giovedì 21 settembre 2023

Recensione: "Il profumo della grande estate" di Thibault Prugne

Titolo: Il profumo della grande estate
Autore:  Thibault Prugne 
Editore: Rizzoli
Data di pubblicazione: 20 giugno 2023
Pagine: 40
Prezzo: 20,00 €

Trama:

Ricordo la sua casetta che svettava in mezzo ai campi come un faro sull’oceano, le foglie del vecchio frassino che brillavano al sole, il profumo dei panni stesi ad asciugare in giardino, il ronzio delle api e il canto delle cinciallegre.  
Mi chiamo Louise, e questa è la mia storia.

Recensione:
Quale profumo ha per voi l'estate?
Per me quello del mare, della pelle riscaldata dal sole, dei solari al cocco e delle pesche mature *-*
Ed ora che è finita, ne sento già una grande malinconia. 
E se anche voi, come me, amate la dolce spensieratezza di questa stagione, sfogliando le pagine di questo libro, e osservando le sue bellissime illustrazioni, la ritroverete tutta, quella magia e quella calda e accogliente atmosfera ricca di aspettative e promesse.

Per Louise, la piccola protagonista di queste pagine, l'estate profuma sicuramente di grano e papaveri, dei panni stesi al sole, della casetta di legno di nonno Léon, delle sue minestre e del suo orto bagnato dalla pioggia, profuma di giornate passate al sole a dondolare sull'altalena, a costruire insieme casette per uccelli e dolci ricordi.

Sono gli anni della guerra e, mentre il papà di Louise è impegnato al fronte, sua madre deve andare a lavoro in un'altra città, e decide che, per tenere la piccola al sicuro, sia meglio lasciarla alle cure del nonno Léon, piuttosto ché portarla con sé.
Il nonno Léon vive da anni isolato nella campagna francese. All'apparenza burbero e solitario, ama la natura e la vita semplice, e alla compagnia degli esseri umani predilige, di gran lunga, quella degli animali, in particolar modo quella degli uccellini... 
Con Louise, nonno Léon aprirà subito il suo cuore, i due trascorreranno una splendida estate insieme, una di quelle destinata a diventare l'irraggiungibile metro di paragone per tutte quelle successive.
Insieme, i due, trascorrono le giornate a passeggiare nei campi, a raccogliere frutti e verdure dall'orto e a godersi tutta la sconfinata bellezza della natura.




“Nonno Léon era una di quelle persone che vorrebbero che non cambi mai nulla. Che non desiderano ribaltare il mondo, ma soltanto viverci e ascoltarne il respiro.”


Le illustrazioni sono bellissime e vivide, fanno venire voglia di essere lì con loro, ma i testi non sono da meno, raccontano con grande poeticità tutta la bellezza di cui è pieno il mondo: la casetta di nonno Léon che svetta in mezzo ai campi come un faro su un oceano dorato, le foglie del vecchio frassino che brillano al sole, il profumo dei panni stesi ad asciugare in giardino, il ronzio delle api e il canto delle cinciallegre...
Eppure in mezzo a tanta delicata bellezza ci sono pensieri semplici e profondi che fanno venire i brividi e accapponare la pelle proprio per la loro schietta ovvietà,  riflessioni su quanto sia stupido privarsi di tanta bellezza a causa di azioni stupide e insensate come la guerra, o dell'eccessiva e inappropriata cementificazione.
E questi pensieri vengono sì dalla voce e dalla saggezza del nonno, ma quelli che colpiscono di più passano per le ingenue introspezioni della piccola Louise, perché i bambini, si sa, guardano sempre il mondo con estrema schiettezza e semplicità.



“Avrei voluto far sedere per un attimo il Grande Capo della guerra sulla mia altalena. Forse si sarebbe riposato un po’. Forse dopo non avrebbe più costretto i papà a vestirsi di verde e andare a fare la guerra, quando preferivano mangiare pane e marmellata, andare a pesca, bere vino e baciare le mamme mentre i figli non guardavano. 
Ma al grande capo della guerra sicuramente le altalene non interessavano. 
D’altra parte mi sono chiesta a lungo che cosa gli potesse piacere. Odiava il profumo dei fiori? Preferiva guardare le farfalle o spiaccicarle? Il suo colore preferito era il nero? Al cinema stava dalla parte dei cattivi? 
Tutte domande a cui non avrò mai risposta.”

E poi ovviamente ho amato il rapporto tra nonno e nipote. I due, in una sola estate, costruiscono ricordi destinati a durare per sempre, come lo sono tutte le estati trascorse da bambini: speciali, spensierate e incomparabili. Nulla sarà come loro.
E nulla potrà mai sostituire il rapporto tra nonno e nipote. Chi non vorrebbe tornare bambino e perdersi nel caldo abbraccio dei nonni?

Sul finale poi la storia lascia un velo di tristezza e malinconia, come lo fa la vita, quando si cresce, l'estate quando finisce, qualsiasi cosa quando arriva verso la sua conclusone.
Anche questa sensazione finale contribuisce, per quanto mi riguarda, a dare un tocco in più alla storia, a farmi sentire ancor più legata ed essa, a renderla indimenticabile come sanno essere solo le bellissime storie.

Se avete nostalgia delle estati della vostra infanzia, del caldo abbraccio dei nonni, dei "bei vecchi tempi", se amate le storie scritte bene e illustrate splendidamente,  "Il profumo della grande estate" è ciò che fa per voi 💓
 
Ringrazio Rizzoli per avermi omaggiato di una copia cartacea di questo libro

il mio voto per questo libro



venerdì 18 agosto 2023

Sotto l'ombrellone #33



Salve avventori!
Dopo un bel po' di tempo, finalmente le vostre investigatrici preferite sono tornate in missione!
Per chi non lo sapesse, o non lo ricordasse, questa rubrica vede come protagonisti i bagnanti e le loro letture.
Nelle ultime settimane, infatti, oltre a goderci il meritato relax tra sole e mare, abbiamo anche tenuto gli occhi ben aperti per avvistare ogni possibile lettore... e devo dire che, con nostro sommo piacere, ne abbiamo adocchiati parecchi.
Ecco quindi il risultato del nostro lavoro...


♥ 
"Stirpe e vergogna" di Michela Marzano

Lo conosco? Si

L'ho letto? No

Identikit del lettore: 
donna sui quarant’anni, leggermente abbronzata, distesa su un telo azzurro posto sugli scogli.
Portava un rossetto color corallo e una coda alta di color biondo scuro.
Ha passato la maggior parte del tempo al cellulare, utilizzando il libro come poggiapiedi 😅

Costume da bagno: 
costume colorato a fantasia, con su disegni di foglie e arance 


♥ "The second sleep
" di Robert Harris

Lo conosco? No

L'ho letto? No

Identikit del lettore: 
donna sui cinquant'anni, dalla pelle molto chiara e con capelli biondi, mossi e sciolti. Se ne stava sdraiata a leggere voracemente, su un telo mare verde. Indossava una paglietta.

