giovedì 15 ottobre 2020

Review Party - Recensione: "Enola Holmes. Il caso della dama sinistra" di Nancy Springer

Salve avventori,
il 13 ottobre è uscito il secondo volume della serie di romanzi gialli ideati da Nancy Springer, aventi come protagonista Enola Holmes, l'immaginaria sorella di Sherlock.
E per l'occasione, assieme ad altre amiche bookblogger, abbiamo inaugurato nuovamente il review party dedicato che, come da programma, terminerà domani. 
Non perdetevi nessun appuntamento!
E ora, bando alle ciance, ecco qui la mia recensione di questo nuovo scoppiettante capitolo.

Titolo: Enola Holmes. Il caso della dama sinistra
Autore: Nancy Springer
Editore: DeA Planeta Libri
Data di pubblicazione: 13 ottobre 2020
Pagine: 238
Prezzo: 14,90 € 

Trama:
Sfuggire al detective più brillante del mondo sembrerebbe un'impresa persa in partenza: nessuno ha abbastanza arguzia per superare Sherlock Holmes... nessuno tranne sua sorella Enola. Che infatti non ha la minima intenzione di farsi rinchiudere in casa per diventare una signorina a modo, come vorrebbero Sherlock e Mycroft. 
Del resto, Enola se la cava benissimo da sola. E adesso che ha iniziato a lavorare presso lo studio del dottor Ragostin, illustre, seppur fittizio, detective di Londra, sa di aver trovato la sua strada. 
È proprio qui che per la prima volta sente parlare di lady Cecily. Bellissima e corteggiatissima giovane che, dal giorno alla notte, svanisce misteriosamente nel nulla. Che si tratti di fuga d'amore? O peggio... di omicidio? 
Le tracce sono indecifrabili, le strade di Londra insicure, Scotland Yard brancola nel buio. Enola però non si perde d'animo: è pronta a prendere in mano le indagini e infrangere tutte le regole, pur di risolvere il caso. Sempre che questo non la trasformi nella prossima vittima... 

Recensione:
Avevamo lasciato la nostra Enola nella città di Londra, pronta a progettare il suo nuovo futuro. Dopo aver risolto il caso della scomparsa del giovane marchese di Tewksbury, e aver ricevuto vaghe notizie sulla seconda vita della madre Eudoria, la ragazzina ora è pronta ad iniziare la carriera da perditoriana scientifica, che altro non sarebbe se non un modo arcaico per indicare chi trova, seguendo rigorosamente un metodo analitico e razionale, ciò che è perduto... in altre parole un'investigatrice privata. 
Per realizzare il suo ambizioso progetto, la piccola di casa Holmes si vede costretta a fingersi Ivy Meshle, l'appariscente segretaria assunta nello studio dell'esperto Leslie Ragostin, specializzato in sparizioni, almeno sulla carta. Perché nella realtà il dottor Ragostin non esiste, se non nell'immaginazione dell'astuta Enola.
Ma questo non è l'unico travestimento da lei adoperato: nel corso delle notti, la quattordicenne, bramosa di libertà e avventura, ed animata dalla voglia di rendersi utile, si trasforma nella "sorella delle strade" che si aggira, con il suo abito nero ed il velo, per le viuzze colme di disperazione dell'East End, pronta a fornire cibo, coperte, aiuto e conforto ai mendicanti e agli straccioni di quei quartieri bui e malfamati.
Ed è proprio in una di quelle notti che la nostra Enola si imbatte in un losco figuro che, senza nessun motivo apparente, la segue di soppiatto e la aggredisce di spalle, tentando di strangolarla, per mezzo di una rudimentale garrota.
 
Se ero abituata al dolore fisico – da bambina ero caduta abbastanza spesso dalla bicicletta, da cavallo, dagli alberi – non lo ero affatto a essere ferita da un altro essere umano in maniera così gratuita. 
Non era solo il mal di gola a impedirmi di ingoiare le zuppe e le gelatine offertemi dalla signora Tupper. Era la cattiveria insita in ciò che mi era accaduto a farmi stare male. 
La cattiveria e la scorrettezza… no, scorrettezza era troppo poco. 
Era una… una malvagità a cui non riuscivo ancora a dare un nome.

Chi è questo criminale che è stato ad un passo dall'ucciderla, e ora tenta di seminare orrore e morte nel cuore della capitale?
Come se non bastasse, a questo quesito se ne aggiunge ben presto un altro, quando casualmente la nostra protagonista viene a conoscenza della scomparsa di una ragazza dell'alta società, Lady Cecily, figlia di Sir Eustace Alistair.
Questa può essere la sua grande occasione, il suo primo vero incarico da perditoriana, il modo più appropriato per dimostrare ai fratelli Sherlock e Mycroft che si sbagliano sul suo conto. 
Che sia fuggita volontariamente o che sia stata rapita e versi in una situazione di estremo pericolo, non importa: Lady Cecily è lì fuori da qualche parte, e scovare il suo nascondiglio sarà la sua missione segreta.
Per farlo la machiavellica Enola non si risparmierà affatto: tra ingegnosi camuffamenti e veloci cambi d'abito, passaggi segreti, armi nascoste, interrogatori ufficiosi, brillanti intuizioni e fughe rocambolesche, l'aspirante detective arriverà a risolvere il mistero della scomparsa della giovane dama, e non solo quello.
Una trama avvincente e ricca di colpi di scena, un'ambientazione lugubre, oscura ed inospitale, ed una protagonista intelligente, caparbia e ribelle, un vero esempio di emancipazione femminile, ai tempi in cui alle donne era concesso poco o niente. 
Un bellissimo modello per le ragazze di oggi, in quanto Enola, pagina dopo pagina, dimostra di sapersela cavare egregiamente, sfruttando appieno le sue doti, l'intuito e le capacità di ragionamento. Lei, grazie al coraggio e alla tenacia, conferma la tesi che le damigelle in pericolo non hanno davvero bisogno di un nobile cavaliere che arrivi a salvarle, perché sono in grado di prendere in mano le redini della loro vita, e decidere da sole del loro futuro.
Ma la storia narrata da Nancy Springer, per quanto geniale, non si riduce solo a questo: è anche la cronaca di un dissidio familiare, con una madre, Eudoria, in fuga ed in cerca della sua libertà; due fratelli, Mycroft e Sherlock, molto diversi ma accomunati dalla forte razionalità, dagli inossidabili preconcetti e dalla prontezza d'ingegno; e la piccola di casa, indipendente e fiera, disposta a tutto pur di seguire le orme della donna che l'ha partorita.

