venerdì 29 aprile 2016

Intervista a Melania D'Alessandro, autrice di "Sogni di carta"

Salve avventori! 
Oggi Café Littéraire ha il piacere di intervistare Melania D'Alessandro, autrice di "Sogni di carta", un delizioso racconto che ha come protagonisti un eccentrico libraio, un bislacco aiutante un po' bisbetico e, ovviamente, una deliziosa libreria. 
Se non avete idea di cosa sto parlando vi invito a leggere la mia recensione che trovate qui.
Ora non vi annoio oltre e vi lascio all'intervista.


♥ Ciao Melania, grazie mille per aver accettato questo invito, per noi del Café Littéraire è un grande piacere averti come nostra ospite!

Figurati, il piacere è tutto mio! 


♥ Ho recentemente letto e recensito il tuo ultimo lavoro "Sogni di carta", una storia dedicata ai lettori più piccini, ma che fa bene a tutte l'età. Scritta con l'intento di risvegliare le coscienze, "Sogni di carta" è un invito alla lettura. Cominciare o tornare a leggere, riscoprire il piacere che possono dare le storie scritte sulla carta stampata. 
Archimede è l'eccentrico libraio di una piccola e bizzarra libreria e, assieme al suo amico e aiutante, il topolino Gulliver, indirizza la clientela verso il libro giusto, sempre e esattamente quello di cui i suoi clienti hanno bisogno in quel particolare momento. Così facendo dona loro molto più di un libro, ma un vero e proprio amore... quello per le storie. 
Cosa o chi ha fatto nascere in te questo amore? È stata una persona? Un libraio speciale come quello di cui narri, o è stato un autore?

Non ti so dire esattamente se il mio amore per la lettura sia scaturito da qualcosa in particolare o se sia stato più un “amore a prima vista”. 
Quando andavo alla scuola materna ricordo che le maestre ci leggevano spesso dei passi de “Il meraviglioso mago di Oz” di Frank Baum, ci lavoravamo sopra e mi piaceva così tanto che, ancora prima di imparare a leggere e scrivere, chiesi ai miei genitori di comprarmene una copia perché volevo farmelo leggere da mia nonna prima di andare a dormire la sera, così da scoprire il finale della storia. 
Ero curiosa, non mi accontentavo delle piccole letture che si facevano a scuola, per cui volevo sapere come andasse a finire la storia il più in fretta possibile. Quel libro, insieme a tutte le favole che la mia cara nonna mi leggeva ogni sera con pazienza e dedizione, ha fatto crescere in me la voglia di imparare a leggere.

Una volta andata alle elementari, poi, divoravo un libro a settimana. Leggevo tutti quelli de Il Battello a Vapore e della collana Gli Istrici della Salani, mia mamma era disperata perché chiedevo nuovi libri in continuazione! Quando non poteva comprarmene, rileggevo quelli che avevo fino allo sfinimento. Non ho mai smesso di amare le parole stampate su carta.


♥ I quattro protagonisti del tuo racconto sono, seppur accomunati da un'unica grande passione - quella per i libri - estremamente diversi tra loro. 
Archimede paziente, gentile e solitario, ha trovato nei libri quella compagnia e conforto che non è riuscito a trovare nelle persone. Gulliver fumantino e goloso. Febe volenterosa, caparbia e ottimista. Lilly tenera, insicura e maldestra. In quali di loro ti riconosci maggiormente, o meglio, quali caratteristiche dei loro caratteri ti appartengono?

Ognuno di loro ha qualcosa di me, ogni personaggio ha una delle caratteristiche del mio carattere, portate all'esasperazione e rese in modo caricaturale, ovviamente.
Archimede litiga con i numeri esattamente come me e, come lui, anche io sono solitaria, amante della montagna e della pace. 
Ad accomunarmi a Gulliver è la mia passione per i biscotti e in generale per la cucina, ma, ahimè, ho anche un po' della sua irritabilità. 
Febe rappresenta il lato migliore di me, quello che vorrei far emergere nella mia vita di tutti i giorni, anche se non sempre è possibile, mentre con Lilly ho voluto omaggiare un'amica, anche se sono anche io insicura come lei.


♥ Archimede e Gulliver hanno la straordinaria capacità di capire con un solo sguardo l'animo del lettore e captare ciò di cui ha bisogno. 
Facciamo un gioco! 
Avendoli creati, conoscerai benissimo il carattere dei tuoi personaggi, quindi... quale libro consiglieresti ad Archimede, Gulliver, Febe e Lilly?

A Lilly consiglierei “Le avventure di Jacques Papier” di Michelle Cuevas o “Olga di carta” di Elisabetta Gnone, perché anche alla mia piccola topolina, come ai protagonisti di queste due bellissime storie, capita spesso di sentirsi inadeguata e insignificante, per cui potrebbe trarre giovamento da queste letture.

Essendo Gulliver poco fiducioso riguardo i gatti (e a ragione, aggiungerei), io gli consiglierei la lettura di due libri di Sepùlveda, “Storia di una gabbianella e del gatto che le insegnò a volare” e “Storia di un gatto e del topo che diventò suo amico”, per fargli comprendere che l'amicizia non conosce differenze di alcun genere e per fargli conoscere dei gatti davvero gentili e sui generis.

Sarò ripetitiva, ma consiglio “Olga di carta” di Elisabetta Gnone anche ad Archimede, ma per un motivo diverso rispetto a quello che ho scelto per Lilly: Archimede non ama viaggiare, non gli piace abbandonare la sicurezza dei luoghi che ha sempre conosciuto e vuole avere tutto sotto controllo. Il viaggio prevede l'imprevisto, l'affrontare in qualche modo l'ignoto. Tramite la storia di Olga non solo Archimede potrà ritrovare molto del suo carattere e delle sue precedenti esperienze, ma potrebbe imparare ad apprezzare il viaggio in quanto tale, come modo per evolvere e arricchire il proprio bagaglio personale. Un altro libro che gli consiglierei è “Il regno dei gufi” di Martin Hocke: malinconico, poetico e legato alla natura come piace a lui.

Infine, a Febe consiglierei “La carezza leggera delle primule” di Patrizia Emiltri e “La storia di Mina” di David Almond, due libri completamente opposti, ma adatti a Febe; lei è molto solare e, per questo, non ama le storie tristi e drammatiche, uno dei temi che più la spaventa nelle letture, poi, è quello della morte. 
Sia il libro della Emiltri che quello di Almond offrono punti di riflessione di un certo spessore al riguardo. “La storia di Mina” lo fa con leggerezza, mentre “La carezza leggera delle primule” lo fa con prepotenza, ma pur essendo drammatico sono sicura che Febe riuscirebbe ad apprezzarlo con facilità!


♥ Nel tuo racconto citi diversi capolavori della letteratura per ragazzi, da "Pinocchio" di Collodi, a "Matilde" di Roald Dahl, e così via. 
I tuoi simpatici librai consigliano la lettura di questi classici come aiuto e conforto per affrontare i vari problemi che affliggono i loro clienti. Immagino che quelle che tu citi siano tutte storie che hai letto e amato, in un certo senso hai utilizzato "Sogni di Carta" per invogliare chi ti legge alla lettura di ciò che tu stessa hai apprezzato. Sai dirci se qualcuno dei romanzi citati ti è stato d'aiuto in qualche fase della tua vita, o se ricordi in che momento li hai letti e cosa da essi hai imparato?

