lunedì 16 febbraio 2015

Recensione: "La morte delle api" di Lisa O'Donnell

Titolo: La morte delle api
Titolo originale: The death of bees
Autore: Lisa O'Donnell
Editore: Newton Compton
Data di pubblicazione: 17 ottobre 2013
Pagine: 320
Prezzo: 5,99 € (ebook)

Trama:
La quindicenne Marnie e la sorellina Nelly hanno appena seppellito i genitori. 
Ora sono sole al mondo, ma nessuno, a parte loro, sa cosa sia successo, e le due ragazzine sono determinate a mantenere il segreto. Almeno fino al momento in cui Marnie avrà compiuto sedici anni e sarà considerata dalla legge un’adulta a tutti gli effetti, in grado di badare a se stessa e alla sorella… Ma nessuno sembra far caso a loro eccetto Lennie, il vicino della porta accanto che con tatto e gentilezza entra nella vita di Marnie e Nelly, deciso a prendersi cura di loro: le nutre, le veste, le protegge e fa sentire loro, per la prima volta, il calore di una famiglia. 
Ben presto, però, gli amici, gli insegnanti e le autorità cominciano a porre domande. 
Dove sono finiti i loro genitori? 
Così, mentre tutti vengono trascinati in un incontrollabile vortice di bugie, emergono oscuri segreti rimasti nascosti troppo a lungo, che rischiano di travolgere le due sorelle e rovinare per sempre la loro vita…

Recensione:
"La morte delle api" è il romanzo attraverso il quale Lisa O'Donnell esordisce nel mondo della letteratura.
Un esordio davvero particolare, la O'Donnell, infatti, non cade nella trappola, come spesso accade, del romanzo popolare cattura consensi.
La sua non è una storia per tutti.
Il micro mondo che ci racconta è torrido e sconveniente.
Le sue due protagoniste, Marnie e Nelly, nonostante la tenera età, hanno perso la loro innocenza o probabilmente, a causa di chi ha evitato di provvedere a loro, non l'hanno mai avuta.
È stata Marnie, la sorella maggiore a provvedere a Nelly e a se stessa, quando Gene e Izzy, i loro genitori, erano troppo impegnati a sbronzarsi e drogarsi per pensarci.
Le due sorelle sono perciò state costrette a crescere in fretta e senza quel riferimento che le aiutasse a prendere le giuste decisioni.
Ora che i loro genitori sono morti e sepolti nel loro giardino il pensiero principale è non far sapere a nessuno la verità. 
Marnie e Nelly reagiscono alla situazione in modo differente, nonostante siano sorelle, sono profondamente diverse.
Marnie, la maggiore, è quella che più ha risentito della trascuratezza dei genitori, ha per questo frequentato persone sbagliate e ha avuto esperienze non consone ad una ragazzina di soli 15 anni.
Nelly sembra una piccola aliena caduta per sbaglio su un pianeta che non le appartiene.
Si esprime, pensa e agisce diversamente da qualsiasi conoscente, probabilmente una scelta fatta inconsciamente, un tentativo di distaccarsi e prendere le distanze dallo squallore che la circonda.
Tutti gli amici e gli adulti che ruotano attorno alle due ragazzine non offrono certo una possibilità di crescita morale. 
Il quartiere in cui vivono è piuttosto malfamato e le famiglie che lo abitano non sono certo come quelle della pubblicità del mulino bianco.
Marnie e Nelly sembrano quindi lasciate a se stesse, sole al mondo, senza speranza, senza genitori e senza denaro, fino a quando non compare Lennie, il loro vicino.
Anche lui non è un santo, la sua fama lo precede, ma si sa, prima di giudicare qualcuno e i suoi sbagli bisogna conoscere la sua storia e la ragione che lo ha spinto a commetterli.
L'autrice ci aiuta moltissimo in questo, infatti ci permette di conoscere i suoi personaggi da più angolazioni.
Il libro è costruito come una specie di diario a tre voci.
Leggiamo di volta in volta ciò che accade, nel susseguirsi dei giorni, raccontato da diversi punti di vista, inizialmente si alternano solo i resoconti delle due sorelle, ai quali poi si aggiungeranno quelli di Lennie.
Ognuno racconta la sua versione dei fatti, secondo quelli che sono i suoi sentimenti e le sue paure. Questo ci permette di avere una conoscenza della storia e dei personaggi a 360 gradi.
Lisa O'Donnell si è ispirata ad una realtà che sicuramente non è rosea, ma che purtroppo esiste, e ci ha ricamato sopra la sua storia scorretta, con protagonisti personaggi tormentati e impuri, complessi, ma fondamentalmente non ha fatto altro che parlare di amore.
E non del sciocco amore adolescenziale che può nascere tra due ragazzini e che farebbe impazzire stuoli di lettrici affamate di romanticismo.
Ma di quell'amore che due ragazzine, trascurate da tutti, cercano disperatamente e di cui hanno estremo bisogno.
Quell'amore che lega indissolubilmente due sorelle che, pur non capendosi, lottano per non essere divise.
Quell'amore che spinge un perfetto estraneo a fare per loro molto più di chiunque altro al mondo.
Perché se si sorvola sul linguaggio scurrile, che comunque è appropriato e consono al contesto, se si sorvola su alcuni contenuti macabri, o espliciti, se si evita di essere perbenisti e moralisti, non si leggerà altro che amore in queste pagine.