Cosa mi avrebbe detto mia madre se fosse stata qui? 
Era del tutto prevedibile: «Te la caverai molto bene da sola, Enola». 
Un’affermazione che avevo sempre accolto come una specie di complimento. 
Ma quel giorno, con il mal di gola esacerbato dal groppo che vi si era formato, realizzai con un dolore improvviso che volevo… volevo qualcosa. O qualcuno. 
Non volevo più essere sola. 
Enola, sola, con nessuno al mio fianco. Con nessuno in cui confidare. 
Con nessuno che mi consolasse.

E parlando degli Holmes, in questo capitolo, avremo modo di conoscere meglio, oltre alla protagonista, anche Sherlock. Entreremo pian piano nel suo mondo, fatto di strane abitudini e travestimenti, incontreremo il suo fedele amico, John Watson, e avremo pieno accesso al suo cuore, e alle inaspettate emozioni che, la fuga dell'indipendente sorellina, ha scatenato in lui.
Ma questa avventura, fatta di pericoli e misteri, ci renderà anche più consapevoli della fragilità della tosta Enola, così divisa tra la voglia di rivalsa ed il bisogno di non essere più sola, tra il desiderio di riabbracciare la madre e la necessità di dimostrare ai fratelli il proprio valore, tra l'importanza di essere libera e la mancanza di casa.
In conclusione "Enola Holmes. Il caso della dama sinistra" è un libro che si legge tutto d'un fiato, che ti trascina tra le spire della trama, e che ti spinge a parteggiare per quella giovane donna che non vuole altro se non la possibilità di essere pienamente se stessa, senza restrizioni, senza pregiudizi e senza vincoli e catene.

Ringrazio la casa editrice DeA Planeta per avermi fornito una copia del romanzo

il mio voto per questo libro

mercoledì 14 ottobre 2020

Review Party - Recensione: "Le cose che ho capito di te" di Cary Fagan

Titolo: Le cose che ho capito di te
Titolo originale: The Collected Works Of Gretchen Oyster
Autore: Cary Fagan
Editore: Rizzoli
Data di pubblicazione: 1 settembre 2020
Pagine: 176
Prezzo: 16,00 €

Trama:
L’ultimo anno di scuola media non è dei più facili. Soprattutto se, come Hartley Staples, devi fare i conti con un fratello scappato da casa, una famiglia sconvolta e un progetto di fine anno in cui non hai nessuna voglia di impegnarti. 
Un giorno, fra i libri della biblioteca, Hartley trova una cartolina fatta a mano, un collage di figure e parole firmato g.o. Presto ne scopre una seconda. E una terza. 
Ma chi è g.o.? E perché dissemina i suoi lavori in giro per la città? Quando ormai credeva di aver perso interesse in ogni cosa, Hartley si ritrova coinvolto in un’irresistibile caccia al tesoro. 
Accetta la sfida e, una cartolina dopo l’altra, compone i pezzi di una storia che sembra tanto simile alla sua e impara a conoscere una voce, quella di g.o., che chiede solo di essere ascoltata, e forse proprio da lui.

Recensione:
Hartley Staples è un ragazzo come tanti, non è un supereroe, non ha particolari abilità, ma è solo un normalissimo studente alle prese con l'ultimo anno di scuola media. Eppure mentre i compagni di classe guardano con trepidazione ed entusiasmo al loro prossimo futuro pieno di novità, lui non riesce a venir fuori dal limbo in cui è precipitato nove mesi prima, a causa della fuga volontaria del fratello maggiore Jackson.
Da allora nulla è stato come prima, tra la famiglia che fatica a stare a galla ma si ostina a continuare la vita di sempre, all'amico Zack che, da quel momento, ha inspiegabilmente rotto ogni rapporto con lui, sino agli insegnanti che si mostrano fin troppo compassionevoli ed indulgenti di fronte alle sue defezioni.
Hartley ha bisogno di qualcosa, di un ritorno alla normalità, o forse di un mutamento improvviso, un cambio di marcia che gli impedisca di pensare a cosa non va nella sua vita.
E questa novità arriva inaspettatamente, in un giorno qualunque, sotto forma di una cartolina colorata nascosta tra gli scaffali della biblioteca mobile di Whirton.
L'immagine, che associa un'enigmatica frase a dei disegni onirici e surreali, porta la firma di un misterioso g.o., e colpisce la mente del nostro protagonista come una sferzata di acqua gelida in pieno viso.
Chi è g.o? E cosa vuole dire con quella e le altre cartoline numerate sparse per la città?
Da questo momento in poi, la storia di Hartley, narrata in prima persona come fosse una confidenza sussurrata, si intreccia con quella di g.o., differente, ma non per questo meno sofferta.
Perché, per quanto ogni persona sia diversa a suo modo, per quanto ognuna porti su di sé il peso delle sue scelte, degli errori, o semplicemente della fatalità del destino, ciò non toglie che si è tutti sulla stessa barca, in balìa delle onde impetuose e delle nuvole grigie e gonfie, cariche di pioggia e di dolore.

Vi siete mai svegliati con la sensazione che il destino vi sia avverso? 
Intendo dire che non siete ancora abbastanza svegli da sapere che giorno è, ma sentite già che sarebbe uno sbaglio aprire gli occhi. 
E se li apriste, vedreste una di quelle scimitarre affilate di Aladdin che vi roteano proprio sopra la testa. 
Mi sono costretto ad aprire gli occhi lo stesso.

