mercoledì 1 aprile 2015

Recensione: "Noi" di David Nicholson

Titolo: Noi
Titolo originale: Us
Autore:  David Nicholson
Editore: Neri Pozza
Data di pubblicazione: 2014
Pagine: 431
Prezzo: 18,00 €

Trama: 
Douglas e Connie sono sposati da decenni e hanno un figlio, Albie. 
Douglas è ancora follemente innamorato di sua moglie e dà per scontato che concluderanno le loro vite insieme. 
Una sera, però, a letto, Connie proferisce le parole che lui non avrebbe mai voluto sentire: «Il nostro matrimonio è arrivato al capolinea, Douglas. Penso che ti lascerò». 
Nonostante la decisione presa, Connie propone un ultimo viaggio da fare insieme: il Grand Tour nelle maggiori città d’arte europee per preparare Albie a entrare nel mondo degli adulti, come facevano nel Settecento. 
Douglas, la cui vita sembra letteralmente inconcepibile senza Connie, decide che non può terminare tutto così. Accetta perciò di partire per quell’ultima vacanza insieme.
Il Grand Tour sarà per lui l'ultima occasione per salvare il suo matrimonio, riconquistare sua moglie, e quel figlio che sembra scontento dell’uomo che sua madre ha scelto per metterlo al mondo.

Recensione:
David Nicholson in queste pagine ci racconta di un matrimonio andato alla deriva, e lo fa attraverso la voce, i pensieri e i ricordi di Douglas, un uomo la cui vita viene stravolta nel bel mezzo di una notte come tante.
Possono delle semplici parole dette sottovoce fare così male?
Si possono, e lo fanno proprio perché inaspettate.
Douglas vive con sua moglie Connie un matrimonio che, nonostante le apparenze, nonostante le premesse assurde sotto le quali è nato e nonostante le numerose difficoltà superate, pare resistere solido allo scorrere del tempo.
Lui la ama e sogna di invecchiare e finire i suoi giorni accanto a lei, ma quello che non sa è che sua moglie cova nel cuore, già da un po' di tempo, desideri ben diversi.
È così che inizia la battaglia di Douglas per tenere stretto a sé ciò che gli appartiene, ciò che ritiene indispensabile, sua moglie, la sua famiglia.
Ed è così che inizia un viaggio tra le capitali europee e tra i ricordi, le paure e le speranze del protagonista.
Così Nicholson ci racconta, la nascita di un improbabile amore tra due persone agli antipodi, lei un eccentrica aspirante artista, lui un metodico uomo di scienza.
Ci rende parte delle gioie e dei dolori di un matrimonio e di un rapporto, decisamente problematico, con un figlio decisamente viziato.
Ma "Noi" non è solo questo.
Ciò che lo rende originale, e ciò che me lo ha fatto piacere, è l'ironia e il sarcasmo con cui il protagonista ci parla di se stesso, l'estrema verità dei sentimenti raccontati e le numerose nozioni scientifiche ed artistiche che vengono elargite tra un ricordo e l'altro.
E da amante di entrambe le discipline, non posso che considerarlo come un valore aggiunto. 
Sicuramente "Noi" non è uno di quei libri che a finiti non lasciano nulla, almeno a me ha trasmesso tanto durante la lettura e ha lasciato tanto dopo.
Leggendolo non ho smesso un attimo di riflettere sui comportamenti dei personaggi, comprenderne alcuni e criticare aspramente altri.

Considerazioni:
La lettura di questo libro mi è stata proposta da Dany di "Un libro per amico" che mi ha chiesto di partecipare al suo gruppo di lettura.
Ho accettato volentieri, perché occasioni del genere offrono davvero l'opportunità di confrontarsi su ciò che si legge.
Esprimere opinioni sulle situazioni e sui personaggi che leggiamo dando non solo il nostro parere, ma cercando anche di prevederne mosse e risvolti futuri.
Ho quindi letto questo libro nelle quattro settimane previste dal GDL e commentato, nelle varie tappe, tutte le mie impressioni a riguardo.
Qui ovviamente farò solo un piccolo riassunto.
Inizio col dire che questo non è, almeno per quanto mi riguarda, un libro che tiene incollato alle sue pagine, ovvero, quando lo lasciavo dandogli appuntamento alla settimana successiva, la cosa non mi ha mai pesato più di tanto.
Questo però non vuol dire che non l'abbia apprezzato, anzi.
È un libro che fa riflettere e che forse ha anche bisogno di tempo per rifletterci su.
Quando l'ho iniziato non sapevo davvero a cosa andassi incontro, e devo dire che mi ha stupita positivamente, non mi aspettavo di trovarmi a leggere una lettura così divertente.
Successivamente la storia è entrata nel vivo e ha perso quel brio e quell'ironia che la caratterizzava nei capitoli iniziali e che ho ritrovato, poi, solo in quelli finali.
Parlando di ironia e simpatia, devo anche ammettere che queste sono caratteristiche presenti in un unico personaggio, il capofamiglia.
Per il resto, bisogna dirlo, David Nicholson qui ha dato vita a personaggi estremamente antipatici ed egoisti.

