sabato 7 dicembre 2013

Recensione: "La ragazza di fuoco" di Suzanne Collins

Titolo: La ragazza di fuoco
Autore: Suzanne Collins
Editore: Mondadori
Data di Pubblicazione: 2013
Pagine: 373
Prezzo: 13,00 €

Trama:
Katniss e Peeta sono tornati al distretto 12 come vincitori e ora, dopo alcuni mesi, è arrivato il giorno in cui ha inizio il Tour della Vittoria.
Un'amara sorpresa attende Katniss a casa. 
Il presidente Snow, in un breve colloquio, le intima di continuare a fingersi innamorata di Peeta e di evitare di dare qualsiasi segnale di ribellione al pubblico, pena la morte di tutti i suoi cari.
Il tour ha inizio, ma le cose non vanno come era stato programmato.
Katniss, durante la festa in loro onore nel distretto 12 scorge per caso da un televisore, immagini dei distretti in rivolta.
Il danno ormai è avvenuto ed è irreparabile.
Arriva il momento in cui viene annunciata l'edizione della memoria degli Hunger Games, la terza da quando i giochi sono nati.
Il presidente stesso in diretta presenta la caratteristica di questa edizione:
"Nel settantacinquesimo anniversario, affinché i ribelli ricordino che anche il più forte tra loro non può prevalere sulla potenza di Capitol City, i tributi maschio e femmina saranno scelti tra i vincitori ancora in vita".
E Katniss realizza la sua punizione e la sua condanna. Sta per tornare in arena.

Recensione: 
Sin dalle prime pagine Suzanne Collins ci fa immergere nella realtà di Katniss, una realtà cambiata radicalmente nel giro di pochi mesi. 
Una nuova casa, tanti soldi, tanto tempo libero, e la costante sensazione di paura, di essere osservata e controllata.
La paura e la sensazione di non essere mai al sicuro sono le costanti di questo libro, che pur essendo molto bello (e probabilmente più originale in alcuni risvolti, rispetto al primo), ho trovato un po' meno coinvolgente.
Anche questa volta la scrittrice divide la storia in due parti, quella precedente ai giochi e quella dell'arena.
Nella prima parte assistiamo al tour della vittoria, e qui, assieme ad un seguito di situazioni angoscianti, in cui i protagonisti cercano di conquistare la credibilità del presidente Snow in primis, e dei distretti, assistiamo al riavvicinamento tra Katniss e Peeta. 
La seconda parte ha inizio con Katniss che prende coscienza di quello che l'aspetta, tornerà in arena e con lei uno fra Haymitch e Peeta.
Qui assistiamo alle stesse fasi che hanno caratterizzato la preparazione ai giochi del primo libro.
Sfilata, addestramento, prova con la supervisione degli strateghi, intervista e arena.
La differenza sta nel fatto che quest'anno i tributi sono tutti ex vincitori, gente che si è conosciuta negli anni, quindi non c'è tra i tributi la solita indifferenza.
Suzanne Collins ha così modo di descriverci le personalità di molti più concorrenti rispetto a quello che aveva fatto nel libro precedente.
Tra questi spiccano Finnick del distretto 4, Beetee e Wiress del 3, e Johanna del 7.
Nell'arena, molto più complessa nel meccanismo quest'anno, si creano alleanze insospettabili.
Un'arena in cui, rispetto allo scorso libro, assistiamo più alla lotta contro le minacce programmate dagli strateghi che a quella tra tributi.
Anche qui non mancano scene coinvolgenti ed emozionanti.
Un finale imprevisto che ancora una volta lascia con il fiato sospeso, e con la voglia di prendere subito fra le mani il libro successivo per leggerne il seguito.
Ancora una volta la Collins ha fatto centro.