Quello che dici è vero in parte: molti dei libri citati sono stati scelti con l'intento di invogliarne la lettura (vedi “Momo” di Michael Ende e “Matilde” di Roald Dahl), altri invece, come “Pinocchio” di Collodi e “Pippi Calzelunghe” di Astrid Lindgren sono stati scelti puramente per fini narrativi. Non rientrano tra le mie letture preferite dell'infanzia, hanno avuto un ruolo, certo, ma in “Sogni di Carta” sono serviti soprattutto a far capire i meccanismi della storia e a trasmettere un insegnamento.

Per rispondere alla seconda parte della domanda, posso dirti di aver letto “Momo” qualche anno fa (recentemente, quindi) e sono rimasta spiazzata dalla sua bellezza e attualità. 
Non sono mai più riuscita a vedere il tempo e l'orologio come prima, non c'è giorno che io non passi cercando di combattere i Signori Grigi della storia! 


♥ La tua è una storia molto delicata, insegna qualcosa senza ricorrere alle maniere forti o ai toni bruschi, ed è una cosa che ho molto apprezzato. Sono dell'idea che i libri per l'infanzia debbano dare dei segnali positivi e non traumatizzare il giovane lettore. Faccio un esempio citando nuovamente Pinocchio: quando ho letto la storia - da adulta per fortuna - sono rimasta profondamente turbata dalla brutalità delle immagini e delle parole. 
Sinceramente ho pensato che mai lo farei leggere ad un bambino. Si parla continuamente di morte, di sangue, di tremendi assassini che uccidono i bambini, di tutte le conseguenze orribili a cui può andare incontro chi non segue la retta via. 
In un certo senso Collodi sceglie - come quasi tutti gli scrittori di un tempo - il metodo educativo del ricatto: "se non fai questo ti accadrà quello...". Tu come ti poni a riguardo?

Prima di rispondere, mi sento di fare una piccola premessa. 
Le fiabe di un tempo sono nate con intenti ben precisi... Cominciando dai Grimm, che hanno scritto fiabe tutt'altro che rosee. I celebri fratelli hanno raccolto le fiabe del folklore popolare, trasponendole su carta per renderle eterne. Quelle fiabe avevano un intento didascalico ben mirato e dovevano servire a intrattenere adulti e bambini. Inoltre, sostituivano i “riti di passaggio” dall'infanzia all'età adulta; ogni fiaba nasconde in sé un'iniziazione e le iniziazioni, si sa, non sono mai indolori. 
Per questo le fiabe di un tempo sono così brutali, schiette e socialmente inaccettabili nel nostro mondo moderno. 
Hanno tutt'oggi diversi livelli di lettura, significati metaforici che noi neppure riusciamo più a decifrare. Sta di fatto che oggi abbiamo dovuto censurare quelle storie e avvolgerle in nuvole di zucchero filato per rispondere alle nuove domande della nostra società.
E' giusto? E' sbagliato? Non so dirlo di preciso, ma so che le nuove storie raccontate ai più piccoli finiscono per creare delle aspettative nel bambino, che puntualmente vengono deluse. La vita non è fatta, ahimè, solo di principi azzurri da conquistare e di un lieto fine spesso scontato: le difficoltà e i drammi della vita quotidiana dovrebbero essere raccontati ai più piccoli, mantenendo sempre toni pacati, appunto, ma non trovo giusto neppure nascondere la nuda realtà. 
C'è una frase che trovo molto bella di G.K. Chesterton, che è la seguente: “Le fiabe non insegnano ai bambini che i draghi esistono, loro lo sanno già. Le fiabe insegnano ai bambini che i draghi possono essere sconfitti.” 
Questo, secondo me, dovrebbe farci capire quali strumenti dovremmo dare nelle mani dei nostri piccoli lettori, perché il male, il brutto e il dolore esistono, sono reali e tutti dobbiamo farci i conti. L'importante è sapere come affrontarli.


♥ Agli amanti di libri con cui ho piacere di conversare mi piace porre questa domanda: qual è, secondo la tua opinione, un libro da leggere assolutamente? Di contro quale titolo ti ha delusa o ritieni sia decisamente sopravvalutato? 

Questa sì che è una domanda difficile (se non impossibile!). 
Non riesco a scegliere un titolo solo tra i tanti che amo. 
Per me attualmente tra i must per ogni lettore ci sono “Jane Eyre” di Charlotte Brontë, “Via col vento” di Margaret Mitchell e “L'invenzione delle ali” di Sue Monk Kidd, ma sono solo alcuni di una lunga lista.

Per quanto riguarda le delusioni... ahi ahi! Mi vedo costretta a dire “La straniera” di Diana Gabaldon
L'ho letto circa due anni fa e me ne sono subito sbarazzata, l'ho trovato assolutamente sopravvalutato, un libro che ancora non capisco come possa non far parte del catalogo Harmony. 
Mi aspettavo una storia dalle forti atmosfere scozzesi e invece mi sono ritrovata a leggere un romance (a tratti erotico) con messaggi di fondo che non mi sono piaciuti neanche un po'.


♥ In "Sogni di Carta" oltre all'amore per il contenuto traspare chiaramente anche il tuo amore per i libri come oggetto in sé per sé. 
Parli della consistenza della carta, di odore di inchiostro, di belle copertine colorate, del piacere di sfogliare pagina, dopo pagina quei volumi colmi del profumo della fantasia. Cosa ne pensi invece della lettura digitale? Ritieni che possa aiutare i giovani ad avvicinarsi alla lettura

Questa domanda mi fa sorridere, perché fino a due anni fa ero del tutto contraria al formato digitale dei libri. Poi mi è stato regalato un kindle... e da allora ho avuto modo di ricredermi. 
Non leggo spesso in digitale, solo quando è strettamente necessario e quando viaggio (che gran comodità!), perché sono affezionatissima alla tradizione e non voglio abbandonarla per nulla al mondo, però ammetto che la lettura digitale possa essere più stimolante per i giovani, anche per il prezzo ridotto (si fa per dire) dei libri, che risultano così, in alcuni casi, più accessibili. 
Quindi sì al digitale, ma tenendo sempre in casa dei bei cartacei da sfogliare e... annusare! 
Anche perché, diciamolo, la carta stampata non rischia di andare perduta, i file del kindle/kobo purtroppo sì. 


♥ Sempre con Leucotea hai pubblicato il tuo primo romanzo: "La città nascosta – Alla scoperta del mondo parallelo", dove la protagonista, Sofia, attraverso un portale trovato in una biblioteca, si trova catapultata in un mondo parallelo. Parlaci un po' di questa storia. Com'è nata l'idea, e che tipo di personalità hai dato alla sua protagonista?