Costume da bagno: 
bikini rosso fuoco


♥ "
Cenere alla cenere" di Roberto Costantini 


Lo conosco? No

L'ho letto? No

Identikit del lettore: 
uomo sui trentacinque anni, rasato, con occhiali da vista rettangolari.
Ogni tanto indossava un berretto nero.
Se ne stava tranquillamente steso sul limitare della scogliera. Ha passato la maggior parte del tempo a leggere, ignorando bellamente le urla e i giochi di alcuni bambini attorno a lui.

Costume da bagno: 
boxer nero 


♥ "
La macchia umana" di Philip Roth 


Lo conosco? Sì

L'ho letto? No

Identikit del lettore: 
ragazza sui venti/venticinque anni, dal colorito bello abbronzato. Se ne stava sdraiata su un telo mare rosa, sulla spiaggia. Portava i capelli castano chiaro raccolti in una coda alta.

Costume da bagno: 
due pezzi, sopra verde smeraldo, sotto nero


♥ "
Una vita come tante" di Hanya Yanagihara 

Lo conosco? Sì

L'ho letto? No

Identikit del lettore: 
donna sui quarant'anni, dalla pelle candida e leggermente arrossata, e dai capelli ricci e neri. Se ne stava sdraiata su un lettino blu, posizionato sotto un'ombrellone arancione. Alternava libro, cellulare e chiacchiere con la vicina d'ombrellone.

Costume da bagno: 
due pezzi turchese




♥ "Madre d'ossa" di Ilaria Tuti

Lo conosco? Sì

L'ho letto? No

Identikit del lettore: 
uomo sui cinquant'anni con i capelli brizzolati, ricci e sbarazzini. 
Leggeva, seduto su un telo mare, mentre si arruffava i capelli. 

Costume da bagno: 
boxer blu a pois bianchi

E per ora è tutto!
In realtà abbiamo già adocchiato altri libri sulle nostre spiagge nei giorni scorsi, ma ve li mostreremo nei prossimi appuntamenti.
Intanto, se volete ripercorrere tutte le tappe precedenti di questa rubrica, vi basterà cliccare qui.
Ora vi lascio, che tra un paio d'ore si va a mare ^-*

giovedì 10 agosto 2023

Recensione: "I sussurri delle scogliere" di Debora Mayfair e Marga Biazzi

Salve, avventori!
In queste calde giornate di agosto dove la voglia di relax e di mare immagino sia tanta, soprattutto per chi il mare lo ha a distanza, voglio parlarvi di una graphic novel romantica, magica ed estiva scritta da Debora Mayfair e illusatrata da Marga Biazzi.
Sfogliandola, leggendola e osservandone le splendide e sognanti illustrazioni, sarete catapultati su Cherso, una splendida e caratteristica isola, intrisa di storia e bellezza, abitata da pochissime persone, ma da una ben popolata colonia di gattini 😻
Una storia che profuma di mare, salsedine e sabbia... scopriamola insieme 😊


Titolo: I sussurri delle scogliere
Autore:  Debora Mayfair
Illustrazioni:  Marga Biazzi
Editore: Autopubblicato
Data di pubblicazione: Agosto 2021
Pagine: 118
Prezzo: 15,00 €

Trama:

Cherso, isola sospesa nel tempo tra le acque dell’Adriatico: è questo il luogo in cui due giovani streghe mantengono in vita la vena di magia ereditata dai loro antenati.
Rebecca è alla costante ricerca di risposte, ma le creature che la circondano sono restie a darle conferme. Sa che la verità è a portata di mano, eppure continua a scivolarle tra le dita.
Artemisia, nella sua piccola apoteca, tra chiassosi turisti e una colonia felina a cui badare, ben presto scoprirà che il passato della loro famiglia è legato a doppio filo al loro futuro.
Saranno gli occhi rubino di un felino dal manto color polvere da sparo a svelare loro il passato e a metterle di fronte a dure scelte da compiere: i sussurri che si insinuano tra le scogliere raccontano echi di guerra e sacrifici.

Recensione:

"I sussurri delle scogliere" è una graphic novel dove magia, amore e storia si intrecciano dando vita a una favola romantica e senza tempo.
La storia che leggiamo è ambientata sull'isola di Cherso, ed è profondamente legata al passato reale dell'isola. È proprio questo intreccio tra fantasia e realtà che rende la narrazione ancora più appassionante e ammaliante.
Interessantissimi sono i cenni storici che l'autrice dispiega qua e là, tra un capitolo e l'altro.

Le protagoniste della storia sono Rebecca e Artemisia, due cugine streghe che vivono sull'isola da sempre. Entrambe orfane, le due ragazze sono molto legate, ma estremamente diverse tra loro.
Rebecca è ribelle, impulsiva, e diffidente, ma estremamente determinata a proteggere le persone a lei care. Possiede una barca a vela con la quale porta i turisti in giro, per delle escursioni negli anfratti più nascosti dell'isola. Parla, o almeno ci prova, con gli gli spiriti delle creature che abitano l'isola, cercando di leggere i segni e i sussurri delle scogliere. Arte nella quale sua madre era molto abile, ma che lei, purtroppo, non ha avuto abbastanza tempo per poterla apprendere.

Artemisia è proprietaria di un'apoteca. Produce, con le sue mani, pozioni, e rimedi curativi per paesani e turisti, e si occupa, con grande devozione, della colonia di gatti, e dei grifoni che abitano l'isola.  È dolce, gentile, altruista e amante degli animali e della natura, ma anche coraggiosa e pronta a tutto per difendere chi ama. 

La vita delle due cugine viene stravolta quando Artemisia trova, sull'uscio di casa, un misterioso gatto color polvere da sparo... che si rivelerà ben presto non essere solo un gatto, ma un'umano di nome Sergio, vittima di un incantesimo. 
Sergio, suo malgrado,  le condurrà verso la scoperta di una verità nascosta da secoli. 
Una verità che riguarda non solo se stesso e l'incantesimo che lo ha colpito, ma anche il passato delle due ragazze, e della loro stirpe di streghe: ciò che le ha rese orfane e ha decimato la loro famiglia.
Un terribile destino che sembra stia per colpire ancora.

La storia delle due cugine si intreccia con la storia dell'isola, che è stata teatro di violenze e massacri durante la seconda guerra mondiale, e con la magia, che si manifesta attraverso gli spiriti della natura che la abitano. 
Tutto questo si trasforma anche nello scenario perfetto per un'intensa e travolgente storia d'amore.

In tutta onestà devo ammettere che non sono una grandissima fan delle graphic novel, in generale quando le leggo/osservo sento sempre che mi manca qualcosa, e questo qualcosa sarebbero pagine e pagine di storia scritta...
Mi spiego meglio, se la graphic novel mi piace, non posso fare a meno di pensare "però che peccato, poteva essere un bel libro".
In un certo senso l'ho pensato anche leggendo "I sussurri delle scogliere", tuttavia ho trovato le tavole così espressive ed eleganti, che mi ha conquistata, fermo restando che trovo che (almeno per i miei gusti) quello del fumetto resti un linguaggio abbastanza limitante per una storia che ha necessità di essere raccontata.