Considerazioni: 
Se non hai letto il libro e hai intenzione di farlo fermati qui!
Emozionante e travolgente.
Ancora una volta la Collins mi ha fatto provare tante emozioni diverse. 
Tra cui, non lo nego, anche la rabbia >__<
Ed il libro, dal mio punto di vista, comincia proprio così, sin da quando scopro che Katniss ha raffreddato i rapporti con il dolcissimo Peeta e non fa altro che nominare quel muso lungo di Gale >.<
Poi leggo anche del bacio e il nervoso mi assale.
Per fortuna Peeta appare presto a riportare il sereno in questo marasma di grigiore in cui tutto sembra aver preso una brutta piega.
Il libro mi è piaciuto, anche se ho preferito il primo, per la storia. 
Però ho apprezzato la fantasia e l'originalità presente in questo, nella descrizione dell'arena, più complessa rispetto alla scorsa, e delle varie minacce architettate dagli strateghi.
Durante la lettura non ho potuto fare a meno di pensare che forse la Collins abbia una qualche avversione nei confronti del personaggio di Peeta... altrimenti certe scene proprio non so come altro giustificarle.
Ok, abbiamo capito che vuole Katniss come eroina indiscussa della storia (e da un certo punto di vista mi sta anche bene, perché siamo stanchi di avere sempre eroi uomini, una donna ci voleva), ma perché avvilire così quel povero ragazzo?
Povero Peeta! È vero che non è cresciuto cacciando e combattendo, non ha mai avuto la possibilità di imparare a nuotare, ma dato che in questo libro, per la preparazione agli Hunger Games, si era anche duramente allenato, perché non dargli qualche scena d'azione?
Invece no, la Collins dopo avergli fatto perdere una gamba alla fine del libro precedente, in questo lo tratta come un bambino indifeso da proteggere a tutti i costi, perché non sa badare a se stesso.
Entriamo in arena e, mentre la maggior parte dei tributi è già lì che combatte, lui poverino è immobile sulla sua pedana d'acciaio ad aspettare chissà quale grazia dal cielo >_<
Non ci prova nemmeno ad immergersi, come se anche solo il semplice contatto con la superficie cristallina dell'acqua lo potesse uccidere. 
E io me lo sono immaginata lì, immobile, a tamburellare gli indici uno contro l'altro XD
Successivamente non va certo meglio...
Vediamo Peeta trattato allo stesso modo in cui viene trattata Mags, un bastone per entrambi, entrambi portati in braccio per sfuggire alla nebbia tossica... con solo una piccola differenza: Mags è una vecchietta sdentata, Peeta un giovane di 17 anni -__-
Tutti lo trattano come un bambino.
Katniss che continua a ribadire "devo salvare Peeta!"
Johanna che gli dà da disegnare per tenerlo impegnato.
Il colmo dei colmi è stato quando Peeta ha avuto l'intuizione di lanciare il procione contro il campo magnetico, per cuocerlo, e da bravo piccino si è meritato come premio un fragoroso applauso da parte del gruppo.
Ma dico io... quando mai hanno applaudito le prodezze altrui?
Comunque cara Suzanne Collins puoi anche mettere fine ai tuoi biechi trucchetti per denigrare il dolce Peeta! Noi non smetteremo mai di amarlo, perché l'amore che proviamo per lui è incondizionato U_U

Per quanto riguarda gli altri tributi, in questo libro abbiamo avuto modo di conoscerli meglio di quello precedente, che invece era più incentrato sulla figura di Katniss.

E ho avuto modo di apprezzarne più di uno.
La carinissima donna zainetto Mags, divoratrice di noci;
Rotella e Lampadina che ho trovato simpatici, strambi e geniali;
Johanna, di lei mi è piaciuta la schiettezza, la forza, il suo essere "cazzuta";
e Finnick che inizialmente mi stava un po' sulle scatole, ma poi ha rivelato un lato sensibile inaspettato.

Anche questo libro in alcuni frangenti mi ha commosso T_T

Nel precedente era successo solo con la morte della piccola Rue, in questo invece i momenti sono stati due, e ovviamente uno dei protagonisti era sempre Peeta.
La scena più emozionante in assoluto è stata quella della morte della morfaminomane del distretto 6 T__T

"Peeta si accuccia dall'altro lato della donna e le accarezza i capelli. Quando inizia a parlare con un tono suadente sembra quasi che dica cose senza senso, ma poi capisco che non sta parlando con me. — Con la mia scatola dei colori, a casa, posso fare qualsiasi colore immaginabile. Un rosa pallido come la pelle di un neonato. O intenso come il rabarbaro. Il verde dell'erba di primavera. Un blu che scintilla come il ghiaccio sull'acqua. La morfaminomane fissa Peeta negli occhi. Pende dalle sue labbra. —Una volta ho passato tre giorni a mescolare i colori per trovare la tonalità giusta per dipingere la luce del sole su una pelliccia bianca. Continuavo a pensare che la luce fosse gialla, e invece era molto di più. Era fatta di strati di colore tutti diversi. Uno sull'altro — dice Peeta. Il respiro della morfaminomane rallenta fino a ridursi a una serie di brevi sospiri superficiali. La sua mano libera si muove sul petto insanguinato con i piccoli movimenti a spirale con cui amava tanto dipingere. —Non ho ancora capito come fare gli arcobaleni. Arrivano e se ne vanno così in fretta. Non ho mai avuto il tempo di dipingerne uno dal vivo. Giusto un po' di blu qua e un po' di viola là. E poi scompaiono. Svaniscono nell'aria — dice Peeta. La morfaminomane sembra ipnotizzata dalle parole di Peeta. Sembra in trance. Solleva una mano tremante e dipinge quello che mi sembra un fiore sulla guancia di Peeta. —Grazie — sussurra lui. — È bellissimo. Per un istante il volto della morfaminomane si accende in un sorriso e la donna lancia un piccolo squittio. Poi la mano insanguinata le ricade sul petto, emette un ultimo sbuffo d'aria e il cannone spara un colpo."