Apparentemente Hartley e g.o non potrebbero essere più distanti, per i gusti, l'aspetto fisico, gli hobbies, e la vita che conducono, eppure ad unirli vi è la solitudine, il bisogno di essere ascoltati e, non ultimo, le cartoline che, se per il suo misterioso autore o autrice, sono una valvola di sfogo, un mezzo per dare voce ai pensieri più intimi, per l'osservatore rappresentano un segreto da custodire come un tesoro, qualcosa di unico, vero e speciale.
Il ragazzo di casa Staples non si sente capito da chi gli è attorno, e forse neppure da se stesso, eppure nei messaggi criptici di g.o. arriva a riconoscersi, come se quelle frasi avessero inspiegabilmente il potere di dar voce alla sua mente, o a ciò che nasconde nel cuore.
Una scialuppa arrivata a salvarlo, a dirgli non sei solo, facciamo tutti fatica a stare al mondo, non è facile neanche per me.

Nella mia stanza, ho acceso la lampada sulla scrivania e ho posato la cartolina sul piano. 
Mi piaceva il modo in cui le due persone si muovevano nell'aria. 
Ho letto le parole. A volte mi sentivo così, come se io e tutti gli altri nel mondo andassimo in direzioni diverse. Ma forse tutti si sentivano così ogni tanto. 
Forse era proprio così che si sentiva Jackson.

Una storia dolce e delicata, che ha tra i suoi punti di forza la spontaneità delle sue voci narranti e la normalità degli eventi narrati.
E soprattutto un libro che, senza calcare la mano e con estrema sensibilità, affronta anche tematiche importanti quali possono essere la perdita di una persona cara, il senso di colpa, il bullismo, la mancanza di prospettive, i disturbi mentali, la depressione e la solitudine.
Se molti di questi argomenti vengono esplicitati in modo inequivocabile, altri sono appena accennati, si allude ad essi con discrezione, facendo appello al non detto.
E parlando di temi, sicuramente la forza motrice della trama è la scomparsa di Jackson, sedicenne inquieto, primogenito degli Staples, fratello di Hartley e del piccolo George, e gemello della spigolosa Heather. È lui, con la sua fuga, a rompere l'equilibrio, nel nucleo familiare e non solo. 
Attraverso lo sguardo attento di Hartley, noi lettori abbiamo modo di osservare come gli abitanti di quella casa si pongano in maniera diversa di fronte a quell'evento: dai genitori, evidentemente scossi e travolti dal senso di colpa, che si sforzano di dare agli altri figli una parvenza di normalità; a Heather che si sente tradita e abbandonata al punto da ricorrere ad una psicologa; al nostro narratore che fatica a trovare un senso a quella scelta e si chiede se in qualche modo lui ne è responsabile; sino all'innocente piccolo di casa, pressoché ignaro di tutto.
E che dire poi di Jackson?
Di lui sappiamo poco, eppure ci sembra più di un giovane ribelle ed irresponsabile. Sin da piccolo pare vittima del suo temperamento, degli sbalzi d'umore, del bisogno di libertà e della refrattarietà alle regole. È un anima selvatica, a cui la vita di paese sta troppo stretta, che cerca di fuggire da tutti e forse anche da sé.
Poi ovviamente nella storia, trattandosi pur sempre della confessione di Hartley, si inseriscono le naturali dinamiche della quotidianità di un ragazzino delle medie, i problemi con gli amici ed in particolare l'improvviso distacco con il compagno di classe Zack Mirani, i compiti scolastici, i rapporti con gli insegnanti e via dicendo.
Non mancano poi i personaggi bizzarri, come Mrs. Scheer la bibliotecaria, la professoressa Gorham, la stessa figura di g.o (a cui saranno dedicati brevi capitoli), come anche aneddoti interessanti, tra cui quello inerente alla nascita della biblioteca mobile.
In realtà tutto il libro può vantare l'uso di una voce autoironica capace di alleggerire anche i momenti meno lieti.
In conclusione Cary Fagan ha dato vita ad una storia semplice ma speciale, che splende grazie ad un protagonista autentico, gentile e comprensivo, e riesce a ritrarre la fragilità adolescenziale e la difficoltà dei ragazzi nel fronteggiare avvenimenti imprevisti e spiacevoli. Un romanzo però che, oltre a delineare le avversità della crescita, si fa anche portavoce di un messaggio di speranza, e ci fa capire come persino un piccolo gesto d'affetto o una parola gentile possono fare la differenza, e dare agli eventi una svolta inaspettata.

Ringrazio la casa editrice Rizzoli per avermi fornito una copia cartacea del romanzo

il mio voto per questo libro

martedì 13 ottobre 2020

Review Party - Recensione in anteprima: “Le diecimila Porte di January" di Alix E. Harrow


Salve avventori! 
Oggi, in tutte le librerie potrete trovare questo straordinario fantasy, in bilico tra avventura e fantascienza, e proprio in occasione di questa uscita ho organizzato Review Party, assieme alle colleghe che trovate citate nel banner. 
Vi invito a visitare anche i loro blog per conoscere la loro opinione su   “Le diecimila Porte" di Alix E. Harrow.
Colgo l'occasione per ringraziare la Mondadori per avermi omaggiato di una copia del volume.

