgren fa trapelare il suo istinto di giornalista d'inchiesta. 
Il mondo descritto è visto con gli occhi degli anziani, troppo spesso trascurati o addirittura dimenticati. Parcheggiati dai figli in ospizi e abbandonati al loro destino, o addirittura maltrattati in quelle strutture che dovrebbero fare del benessere dei loro ospiti il loro obiettivo.
Non avendo più nessuno che si cura di loro, trovano nei loro compagni di sventura, l'affetto e la compagnia che non ricevono più dai loro cari. Perché solo chi condivide le stesse pene può capire cosa significa invecchiare e sentirsi inutili, solo i vecchi sanno com'è vivere in una realtà a misura di giovani, fatta di smartphone, bancomat e centri commerciali.

“Era come se gli ultranovantenni vivessero su un’isola deserta, lontano dal mondo degli altri. Alla banca non accettavano le sue banconote, la casa per anziani era un covo di criminali, e a loro non restava altro che trascinarsi all’ora di ginnastica per fare gli esercizi col bastone. Anche dal tram osservavano da spettatrici la vita che sfrecciava via, come fosse un programma tv e loro non avessero il telecomando.”

Infatti, tralasciando il mistero da risolvere, credo che il fulcro del libro sia proprio questo: offrire una visione diversa dalla solita, quella degli indesiderati e dei reietti. E più di tutto dare un messaggio: nessuno è inutile, nemmeno a novant'anni.

Considerazioni:
Ho adorato questo libro per più motivi.
Il primo è l'ambientazione, che ha un ruolo importante per tutta la narrazione.
Essendo Siiri una grande amante dei tram, molto spesso ci ritroveremo ad osservare il paesaggio dai finestrini del suo mezzo di locomozione preferito.
I percorsi da lei prescelti sono il più delle volte gli stessi (la linea 4 e la 8), ciononostante ad ogni occasione l'autrice non manca di farci notare cose differenti, dai teatri d'epoca ai palazzi più moderni, fino alle sculture che ornano le piazze.
Ho apprezzato molto queste descrizioni perché aiutano a creare lo scenario, ed ancora di più lo apprezzerei se avessi per davvero occasione di percorrere le stesse strade attraversate dai protagonisti.
Il secondo motivo sono i personaggi, tutti hanno una personalità ben definita, sia quelli principali che quelli secondari.
Mi è piaciuto tanto leggere dei rapporti che legano tutti, ma in particolare quello tra Irma e Siiri.
I loro caratteri si completano a vicenda, con la prima sempre pronta allo scherzo e a vedere il lato positivo nella vita, e la seconda cauta ed ingenua.
Da questo punto di vista mi hanno un po' ricordato Idgie e Ninny di "Pomodori verdi fritti al caffè di Whistle Stop".
Inoltre, tutte e tre, compresa Anna-Liisa, trovandosi immischiate in faccende più grandi di loro, saranno spinte a rivelare alle altre, a loro stesse, e a chi legge, nuovi lati del loro carattere.
Se Siiri troverà quindi finalmente il coraggio di far valere i suoi diritti, Anna-Liisa paleserà le fragilità a lungo nascoste. E Irma? Beh lei era già perfetta così XD
Per di più le circostanze spiacevoli che dovranno affrontare insieme le porteranno a cementare ancora di più l'amicizia che le lega. Perché si sa, ciò che non divide unisce.

“Irma le mancava. Aveva nostalgia della sua risata e dei discorsi sconclusionati. Per un attimo le parve di risentire la sua voce allegra e il tintinnio dei braccialetti. Nelle narici avvertì persino il suo profumo leggermente dolciastro. Le salirono le lacrime agli occhi, respirava a fatica. Come aveva potuto pensare talvolta che fosse pesante? In quel momento avrebbe ascoltato sette volte di fila il racconto della mensola che si staccava dal muro e di suo marito che gridava «dannazione». Oppure era «diavolo»? Anche lei cominciava a fare confusione su tutto.”