L'altra scena è quella in cui Peeta mostra il medaglione a Katniss, rivelando ancora una volta di essere un angelo sceso in terra *-*
E mentre leggevo quel pezzo, potete immaginare me, che emozionata e furente al tempo stesso penso "che schifo!! Ha avuto la foto di quello scemo di Gale, per tutto questo tempo, appesa al collo!!!" >__<
Il libro termina con la domanda che tutti, sono sicura, ci siamo fatti a fine lettura, ovvero:
"Ora... cosa succederà a Peeta?" XD
Cosa gli farà Capitol City?
Non posso aspettare troppo per saperlo... 
Ho troppa paura per lui, senza nessuno che lo salva, lo prende in braccio o che gli procura da disegnare, come farà? >-<

Breve confronto con il film:
Ero molto ansiosa di vedere La ragazza di fuoco, e allo stesso tempo timorosa, perché dopo aver letto i libri, i film difficilmente si rivelano alla loro altezza.
Il primo film lo avevo visto prima di leggere il libro, e mi era piaciuto (anzi è stato proprio per il film che ho deciso di leggerne i libri), e dopo aver letto il primo libro, ho avuto modo di rivederlo e di riconfermare il mio parere a riguardo.
"La ragazza di fuoco" invece, nonostante avessi letto ovunque opinioni super positive sul fatto che rispettasse meglio del primo la trama del libro, mi ha deluso e lasciata con l'amaro in bocca.
Probabilmente perché il film che mi ero fatta io, nella mia testa, mentre leggevo mi era piaciuto molto di più di quello che ho visto proiettato sul grande schermo.
Con l'intento di voler inserire a tutti i costi, alcune battute del libro, hanno reso il film una sorta di insieme di scene tagliate e incollate, senza alcun senso logico fra loro.
Battute e discorsi mozzati, che davano l'impressione di vedere un film velocizzato. 
(Esempio)
"K: ho avuto un incubo
P: capita anche a me, buonanotte
K: no, resta.
P: ok, per sempre" -_-
Ma come? Leggere del riavvicinamento tra Peeta e Katniss era così bello, invece hanno sintetizzato il tutto per dar spazio a scene inesistenti, come alcune con Gale o i dialoghi tra Snow e una fantomatica nipotina mai esistita. 
Tante scene eliminate, e purtroppo è toccato alle più belle!
Come quella degli Hunger Games di Haymitch.
Il pic-nic di Peeta e Katniss fatto in terrazza. 
Nessuna traccia dell'amicizia nata tra i morfaminomani, Peeta e Katniss, che era fondamentale per mostrare e capire la morte della ragazza morfaminomane tra le braccia di Peeta.
Fondamentale soprattutto per capire il senso delle parole con cui Peeta la tranquillizza mentre muore.
Anche questa scena (per la quale mi ero anche portata i fazzoletti al cinema, temendo i singhiozzi) la troviamo brutalmente trasformata.
Inutile dire che i fazzoletti non sono serviti.
Questa cosa per me è stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso, perché questa era la scena più toccante del libro, il rispettivo della morte di Rue nel primo film, ed è stato orribile vederla sminuita così.
Com'era la scena nel libro l'ho riportato sopra, nel film invece abbiamo visto una ragazza morente e Peeta che le ripeteva "guarda che bello il cielo, guarda che bei colori" -_-"
Insomma il film non era di certo brutto, probabilmente chi non ha letto il libro l'avrà trovato anche meraviglioso, per me invece è stato decisamente inferiore alle mie aspettative.


il mio voto per questo libro


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