La storia di Sofia è nata appositamente per partecipare al concorso letterario indetto dalla mia città. Il bando prevedeva che i romanzi partecipanti dovessero esaltare la bellezza, la cultura e la storia della città, per cui ho cercato un modo originale e tutto mio di raccontare queste cose ai cittadini non solo di Ventimiglia, ma di tutta Italia. 
Sofia è una ragazza che frequenta l'università, in particolare il corso di Conservazione dei Beni Culturali. E' curiosa, intelligente, la sua personalità è delicata e riflessiva. Nonostante le difficoltà, non si perde d'animo e ha spirito d'avventura. 


♥ Volgiamo ora uno sguardo al futuro... Hai qualche nuova storia in cantiere che aspetta solo di vedere la luce?

Ho sempre tante storie in mente da trasporre su carta. Alcune sono ancora chiuse dentro la penna, altre sono sotto forma di bozza nella memoria del PC. Ma ce n'è una in particolare su cui sto lavorando da mesi e che conto di concludere a breve, entro l'estate. 
Tengo particolarmente a questa storia, profondamente diversa dalle due precedentemente pubblicate. Amo la protagonista e adoro le atmosfere, sono immersa da mesi in un mondo tutto mio, sarà dolorosissimo dovermici staccare quando scriverò la parola “fine”! 


♥ Propositi e desideri da qui ad un anno: cosa desideri realizzare e cosa ti auguri nel prossimo futuro?

Vorrei crescere come autrice, approdare ai piani un po' più alti dell'editoria, anche se non è per niente semplice. 
Intanto mi accontento di concludere la storia che sto scrivendo e di vederla presto pubblicata, sperando di darmi delle possibilità in più. 
Nel frattempo, spero anche di riuscire a promuovere “Sogni di Carta” nelle scuole della mia zona e, magari, fare anche qualche gita fuori porta, perché no? 


♥ Cara Melania ti ringrazio moltissimo per la tua disponibilità, è stato davvero un piacere averti come nostra ospite. Ti faccio un grosso in bocca al lupo per la tua carriera, e mi auguro di leggerti ancora prestissimo. Alla prossima ^__<

Grazie a te per avermi dato questa bellissima opportunità, lunga vita a lupo, sempre! Un abbraccio e a presto!

mercoledì 27 aprile 2016

Recensione: "Il profeta" di Kahlil Gibran

Titolo: Il profeta
Titolo originale: The Prophet
Autore: Kahlil Gibran
Editore: Edizioni San Paolo
Data di pubblicazione: 2006
Pagine: 142
Prezzo: 6,50 €

Trama:
Il profeta sta per abbandonare la città e i suoi abitanti che, per i pochi anni della sua presenza, nel suo peregrinare senza sosta, gli hanno dato rifugio.
Ma prima di dire loro addio, l'uomo si ferma ancora qualche ora per saziare la fame di risposte e di conoscenza di cui la gente di Orphalese è ancora paga.

Recensione:
Il profeta, pubblicato nel 1923, rappresenta una raccolta di poesie in prosa che lo scrittore, Kahlil Gibran, ha scelto di riunire insieme in un unico testo.
Le poesie, pur narrando di tematiche differenti, sono tutte unite dal filo conduttore del racconto.
La piccola storia che Gibran ci narra ne "Il profeta" non è che il pretesto per riunire in un'unica opera i suoi pensieri sull'esistenza umana, sul bene e il male, la gioia e il dolore, la giustizia, l'amore, la libertà e la morte.
La fede in Dio e in un'entità superiore che tutto ordina, governa e ammira è il fattore comune attorno al quale gira ogni singola argomentazione.
Il profeta, prima di abbandonare la terra che ha dato lui le estati della sua giovinezza, elargisce le ultime perle di saggezza ai suoi abitanti che l'anno saputo accogliere con generosità e affetto.
Ad ogni domanda segue un piccolo sermone, il libro ne conta ben ventisei, una predica più o meno contorta e più o meno banale, a seconda dei casi.
Poche sono le risposte che dicono davvero qualcosa di sensato e di veritiero su cui valga la pena riflettere, ma nulla di così straordinario a cui non fosse possibile arrivare da soli.
La maggior parte delle riflessioni viene argomentata in maniera scontata, cadendo spesso nel buonismo e nel timore reverenziale che fanno da padroni in tutta l'opera.
"Se fai il tuo lavoro con amore questo non ti peserà e darà i suoi frutti migliori"
"Non esiste gioia senza dolore"
"Non vi è differenza tra offensore e offeso, poiché entrambi hanno la loro parte di colpa" e così via...
Il tripudio del luogo comune esaltato a capolavoro immortale.

Considerazioni:
Avevo questo libro in libreria da diversi anni, ma non gli avevo mai prestato particolare attenzione, a dire la verità ne avevo persino rimosso l'esistenza.
La curiosità di leggerlo è nata dopo averlo visto nell'elenco dei cento libri da dover assolutamente leggere stilata dalla Bbc.
Letto il titolo in lista, il ragionamento che ne è seguito è stato più o meno questo: "Il profeta di Kahlil Gibran... dove l'ho già sentito? Sbaglio o dovrei averlo da qualche parte?" XD
E si, l'avevo in libreria!
Non l'ho preso e letto subito, se è questo che state pensando, ma l'ho lasciato ancora un po' di mesi lì, in attesa.
Il libro in effetti continuava a non attirarmi per niente.
Ora che l'ho letto posso senza dubbio confermare la mia idea, non solo su questo libro, ma in generale su molti dei libri presenti in quella classifica, a mio parere, troppo ruffiana e parziale (ma qui ci sarebbe da aprire tutto un altro discorso, quindi andiamo oltre).
Tornando a "Il profeta", posso dire che sono poche le cose che mi sono piaciute, alcune parole, alcune frasi e pensieri, primo fra tutti quello riguardante i figli, non a caso il più noto e diffuso di tutta l'opera.

"I vostri figli non sono figli vostri. 
Sono i figli e le figlie della brama che la Vita ha di sé. 
Essi vengono attraverso di voi, ma non da voi, 
E benché vivano con voi, ciononostante non vi appartengono. 
Potete dar loro il vostro amore, ma non i vostri pensieri. 
Perché essi hanno i propri pensieri. 
Potete dare alloggio ai loro corpi ma non alle loro anime, 
poiché le loro anime abitano la casa del domani, che neppure in sogno voi potrete visitare. 
Potrete cercare di essere simili a loro, ma non cercate di renderli simili a voi, 
perché la vita non procede a ritroso e non si attarda sul passato."

