giovedì 10 febbraio 2022

Review Party - Recensione: “Uno di noi è il prossimo” di Karen M. McManus


Salve a tutti avventori!
Con grande piacere partecipo al Review Party dell'attesissimo seguito del libro "Uno di noi sta mentendo" di Karen M. McManus, ovvero "Uno di noi è il prossimo".
Se come me avete letto le vicende di Nate, Bronwyn, Addy e Cooper, sarete curiosi di ritrovarli, anche se, questa volta nelle vesti di "attori secondari", in questa nuova vicenda che ha nuovamente come sfondo una morte misteriosa e il Bayview High, un college dove il pettegolezzo spietato è all'ordine del giorno.
Di seguito la mia recensione e, se volete conoscere anche il parere delle mie colleghe, vi invito a leggere anche tutte le loro.


Titolo: Uno di noi è il prossimo
Autore: Karen M. McManus
Editore: Mondadori
Data di pubblicazione: 1 Febbraio 2022 
Pagine: 312
Prezzo: 18,50 €

Trama:
È passato un anno dalla tragica morte di Simon Kelleher, in tanti hanno cercato di imitare la sua app, ma nessuna è riuscita ad affermarsi, anche perché, prosciolti da ogni accusa Nate, Bronwyn, Addy e Cooper, i gossip portati alla luce si sono sempre rivelati poco appetitosi. Fino a questo momento, almeno.

Attraverso la chat degli studenti della Bayview High, infatti, ha preso piede una nuova inquietante versione di Obbligo o verità, destinata a portare alla luce altri oscuri segreti degli allievi della scuola e verso la quale tutti provano una morbosa attrazione. È come se tutti a scuola si fossero dimenticati della fine fatta da Simon.

Tra i primi a essere coinvolti c’è anche Maeve, sorella di Bronwyn, costretta suo malgrado ad affrontare una situazione scomoda, del resto, si sa: a scuola basta commettere un errore per ritrovarti un’etichetta appiccicata addosso per il resto della vita.

La posta si fa via via più alta e quando il gioco prende una piega inaspettata è ormai chiaro che bisogna trovare, e fermare, chi lo sta orchestrando, prima che sia troppo tardi

Recensione:
Sono trascorsi diciotto mesi dalla morte di Simon Kelleher, quando il Bayview High è scosso dalla morte improvvisa e misteriosa di un altro suo studente, le circostanze questa volta sembrano, almeno  apparentemente, molto diverse. O forse non è così?

Karen McManus torna con “Uno di noi è il prossimo” il sequel del suo grande successo “Uno di noi sta mentendo” da cui è stata tratta anche l’omonima serie TV.
L’ambientazione, e i temi trattati sono gli stessi. Ancora una volta, teatro di scena delle vicende è il college americano con i suoi pettegolezzi, gli screzi, gli insulti, la denigrazione, l’emarginazione, e il bullismo. I gruppetti di ragazzi divisi in base alla loro popolarità, o al loro ceto sociale e il conseguente trattamento riservato a chi non fa parte delle cerchie più affermate.

Io e Little Pigo avevano partecipato, in occasione dell’uscita di “Uno di noi sta mentendo” alle "indagini" per cercare di smascherare il colpevole dell’omicidio della vittima Simon Kelleher. Chi tra i suoi compagni Nate, Bronwyn, Addy e Cooper era stato l'artefice della sua dolorosa fine?
Sin dalle prime pagine, sia io che Little Pigo, non avevamo avuto dubbi, nessuno dei quattro ragazzi era colpevole, ma era lo stesso Simon vittima e carnefice.
Dunque se come è ipotizzabile - trattandosi di un thriller - l’intento della McManus, era stato quello di stupire e lasciare il lettore a bocca aperta, con un sonoro colpo di scena, be' mi duole dirlo, ma si è rivelato completamente fallimentare.
Eppure, seppur non potendole riconoscere il merito di aver costruito un romanzo ricco di colpi di scena, devo ammettere che aveva comunque saputo scrivere una storia appassionante e in grado di fornire uno spaccato abbastanza veritiero (seppur poco lusinghiero) della gioventù attuale, dello sfacelo della condizione in cui versano i college americani, e della pericolosità del pettegolezzo, e del cyber-bullismo.