Questa però resta una bellissima opera autopubblicata dalle due autrici che hanno collaborato insieme fondendo perfettamente le loro arti e creando un mix perfetto di avventura, mistero, incanto, emozione e riflessione. 

Le illustrazioni sono incantevoli e raffinate, ricche di dettagli e realizzate in uno stile particolarissimo e riconoscibile. Esse rendono vividi i paesaggi dell'isola, le atmosfere, e i personaggi con le emozioni e le inquietudini che li tormentano.
Il tratto è delicato ma deciso, capace di trasmettere i turbamenti e le suggestioni della storia. Il disegno si sposa perfettamente con i testi, che sono fluidi e coinvolgenti, scritti in modo semplice, ma efficace.

La graphic novel è anche un invito a riflettere sul valore della vita, sul rispetto della natura, sulla memoria storica e sulla tolleranza verso chi è diverso. È una storia che parla di amore, di amicizia, di famiglia, ma anche di guerra, di odio, di violenza. 
È un racconto che, con emozione, trasporta in un mondo sognante, sospeso tra realtà e magia.

Vi consiglio vivamente di leggere "I sussurri delle scogliere", perché è un'opera bellissima e originale, che vi farà viaggiare in un mondo magico e affascinante, ma anche reale e drammatico. È una storia che vi rimarrà nel cuore.

E voi ne avete sentito parlare? O l'avete letta? Cosa ne pensate? 
Ditemelo nei commenti! 



mercoledì 2 agosto 2023

Recensione: "Bambini perfetti" di Sabrina Rondinelli

Bentrovati avventori!
Questa volta voglio parlarvi di un libro che avrei voluto leggere tanto tempo fa, poi mi sono presa la pausa di cui ormai sapete, e ahimè, ho avuto pochissimo tempo da dedicare alle letture di piacere.
Quando lo vedevo lì, con la sua bella e particolare copertina - non so se lo avete mai visto, ma a me ricorda, con il suo stile anni 80, una vecchia scatola di giochi da tavolo, si richiude anche come se fosse una scatolina 😍 - gli facevo una silenziosa promessa: "ti leggerò appena ne avrò il tempo".
E così ho fatto!
Promessa mantenuta quindi, ed ecco a voi la mia opinione a riguardo 😉


Titolo: Bambini perfetti
Autore: Sabrina Rondinelli
Illustrazioni: Simone Massoni
Editore: Marietti junior
Data di pubblicazione: 17 Marzo 2022 
Pagine: 224
Prezzo: 13,90 €

Trama: 

Al campo estivo Leo si divertirà un mondo!
È quello che gli hanno promesso i suoi genitori prima di imbarcarlo su un pullman pieno di bambini. 
In realtà quando arriva  a destinazione il gruppo si ritrova in un vecchio capannone isolato, da cui è impossibile scappare.
La verità è che Leo e i suoi compagni sono stati rottamati, e a casa, al loro posto, è arrivata una sfilza di bambini perfetti ordinati su internet.
C’è chi si infuria, chi piange, chi non crede alla notizia... ma tutti sono concordi su quello che c’è da fare: ribellarsi al loro destino, evadere da quel posto e tornare a casa. Forse...

Recensione:

Leo è un bambino come tanti, ama scavare buche in giardino, ascoltare musica rap a tutto volume, mangiare schifezze e, ogni tanto, disobbedire alle regole... perché quale bambino fa esattamente tutto quello che gli viene detto di fare?
È un bambino in fondo.
Ora la scuola è finita, ed è arrivata l'estate e cosa c'è di meglio di un campo estivo in un posto meraviglioso, immerso nella natura?
"La valle dei conigli" suona davvero bene! 😍

Arriva il giorno della partenza e suo padre, con gli occhi più lucidi del necessario (staranno via solo due settimane, non è il caso di fare tante storie!) lo porta a prendere il pulmino, sulla cui fiancata zampettano allegri e soffici coniglietti rosa.
Il viaggio è lungo e stancante e all'arrivo Leo e gli altri bambini non giungono nel bel parco naturale con piscine, cascate e chissà cos'altro gli era stato promesso ma, inspiegabilmente, si ritrovano prigionieri in una specie di squallido magazzino, senza finestre, né vie d'uscita, fatta eccezione per una porta che si apre mediante un codice a loro sconosciuto.

I ragazzini non ci metteranno molto a scoprire l'amara e sconvolgente verità: il campo estivo non era che una trappola!
I genitori di tutti loro hanno deciso di rottamarli e sostituirli con un Bambini Perfetti, che mangiano tutto senza fare capricci, non si fanno pregare per lavarsi i denti e non fanno fare figuracce davanti agli amici.

Leo e gli altri bambini sono sconvolti.
E se inizialmente provano a rifiutare l'idea, non ritenendola possibile "deve esserci stato uno sbaglio", una volta metabolizzata la loro nuova condizione, allo sconvolgimento e alla tristezza subentra la rabbia.
Ovviamente non ci stanno all'idea di essere stati rottamati, loro avranno pure dei difetti, faranno delle marachelle e dei pasticci, ma come possono i loro genitori, preferirgli dei robot privi di veri sentimenti e volontà?
In loro c'è tanta tristezza, delusione e rancore nei confronti di chi diceva di amarli, ma poi li ha abbandonati senza pensarci due volte. 
Si sentono traditi, inutili e indesiderati e si chiedono cosa hanno fatto di male per meritarsi questo trattamento.  Cosa c’è che non va in loro?
Ognuno si fa la propria analisi: chi come Bonzo pensa di aver combinato fin troppi guai, chi come Rachele crede di non essere abbastanza bella e brava per le eccesive aspettative della sua mamma, o chi come Riccardo non riesce proprio a darsi pace, perché la sua mamma mai e poi mai lo avrebbe potuto abbandonare, erano uno il mondo dell'altro.

E mentre i bambini architettano un piano per la fuga, i genitori, giorno dopo giorno, si rendono conto che quei robot non sono poi così perfetti come pensavano, che non ha senso avere un bambino che ti abbraccia a comando, che ti dice di volerti bene quando gli viene detto di farlo, e a cui non si può insegnare nulla perché sa già tutto.


Ho letto "bambini perfetti" in un pomeriggio, l'ho trovata una storia davvero originale, che mescola bene realtà e immaginazione, ironia e serietà, dolcezza e amarezza.
E' buffa ma allo stesso tempo triste, o meglio, viene racconta in modo comico una realtà che, se vera, sarebbe orrenda.
Mi ha fatto emozionare, riflettere e anche arrabbiare.
Mi ha, in un certo senso, ricordato una versione più leggera de "La donna perfetta" di Ira Levin.