Fatta eccezione per qualche concetto interessante e per qualche bella metafora poetica, l'opera non è nulla di trascendentale e memorabile.
Esprime concetti semplici ed elementari alla portata di tutti, nulla di così elevato e filosofico da poter essere partorito esclusivamente da una mente eccelsa.
Il profeta alla fine dei conti non è che un opera di autocelebrazione, in cui l'autore si compiace delle sue teorie, dei suoi ragionamenti e dei suoi pensieri.
Essendo, infatti, una raccolta dei suoi testi, e quindi delle sue opinioni, ne consegue che il profeta tanto acclamato dalla gente di Orphalese, come sommo conoscitore di tutte le cose, non è altri che Kahlil Gibran.
Banale nei contenuti, pretenzioso nella forma, noioso e ripetitivo negli esempi, presuntuoso nel suo stesso essere. 
Una lettura di cui si potrebbe fare benissimo a meno e non lo dico per partito preso, ma semplicemente perché non ha aggiunto nulla, nessuna emozione, nessuna conoscenza, al mio bagaglio interiore.

il mio voto per questo libro

giovedì 21 aprile 2016

Recensione: "Fairy Oak - Il segreto delle gemelle" di Elisabetta Gnone

Titolo: Fairy Oak - Il segreto delle gemelle
Autore: Elisabetta Gnone
Illustyrazioni in bianco e nero: Alessia Martusciello e Claudio Prati
Illustrazioni a colori: Barbara Bargiggia
Acquerelli: Corinne Giampaglia
Editore: Salani
Data di pubblicazione: 17 Marzo 2016
Pagine: 280
Prezzo: 14,90 €


Trama:
Fairy Oak è un villaggio magico e antico nascosto fra le pieghe di un tempo immortale. A volerlo cercare, bisognerebbe viaggiare fra gli altopiani scozzesi e le brughiere normanne, nelle valli fiorite della Bretagna, tra i verdi prati irlandesi e le baie dell'oceano.
Il villaggio è abitato da creature magiche e uomini senza poteri, ma è difficile distinguere gli uni dagli altri, poiché maghi, streghe e cittadini comuni abitano le case di pietra da tanto di quel tempo che ormai nessuno fa più caso alle reciproche stranezze e tutti si somigliano un po'. A parte le fate, che sono molto piccole, luminose e... volano. 
Questa storia è raccontata da una di loro e narra l'avventura straordinaria di due sorelle gemelle, Vaniglia e Pervinca... 

Recensione:
In un luogo magico e imprecisato, che non risente del comune scorrere del tempo, Maghi, Streghe, Fate e comuni mortali NonMagici, vivono in perfetta simbiosi rispettandosi gli uni con gli altri.
Questo luogo incantato è Fairy Oak, che significa Quercia Fatata, chiamato così in onore della grande quercia parlante che, da brava e fedele compagna, veglia da sempre sul villaggio.
La storia narrata in queste pagine è quella di Sefeliceiosaròdirvelovorrò, soprannominata Felì, la piccola fata madrina giunta a Fairy Oak per fare da tata alle gemelle Periwinkle.
Le piccole Pervinca e Vaniglia vengono alla luce il 31 di Ottobre, o meglio, Pervinca nasce allo scoccare della mezzanotte, Vaniglia la seguirà ben dodici ore dopo, esattamente a mezzogiorno.
Questa distanza di tempo intercorsa fra le due nascite, presa dalla famiglia semplicemente come un evento curioso, legherà per sempre il destino delle due bambine...
Gli anni passano e le due sorelle, inizialmente molto simili sotto tutti i punti di vista, iniziano a manifestare le differenze caratteriali che le rendono uniche e distinguibili.
Pervinca è più lunatica, risoluta e decisa. Ama la notte, gli insetti e gli animali selvaggi.
Vaniglia è più affabile e gioviale, ama tutto ciò che è grazioso e piacevole.
Zia Tomelilla, una delle più grandi streghe che il villaggio può vantare, le osserva crescere e in cuor suo spera di aver tramandato alle nipotine i suoi poteri.
Ma la magia ha un suo tempo massimo per manifestarsi e, dopo che alle streghette saranno spuntati tutti i premolari, ogni speranza di poterle vedere compiere qualche incantesimo si dissolverà come una nuvola di fumo.
Per questo da un certo anno in poi, l'ora del racconto è attesa da zia Tomelilla con particolare ansietà.
C'è da sapere infatti, che tutte le sere, allo scoccare della mezzanotte, i maghi e le streghe di Fairy Oak richiamano le fate tate per sapere cosa, i loro nipotini, hanno combinato durante il giorno.
E negli ultimi anni Tomelilla non ha aspettato altro di sentire, dalla voce di Felì, narrare dei primi bagliori di magia delle due gemelline.
Ma ben presto la strega scoprirà che ci sono ben altre questioni che richiedono la sua attenzione. Fatti drammatici stanno per sconvolgere la quiete del villaggio e nulla sarà più come prima...
Questo è solo il preludio di quello che vi aspetta, l'incantevole e delizioso inizio di una trilogia ricca di fantasia, bellezza e magia.
Elisabetta Gnone, in queste pagine, non crea solo una storia, ma dà vita e voce ad un intero villaggio fatto di persone, abitudini, luoghi e atmosfere uniche e particolari.
Leggerlo è un po' come entrare a farne parte, essere a tutti gli effetti un membro di questa meravigliosa e stravagante comunità.
A poco a poco Felì ci racconta la sua storia e, con piccoli salti temporali, ci narra delle varie famiglie, delle fate, delle piccole bimbe che gli sono state affidate e di tutto il mondo di amici e conoscenti che le circonda.
La narrazione è divertente, spiritosa, ricca d'immaginazione, di messaggi positivi, e personaggi adorabili. Di descrizioni dettagliate e coinvolgenti che lo elevano a non essere solo un libro per ragazzi, ma un libro piacevole per tutti.
E che libro! Perché questa edizione è un vero e proprio gioiellino da non farsi scappare!
Tutto è estremamente curato in ogni dettaglio, dalla bellissima sovraccoperta che cela una ancor più bella copertina anticata, alle bellissime illustrazioni interne a colori e a matita.
Non vedo l'ora di avere tra le mani il secondo capitolo, di poterlo sfogliare, leggere, rimirare e custodire come un tesssoro XD
Scherzi a parte, sono gelosissima dei miei libri, di quelli così belli ancora di più.

Considerazioni:
Ho conosciuto Elisabetta Gnone solo pochi mesi fa, quando ho avuto il piacere di leggere "Olga di carta" il suo ultimo lavoro letterario.
Con Olga è stato subito amore, davvero. Mi sono innamorata della delicatezza e, allo stesso tempo, della grande profondità di quella storia. 
Ho adorato la sua protagonista, mi sono riconosciuta in lei, nelle sue fragilità e nelle sue paure. Con lei, e grazie a lei, ho trovato un po' di forza, quella forza che ogni tanto serve per credere di più in se stessi. 
Fairy Oak descrive per certi versi un mondo più complesso. 
La storia apparentemente può sembrare più semplice e il messaggio di fondo meno importante, ma la verità è che qui non c'è un unico protagonista, ma tanti personaggi e altrettante situazioni di cui fare tesoro.
A riguardo posso dire di aver trovato molto carine le storie della fatina Prud, con la sua paura di volare, e l'incantevole leggenda del Boscochecanta.
Per quanto riguarda i personaggi mi sono affezionata soprattutto a Felì, la voce narrante della storia, ma ho trovato deliziosi molti personaggi come zia Tomelilla, Shirley Poppy, Quercia, tutte le fatine tate e, ovviamente, Vaniglia e Pervinca che, sono sicura, riserveranno ancora tante sorprese.
Il loro rapporto mi ha colpito per la veridicità con cui è narrato.
Da brave sorelle di dieci anni litigano furiosamente e con altrettanta foga fanno pace. 
Sono complici, ma allo stesso tempo un po' gelose. Sono diverse, ma l'amore che le lega è più forte di qualsiasi diversità.
E, a proposito di questo, una delle parti più toccanti del racconto è stata quella in cui Vaniglia osserva Pervinca volare e librarsi leggera nell'aria notturna. Lei non può farlo, può volare solo di giorno.
In quel momento la ragazza comprende che non potrà mai volare insieme a sua sorella, e si sente improvvisamente sola, tradita dal destino.
Impossibilitata a fare ciò che ama di più in compagnia della persona che più di tutte ama.
Si sente come io mi sarei sentita al suo posto. 