Considerazioni:
Questo libro mi ha travolta e stravolta.
Travolta perché all'inizio l'ho trovato così misterioso, inquietante e macabro, che non sono riuscita a staccarmi dalle sue pagine. 
Seppur il mistero sia calato dopo i primi capitoli, le vicende delle due sorelle non hanno smesso di incuriosirmi e appassionarmi. È un libro che davvero si fatica a lasciare sul comodino, o nel mio caso sull ipad, senza continuarlo XD
Stravolta perché non mi aspettavo di provare così tante emozioni durante la lettura, ma soprattutto non mi aspettavo di commuovermi fino alle lacrime e di affezionarmi così tanto ai suoi protagonisti.
In particolar modo ho adorato Lennie!
Nonostante all'inizio venga definito con un termine che spingerebbe chiunque a detestarlo, si capisce in seguito che la realtà è ben diversa da quella raccontata dalle malelingue.
Lennie è un uomo solo, che ha perso il suo compagno di vita, il suo grande amore, troppo presto.
Vive nella solitudine, una solitudine distruttiva, che gli ha fatto perdere l'entusiasmo per qualsiasi cosa.
Si avvicina alle due sorelle e le soccorre proprio nel momento del bisogno.
In realtà le due parti, pur non sapendolo, si soccorrono a vicenda.
Con le ragazze Lennie riscopre le piccole gioie della vita, preparare una cena, un dolce, per qualcuno, suonare il pianoforte, prendersi cura di altri esseri umani.
Ho amato tutto di lui.
Il suo carattere, la sua dolcezza, la sua passione per la cucina e il voler prendersi cura di Marnie e Nelly, pur non avendo nessun obbligo verso di loro e senza voler mai nulla in cambio.
Fa per le due bambine, quelle che definirà "le sue ragazze" quello che farebbe un genitore, le ama come fossero sue e le protegge fino alla fine.
Senza dubbio posso dire che rientra a pieno diritto tra i miei personaggi preferiti dei libri (assieme a Peeta di "Hunger Games", Gatsby de "Il grande Gatsby" e la piccola gattina Prudence de "L'amore in un giorno di pioggia").
Marnie è una ragazzina problematica che risente del fatto di non aver avuto mai nessuno che le abbia imposto dei limiti.
Beve, si droga, fa sesso con un uomo sposato.
Ha solo 15 anni e ha già il vissuto di un'adulta, ma in realtà è solo una bambina con troppi pesi sulle spalle, non abituata a contare su nessuno se non su se stessa.
A proposito di questo, mi ha colpito questo passo, in cui Marnie spiega che pur essendo grata a Lennie per quello che sta facendo per lei e sua sorella, non riesce a dirgli grazie.
Non ci riesce semplicemente perché non ci è abituata.

“La verità è che non conosco bene quella parola, non c’è nel mio vocabolario e non è che abbia avuto motivi di sputare tanti proiettili di gratitudine durante la mia vita, e non ho neppure avuto genitori che mi hanno dato tanti motivi di essere grata. 
Anche quando ero riconoscente, non lo ero per le cose per cui lo sarebbe stata una persona normale: «Grazie per non essere tornati a casa con dei completi estranei e avermi tenuta sveglia tutta la notte con Blue Monday», «Grazie per aver comprato le uova senza romperle, questa settimana», «Grazie per essere andato in bagno la scorsa notte e non aver cagato sul divano», e per finire in bellezza, «Grazie per esserti impiccata, Izzy, e averci facilitato il compito di spostare il tuo cadavere nella carbonaia».”

Con sua sorella ha un rapporto di amore ed odio.
Le vuole bene, ma non la comprende, nonostante questo ha il terrore di perderla e tutto quello che fa dall'inizio alla fine del libro, compreso il trattarla spesso in maniera troppo brusca, lo farà per la paura di essere allontanata da lei.

Nelly è una bambina davvero particolare. 
Buffa e strana, mi ha ricordato un po' Sheldon Cooper della serie TV "The Big Bang Theory".
Troppo formale per il contesto in cui vive, troppo schietta con tutti, molto pudica e con gusti estremamente eccentrici.
Mi ha fatto sorridere più di una volta XD
Sua sorella è per lei la sua unica famiglia, il suo unico punto di riferimento e, a modo suo, cerca di tutelarla.

In definitiva posso dire che ho amato questo libro.
Mi ha ricordato, forse per il modo in cui è raccontato (un po' come un diario), un altro libro che ho adorato, ovvero: "Hamburger e miracoli sulle rive di Shell Beach" di Fannie Flagg , la versione più torbida, diciamo XD
E, sebbene racconti di un ambiente distante dal mio e di personaggi che spesso agiscono in modo che non ho approvato, sono riuscita comunque a comprenderli e ad apprezzarli, a gioire delle loro gioie e soffrire dei loro dolori.

Qui potete leggere la recensione de "La morte delle api" scritta da Nageki sul suo blog ^_^

il mio voto per questo libro

4 commenti:

  1. Voglio questo libro *-* Bellissima recensione!

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  2. Ciao!!! Ma cavoli lo voglio leggere anche io, wow una recensione davvero completa, complimenti!!1
    Salvia

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  3. Complimenti per la recensione e per il commento, mi ci sono ritrovata davvero tantissimo.
    L'unica cosa in cui non mi sono ritrovata è che non ho trovato la sorella minore buffa, perché è il personaggio che più di tutti mi ha inquietato. Però ho adorato il modo in cui l'autrice ha deciso di costruire la sua storia, il modo in cui ce la presenta e il suo stile. E ho adorato i personaggi, perché, alla fine, ho trovato impossibile non affezionarmi a loro. :)

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    1. ahah si, un po' strana effettivamente Nelly lo è, ma a me ha fatto ridere più di una volta proprio per la sua stramberia XD

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