Il libro è scritto in modo semplice e scorrevole, con un linguaggio adatto ai ragazzi. 
La storia è originale, e per quanto assurda, spinge il lettore a riflettere, che sia esso il bambino che si sente costantemente criticato, o il genitore che vive stabilmente nel dubbio di fare, o meno, la cosa giusta, di essere troppo severo o troppo permissivo.
Qual è la giusta via?
Come è difficile essere bambini e rispondere alle numerose, e a volte impossibili, aspettative dei genitori, e come è difficile essere genitori e sperare di essere all'altezza! 
Be' questo libro in modo buffo, grottesco e strambo ci fa mettere un po' nei panni di entrambe le parti.
Vedere la situazione dai due diversi punti di vista.

I personaggi dei bambini sono ben caratterizzati ed è facile affezionarsi a molti di loro, e anche quelli più terribili rivelano di avere un animo buono e generoso.

È stato bello conoscerli e scoprire di ognuno pregi e difetti, punti di forza e punti deboli, speranze e paure.
Leo è coraggioso e generoso, ma anche testardo e disordinato. 
Rachele è molto intelligente e furba, ma incredibilmente goffa e insicura.
Bonzo è un vero teppista, ne ha veramente combinate di tutti i colori, ma non è un bambino cattivo, anzi! Sa esserci nel momento del bisogno, sa quando è il momento di smettere di fare il duro e tendere una mano.
Riccardo, il bambino timido e sensibile, tenero e dolce. È, fra tutti, quello che proprio non sa darsi pace per essere stato abbandonato. Trova impossibile che la sua mamma sia riuscita a dirgli addio, loro erano inseparabili. 
O Pirata, che non si stacca mai dal suo cappello da pirata e appena ha paura si fionda sotto il primo letto che trova, per sentirsi al sicuro.

Nessuno di loro è tanto tremendo da giustificare la scelta della rottamazione, sono piuttosto i loro genitori a non essere stati in grado di educarli in alcuni casi, rispondere alla richiesta di sicurezze e attenzioni in altri, o addirittura ad essere, essi stessi, la causa di complessi e malumori.

Non si può che provare rabbia per ciò che hanno fatto, per la scelta fin troppo facile, di abbandonare il loro ruolo di educatori, sventolare bandiera bianca, arrendersi, e prendere in cambio dei bambini perfetti che, per l'appunto, non hanno alcun bisogno del loro ruolo.

Qual è in fin dei conti il messaggio di questo libro?
Be' credo, come dicevo prima, che cambi a seconda di chi lo legge, per il genitore è sicuramente quello di accettare i propri figli per quello che sono, aiutarli e guidarli, senza giudicarli, festeggiare ogni traguardo senza compararli con gli altri, non soffocarli con mille aspettative e lasciarli vivere secondo la loro indole, senza cercare la perfezione a tutti i costi.

Per i bambini il messaggio è forse scontato, ma in questo caso è bene ribadirlo: la perfezione non esiste, e se esistesse sarebbe noiosa e falsa. Quello che conta è essere se stessi, con le proprie qualità e i propri difetti, e trovare il proprio posto nel mondo.

In definitiva vi consiglio di leggere questa storia perché è originale, emozionante e fa pensare.
Vi farà riflettere su cosa significa essere bambini, su cosa significa essere genitori e che in realtà basta davvero poco per essere felici. 
Soprattutto nel caso dei bambini gli farà apprezzare di più i propri genitori a cui, nonostante le mille  giornate NO, non gli è mai saltata in mente l'idea della rottamazione 😂

Avete letto questo libro?
Nel caso fatemi sapere cosa ne averte pensato, o se vi è venuta voglia di leggerlo😊 
Alla prossima! 

Ringrazio Marietti Junior per avermi omaggiato di una copia cartacea di questo libro

                                                           
il mio voto per questo libro






giovedì 27 luglio 2023

Review Party - Recensione in anteprima: "Scholomance. La cerchia d'oro" di Naomi Novik (Scholomance #3)

Salve avventori!
Oggi voglio condividere con voi le mie impressioni riguardo ad un libro che ho appena terminato di leggere: "Scholomance. La cerchia d'oro" di Naomi Novik, il terzo e ultimo volume della trilogia fantasy Scholomance
Come i due titoli precedenti, ho letto il capitolo conclusivo della trilogia durante il Review Party a cui ho preso parte.
Sarà riuscito quest'ultimo libro a farmi rivalutare il mondo immaginato dalla Novik? Scopriamolo insieme...


Titolo: Scholomance. La cerchia d'oro
Autore: Naomi Novik
Editore: Mondadori
Data di pubblicazione: 18 luglio 2023
Pagine: 324
Prezzo: 19,00 €
Trama:
Fuggire dalla Scholomance sembrava un sogno impossibile, invece, in qualche modo, si è avverato per El e i suoi compagni di classe, anche se alla ragazza è costato molto caro. Oltretutto il mondo non è affatto diventato un posto sicuro per tutti i maghi, anzi. La pace e l'armonia sono ancora un traguardo lontano per le cerchie di ogni Paese. Perché qualcuno ha raccolto il progetto di distruggerle una volta per tutte e lo sta portando avanti con fermezza. A questo punto, dopo tanta fatica fatta per uscirne, l'unica soluzione per El sembra proprio tornare indietro, trovare un modo cioè per rientrarci, alla Scholomance.

Recensione:
Come alcuni di voi sapranno, non sono riuscita ad apprezzare i primi due libri della serie, che ho trovato noiosi, confusi e piuttosto convenzionali. Purtroppo, questo terzo libro non fa eccezione e anzi, se possibile, peggiora ulteriormente la situazione.

La trama prosegue esattamente da dove si era interrotta nel secondo libro, con la protagonista, Galadriel, detta El, che è riuscita a fuggire dalla Scholomance, la scuola di magia infestata dai temibili nefasti, insieme a tutti i suoi compagni di classe. Beh, non proprio tutti, considerando che Orion, il ragazzo di cui è innamorata, è rimasto lì ed ha sacrificato la sua vita per salvarli.
Tuttavia El scopre che Orion è ancora vivo, sebbene intrappolato nella Scholomance con i nefasti. Determinata a salvarlo, decide di fare ritorno alla scuola, ma nel mentre si troverà a confrontarsi con un mondo esterno altrettanto pericoloso, minacciato da qualcuno desideroso di distruggere le cerchie magiche di ogni Paese.

Come accennavo prima, anche questa volta il romanzo della Novik non riesce a convincere, per più di un motivo.
Innanzitutto la narrazione di 324 pagine sembra trascinarsi per un'eternità. È lenta, ripetitiva e ingombra di dettagli superflui. Gran parte del tempo è dedicato al monologo interiore di El, che si lamenta continuamente e di ogni cosa, si vanta delle sue capacità magiche e si lascia andare all'autocommiserazione.
La protagonista, ancora una volta, risulta essere insopportabile, arrogante, egoista ed incapace di provare empatia persino per Orion, il suo interesse amoroso. Purtroppo, anche lui appare come un personaggio privo di profondità e spessore, sempre pronto a farsi maltrattare e denigrare dalla sua amata. 
Gli altri protagonisti sono poco sviluppati e non hanno grande spazio e rilevanza nella storia - che ruota sempre attorno ad El - ragion per cui non mi sembra neanche il caso di soffermarmi oltre.
Fa eccezione però lei, l'unico faro in questa tempesta, la dolce topolina Tesorina, che per la seconda volta si aggiudica, senza troppi sforzi, il titolo di "miglior personaggio"!