"Vaniglia rimase per un momento senza parole. 
Poi, osservando sua sorella volteggiare far i rami degli alberi sussurrò: «Vuol dire che non potrò mai volare con lei?» 
«Potrai » rispose calma Tomelilla. «Quando sarai un po' più grande e avrai compreso meglio il potere della nostra magia. Che è grande, Babù, più di quanto tu possa immaginare». 
Vaniglia osservò di nuovo sua sorella e questa volta aveva gli occhi colmi di nostalgia. Seduta sulla sua spalla, la sentii respirare profondamente e poi dire sottovoce: «E' la cosa più bella che possiamo fare, e non possiamo farla insieme»."

Ho apprezzato la malinconia scaturita da questo momento, l'ho trovata vera, reale, sentita. 
E sono sentimenti sinceri come questo che fanno sì che una storia ti entri nel cuore.
E questa è sicuramente una bella storia per ragazzi (per ragazze soprattutto) che non risulta mai inutilmente leziosa, stucchevole o infantile, anzi! 
Solitamente, in questo genere di letture, si danno per scontate tante cose, come se ai bambini importasse solo il fatterello e null'altro. Vengono tralasciate le descrizioni, non si dà importanza all'atmosfera, ai colori, agli odori, a tutti quei particolari che impreziosiscono un racconto.
Invece qui nulla è dato per scontato, per fare un esempio, ho apprezzato tantissimo la descrizione della casa dei Periwinkle.


"C'era un buon profumo di legno, tuttavia un'annusatina più attenta rivelava che ciascuna stanza possedeva un odore particolare: la cucina, per esempio, profumava di mele e di legno d'acero; la camera delle bambine, invece, sapeva di matite e di burrocacao alla fragola; lo studio del signor Cicero aveva il buon odore dei libri, e il salotto sapeva di cognac, mentre la camera di Tomelilla profumava di bucato fresco."

Mentre venivano descritti gli odori delle varie stanze mi è parso proprio di averle davanti agli occhi e, quegli odori, non avrei potuto immaginarmeli diversamente.
Stimolare la fantasia è importante, soprattutto nelle storie rivolte ad una certa fascia d'età e Fairy Oak ne è ricco sotto tutti i punti di vista, a partire dai bizzarri nomi delle fate tate, ai vari aneddoti sparsi qua e là, per arrivare alla storia in sé per sé, il cui svolgimento non si è rivelato mai banale.
Solitamente mi vanto di riuscire a capire quasi sempre dove l'autore voglia andare a parare,  qui invece tutto mi è parso nuovo e inaspettato. Tutto è stata una piacevole sorpresa.
E sorprendentemente no so proprio cosa aspettarmi dal capitolo successivo, ma sono curiosissima di scoprirlo *-*


Recensioni capitoli successivi:

Ringrazio la casa editrice Salani per avermi inviato una copia cartacea di questo libro


il mio voto per questo libro

martedì 19 aprile 2016

GIVEAWAY: vinci una copia cartacea di GLASS MAGICIAN!!!

Salve avventori!
Eccoci qui con un nuovo meraviglioso Giveaway!
Ve ne avevamo già parlato sulla pagina facebook, ed ora eccolo qua!


Parliamo subito dei premi, che so essere la cosa che vi interessa di più.
Un fortunato vincitore si aggiudicherà
Una copia cartacea di Glass Magician, secondo capitolo della saga di Charlie N. Holmberg (la recensione la trovate qui).
L'ebook di Paper Magician 
L'esclusivissimo segnalibro del Café Littéraire




Il giveaway è aperto a tutti i residenti in Italia.

E ora parliamo di regole.

Questa volta sarete chiamati a utilizzare i social, e per partecipare ci saranno tre diversi modi, che ora vado a spiegarvi.

OBBLIGATORIO PER TUTTI
  Seguire questo blog tramite GFC (si fa semplicemente cliccando "unisciti a questo sito" sulla barra a destra) 
Commentare questo post indicando con quale social, tra quelli indicati, state partecipando e rispondendo alla seguente domanda:
Se foste dei personaggi del mondo costruito da Charlie N. Holmberg, a quale materiale vorreste essere vincolati?
Ovvero tramite quale materiale vorreste esprimere la magia? Carta, vetro, plastica, gomma, metallo? 


I social:
Potete scegliere se partecipare con uno, due o anche con tutti e tre i canali proposti. 
Naturalmente più ne userete, più aumenteranno le vostre possibilità di vittoria.

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ATTENZIONE: Le entrate andranno registrate anche su Rafflecopter, perché sarà il programma ad estrarre il vincitore.

a Rafflecopter giveaway


Avete tempo fino alla mezzanotte del 20 Maggio per partecipare.
Il vincitore verrà comunicato lunedì 23 Maggio sulla nostra pagina Facebook!
Cosa aspettate? Partecipate numerosi ^___*


P.S: Se avete un blog inserite il banner dell'iniziativa nella colonna dei widget! Grazie ^__^



lunedì 18 aprile 2016

Recensione: "Le Grand Diable" di Francesca Diotallevi

Titolo: Le Grand Diable
Autore: Francesca Diotallevi
Editore: Neri Pozza
Data di pubblicazione: 7 Aprile 2016
Pagine: 38
Prezzo: 0,99 € (ebook) 


Trama:
In Valle d’Aosta, alla vigilia della Prima guerra mondiale, Fiamma vive appartata in un capanno tra i boschi e la comunità di Saint Rhémy, dove tutti la considerano una sorta di strega. Tutti, tranne il giovane Raphaël Rosset, che sente crescere per quella ragazza solitaria, dai capelli rossi,  un’irresistibile attrazione. Yann, suo fratello, tenta in tutti i modi di proteggerlo da quello che appare, ai suoi occhi, come un vero e proprio sortilegio e di salvaguardarlo dall'ira del padre. 
Partiti per una battuta di caccia guidata dal padre, in quei boschi che tutti ritengono abitati da streghe, i giovani fratelli scopriranno però di non essere così diversi...