Titolo: Le diecimila Porte di January
Titolo originale: The Ten Thousand Doors of January
Autore: Alix E. Harrow
Editore: Mondadori
Data di pubblicazione: 13 ottobre 2020
Pagine: 396
Prezzo: 20,00 € 

Trama:
Estate 1901. Un’antica dimora nel Vermont, piena di cose preziose e sorprendenti. La più peculiare è forse January Scaller, che vive nella casa sotto la tutela del facoltoso signor Locke. Peculiare e atipica, almeno, è come si sente lei: al pari dei vari manufatti che decorano la magione è infatti ben custodita, ampiamente ignorata, e soprattutto fuori posto.
Suo padre lavora per Locke, va in giro per il mondo a raccogliere oggetti “di un valore singolare e unico”, e per lunghi mesi la ragazzina rimane nella villa ridondante di reperti e stranezze, rifugiandosi nelle storie. È così che, a sette anni, January trova una porta. Anzi, una Porta, attraverso cui si accede a mondi incantati che profumano di sabbia, di antico e di avventura. 
Sciocchezze da bambini. Fantasie assurde, le dice il signor Locke. E January si impegna con tutta se stessa per rinunciare a quei sogni di mari d’argento e città tinte di bianco. Per diventare grande, insomma.
Fino al giorno in cui, ormai adolescente, non trova uno strano libriccino rilegato in pelle, con gli angoli consumati e il titolo stampigliato in oro semi-consunto: LE DIECIM POR. Un libro che ha l’aroma di cannella e carbone, catacombe e terra argillosa. E che porta il conforto di storie meravigliose nel momento in cui January viene a sapere che il padre è disperso da mesi. Probabilmente morto. Così la ragazza si tuffa in quella lettura che riaccende il turbine di sogni irrealizzabili. Ma lo sono davvero? Forse basta avere il coraggio di inseguirli, quei sogni, per farli diventare realtà. Perché pagina dopo pagina January si accorge che la vicenda narrata sembra essere indissolubilmente legata a lei.

Recensione:
Se avete letto la trama di questo libro, sapete già tutto quello che vi occorre sapere per immergervi in questa meravigliosa e sorprendente avventura che vede January Scaller come protagonista.
La conosciamo che è ancora una bambina dalla vita non troppo felice, vive in una gabbia che sì, è d'oro, ma è pur sempre una gabbia, e probabilmente, fino ad una certa età, non sembra neanche rendersene conto.
Il suo papà è sempre in viaggio per conto del signor Locke, un uomo molto ricco e facoltoso collezionista di tesori, a cui January e suo padre devono tutto.
L’uomo è a tutti gli effetti l’unica persona che la piccola conosce, l’unico che si prende effettivamente cura di lei, pensando al suo benessere, alla sua istruzione, portandola in giro per il mondo, comprandole bei vestiti e regalandole doni insoliti e libri e storie in cui potersi rifugiare. Quindi, come può January ribellarsi a lui e ai suoi voleri?
Come può dopo tanta generosità mostrarsi altro, se non una bambina devota e ben educata?
Così, anche se ogni tanto il suo piccolo mondo dorato le sta stretto, se spesso e volentieri non si sente altro che l’ennesimo ninnolo da mostrare, l’ennesimo, e forse il più prezioso, oggetto di un'infinita collezione, January fa la brava e resta silenziosamente al suo posto, accontentandosi di quei pochi momenti, e di quei sparuti gesti che le sembrano dimostrazioni di affetto, le uniche che conosce.

In quello che sembra un pomeriggio come un altro, in cui la bambina di sette anni ha, come spesso avviene, accompagnato il suo tutore in uno dei suoi viaggi - questa volta a Ninley, nel Kentucky - succede qualcosa che cambierà per sempre la sua vita.
Durante una piccola fuga dalle regole e dagli occhi costantemente puntati addosso, si ritrova in un campo abbandonato e mai falciato, sotto un cielo così azzurro da ricordarle delle vecchie mattonelle di ceramica, e lì, nel bel mezzo del nulla, scopre una misteriosa Porta blu, eretta solitaria su quel campo brullo.
Una Porta che non porta da nessuna parte, ma solo apparentemente, perché attraversandola, la piccola si ritrova catapultata in un mondo totalmente diverso dal suo, un mondo che sa di mare, spezie e avventura, un mondo che riscompare varcando la soglia e che per anni non potrà mai più rivedere.
La ragazzina, da brava bambina qual è sempre stata, racconta tutto al signor Locke che, in tutta risposta, le vieta di indugiare ancora in quelle sciocche e inutili fantasie, e quasi spaventato da lei, la rinchiude in una prigione anche più piccola, con maggiori regole e divieti.
Da quel giorno gli anni passano, anni in cui January ha davvero messo da parte i sogni sulle avventure e sui mondi misteriosi, anche se nel suo cuore c’è sempre quel posto riservato a quella meravigliosa Porta blu, a quel fantastico affaccio su mondi sconosciuti e lontani, fino a che, ormai diciassettenne, trova un vecchio libro dal titolo consunto “Le diecimila Por” e January vi si tuffa nella lettura appena ha un momento libero, scoprendo una storia fatta di avventure, misteri, sogni, delusioni, viaggi e amore, ma soprattutto una storia che conferma l’esistenza di quelle Porte. 
Magici portali attraverso i quali è possibile raggiungere mondi estranei, lontani, ostili o ospitali semplicemente varcandone la soglia.
E in quelle pagine January troverà anche la storia di Adelaide Lee Larson, detta Addie, e di Yule Ian Scholar, del loro incontro voluto dal destino, grazie ad una Porta molto simile alla sua...
E se quelle Porte, oltre alla libertà, le permettessero di ritrovare suo padre? Forse l'uomo non è morto come il signor Locke le ha raccontato, forse anche suo padre conosce il segreto delle Porte. E se ne avesse varcata una anche lui?

Quella raccontata in queste pagine è una storia tutta da scoprire. Un libro che al suo interno contiene davvero di tutto: avventura, segreti, ingiustizie, crudeltà e amore.
Una storia coinvolgete e appassionante, protagonisti complessi a cui è facile affezionarsi, ma con i quali è anche altrettanto facile arrabbiarsi.
Vi anticipo che proverete molto affetto per January, ma allo stesso tempo vi saranno molti momenti in cui avrete voglia di urlargliene quattro!
Però questo è forse anche uno dei motivi per cui questo libro mi ha tenuta così tanto incollata alle sue pagine, d'altronde le storie più belle sono quelle che ci coinvolgono così tanto da immedesimarci e spingerci a parteggiare appassionatamente per i nostri beniamini.
Ho chiuso queste pagine con tanta nostalgia per tutti mondi che non ho potuto visitare, per le Porte lasciate socchiuse che sono ancora là, tutte da spalancare, per le emozioni e la commozione che January e la sua straordinaria storia mi hanno saputo regalare.