Tornando a noi, come vi avevo già detto nelle scorse occasioni, la trama della scuola che tenta di uccidere in mille modi i suoi studenti, aveva un grande potenziale, sfruttato, ahimè piuttosto male.
Il mondo magico creato dall'autrice è molto confuso. Ci si perde in continuazione in dettagli superflui e di poco conto e non si descrive mai nulla di davvero affascinante e sbalorditivo.
Le lunghe e tediose descrizioni di luoghi, magie e politiche delle cerchie, rallentano il ritmo e rendono difficile seguire la narrazione, che appare eccessivamente prolissa, anche a causa delle costanti ripetizioni dei medesimi concetti.
Un esempio le prime cento pagine, che non sono altro che un susseguirsi di "Orion è rimasto nella scuola, Orion è un cretino, Orion si è sacrificato, devo trovare il modo di liberarlo".
Ok, fallo in fretta e smettila di ammorbarci!
Se poi a ciò si aggiunge la personalità per nulla attraente della protagonista, i suoi soliti monologhi vanagloriosi, i continui ed insensati insulti verso Orion, la sua perenne spocchia e supponenza, la mancanza di coerenza in ogni situazione, ecc., non è difficile immaginare perché il romanzo non riesce né a brillare né ad appassionare.

Il finale poi, se da una parte potrei definirlo frettoloso e sbrigativo (oltre che banale), dall'altro è arrivato fin troppo tardi per i miei gusti considerando che, la storia che occupa più o meno trecento pagine, se privata degli inutili fronzoli, poteva essere ridotta ad una cinquantina, senza perderci nulla, anzi.
In conclusione, se state cercando un buon libro fantasy ambientato in una scuola di magia, vi consiglio di volgere lo sguardo altrove perché, sul mercato, ci sono sicuramente altre opzioni migliori tra cui scegliere.

Considerazioni:
Cercherò di essere concisa e sbrigativa, perché non vorrei mai ricadere nello stesso errore della Novik, appuntando qui un'inutile soliloquio.
Ero molto indecisa se leggere questo libro, perché i precedenti due mi hanno annoiato come pochi, eppure mi spiaceva lasciare la storia a metà e non sapere come sarebbe terminata.
Con il senno di poi so che non mi sarei persa niente, eppure sono felice di aver dato un'ultima possibilità alla serie, che si è riconfermata deludente.
Purtroppo questa volta è tutto ancora più incentrato sulle doti speciali di El, a cui si affianca da un certo punto in poi, anche la straordinarietà di Orion.
Per la terza volta siamo costretti a sorbirci la vanità della fantastica El che non manca di sbandierarci il suo talento: "ho ucciso il mio terzo fauciomaco, nessuno ci era riuscito prima di me, l'ultima volta sono serviti quattro maghi, io invece l'ho fatto da sola e per ben tre volte", giusto per fare un esempio.
Inoltre se già nei primi due capitoli El aveva un atteggiamento a dir poco insopportabile nei confronti di Orion e degli altri personaggi, in questo si lascia andare ad epiteti e minacce che è bene non trascrivere qui, ma che sfociano spesso nella fantasia di spaccare la testa di Orion con una mazza. Quanto amore!
E a proposito di amore, e di coerenza, la nostra cara El è così disperata nel sapere il suo ragazzo da solo, circondato da terribili creature, che va a letto con la prima che passa.
E non solo. L'autrice ci descrive ogni dettaglio di questo amplesso, come nelle peggiori storie wattpad, per farci apparire questa incontro romantico e appassionato, e non insensato quale invece è.
In conclusione, una trilogia iniziata male e finita peggio, intrisa di banalità e cliché.
Mentre di molti libri si potrebbe dire "vorrei non finisse mai", di questo non vien fuori altro se non "vorrei non averlo mai iniziato".

Voi avete letto questo libro o in generale questa trilogia? Siete riusciti ad apprezzarla?

Recensione capitoli precedenti:

Ringrazio la casa editrice Mondadori per avermi fornito una copia di questo romanzo

il mio voto per questo libro


giovedì 13 luglio 2023

Recensione: "Io non ho paura" di Niccolò Ammaniti

Ciao a tutti avventori!
Oggi voglio parlarvi di un libro che sicuramente conoscete o di cui avete sentito parlare, ovvero "Io non ho paura" di Niccolò Ammaniti.
Io ne avevo vista, tanti anni fa, la trasposizione cinematografica, ma non ricordavo quasi nulla, se non qualcosa di molto, molto vago.
Vi starete probabilmente chiedendo come, o da cosa, sia nata la voglia di leggerlo.
Be' per la serie "il desiderio di un libro può nascere davvero da qualsiasi cosa" vi dirò che quello di questo è nato da una discussione su Twitter.
C'era una foto di una scena del film e, sotto questa, tutti commentavano dicendo quanto fosse stato traumatico, ma anche emozionante, vedere il film e/o leggere il libro.
Quindi ecco, non ricordo chi tu fossi, autore di quel tweet, ma sappi che se ho deciso di imbarcarmi in questa lettura è stato a causa tua XD

Titolo: Io non ho paura
Autore: Niccolò Ammaniti
Editore: Einaudi
Data di pubblicazione: 6 Giugno 2011
Pagine: 230
Prezzo: 14,00 €

Trama:
Michele Amitrano, nove anni, si trova di colpo a fare i conti con un segreto cosi grande e terribile da non poterlo nemmeno raccontare. E per affrontarlo dovrà trovare la forza proprio nelle sue fantasie di bambino, mentre il lettore assiste a una doppia storia: quella vista con gli occhi di Michele e quella, tragica, che coinvolge i grandi di Acqua Traverse, misera frazione dispersa tra i campi di grano.


Recensione:
"Io non ho paura" racconta le vicende avvenute durante la torrida estate del 1978 ad  Acqua Traverse, un desolato e immaginario paesino di campagna, situato in un punto imprecisato del sud Italia. 
La storia è narrata dal punto di vista di Michele Amitrano, un bambino di nove anni.
Michele, come ogni estate vissuta nel piccolo, noioso e assolato paesino, trascorre le sue giornate con gli altri bambini del posto, tra giochi, gare e penitenze. 
Un giorno, mentre si trova in esplorazione con i suoi amici, in una zona un po' fuorimano, fa una terribile scoperta, che cambierà non solo il corso della sua estate, ma anche quello di tutta la sua esistenza.
In un buco nel terreno, coperto alla vista da un telone di plastica, trova il corpo di altro bambino che successivamente scoprirà essere Filippo Carducci, figlio di un ricco industriale del nord.

