martedì 14 gennaio 2014

Estratto: "L'amore quando c'era" di Chiara Gamberale

L'estratto che voglio proporvi oggi è tratto da "L'amore quando c'era" di Chiara Gamberale, un libro che ho letto poco tempo fa e che recensirò a breve. In particolare in questo passo troviamo uno dei protagonisti, Tommaso, intento nell'ultimo dell'anno a pensare a quanto, nei mesi appena trascorsi, la sua vita sia cambiata, in bene e in male, e alle cose che gli sono state di insegnamento.
Leggendolo mi sono ritrovata a riflettere su come abitualmente molti di noi inizino il nuovo anno con i famosi buoni propositi e mi sono chiesta quanti effettivamente facciano un bilancio finale ad anno concluso.
Mi sono fermata a riflettere su come la vita possa non andare secondo i nostri piani o, come nel caso di Tommaso, prendere improvvisamente una strada diversa rispetto a quella che avevamo stabilito.
Quanto a voi vi siete posti degli obiettivi per questo 2014?
E quanti traguardi, prefissati nell'anno passato, siete riusciti a raggiungere?
Con queste domande vi lascio alla lettura!

Da: tommaso_panella@tin.it 
Data: 31-dic-2010 20:18 
A: ama.grimaldi@hotmail.it 

Oggetto: Da questo 2010 ho imparato che… 

… è meglio non difendere un imputato che non crede, nella parte più profonda di sé, di meritare l’assoluzione: perderà. 
Ho imparato che i bambini possono imparare prima di te (che non l’hai ancora imparato) a usare l’iPad. 
Che l’isola più bella di tutta la Grecia è Astipalea. 
Che se aggiungi un bicchierino di latte nel pesto, il pesto ne guadagna. 
Che se prenoti un biglietto del treno, ma poi all’ultimo momento scegli di partire due ore prima, a bordo del treno devi comprare un altro biglietto con l’aggiunta di una penale. 
Che i padri muoiono, ma non per davvero. 
Ho imparato che, mentre noi credevamo che fossero i nostri padri e basta, sbagliavamo: perché nel frattempo erano persone, meravigliose e terribili, come tutte le altre. Meschine, inguaiate, alla ricerca. Infedeli. 
Ho imparato che anche le madri non sono madri e basta: ma possono nello stesso tempo essere state, per esempio, mogli tradite. 
E ho scoperto che una moglie tradita perdona con una fatica ancora maggiore, se il marito al quale potere urlare «fai schifo!» non c’è più. 
Ma ancora meno perdona se quel marito che le fa schifo le manca da impazzire. 
Ho scoperto che alla mia, di moglie, non è mai particolarmente piaciuto fare l’amore con me. E ho scoperto quanto sarebbe stato meglio che rimanessi zitto invece di dirle: «Finalmente ne parliamo, Tiziana. Anche io non sono mai riuscito a sentirmi del tutto naturale: come mai, secondo te?». 
Ho imparato che non solo i padri, non solo le madri, ma anche le mogli non finiscono lì, nel ruolo che hanno o che gli abbiamo dato nella nostra vita. Proprio no: e quest’anno (giusto in tempo prima che finisse, cioè ieri) ho anche scoperto che Tiziana, moglie e madre infinita, intelligente, originale e generosa, ha una relazione con il padre di un suo paziente adolescente. 
Ho imparato che ci sono tradimenti che non fanno poi così male. 
Che tutto (tutto il bene, tutto il male) dipende da noi, mentre lo riceviamo. 
Perché da questo 2010 ho imparato, soprattutto, che l’amore è meglio quando c’è. 
E che se hai amato una sola persona nella tua vita, se solo una volta hai avuto quella certezza, ti conviene non entrare mai più in contatto con quella persona. 
O quantomeno, se ci entri in contatto, ti conviene, prima che sia troppo tardi, sparire di nuovo. 
Ma se adesso ti sto scrivendo mi sa che no: questo non l’ho davvero imparato. 
Buon anno, Amanda. 
Una carezza a Poirot. 
Tommaso

2 commenti:

  1. Di Chiara Gamberale non ho letto nulla, ma conosco il suo romanzo Per dieci minuti e Quattro etti d'amore, grazie che sembrano abbastanza carini :3 Il secondo è in wl!

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  2. Non sono una super sostenitrice di Chiara Gamberale, di certo le sue storie non sono malvagie.
    Ho letto un anno e mezzo fa questo libro e l'aspetto che più mi ha colpita è l'aver incentrato gran parte della storia di due protagonisti sulla comunicazione virtuale.

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