Considerazioni:
Come sarebbe bello poter viaggiare in mondi diversi solo varcando una soglia?
Come sarebbe entusiasmante abbracciare nuove culture, scoprire nuovi posti, e renderci effettivamente conto di quanto siamo piccoli nell'universo, di quanta meraviglia ci stiamo perdendo o anche solo quanto siamo fortunati a vivere in un mondo, piuttosto che in un altro.
January è una persona speciale, e il suo tutore, il signor Locke, amante delle cose rare e preziose lo sa benissimo.
E lo è non solo per la sua carnagione rossastra, unica nel suo genere, ma per il suo passato e le sue straordinarie capacità, qualità che lei stessa ignora di possedere.
Ma a causa della sua unicità January si è sempre sentita fuori posto, osservata da tutti, guardata con sospetto. Dietro alle sue spalle ha sempre sentito i bisbigli e i sussurri, e nel profondo ha sempre saputo che veniva trattata bene dai bianchi solo perché un bianco era il suo tutore. Come sarebbe stata la sua vita altrimenti?
C’era nel mondo qualcun altro come lei? E come mai non si era mai sentita nel posto giusto?

Nel libro “Le diecimila Por” January legge la storia di Addie e Yule.
Anche Addie, come lei, non si era mai sentita nel posto giusto, seppure vi fosse nata e vi appartenesse. Una ragazzina bianca come la neve, dai capelli color dell’oro, che in un giorno di autunno vide un misterioso ragazzo dall'aria sperduta, carnagione scura, tatuaggi sulle braccia, e vestiti stravaganti, comparire dal nulla e venire infreddolito verso di lei.
Fu Yule a raccontarle del suo mondo fatto di sole, mare, sale e spezie, un mondo dove i neri non venivano visti come schiavi, un mondo totalmente diverso dal suo.

Come sarebbe bello varcare una soglia e scegliere il mondo più adatto a noi, quello che più ci aggrada o, semplicemente, avere la possibilità di viaggiare e scoprirne tantissimi, o come purtroppo capita a Addie e Yule viaggiare per anni, per decine di mondi, solo nella speranza di ritrovarsi.

Ma, come in ogni buon libro di avventura che si rispetti, anche qui, oltre ai buoni sentimenti, all'amore e all'amicizia, ci sono anche le avversità, la cattiveria e la crudeltà di persone, o meglio dire di un’organizzazione, pronta a tutto pur di ottenere ciò che vuole.

L’artefice di tutti i guai dei nostri protagonisti, almeno per quanto mi riguarda, era evidente e lapalissiano sin dall'inizio, giusto per dire che non c’è stato alcun ho colpo di scena della rivelazione finale.
Però ho amato il percorso. La storia della mamma e del papà di January, il passato della povera Jane, l’amicizia di Samuel Zappia, la fedeltà del dolcissimo cagnolone Bad, per la sorte del quale ho temuto fino all'ultimo secondo.
E January, la piccola January, che più di una volta mi ha fatto infuriare. Non vi nego che più di una volta (leggi anche per la maggior parte del libro), avrei voluto avere una Porta solo per entrare nel romanzo, prendere January per le spalle e dirle “ma cosa faiii???”
Ecco, a onor del vero, devo aggiungere che alla fine si scoprirà anche il perché di molte azioni sciocche della protagonista ma, ahimè, molte sono proprio farina del suo sacco! XD

Ora, considerazioni caratteriali a parte, ho davvero amato questa storia che mi ha saputo coinvolgere sin dalle prime pagine.
Ammetto di aver trovato un pochino pesanti i primissimi capitoli del libro “Le diecimila Por” ovvero quello che January trova in uno scrigno e al quale subito si appassiona, be’ io ci ho messo un pochino di più ad appassionarmi, ma da un certo punto in poi, anche per me quella lettura è diventata coinvolgente e avvincente, forse anche più della storia principale.
E, a fine libro, è stato davvero un peccato abbandonare i protagonisti, avrei voluto restare ancora un pochino con loro, vederli godere del tempo perduto, o salpare insieme verso nuove entusiasmanti avventure.

Ringrazio Mondadori per avermi omaggiato di una copia di questo libro

il mio voto per questo libro

martedì 6 ottobre 2020

Review Party - Recensione: "La gita del terrore" di Katherine Arden


Salve avventori!
Oggi, in occasione del review party, a cui ho il piacere di partecipare, vi lascio la recensione del libro "La gita del terrore" di Katherine Arden, edito Mondadori, e acquistabile a partire da oggi!

Titolo: La gita del terrore
Titolo originale: Small Spaces
Autore: Katherine Arden
Editore: Mondadori
Data di pubblicazione: 6 ottobre 2020
Pagine: 188
Prezzo: 16,00 € 

Trama:
Ollie ha undici anni, e da quando la sua geniale e avventurosa mamma non c'è più, si sente sempre un po' fuori posto nel mondo. Il suo unico rifugio è la lettura. Così, quando vede una sconosciuta che sta per gettare un piccolo libro nero nel torrente, d'impulso decide di salvarlo: glielo ruba e scappa via. 
In una notte di pioggia e vento inizia a leggere l'inquietante storia di un amore e di un patto maledetto, racchiusa tra le pagine del misterioso libriccino. Il giorno dopo scopre che la meta della gita di classe è proprio la fattoria del racconto, un luogo che esiste davvero e che rivelerà un passato di misteri e sparizioni inspiegabili. Durante il viaggio di ritorno dalla fattoria il pullmino sul quale viaggiano Ollie e i suoi compagni si ferma... 
Mentre cala il buio e si alza una strana nebbia, sull'orologio rotto di Ollie, un ricordo della mamma, compaiono un conto alla rovescia e un messaggio inequivocabile: via!