Douglas è l'unico dei tre protagonisti che non butto giù dalla torre.
Mi ha fatto tanta tenerezza e simpatia. 
Mi è piaciuto il modo in cui si racconta al lettore, l'ho trovato sarcastico ed ironico, il tipo che, pur essendo una spanna sopra gli altri, non si prende mai troppo sul serio.
Ho letto in lui tanta dolcezza, e amore. 
Tenerissima è stata la parte in cui racconta la convivenza con Connie, le piccole azioni di ogni giorno che, col tempo, sono diventate abitudini logore e amate. 
Si percepisce, sentendolo parlare, che ama profondamente la sua famiglia, che farebbe di tutto per loro. 
Probabilmente l'amore che prova è anche il suo freno.
Teme costantemente di deluderli, di non essere adeguato e all'altezza.
Pare costantemente essere messo alla prova, ed effettivamente lo è, perché la sua famiglia è sempre pronta a coglierlo in fallo, deriderlo e a rinfacciargli ogni svista o errore.
Connie e Albert, più che una moglie e un figlio paiono due nemici, alleati contro di lui.

Se al principio il personaggio di Connie mi creava emozioni contrastanti (mi era simpatica in alcuni (rari) momenti, ma non sopportavo alcuni (troppi) suoi atteggiamenti), da un certo punto in poi ho finito con il detestarla.
Lei non fa nessuno sforzo per comprendere i bisogni e le insicurezze del marito, non si schiera mai dalla sua parte. 
Non fa nulla per salvare il suo matrimonio, vuole solo essere felice e chi se ne frega di tutti gli altri.
Anche quando Douglas le dice che andrà a Venezia a cercare loro figlio, lei da perfetta menefreghista, lo congeda con un "sta attento", non le passa nemmeno per la testa l'idea di accompagnarlo.
Dice di amarlo, ma a queste parole non segue nessun fatto che lo dimostri.
Se ami una persona non l'abbandoni, ma (come dice Douglas) la tieni legata a te con doppio filo di ferro (finché ne vale la pena, ovviamente).
È egoista, e molto spesso mi è parsa lusingata nella sua condizione di genitore prediletto.
È troppo facile, però, essere amati quando si interpreta la parte del genitore compagnone che incita al sesso, droga, e rock and roll.
Difficile è, invece, educare ed insegnare ai figli ad essere delle persone perbene e mature. Questo è volere il bene di un figlio! 
Connie non mi è mai sembrata una donna matura, una moglie e una madre. 
Il suo unico desiderio è quello di continuare a comportarsi da ragazzina libera e squilibrata.
Non accetta il fatto di essere diventata un'adulta con degli obblighi e delle responsabilità.
Forse nessuno aveva informato la signorina che la crescita implica, non solo un aumento progressivo dell'età sulla carta d'identità, ma anche una rispettiva maturità mentale e maggiori responsabilità.
Una donna e una madre di famiglia non può pretendere di comportarsi da ragazzina per sempre.
Ed è inutile che rinfacci il suo essere infelice al marito. Il suo essere infelice dipende solamente da se stessa.

Albert, il figlio, è insopportabile, ho detestato il suo comportamento e il modo sprezzate con cui ignora e denigra suo padre, che non ha fatto nulla per meritare un trattamento simile.
È il tipico esempio di ragazzo viziato che ha tutto: possibilità di fare ciò che vuole, genitori che lo amano, libertà e opportunità e, dato che non ha problemi con cui impietosire gli altri, se li inventa.
Però capisco che da una madre che lo ha sempre trattato più come un compagno di bravate, che come un figlio, non si poteva certo aspettare molto di più.
Un frutto che, purtroppo per lui, non è caduto troppo lontano dal suo albero.

Oltre a Douglas, un personaggio positivo l'ho trovato nella figura della dentista Freja Kristensen.
Una donna simpatica e alla mano che, al contrario di Connie, non si erge su un piedistallo guardando tutti dall'alto in basso, giudicandoli.
Ho trovato lei e Douglas deliziosi insieme e non nego di aver sperato, per tutta la durata della lettura, che Douglas mandasse la moglie a quel paesino bello e si dichiarasse a lei! XD

Una lettura, questa, che mi ha lasciato tanto, tanti pensieri, tante riflessioni, qualche nozione artistica e scientifica in più e tanto affetto per il suo protagonista.
Nicholson ci ha descritto così bene la sua vita, la sua personalità e i suoi pensieri, che mi è parso quasi di conoscerlo davvero.
E quando un libro ha il potere di far affezionare così tanto ad un suo personaggio è sicuramente un libro che vale la pena leggere.

il mio voto per questo libro


4 commenti:

  1. Concordo con molti dei tuoi pensieri, Albert e Connie sono davvero due personaggi insopportabili mentre Douglas se all'inizio mi conquistata con la sua ironia con l'andare del tempo però mi ha un po' stufata i suo essere completamente zerbino...ma anche io ho tifato per Douglas e Freja!! ^^
    Lo stile di Nicholls comunque è inconfondibile e io lo amo, credo sia diventato per me una sicurezza anche se Noi non è al livello di One Day mi è piaciuto molto!!Quattro stelline anche per me! ^^

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    1. Si, un po' il suo essere zerbino ha dato fastidio anche a me, ma d'altra parte ho provato a mettermi nei suoi panni.
      Non stava perdendo una cosa da poco, ma la sua famiglia, l'amore della sua vita e quella che credeva sarebbe stata il resto della sua vita.
      Non so nei suoi panni cosa avrei fatto, giudicare senza trovarsi nella situazione è troppo facile.
      Ho già sentito parlare bene di "One Day" vedrò di procurarmelo ^_^

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  2. Da come lo descrivi questo libro sembra uno di quelli della serie "dare per scontato qualcuno, equivale a perderlo" che ultimamente tanto mi piacciono. Non credo che avrò tempo a breve, ma sto meditando per l'estate e chissà che sotto le mie amate palme in riva al mare io non riesca a portarmi Douglas e famiglia...

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  3. A me è piaciuto,ma "Un giorno" dello stesso autore è ancora più bello!

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