Recensione:
"Le Grand Diable" è un racconto breve che ha lo scopo di introdurre il lettore nel mondo che Francesca Diotallevi ha creato per il suo nuovo romanzo "Dentro soffia il vento", di prossima pubblicazione.
Protagonisti del racconto sono i Rosset, una famiglia che vive in una piccola fattoria ai piedi delle alte montagne che delimitano il territorio e ne chiudono alla vista l'orizzonte.
Per papà Henry la vita è sempre stata quella che la sua terra, circondata dai monti, gli ha dato: il raccolto nei mesi buoni, la caccia, e il lavoro da Marronier per i mesi invernali.
Provvedere alla famiglia è il suo compito e per i sogni e le stramberie, ovviamente, non c'è mai stato spazio.
Per i suoi figli maschi, Yann il maggiore, e Raphaël il minore, non ha in mente nulla di diverso, essi dovranno imparare il mestiere, diventare uomini, badare a se stessi.
Raphaël però si mostra diverso, poco incline ai doveri della fattoria, poco avvezzo a conquistare la stima del padre se questo comporta il dover andare contro ai propri principi.
Appena può, al calare della sera, il ragazzo fugge via, verso il bosco, verso la libertà, verso quella ragazzina dai capelli rossi, tacciata di stregoneria, a cui non gli è consentito avvicinarsi.
Yann si sente molto diverso dal fratello minore e probabilmente, sotto qualche punto di vista, lo è davvero. 
Ligio al dovere, asseconda da sempre i desideri paterni, e vorrebbe che suo fratello facesse altrettanto, che si prendesse una volta per tutte le sue responsabilità e che crescesse. 
Eppure la sua apparente durezza non è altro che una valvola di sfogo, l'unico modo che conosce per ignorare gli impulsi del suo animo represso.
Yann vive la terra, ma agogna le alte vette, quelle montagne di cui conosce i profili a memoria, ma che è stanco di poter solo osservare col naso all'insù.
Quei maestosi massicci montuosi, per lui, non sono l'ostacolo da valicare, ma la meta dei suoi più intimi desideri.
Vorrebbe scalarli, vorrebbe viverli, vorrebbe semplicemente avere la libertà di poter scegliere il suo destino.
Così, mentre Raphael, appena ne ha l'opportunità, fugge verso la libertà, Yann ne reprime il cocente desiderio. Lo fa per compiacere suo padre e per sentirsi con la coscienza a posto. 
Ma in una notte, durante una battuta di caccia, i due fratelli, finalmente a confronto, si rendono conto di non essere poi così diversi.
Capiscono di ambire entrambi a qualcosa che il padre non può capire ma, allo stesso tempo, di nutrire entrambi il bisogno di sentirsi apprezzati da lui.
Come una piccola e ostinata fiammella il desiderio di Yan, seppur non alimentato, ma ben custodito, ha continuato ad ardere, diventando sempre più forte e resistente, sempre più vivo.
E come una fiammella è anche questo racconto, che ha acceso in me la scintilla e il desiderio di conoscere tutto di questa storia e dei suoi protagonisti.
Bastano poche pagine per far innamorare un lettore di una storia?
In qualche caso si, e questo è uno di quelli.
Perché in questo racconto c'è tutto. Tanta bellezza, suggestione, poesia, fascino e mistero.
Paesaggi in cui sembra quasi di poter muoversi e camminare, personaggi che pare di conoscere da sempre, e altri che si ha tanta voglia scoprire.
E straordinario è come, in così poche pagine, l'autrice riesca non solo a trasportare il lettore in quel bosco circondato dalle montagne, ma ad indagare i conflitti interiori dell'animo umano, attraverso riflessioni espresse in maniera delicata, ma allo stesso tempo pungente.
Suggestivo, emozionante, intelligente. E questo è solo un piccolo prequel!
Non so cosa aspettarmi dal romanzo vero e proprio, il mio interrogativo più grande riguarda ovviamente la storia della piccola Fiamma e di sua madre.
Le due sono davvero delle streghe capaci di ammaliare la mente e irretire i sensi? O sono solo due povere reiette, vittime di un mondo ignorante, superstizioso e bigotto? 
Per ora posso solo immaginare che i fatti saranno ambientati a qualche anno di distanza rispetto a quelli letti qui, ma ovviamente non posso dirlo con certezza...
Certamente, invece, posso dire che le mie aspettative sono davvero molto alte. 

Considerazioni:
In poche pagine Francesca Diotallevi riesce nella straordinaria magia di trasportare il lettore nel mondo che racconta.
Sin da subito, sin dalle prime battute, siamo trasportati nell'universo che ha creato per noi.
Vedere quello che i suoi personaggi vedono, provare le sensazioni che essi provano, e sentirsi davvero lì, parte integrante della storia.
Mentre leggevo, sono riuscita a percepire l'odore umido del bosco alle prime ore del mattino, un odore che non conosco, eppure, non so neanch'io come, l'ho sentito...
Ed è questa la cosa che più mi ha colpito durante la lettura, aldilà della bellezza della storia, della forza intrinseca dei personaggi e dei loro conflitti interiori.
Incantare non è cosa da tutti, ma Franceca Diotallevi ci riesce e lo fa solo tramite l'uso delle parole.
L'incanto di sentirsi trasportati in un luogo che non si conosce, di avvertire profumi mai sentiti, suoni mai uditi, di scrutare cieli colorarsi di albe meravigliose e sconosciute. 
E io ho provato tutto questo.
Questa è magia signori miei. Questa è "La Magia".

il mio voto per questo libro

venerdì 15 aprile 2016

25 fatti libreschi su di me (noi)

Salve avventori! 
Anche noi abbiamo deciso di partecipare a questo carinissimo tag-post, accettando l'invito di Veronica del blog  "Gli alberi da libri" che ci ha gentilmente nominato.
Ed eccoci qui a raccontarvi i nostri venticinque, anzi ben cinquanta, fatti libreschi, perché sia io che Little Pigo abbiamo voluto partecipare...
Detto questo vi lasciamo alle nostre risposte, sperando di non annoiarvi troppo XD



* Muriomu *

1 Questo spazio, Café Littéraire, è nato dal sogno condiviso con mia sorella e collega Little Pigo di aprire un vero e proprio café letterario.
Un luogo dove leggere, discutere di libri e gustare deliziose tazze di cioccolata *-*
La realizzazione concreta del sogno sarebbe stata un po' troppo complicata, quindi per ora ci accontentiamo del nostro localino virtuale.
Speriamo comunque che vi risulti un luogo piacevole e accogliente in cui passare piccoli momenti delle vostre giornate.

2 Per qualcuno l'amore per la lettura è nato grazie ad un genitore, ad un insegnante, ad un libraio ecc. 
Il mio amore per le storie invece è nato grazie a Frances H. Burnett, in particolare grazie al suo romanzo "Il giardino segreto"

3 In genere non rileggo libri già letti, ma il succitato "Il giardino segreto" è uno dei pochi che rileggo spesso e che, soprattutto quando inizia la primavera, ho voglia di rileggere.

4 Nonostante io sia un'adulta (ahimè si, anche se ancora stento ad accettarlo XD) le storie che prediligo sono quelle per ragazzi. Le trovo più profonde e meno frivole di molte letture considerate per adulti.

5 Qualche anno fa mi è venuta la curiosità di leggere le versioni originali delle fiabe più o meno note. Pinocchio, Cenerentola, La Sirenetta, Barbablù e così via... 
Sono rimasta scandalizzata dalla brutalità delle scene narrate e dal metodo educativo minatorio di un tempo. 
Io, ed ero già bella grande, le ho trovate inquietanti quindi mai e poi mai le darei in mano ad un bambino! 