Michele, dopo lo spavento iniziale che lo porterà a fuggire via dandosela a gambe levate, inizia a prendersi cura di Filippo, portandogli cibo e acqua, ma soprattutto tenendogli un po' di compagnia e cercando di scoprire, man mano, sempre più informazioni sul suo conto.
Perché si trova lì? Chi è stato a fargli questo?

La realtà, che ovviamente non voglio svelarvi, cambierà la sua visione del mondo, del bene e del male, e di come quest'ultimo possa celarsi anche dietro il volto delle persone meno sospettabili, in quelle in cui nutriamo ceca fiducia.

Come vi ho anticipato, il libro è narrato dal punto di vista di Michele, e nonostante sia raccontato da una voce ingenua (forse un po' troppo per i tempi e per a sua età)  riesce a trasmettere al lettore l’angoscia e la drammaticità della situazione.
La scrittura è coinvolgente e riesce a creare un’atmosfera inquietante che tiene il lettore incollato alle pagine fino al finale (che mi ha lasciato decisamente l'amaro in bocca).

Nonostante il libro mi sia piaciuto (ha sicuramente suscitato in me le sensazioni che una storia del genere avrebbe dovuto generare: orrore, disgusto, rabbia e angoscia) non ho potuto fare a meno di storcere il naso davanti ad alcune decisioni o scelte del protagonista.
Mi sono chiesta: "a quei tempi, a nove anni, si era davvero così ingenui?"
Michele vede con i suoi occhi, e sente con le sue orecchie, alla televisione, la madre di Filippo, piangere disperata, fare un appello ai rapitori. Dunque in quel momento dovrebbe avere chiaro quasi tutto, capisce la situazione, cosa è successo e chi sono i colpevoli, ma non fa assolutamente nulla per liberare il bambino dalla sua prigionia, anzi peggio...
Fa uscire Filippo dal buco in cui è tenuto prigioniero e, anziché portarlo in bici al paese vicino (anche senza denunciare i colpevoli) gli fa fare un giretto e poi lo riporta prigioniero nel suo buco. 
Confesso che, dal divano di casa mia, l'ho trovato assurdo.
Con questo non voglio giudicare le sue azioni, ma appunto dire che io stessa mi sono messa in discussione, mi sono chiesta cosa avrei fatto al suo posto? Mi sarei comportata diversamente?
E, sempre dal divano di casa mia, mi sono risposta ovvio che sì! Avrei agito diversamente.

Se Michele - nonostante io non abbia condiviso molti dei suoi comportamenti - si dimostra comunque coraggioso e sensibile, spaventato e destabilizzato dalla situazione, si dimostra in una parola UMANO, mentre ho trovato tutti gli altri protagonisti un nugolo di persone prive di qualsiasi tipo di intelligenza, sia culturale che emotiva. Esseri volgari e bruti privi di sensibilità.

Acque Traverse rappresenta il tipico paesino abitato da persone grette, ignoranti, prive di alcuno scrupolo.
Chi ha rapito e costretto Filippo nella sua agonizzante prigionia lo fa dimostrando, anche in questo, nessuna logica e ragionamento.
I rapitori agiscono guidati dall'invidia, e dalla rabbia per la loro posizione sociale e non fanno che dar sfogo alle loro frustrazioni su quel bambino, figlio di genitori benestanti, e che, a differenza loro, ha quello che loro non avranno mai... un'anima innanzitutto.
Lo hanno rapito per avere un riscatto e cambiare le sorti delle loro deplorevoli vite (come se bastasse il denaro a colmare le lacune delle loro spregevoli esistenze), ma guidati appunto dalla rabbia non pensano che preservare la vita di quel bambino sia l'unico modo per arrivare a ottenere ciò che desiderano, anzi, infieriscono su di lui in modo ignobile, trattandolo come se fosse un pupazzo di pezza senza alcuna dignità, e mettendo severamente a rischio la sua vita.

Anche nel loro comportamento ho trovato qualcosa di non del tutto credibile.
Insomma tra i rapitori ci sono mamme e papà, i loro figli hanno la stessa età di Filippo, possibile che nessuno abbia un po' di umanità nei confronti di quel bambino?
Ok le persone senza umanità esistono ma è possibile che si siano tutte ritrovate tutte all'interno dello stesso paesino?
Possibile che anche chi, tra loro, si trova in condizioni economiche decisamente migliori, si sia lasciato coinvolgere in qualcosa di tanto abominevole?

E se sugli adulti di Acqua Traverse si può stendere un velo pietoso, i bambini non sono poi tanto migliori.
Teschio in primis, ma anche Salvatore, migliore amico di Michele, mostrano con le loro azioni, la loro omertà e i tradimenti, quanto l'ignoranza dei loro genitori sia permeata e abbia contaminato il loro carattere..

Filippo, il bambino rapito, mi ha fatto commuovere e disperare. 
Ho desiderato con tutta me stessa vederlo tornare libero alla luce del sole, tra le braccia dei suoi cari.
E' stato straziante leggere della sua prigionia, e allo stesso tempo dolce assistere al legame che, poco a poco, si viene a creare tra lui e Michele, leggere di quel povero bambino che, nonostante la sua situazione disperata, vedeva nei fugaci incontri con il nuovo amico, un momento di speranza ed evasione.

Il finale mi ha lasciato un grande senso di insoddisfazione.
Non si può leggere un libro del genere senza desiderare di arrivare alla fine solo per vedere Filippo tornare finalmente tra le braccia della sua mamma, invece ho dovuto dare sfogo alla mia immaginazione e creare un finale tutto mio, dove la giustizia vince, e il male è sconfitto.

Vi consiglio di leggere questo libro?
Sinceramente non so dirvelo.
E' sicuramente emozionante, ma fin troppo crudo e straziante, e se siete troppo sensibili probabilmente non fa per voi.

Cosa mi dite conoscevate già questa storia?
Avete letto il libro o visto il film?

il mio voto per questo libro


lunedì 10 luglio 2023

Recensione: "Malvina Moorwood. Il mistero del castello" di Christian Loeffelbein

Rieccoci dopo una lunga pausa a fare quello che sappiamo fare meglio, e che ci piace fare di più, ovvero condividere con voi il nostro amore per le storie e per i libri. 
Dopo un bel periodo in cui sono stata tanto impegnata da non riuscire più a leggere un libro (eccetto quelli di studio), rieccomi finalmente abbastanza libera da dedicarmi alla lettura per puro piacere, e cosa potevo scegliere, per il mio grande ritorno, se non una bella avventura per ragazzi?

Titolo: Malvina Moorwood. Il mistero del castello
Autore: Christian Loeffelbein
Illustrazioni: Julia Christians
Editore: Edicart
Data di pubblicazione: 2 Dicembre 2021
Pagine: 320
Prezzo: 14,90 €

Trama:
Malvina Moorwood è intelligente, impertinente e soprattutto molto veloce - e non solo quando si tratta di divorare il dessert! 
Quando i suoi genitori decidono di vendere il vecchio castello di famiglia, Malvina pensa subito: "Non se ne parla proprio!"
Con grande intuito, abilità e una buona dose di coraggio, insieme al suo amico Tom si butterà a capofitto in un'avventura mozzafiato pur di salvare il castello di Moorwood. 
Tra mille peripezie non solo s'imbatterà in un autentico fantasma e in una vecchia maledizione di famiglia, ma anche in una pergamena misteriosa che nasconde un tesoro molto promettente...