Recensione:
Alzi la mano chi, da ragazzino, non ha letto storie dell'orrore! 
Quante volte vi sarà capitato, di rifugiarvi sotto le coperte, mentre fuori infuriava la tempesta, in compagnia di un racconto da pelle d'oca. Fantasmi, streghe, zombie, mostri e vampiri: quali di questi personaggi popolava i vostri incubi?
Ebbene, il libro di cui vi parlo oggi mi ha riportato un po' indietro nel tempo, ai gloriosi giorni in cui la serie "Piccoli Brividi" di R.L. Stine era al centro delle chiacchiere e degli scambi con i compagni di banco. Con questa leggendaria e acclamatissima saga, l'opera di Katherine Arden ha più di un punto in comune.
Prima di tutto i protagonisti: tre undicenni che, apparentemente, hanno ben poco da spartire ma che, a causa di un misterioso e pericoloso nemico, si ritroveranno ad unire le forze, a combattere insieme, e a riscoprire più somiglianze di quante immaginino.
E poi l'atmosfera! Un pullman carico di studenti disperso nel nulla, un enorme campo di grano disseminato di inquietanti spaventapasseri, una notte buia e tempestosa, e una tanto solitaria quanto decadente fattoria in lontananza.

C'è sempre una qualche storia di fantasmi. Che ci piaccia a no. 
Ovunque tu vada in questo enorme, terribile mondo meraviglioso, troverai sempre una storia di fantasmi ad aspettarti. A volte inventata, a volte no.

La storia ha inizio con la piccola Ollie Adler che, dopo aver perso la mamma, a causa di un tragico incidente, fatica a trovare il suo equilibrio. Il mondo che dapprima amava, e che le regalava giornate di avventure e spericolate escursioni, ora non le interessa più. 
Per lei c'è solo il vuoto, ed il ricordo di ciò che era, fatta eccezione per l'amato e affettuoso papà che, con dolci parole e gustosi manicaretti, continua pazientemente a prendersi cura di lei.
Poi un giorno, mentre cerca di sfuggire ai problemi di scuola, si imbatte in una donna disperata ed in un misterioso libriccino nero. Al suo interno un'enigmatica storia che parla di Jonathan e Caleb Webster, due fratelli in competizione per il cuore di una giovane donzella, e di un patto inviolabile con un uomo sorridente, spuntato dal nulla.
Immaginate la sorpresa della nostra Olivia, quando la mattina dopo, nel mezzo della gita scolastica, si rende conto di essere giunta proprio nella fattoria di cui si narra in quel libro!
Un guasto al pullman, giusto sulla strada del ritorno, ed ecco che ha inizio l'incubo. La nebbia si alza, celando ogni via di fuga. Qualcuno sta arrivando a prenderli, ma non per portarli in salvo. 
A Ollie non resta che scappare e nascondersi, per evitare di essere presa. Con lei, fortunatamente, ci saranno due dei suoi compagni di classe, Coco e Brian, che l'aiuteranno a liberarsi dell'uomo che sorride e delle sue maledizioni.  

Poi una faccia si frappose fra lei e la sua mente. Una faccia fin troppo carina, con angelici occhi azzurri e capelli quasi rosa. Coco. Piccola. Quella con il nome stupido e i capelli ridicoli, che piangeva di continuo.
Coco era venuta a prenderla per mano, leggera come un’equilibrista su un’asse marcia e vecchia.
«Vieni, Ollie» le disse. «Forza, fai un passo. Solo uno. Non possiamo restare qui.» 
Ollie fece un passo.
Coco indietreggiò. «Ora un altro» disse.
Ollie le ubbidì. Non stava cadendo. Non sarebbe caduta. Erano gli occhi azzurri di Coco che glielo dicevano, i suoi occhi e le sue manine esili. No, mani forti, si rese conto Ollie. 
Coco non piangeva perché era debole, piangeva perché provava qualcosa. Ollie invece non piangeva perché non provava nulla, non più, non per davvero. 
Non voleva provare più nulla.

Una storia avvincente e coinvolgente, che tiene incollati alle pagine. Un'ambientazione intrigante e ricca di fascino, perfetta per il genere e per il periodo dell'anno, e dei protagonisti in cui è facile identificarsi e che, nel corso dei capitoli, subiranno una vera e propria evoluzione. 
Importante poi, a mio parere, è la forte attenzione prestata alle emozioni, in particolare all'elaborazione del lutto da parte dei componenti della famiglia Adler, e alla difficile, ma inevitabile, ricostruzione dei loro legami. Le scene che li vedono affrontare il presente con sofferenza e coraggio, come anche la descrizione della felicità passata vissuta tra le mura della casa colorata chiamata Uovo, sono particolarmente toccanti.
E ritengo che questo non sia un aspetto da sottovalutare in quanto, in considerazione del pubblico cui è rivolto, la lettura riesce a coniugare l'attrattiva del linguaggio horror ed i sentimenti e le paure della vita reale, rappresentati in questo caso da una prematura dipartita.
Ma ogni medaglia ha un dritto ed anche un rovescio, ragion per cui anche quest'opera presenta, ahimè, i suoi difetti. 
In particolare lo stratagemma del libro nero che, secondo il mio punto di vista, non è stato adeguatamente sfruttato. Ollie lo sfoglia nei primi capitoli, lasciandolo a metà, e per tutta la durata della sua disavventura, non le salta in mente di terminarlo per trovare una qualche via d'uscita. Eppure il diario e il suo contenuto avevano il pregio di esercitare un forte richiamo, creando nel lettore la curiosità di un prosieguo. 
Altra pecca è il finale, molto affrettato e lacunoso. Leggendolo si ha proprio l'impressione che l'autrice non sapesse come terminare la storia, o come uscire dalla ragnatela che aveva tessuto sino a quel momento. Ne viene quindi fuori una spiegazione parecchio imprecisa, poco convincente e soprattutto scontata. 
Ed è un vero peccato perché la trama aveva tutti gli ingredienti per riscuotere consensi sia presso i ragazzini che presso i cosiddetti diversamente giovani. Così facendo invece quella narrata ne "La gita del terrore" rimane una storia indirizzata a quella specifica fascia di età, meno avvezza ai meccanismi del genere horror. 
In conclusione un libro che, esattamente come il pullman ritratto in copertina, si ferma per strada un attimo prima dell'arrivo, ma che grazie all'atmosfera da brivido e al messaggio di collaborazione e amicizia profusi, riesce in ogni caso ad intrattenere ed emozionare. 