6 Un paio di anni fa invece, ho scelto di leggere tutti i romanzi canonici di Jane Austen, uno dietro l'altro, seguendo il loro ordine di uscita.
Ho iniziato con "Ragione e sentimento" e apprezzavo il suo stile, ho concluso (in anticipo) con "Emma" che ne avevo fin sopra i capelli della Austen, delle sue scelte assurde e di quasi tutti i suoi protagonisti!!! >.<
Per procedere con quelli che mi restano, "L'abbazia di Northanger " e "Persuasione" , mi occorre del tempo. Non mi sono ancora ripresa del tutto XD 

7 Quando leggo un libro riesco a immaginarlo così bene nella testa che, quando poi mi capita di vederne la trasposizione cinematografica ne restò inevitabilmente delusa (salvo sporadiche eccezioni).

8 Rimango affascinata dalle belle copertine, e qualche volta mi è successo di acquistare un libro spinta principalmente da quello. Se una cover è proprio brutta, può succedere che il libro non lo prenda minimamente in considerazione.

9 A proposito del punto 8 credo che la maggior parte delle cover della Newton Compton siamo qualcosa di indecente! >__<

10 Non mi piace leggere le trame dei libri che voglio leggere! Mi sono spesso resa conto quanto queste dicano molto più del dovuto, molto più di quanto un lettore dovrebbe sapere. 
Le prime tre righe sono anche troppo.
Per me la lettura deve essere una sorpresa, altrimenti che gusto c'è?

11 Quando in una trama leggo le parole "angelo caduto", "demone" o "vampiro" smetto subito di leggere perché... che NOIAAA!!!
Le solite storie con questi ragazzi belli e dannati e le ragazzine svenevoli che gli muoiono dietro mi danno sui nervi in modo assurdo.
Ciò non vale ovviamente per "Dracula" che ho tutta intenzione di leggere al più presto.

12 Non amo i vampiri eppure io stessa un po' vampira lo sono. 
Amo leggere di notte, quando tutto tace. Il mio orario prediletto è dalle 2.00 alle 5.00.

13 Preferisco gli autoconclusivi alle saghe, ma nonostante questo i libri di "Harry Potter" e di "Hunger Games" rientrano tra i miei preferiti.

14 Il mio libro preferito di Harry Potter è "L'ordine della Fenice" perché è stato quello che mi ha fatto provare emozioni più forti. Rabbia soprattutto! 
Ma il personaggio più odioso a mio avviso non è la Umbridge, come molti potreste pensare, bensì Percy Weasley! Dio quanto l'ho detestato! Fossi stato nella sua famiglia l'avrei ripudiato senza se e senza ma!

15 Mi dico sempre che non inizierò un nuovo libro fino a che non avrò recensito l'ultimo letto, ma raramente mantengo fede alla mia parola XD 

16 Fin ora non ho mai abbandonato un libro neanche se mi annoiava a morte. Non tanto per principio, penso dipenda dalla mia curiosità... DEVO sapere come va a finire!

17 Amo i libri di carta, ma quando passo da una lettura digitale a quella cartacea sento tanto la mancanza delle varie opzioni che la lettura eBook consente: sottolineatura, ricerca termini e appunti.

18 Qualche volta leggendo libri cartacei mi è capitato di provare a sottolineare dei passi con il dito XD 
Di contro leggendo gli eBook ho provato a voltare letteralmente pagina chiudendo l'ipad... povera me!

19 Penso che dovrebbe esistere un girone dell'inferno apposito per tutti quelli che sottolineano i libri a penna (a dirla tutta sono contraria anche all'utilizzo delle matite).

20 Non mi piace leggere romanzi rosa in cui unica protagonista e fulcro della trama è la semplice storia d'amore. 
Attraverso i libri desidero conoscere cose nuove che non posso provare nella realtà. L'amore per fortuna lo conosco e dubito che una storia scritta in un libro potrà mai farmi emozionare più della mia (non per presunzione, eh, credo che la cosa dovrebbe valere per chiunque, almeno se si è innamorati).

21 Mi viene più facile scrivere recensioni su libri che non mi sono piaciuti rispetto a quelli che mi sono piaciuti tanto, perché in quest'ultimo caso le parole non sembrano mai all'altezza delle emozioni provate. 

22 Quando vedo qualcuno che legge un libro cerco in tutti i modi di capire di quale titolo di tratti. Sono curiosa! Ve l'ho già detto!
Forse anche per dar sfogo a questa malsana propensione è nata la nostra rubrica "Sotto l'ombrellone".

23 Ho finito lo spazio in casa per riporre i libri! 
Ho libri sistemati in doppie file in libreria (lo so è scomodissimo ma che posso farci!), ho libri nei cassetti dell'armadio, e altri riposti in scatoloni nascosti sotto il letto e nello sgabuzzino. E ora dove li metto?

24 Da quando ho Goodreads mi sono accorta che esiste gente che riesce a leggere più di 365 libri all'anno! Ovvero più di un libro al giorno! Ma come fanno? 

25 Quando termino un libro non riesco a iniziarne subito un altro. Ho bisogno di metabolizzare la storia e le sensazioni che questa mi ha dato. Di digerirla.
Dopotutto chiudere un libro è un po' come dire addio a delle persone che abbiamo imparato a conoscere e a voler bene. Dire addio alle loro vite e al loro mondo. 
Come un piccolo lutto. Passare subito ad un'altra lettura, immergermi in un'altra storia sarebbe in un certo senso mancare di rispetto a quei personaggi che mi hanno regalato tutto di loro, rendendomi partecipe delle loro vite, dei loro pensieri, ricordi e desideri. 


*Little Pigo*

1 Amo leggere la sera dopo cena, soprattutto in inverno, sul divano e sotto le coperte. Nella bella stagione invece preferisco farlo la mattina o il pomeriggio presto. 
L'ideale per me sarebbe leggere in un bel parco all'ombra di un albero (un ciliegio in fiore sarebbe perfetto), ma vivendo in una piccola città senza zone verdi, mi accontento di starmene sul balcone di casa mia.

2 Leggo tutti i generi di libro tranne gli erotici e le commedie romantiche.
Mi spiace ma non fanno proprio per me.
Già solo nel leggere di trame che vantano al loro interno la presenza di un affascinante e ricco imprenditore e di una semplice ragazza della porta accanto mi viene l'orticaria.

3 Uno dei miei sogni sarebbe quello di aprire un caffè letterario, che associ i piaceri della gola a quelli della mente. Se esistesse davvero, lì potreste trovare ogni genere di pasticcino, e poi torte, biscotti e crostate a volontà, accompagnate da bevande calde e zuccherose.
E naturalmente tantissimi libri da sfogliare quando vi va, di tutti i generi e per tutte le età!

4 Mi piace sbirciare le letture altrui. Che sia sul treno, in pullman o in spiaggia non riesco davvero a resistere all'irrefrenabile desiderio di sapere.
Nell'alba più splendente, nella notte più profonda, nessun lettore sfuggirà alla mia ronda XD 

5 So che la maggior parte di voi associano i libri al tè e ai biscotti. Io stessa, come vi ho confessato poco fa, ho sempre avuto il sogno di aprire un giorno un caffè letterario, eppure... non mangio mai mentre leggo! Quando ho un libro tra le mani mi concentro totalmente sulla storia, e poi non potrei mai coprire le pagine di briciole.