Recensione:
Come vi accennavo nell'introduzione di questo post, per rituffarmi nel mondo dei libri ho scelto il primo capitolo della serie dedicata a Malvina Moorwood, una vivace e intraprendente ragazzina di undici anni, che vive con la sua strampalata famiglia nella dependance di un antichissimo castello in rovina.

La copertina è stupenda e mi ha incuriosita subito, l'edizione è curatissima e illustrata con le simpaticissime tavole in bianco e nero di Julia Christians, e la trama l'ho subito trovata affascinante.
Sapete quanto mi piacciano le storie ambientate in luoghi solitari e decadenti...

Be' se anche voi, come me, amate i libri dove avventura e mistero fanno da padroni "Malvina Moorwood. Il mistero del castello" fa proprio per voi, perché pur essendo un libro molto leggero e divertente, per ragazzi, vi terrà per tutto il tempo incollati alle pagine, seguendo le vicende della protagonista che si ribella alla decisone della famiglia di vendere l'antico castello di famiglia.
Vi chiederete per tutto il tempo: come riuscirà Malvina a ribaltare la sorte di Moorwood Castle?

Ma facciamo un passettino indietro, ovvero perché i Moorwood vogliono sbarazzarsi del loro castello? Di quella che dovrebbe essere a tutti gli effetti la preziosa e inestimabile eredità di famiglia?
Be' perché al momento di prezioso, il vecchio maniero inglese, sembra avere ben poco.
Cade letteralmente a pezzi, le sue stanze sono suddivise in "vietate, severamente vietate e severamente vietate in modo ancora più tassativo". 
Per ristrutturarlo e riportalo agli antichi fasti servirebbe una cifra che i Moorwood non riescono neanche ad immaginare. 
Per questo la vendita è l'unica scelta da prendere in considerazione, con neanche tanta tristezza poi, infatti mentre tutti sono entusiasti di lasciarsi alle spalle quelle polverose rovine, in favore di un'appartamento ben più comodo e moderno, l'unica che non riesce a sopportare nemmeno l'idea di abbandonare il castello è Malvina.




Lei, al contrario delle vanitose gemelle Amalia e Georgina, e del fratello Tristan, ama il castello, le sue stanze segrete, i suoi misteri, persino i suoi fantasmi! E quando zia Frida le mostra quella che sembra essere una mappa del tesoro, legata ad una terribile maledizione che sembra colpire chiunque provi a  mettere la fortezza in vendita, decide che quel tesoro deve essere rinvenuto a tutti i costi, e sarà lei a farlo! 
Sarà lei ad assicurarsi che Moorwood Castle resti nelle mani dei Moorwood e di nessun altro.

Ma non farà tutto questo da sola. perché Malvina è, sì determinata e testarda, ma per risolvere rompicapi, decifrare messaggi in codice, tradurre testi in latino, la persona giusta non può essere altri che Tom, il suo migliore amico.
I due formano una coppia perfetta che si sostiene e si completa a vicenda, con qualche piccolo litigio qua e là, dovuto alle loro differenze caratteriali
Malvina è ribelle, cocciuta, curiosa, determinata. Non si lascia intimidire da niente e da nessuno e ha sempre una battuta pronta. 
Forse un'aspetto del carattere che non ho tanto apprezzato di lei e che mi ha fatto un po' storcere il naso è la sua impazienza e irascibilità.
Tom, invece è intelligente, coraggioso, razionale, leale, gentile e un po’ timido, forse anche un po' troppo sottomesso alle prepotenza dell'amica.
Due personaggi ben caratterizzati che messi insieme fanno scintille.
Anche gli altri componenti della famiglia sono simpatici e particolari, sarebbe stato bello se avessero avuto più spazio all'interno della storia.




L'ambientazione è davvero affascinante, il vecchio castello inglese con le sue stanze, le segrete, le gallerie sotterranee (e addirittura delle vere e proprie catacombe!), è l'ideale come scenario per una storia di segreti,  maledizioni, fantasmi e tesori nascosti.

Il libro è un mix perfetto di avventura, mistero e humor. E' scritto in modo fluido e coinvolgente, con un linguaggio semplice, ma ricco di immagini e descrizioni. 
Il ritmo è serrato e le scene si susseguono con colpi di scena e momenti di suspense. 
Il tono è leggero e divertente, ma anche emozionante e drammatico quando serve.

In conclusione, vi consiglio di leggere questo libro se vi piacciono le storie avventurose, misteriose e divertenti, con dei personaggi simpatici e originali. Vi assicuro che non ve ne pentirete!
Io ora sono curiosissima di leggere il secondo capitolo della serie e ho appena visto che ne esiste anche un terzo! Spero arrivi anche questo presto da noi, sono convinta che per i ragazzi servano più storie così.

Spero che questa recensione vi sia piaciuta e vi abbia invogliato a leggere il libro. 
Fatemi sapere nei commenti cosa ne pensate e se avete già letto o vorreste leggere “Malvina Moorwood. Il mistero del castello”.
 A presto!

 il mio voto per questo libro






giovedì 13 aprile 2023

Review Party - Recensione in anteprima: “La custode di parole” di Alric Twice e Jennifer Twice

Titolo: La custode di parole
Titolo originale: La Passeuse de mots
Autore: Alric Twice e Jennifer Twice
Editore: Mondadori
Data di pubblicazione: 4 Aprile 2023
Pagine: 540
Prezzo: 21,90 €


Salve avventori, oggi vi parlo di un titolo in anteprima, che ho avuto modo di leggere termite la partecipazione al relativo Review Party.
Trattasi del libro "La custode di parole", edito Mondadori, scritto a quattro mani dai fratelli francesi Alric Twice e Jennifer Twice.
Il libro è solo il primo della trilogia fantasy dedicata al potere delle parole.
Vediamo insieme la mia opinione a riguardo, e se avrò o meno la voglia e la curiosità di proseguire con la lettura della saga...
Voi ne avete già sentito parlare? Vi siete fatti una vostra opinione a riguardo?
Aspetto i vostri commenti e vi invito a leggere le recensioni delle mie colleghe... ovviamente dopo aver letto la mia! 😆



Trama:
«Non ho mai visto nessuno amare le parole come te. E quando dico "amare"' parlo di vero amore. Tu parli ai libri. Ma è ora che tu scopra il mondo fuori dalle pagine, che lo guardi con i tuoi occhi. Parti all'avventura. Il mondo ti aspetta a braccia aperte. Ma per questo dovrai spiccare il volo, assumerti dei rischi. Staccati da ciò che ti trattiene. Trova la tua strada, non solo quella che vogliono scrivere per te»

Recensione:
Ho letto questo libro in anteprima, dunque l’ho iniziato letteralmente a scatola chiusa, attirata dalla  bellissima copertina che, come potete ben vedere, cattura immediatamente l'attenzione e sa di amore per i libri, incanto e magia *-*
Fatta eccezione per le poche frasi presenti come sinossi (quelle che potete visionare nella sezione "Trama" di questa recensione, e che non dicono poi molto sul contenuto della storia) e l’età di lettura (12 anni - assolutamente inadeguata), non sapevo altro.