Ringrazio la casa editrice Mondadori per avermi fornito una copia del romanzo

il mio voto per questo libro

domenica 4 ottobre 2020

Waiting for... #19

Salve avventori!
Rieccoci con un nuovo appuntamento della rubrica "Waiting for", in cui vi sveliamo i titoli che attendiamo con grande trepidazione.



Quello di cui vi parlo oggi è un romanzo davvero speciale, non solo perché porta la firma della celebre e amatissima Fannie Flagg, ma anche, e soprattutto, perché è ambientato a Whistle Stop!
Ebbene sì, finalmente, dopo tanti anni, avremo la possibilità di ritornare nell'accogliente cittadina alla fermata del treno, e rincontrare così i nostri vecchi amici.
Da quanto si evince dalla trama di "The Wonder Boy of Whistle Stop", il protagonista stavolta sarà Bud Threadgoode, il figlio di Ruth ed Idgie che, intenzionato a fare un tuffo nel passato, ci svelerà nuovi inediti retroscena sugli abitanti di quell'amabile comunità.
Il libro uscirà negli Stati Uniti il prossimo 27 ottobre, per la casa editrice Random House Books.



Titolo:
 The Wonder Boy of Whistle Stop
Autore: Fannie Flagg
Editore: Random House
Data di pubblicazione: 27 ottobre 2020
Uscita italiana: non pervenuta
Pagine: 435
Prezzo: 29,16 €
Trama:

Bud Threadgoode è cresciuto nella vivace cittadina ferroviaria di Whistle Stop, in Alabama, con sua madre Ruth, e sua zia Idgie, amante del divertimento. 
Insieme gestivano il famoso Whistle Stop Cafe della città, noto in lungo e in largo per i suoi amichevoli, divertenti e famosi "pomodori verdi fritti". 
Ma purtroppo, quando gli scali ferroviari furono chiusi e Whistle Stop divenne una città fantasma, non rimase altro che edifici sbarrati e ricordi di un tempo più felice.
Poi un giorno Bud decide di fare un ultimo viaggio, solo per vedere dove si trovava il suo amato Whistle Stop. Così facendo, scopre nuovi amici, nuove sorprese sulla vita di Idgie e su Ninny Threadgoode, Evelyn Couch, altri amati personaggi di Flagg e sulla città stessa. Innesca anche una serie di eventi, sia toccanti che stimolanti, che cambiano la sua vita, quella di sua figlia Ruthie, e di molti altri. 
Questi eventi potrebbero essere tutti solo coincidenze? O qualcos'altro? È poi possibile tornare a casa di nuovo?

Ora non ci resta che attendere la pubblicazione italiana, sperando avvenga quanto prima. O che perlomeno avvenga.
Difatti, non so per quale strana ragione, l'ultima fatica della Flagg, di cui vi parlavo in questo precedente post, non è stata commercializzata in Italia. Il che mi pare strano, considerando che tutti i precedenti lavori dell'autrice hanno riscosso qui un enorme successo.
Mi auguro quindi, non solo che Rizzoli e Bur Rizzoli realizzino presto l'edizione italiana, con l'immancabile deliziosa copertina vintage, ma che trovino la voglia, il tempo e i mezzi, per dar vita al dimenticato "The Whole Town’s Talking", e per ristampare tutti gli altri libri della scrittrice, divenuti ormai introvabili!
E voi sapevate di questa nuova uscita?
Siete emozionati quanto me all'idea di tornare a Whistle Stop?

giovedì 1 ottobre 2020

Review Party - Recensione: “Enola Holmes. Il caso del marchese scomparso” di Nancy Springer

Titolo: Enola Holmes. Il caso del marchese scomparso
Autore: Nancy Springer
Editore: DeA Planeta Libri
Data di pubblicazione: 15 settembre 2020
Pagine: 224
Prezzo: 14,90 € 

Trama:
Enola è una quattordicenne come tante, se escludiamo il fatto che è la sorella minore di due tra gli inglesi più famosi al mondo: Mycroft e Sherlock Holmes, i quali, pur conoscendola poco, la guardano dall'alto in basso e la credono una ragazzina ignorante e incapace.
Quando però la loro madre scompare nel nulla, le cose per Enola precipitano, e i fratelli decidono di spedirla in collegio, convinti che quel posto farà di lei una docile signorina. 
Ma Enola, abituata da sempre ad essere libera ed indipendente, non ci sta a rinunciare a tutta la sua vita per obbedire a degli stupidi ordini. E se quei due sono troppo ottusi per aiutarla nella ricerca della madre, ci penserà lei a indagare.
Così, in sella alla sua bicicletta, fugge di casa e si mette in viaggio verso Londra. E se sulla strada dovesse imbattersi nello strano rapimento di un giovane marchese, be'... sarebbe l'occasione perfetta per dimostrare quanto risolvere casi sia elementare, per una Holmes! Tra intrighi, indagini e inseguimenti mozzafiato, con questo romanzo iniziano le avventure di un'eroina intelligente e caparbia, capace di farla sotto il naso dello stesso Sherlock Holmes.