Il terzo e ultimo motivo è quello a cui accennavo prima: il poter aver accesso alle abitudini e ai modi di fare di personaggi più in là negli anni (cosa inusuale nella letteratura).
L'autrice è riuscita a rendere questa realtà in modo mai banale o noioso, alleggerendo spesso il tutto con battute e situazione divertenti.
Ho trovato interessante leggere dei loro passatempi quotidiani, come l'ora di ginnastica o le cenette a base di pasticcio di fegato (necessariamente comprato in sconto) ma anche delle difficoltà nelle situazioni di tutti i giorni, quali raggiungere una chiesa a piedi o scendere una rampa. O ancora vedere come cose ormai naturali per la nostra generazione (tipo il controllare il proprio conto online o navigare su internet) siano ritenute da loro troppo strane o ardite.
Ancora più curioso è il poter osservare gli anziani anche dall'esterno, e il vedere come il resto del mondo interagisce con loro. Dalle infermiere che ritengono inutile perdere tempo prezioso elargendo cure e attenzioni a chi non è più in grado di capire, ai poliziotti che danno per scontato che chi è vecchio è anche incapace di intendere e volere, fino al resto dei passanti, che non si degnano neanche di rispondere a semplici domande.
Ovviamente bisogna tener conto che si parla sempre di un romanzo, tuttavia ritengo che non tutto sia effettivamente solo frutto di fantasia. Queste situazioni, per fortuna non sempre, accadono per davvero, ed il saper unire l'estro creativo alla denuncia sociale è un rischio che non tutti hanno il coraggio di correre. Per fortuna Minna Lindgren è una di questi.

Ringrazio la casa editrice Sonzogno per avermi inviato una copia del romanzo.

il mio voto per questo libro

11 commenti:

  1. Sono contentissima che sia piaciuto anche a te!! *_*
    E noto che la copertina ha stregato proprio tutti!

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  2. Avevo già addocchiato questo libro per la copertina, e ora sono contenta ti sia piaciuto, perché mi sa proprio che mi hai convinta e lo leggerò anche io! :)

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  3. Bella recensione! Ho letto molte opinioni positive su questo libro e credo proprio che lo leggerò :)

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  4. WOW, ho proprio voglia di leggerlo! Ciao.

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  5. Ok, a questo punto penso di avere un problema con questo libro. Premetto che sono a metà lettura, ma... lo sto proprio odiando. Le prime 80 pagine erano anche carine, ma adesso vorrei che sparisse dalla mia vista! Sto facendo una fatica assurda per finirlo, ogni scusa è buona per metterlo giù. Ma, ripeto, credo sia un mio problema, perché in ogni dove vedo recensioni positive! :*

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    1. Alla fine è sempre questione di gusti.
      Ma, per curiosità, cosa in particolare non ti sta piacendo?

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    2. L'ho recensito proprio oggi. Ti dico, l'insieme non mi ha pienamente soddisfatta. Sicuramente l'autrice ha un bello stile, ma l'ho trovata troppo prolissa.

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  6. bellissima recensione, anche a me è piaciuto tanto, ho adorato le tre vecchine e sono impaziente di ritrovarle in una nuova avventura! ^-^

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  7. Complimenti per la recensione, il libro sembra davvero interessante! :)

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  8. Non sono mai stata una grande amante dei gialli nemmeno io, ma dalla tua recensione sembra assolutamente splendido! Lo inserisco volentieri nella lista per l'estate... :D Come sempre grazie!

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  9. Eh, questo mi ispira proprio... niente da dire. Sarà per l'ambientazione esotica e qui non parlo tanto della Svezia, ma della casa di riposo. Sì, insomma, qalcosa di diverso, un po' come nei gialli ambientati a Valdiluce di Franco Matteucci.

    Neanche io, tra l'altro, sono un'appassionata del genere giallo, ma quando ambientazioni e personaggi mi intrigano mi lascio andare.

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