6 Da un po' di tempo non riesco a dedicarmi alla lettura come vorrei. I libri rappresentano ormai il relax della sera, da alternare a serie tv o a serate cinema.
Ecco perché negli ultimi mesi ho impiegato più di un giorno per terminare un romanzo, e a volte anche più di una settimana.
Il mio record l'ho toccato però con "Divergent", finito, non ci crederete, a un mese di distanza dalla prima pagina!
Ovviamente non ho letto effettivamente per trenta giorni, neanche fossi la peggiore delle lumache, ma la storia descritta dalla Roth mi annoiava talmente tanto che cercavo qualsiasi altra cosa da fare pur di non dover andare avanti.
Se solo penso che dovrò continuare prima o poi la trilogia mi sento male >_<

7 Possiedo tutti i libri di Harry Potter anche se, per ora, ho letto solo il primo.
Ho in programma di leggerli uno di seguito all'altro ma, non sentendomi in grado al momento di assumermi un impegno tanto grande, continuo a rimandare.

8 Adoro entrare nelle librerie, come la maggior parte di voi immagino.
Potrei passarci delle ore, frugando tra uno scaffale e l'altro.

9 Mi piace scrivere e cimentarmi con brevi racconti. Non ho mai tentato di pubblicarli. Forse un giorno, chissà.

10 Quando frequentavo le medie mi iscrissi ad un laboratorio di lettura e scrittura creativa.
Leggevamo libri, ci confrontavamo, e scrivevamo le nostre recensioni.
Forse l'origine di questo blog è nata proprio lì.
Un giorno in una manifestazione cittadina fui fortemente invitata dalla mia insegnante (leggi quasi costretta) a proclamare una delle mie recensioni in pubblico.
Non vi dico l'imbarazzo, però, con il senno di poi sono felice di aver fatto anche questa esperienza.
La recensione non la conservo più ma vi consiglio comunque il libro, ovvero "Il silenzio dei vivi" di Elisa Springer.

11 Oltre alla mia passione per i libri un altro mio grande amore è quello per l'arte.
Niente mi farebbe più felice che stringere tra le mani dei libri illustrati, che siano classici, favole o storie per ragazzi. Quindi se li avete e bramate dal desiderio di liberarvene, non fatevi problemi a recapitarli a casa mia XD 

12 Sempre per quanto riguarda il laboratorio di cui dicevo sopra ho un'altra confessione da farvi.
Non ho mai rubato libri né mai lo farei ma, nell'estate che seguì la fine della terza media, mi resi conto di non aver mai restituito uno dei libri che la scuola ci aveva fornito per il gruppo di lettura. Era lì nella mia cartella, eppure non me ne ero accorta (era un libricino piccolissimo)!
Inutile dire il mio senso di colpa nello scoprire di aver perpetrato a mia insaputa un vero e proprio furto.

13 Presto libri solo in rare occasioni e solo ai miei amici più fidati. 
Agli altri nada.

14 Al mio ultimo compleanno ho ricevuto, tra le altre cose, anche una splendida Feltrinelli Card.
Sul momento sono stata felicissima ma poi è giunto l'annoso dilemma... cosa compro? O meglio quale o quali (a seconda del prezzo) titoli togliere dalla mia lunghissima wishlist?

15 Sempre ad un compleanno ho ricevuto una copia del libro "Il piccolo principe", che desideravo tantissimo. Era un regalo così prezioso per me, ricevuto da una persona a cui tengo tanto, che non mi sembrava il caso di riporlo in libreria assieme a tutti gli altri libri.
Così ho pensato di conservarlo al sicuro, in un posto speciale, che solo io avrei dovuto conoscere.
O meglio, in un posto che neanche io conoscevo perché, vi sembrerà strano, ma non ho la più pallida idea di dove l'abbia messo. Ci penso e ci ripenso ma non riesco proprio a ricordare. Che tragedia T_T

16 Non piango vedendo i film e non piango leggendo i libri.
Pochissimi romanzi però possono vantare il merito di avermi fatto venire gli occhi lucidi.
Tra questi il racconto di Richard Matheson, "L'ultimo giorno".
L'ho riletto tantissime volte ma il finale non smette di emozionarmi.

17 Al momento la mia trilogia preferita è quella di Hunger Games, e sono assolutamente Team Peeta U_U

18 Ho letto parecchi romanzi dopo aver visto le trasposizioni cinematografiche tratte da essi, ma quasi tutte le volte che ho visto un film dopo aver letto il libro sono rimasta tremendamente delusa.

19 Uno dei miei continui buoni propositi è quello di recuperare i grandi classici.
Eppure, presa dalle nuove uscite, spesso dimentico di questo mio piccolo obiettivo, che passa irrimediabilmente in secondo piano.
Forse dovremmo organizzare un bel gruppo di lettura, che mi vieti di tornare sui miei passi.
Chi ci sta?

20 Leggo sia cartacei che ebook, ma il profumo della carta rimarrà, almeno per me, insostituibile.

21 A proposito di ebook, adoro la possibilità di poter evidenziare i miei passi preferiti (cosa che con un libro vero e proprio non oserei mai fare!) o il poter aggiungere pensieri e annotazioni.
Così posso rileggerli nel tempo e ricordare le emozioni provate nel corso della lettura.
Non è meraviglioso?

22 Scelgo i libri dalla copertina o, come mi piace pensare, sono loro a scegliere me.
Mi piacciono i romanzi che, già a prima vista, trasmettono l'idea di avere qualcosa di speciale.
Ovviamente tante cose concorrono poi all'effettivo acquisto, e solo un bellissimo biglietto da visita non sarebbe sufficiente.
Però una cover curata in ogni dettaglio che fa bella mostra in libreria di certo non guasta.

23 Cosa si nasconde sotto la sovraccoperta?
Ve lo siete mai chiesti? Io sì, infatti una delle prime cose che faccio quando ho un libro tra le mani è sbirciare cosa si cela sotto la cover rimovibile.
Alcune sono curate, altre meno. Talvolta addirittura più belle e particolari di quelle esterne.
Per cui, se non lo avete ancora fatto, correte a scoprire tutti i vostri libri XD 

24 Qual è il colmo per una bookblogger?
Non avere una vera e propria libreria nella sua città.
Strano ma vero, e aggiungerei vergognoso, ma da un po' di anni nel posto in cui vivo si possono trovare libri solo nelle grandi catene che vendono un po' di tutto.
Ma di un luogo pieno solo di scaffali e di romanzi da sfogliare nemmeno l'ombra.
Mi tocca approfittare delle uscite fuori città per fare la tappa shopping libresco.

25 Se fossi un personaggio letterario mi piacerebbe essere forte come Katniss Everdeen, simpatica come Idgie Threadgoode, determinata come Mary Lennox, e sognatrice come Sara Crewe.


A nostra volta invitiamo a partecipare:
Simo - La Biblionauta 
Rosa leggo e scrivo 
Chocolate and book
L'albero delle mele

Saremo comunque curiose di leggere il tag di chiunque voglia partecipare, dunque lasciateci il link dei vostri post di seguito al vostro commento ^_*