Recensione:
Ho già avuto modo di parlarvi un po’ di questo libro indicandovi i 5 motivi per cui dovreste leggerlo, ma per non anticiparvi troppo, ho evitato di approfondire alcuni aspetti importanti della storia, di cui invece vi parlerò adesso.
Siamo a Ferndell Hall, nella tenuta di famiglia degli Holmes ed è il giorno del quattordicesimo compleanno di Enola, la piccola di casa.
Poco dopo la sveglia, la ragazza riceve dalla domestica i doni che sua madre le ha lasciato per il compleanno: un kit da disegno, un librone intitolato “Il significato dei fiori”, e un libriccino, molto più piccolo, sui messaggi in codice.
Tre regali molto apprezzati, certo, ma ciò che Enola vorrebbe di più, non solo in quel giorno, ma in tutti gli altri dell’anno, sarebbe sentirsi amata e apprezzata.
La ragazzina ha sempre sofferto questa mancanza di considerazione, è nata quando i genitori avevano un’età avanzata e i due fratelli maggiori, i rinomati Mycroft e Sherlock, erano ormai adulti e pronti a vivere fuori casa.
La conseguenza di tutto ciò è abbastanza ovvia, la ragazza non ha mai potuto avere modo di costruire un rapporto con i due che, da parte loro, non hanno mai fatto alcunché per colmare le distanze e conoscerla, ragion per cui Enola, è cresciuta con la convinzione di essere qualcosa di cui non andare troppo fieri, un motivo di vergogna per tutta la famiglia... basti pensare che dall'ultima volta che ha visto i suoi fratelli sono passati ben dieci anni!
Un arco di tempo che non ha fatto altro che rendere certe distanze e differenze quasi insormontabili.
La madre, Eudoria, le ha fatto un favore, forse, a chiamarla Enola che al contrario si legge “Alone” (sola), anticipandole ciò che sarebbe stato il suo destino, e mettendola in guardia.
E forse avrebbe dovuto avvertirla anche di qualcos'altro perché, il giorno del quattordicesimo compleanno della figlia, la signora Eudoria sparisce nel nulla senza lasciare la minima traccia.
Dopo una giornata di ricerche infruttuose e disperate, la ragazza decide che a mali estremi bisogna ricorrere a estremi rimedi, e questo significa scrivere ai suoi fratelli e metterli al corrente dell’incresciosa faccenda.
L’incontro con i fratelli non è come Enola lo avrebbe desiderato, i due si mostrano freddi e distaccati, e soprattutto non manifestano di avere nessun affetto o stima nei suoi confronti, ma la reputano soltanto una sciocca ragazzina cresciuta senza un’adeguata educazione.
Inoltre il colloquio con i due infrange un’altra speranza, poiché Sherlock e Mycroft la mettono di fronte alla cruda realtà, la loro madre non è stata rapita, non le è successo qualcosa di terribile, ma sembra essere scappata seguendo, non solo una sua precisa volontà, ma mettendo in atto un piano di fuga ordito e messo a punto da diversi anni.
Ma Enola non ci sta ad accettare con indifferenza questa spiegazione, lei vuole conoscere risposte, avere motivazioni e certezze!
Può essere che la madre sia stata tanto crudele da decidere di andare via proprio nel giorno del suo compleanno?
E può lei esserle stata così indifferente da non meritare neanche una spiegazione e un biglietto di addio?
E se i doni che la madre le ha regalato significassero qualcosa?
Così, decifrati gli indizi, Enola decide di mettersi sulle sue tracce e di partire alla volta di Londra, ma sulla strada, si imbatterà in un’altra misteriosa scomparsa, quella del giovane marchese Tewksbury, un ragazzino di dodici anni, abituato ad una vita di agi, lussi e sfarzi e vittima delle eccessive premure di una madre iperprotettiva.
Nella mente di Enola si fa strada un’idea, non solo scoprirà che fine ha fatto sua madre, ma sarà lei a trovare il marchese scomparso, guadagnandosi finalmente la stima dei due fratelli maggiori.
Ma la strada per arrivare ai suoi sogni di gloria sarà irta di ostacoli e insidie, e Londra non si rivelerà per niente accogliente come Enola aveva sperato, molte minacce e pericoli sono in agguato, delinquenti, truffatori, gente avida di denaro pronta a tutto pur di procurarsi qualche buona sommetta.
Ed Enola per la prima volta dovrà vedersela con il mondo là fuori e imparare a tirare fuori gli artigli, aguzzare l’ingegno, e sporcarsi le mani.
Enola è una protagonista sensibile e forte al tempo stesso, che impariamo a scoprire e conoscere in questa prima avventura che dà avvio ad una serie che, Nancy Springer ha scritto, dando volto e carattere a una nuovo personaggio mai ideato prima: una sorella Holmes.
Un personaggio complesso e completo, in cui albergano allo stesso tempo determinazione e insicurezza, desiderio di rivalsa e voglia di considerazione, bisogno di fuggire dalle regole e dalle costrizioni e necessità di far parte di qualcosa di grande.
Ma ciò che più desidera è conoscere se stessa e trovare la sua dimensione.
Ed è questo il messaggio più importante che le avventure di Nancy Springer mandano alle giovani lettrici, quello di lottare per ciò che credono e desiderano, e non farsi imbrigliare in confini e regole che dicano loro chi e come essere, o dove possono o non possono arrivare.
Enola e sua madre Eudoria rappresentano l’immagine di due donne avanti con i tempi, ribelli, argute e femministe che lottano per la loro emancipazione, che facendosi credere sciocche ed ingenue, riescono ad ingannare due fra le più grandi menti del loro tempo! 
E che gran soddisfazione essere riuscite a mettere nel sacco chi le credeva due stupide donnine a malapena capaci di badare a se stesse.
E probabilmente è proprio questo ciò che rende meravigliosa questa serie, una storia di astuzia, furbizia e avventura tutta al femminile.
Una serie che promette numerose avventure e altri intrighi. Sono curiosissima di scoprire come evolverà la storia di Enola e se riuscirà o meno a legare con i suoi fratelli maggiori o se si scontrerà nuovamente con loro riuscendo, ancora una volta, a fargliela sotto il naso.

Ringrazio DeA Planeta Libri per avermi fornito una copia cartacea di questo libro

il mio voto per questo libro