Quello che mi aspettavo di trovare? Una dolce favola per ragazzi, colma di storie, paesaggi incantevoli e messaggi che fanno bene al cuore.
Be' dopo un prologo spiazzante, che mi ha fatto temere il peggio, è cominciata la storia che pareva avere le buone premesse per rispondere all’idea che di essa mi ero fatta.
Arya ha diciannove anni, e vive con la sua famiglia a Hélianthe, capitale di Hélios.
La sua vita scorre serena e placida da sempre. Non è mai uscita dal regno, ma attraverso i libri, suoi inseparabili amici, ha viaggiato in mille storie e vissuto mille vite. 
Da non dimenticare, poi, la sua passione per i pasticcini e il loro inebriante profumo, odore che riempie da sempre la sua casa di amore e dolcezza.
Sua madre, infatti, è la spettabile pasticcera che serve l’intero regno, comprese le rinomate cucine reali, e i dolci sono, per lei, il modo per far sentire amata e coccolata la sua famiglia.
Arya l’aiuta spesso e volentieri e, soprattutto in occasione di festa, il suo supporto è indispensabile. 
E a proposito di festeggiamenti, oltre ad essere imminente il suo compleanno, una festa ben più importante interessa il regno di Hélios, che si appresta a uno degli eventi più importanti della sua storia, ovvero l'anniversario del Trattato Galizia, che sancisce le regole affinché magici e non magici vivano serenamente senza prevaricare gli uni sugli altri.
Ma questo Trattato, pur avendo generato la pace nel Regno per oltre un ventennio, come ogni cosa, non mette d'accordo tutti.
Animi e voci di protesta sembrano farsi sempre più vivi di anno in anno, c'è chi afferma infatti che questo Trattato abbia solo limitato la libertà dei magici di esprimere se stessi. Tuttavia le rivolte sembrano essere isolate e pacifiche, almeno questo è quello che sembra...
Il giorno della Cerimonia del Trattato, infatti, qualcosa di terribile manda la vita di tutta Hélios in frantumi, e Arya si ritrova così nella solitudine e nella disperazione a osservare inerme il suo mondo distrutto. Ed è quando è ormai pronta anche lei a soccombere che riceve l'incarico a cui è destinata e che le cambierà la vita per sempre:  quello della "Custode di parole"
La sua missione? Salvare il Regno, ritrovare la sua famiglia e il principe Aïdan, il minore dei tre principi, con cui ha coltivato una segreta amicizia sin dai tempi dell'infanzia.

Ma, nel suo viaggio non sarà poi così sola, al suo fianco Killian Nightbringer, ladro sbruffone dall'identità misteriosa (indossa sempre una maschera), Saren generale protettivo e paterno, e Alric una creatura detta Dhurgal che, in poche parole, sarebbe una sorta di vampiro.

Sulla storia non voglio aggiungere altro, vi dico solo che se da principio (per intenderci mi riferisco ai primi 10 capitoli di un libro che ne conta SETTANTATRÉ) mi stava piacendo abbastanza, poiché mi ricordava le vecchie fiabe, con cui siamo cresciuti, un misto tra la Bella e la Bestia e Cenerentola, con questa giovane ragazza, rinchiusa nel suo piccolo mondo dorato, ma con una grande sete di avventura e conoscenza che riesce a malapena a colmare grazie ai libri, e la sua enorme passione per i ricevimenti regali.
Poi però, purtroppo, tutto si è trasformato in qualcosa di caotico e confusionario, un fantasy mal scritto, tedioso, a tratti grottesco e raccapricciante.
Ora, il genere non è sicuramente tra i miei preferiti e questo ha influito sicuramente un tantino nello stato d'animo con cui, da un certo punto in poi, mi sono relazionata alla lettura, e questo è normale quando ti aspetti una lettura leggera e spensierata e poi ti ritrovi a leggere qualcosa che è tutto il contrario. Ma il mio giudizio, decisamente non positivo, prescinde da questo.

Ho letto un po' di fantasy nella mia vita e, anche non rientrano in quella che posso definire "la mia comfort zone", se scritti a dovere anche quelli riescono a farmi appassionare ed immergere nella storia, ma non è assolutamente questo il caso.

La scrittura dei fratelli Twice è prolissa e ridondante, colma di dialoghi infiniti, ripetitivi, noiosi e futili.
Diciamo che su quasi 600 pagine più della metà consiste in un eterno, infantile e fastidioso battibecco tra Arya e Killian, il che, inutile a dirlo, me li ha resi entrambi insopportabili.
A parte questo non c'è molto altro, i personaggi, i luoghi, il worldbuilding... tutto è abbozzato, e per nulla descritto, così come non sono approfonditi i sentimenti della protagonista.
Anche questo fantomatico potere legato alle parole, non ha poi questa grande rilevanza all'interno della storia e non ho capito quale differenza ci sia tra questa e la comune magia della quale tutti i magici sono comunemente in possesso... non è legata alle parole anche quella? Mah!
 
Nell'interminabile viaggio, che che il nostro variegato quartetto protagonista, il gruppo affronta varie tappe e molte di queste mi sono parse futili ai fini della storia, come un voler a tutti costi allungare un brodo che, piuttosto, sarebbe  stato preferibile restringere.

Inoltre l'età di lettura indicata (12 anni) è decisamente inappropriata in un libro in cui vengono descritte scene cruente, macabre, sanguinante e fisicamente esplicite.

Insomma ho fatto davvero fatica nel forzarmi a portare a temine questa lettura e, oltre alla bellissima copertina, e alle primissime pagine (dove ancora nutrivo la speranza che potesse scaturirne qualcosa di buono), non riesco a promuovere null'altro.
Voglio comunque premiare lo sforzo di aver scritto una storia complessa di quasi 600 pagine, ma anche questo, ahimè, anziché essere un punto di forza, si è rivelato l'ennesimo scoglio in cui tutte le mie buone intenzioni sono andate ad infrangersi... immaginate di dover leggere e finire un libro che non vi sta piacendo per niente e che, perdi più, vi appare (e lo è davvero!) infinito 😓
Il tipico caso in cui mettere meno carne a fuoco, meno dialoghi, meno vicende, avrebbe giovato al libro stesso e al lettore. 
Il detto "less is more" qui è più vero che mai.
Ora pensate se ho la minima voglia/intenzione di leggere i seguiti per sapere come andrà a finire la storia... no grazie!

il mio voto per questo libro