Questa volta il lavoro della McManus è più articolato. La realtà resta la stessa, ma sicuramente il mistero è più fitto, i segreti più intricati e l’indagine più sottile.
Ad alternarsi nella narrazione e quindi a fornirci un resoconto di ciò che accade, sono Maeve, sorella di Bronwyn - che già avevamo conosciuto e apprezzato nel libro precedente - e i suoi due amici Knox e Phoebe.

Il racconto comincia i 6 marzo con l'annuncio da parte di una giornalista di un secondo studente del Bayview High morto nell'arco di poco più di un anno. E poi si torna indietro, a dieci settimane prima, quando tutta la sequela di mosse, per dare il LA alla tragedia finale, deve ancora essere messa in atto. Per gran parte della lettura non sappiamo né chi sia la vittima, né chi siano gli eventuali sospettati, ma scopriamo man mano che un emulatore di Simon Kelleher si è messo all'opera per avere la sua personale vendetta.
Ha creato, come il suo predecessore, un'applicazione che minaccia di rivelare gli oscuri segreti degli studenti del Bayview High, se questi dovessero rifiutarsi di giocare. Per farlo devono solo scegliere: Obbligo o Verità?
Il gioco ha inizio e porta a galla con sé verità scomode, segreti nascosti, e sfide sempre più pericolose.
Anche i tre protagonisti Maeve, Knox e Phoebe, verranno duramente messi alla prova.

Ho empatizzato molto con Maeve, lei è (insieme a Knox) il mio personaggio preferito, lo era stata già nel libro precedente. Al contrario non mi è piaciuta affatto Phoebe, che dovrebbe essere, insieme agli altri due, il terzo personaggio positivo del libro, ma che io ho trovato molto meschina e ipocrita.

Non voglio aggiungere altro riguardo le vicende e gli intrecci ed intrallazzi dei personaggi, del resto un thriller/ giallo va scoperto poco a poco per essere apprezzato al meglio, dico solo che, a differenza del titolo precedente, ho apprezzato maggiormente questo ritorno proprio perché le informazioni per comporre il puzzle sono state rilasciate a poco a poco, a piccole dosi, creando maggiore suspense.
Se nel primo libro per me era sin da subito lampante che nessuno dei sospettati poteva essere il colpevole, ma che bensì l'artefice del piano machiavellico era la stessa vittima, qui (anche se ammetto di aver ancora una volta capito tutto anzitempo) le informazioni per arrivare alla rivelazione giusta sono state fornite a lettura avanzata. Questo ha reso la lettura decisamente più appassionante.

Inoltre credo che il punto vincente di questo genere letterario, come è stato anche per "Tredici" di Jay Asher, sia quello di evidenziare la tossicità di determinati comportamenti, sistemi e ambienti.
L'essere costantemente legati e dipendenti dai cellulari, dalle applicazioni di messaggistica, dai social e utilizzare questi mezzi, non in modo positivo, ma per denigrare, distruggere, annientare gli altri.
Le scuole che anziché essere luoghi di aggregazione e unità tra più personalità diverse - dando modo a tutti di crescere e apprendere gli uni dagli altri - sono purtroppo sempre più luoghi di divisione e suddivisioni in gruppi, sottogruppi e categorie, fino a diventare luoghi di esclusione e solitudine per le personalità più timide ed introverse.
Spesso, non lo nego, mi sono chiesta come sarei "sopravvissuta" ad una pressione del genere, se fossi andata a scuola al giorno d'oggi, in un ambiente tanto nocivo, con compagni tanto perfidi, pronti a riprendere con i loro smartphone ogni minimo scivolone e postarlo sui social per deridere e umiliare il malcapitato di turno.
Come può affrontare tutto questo un animo timido e sensibile? Come può superarlo senza restare scottato?
La parola ovviamente va ai genitori. Sta a loro educare i propri figli, in modo che non diventino i bulli del domani, in modo da dar vita ad esseri umani che sappiano preservare e proteggere gli animi più dolci e delicati. Perché il mondo dovrebbe essere davvero a misura di tutti e non solo del più forte.
Inutile dire che anche in questo caso, anche dietro alle storie dei "cattivi" di "Uno di noi è il prossimo" e del suo titolo predecessore,  ci sono famiglie che non hanno compiuto il loro compito a dovere.

Ringrazio Mondadori per avermi fornito una copia di questo libro

il mio voto per questo libro