martedì 5 luglio 2016

Recensione: "La fonte magica" di Natalie Babbitt

Titolo: La fonte magica
Titolo originale: Tuck Everlasting
Autore: Natalie Babbitt
Editore: Rizzoli
Data di pubblicazione: 1 ottobre 2015
Pagine: 160
Prezzo: 12,00 €


Trama:
In un torrido pomeriggio, spinta dalla solitudine e dalla noia, Winnie scappa di casa, si addentra nel bosco e sorprende un ragazzo bellissimo che si disseta a una fonte. È l'inizio di un'avventura che le trasformerà la vita, di un legame profondo, ma anche di un grosso guaio: Winnie non sa ancora che quella fonte porta con sé un segreto inquietante, e che il suo nuovo amico è prigioniero di un incantesimo straordinario e terribile... 

Recensione:
È il primo torrido giorno d'agosto quando a Treegap accadono tre fatti insoliti, apparentemente normali e trascurabili, ma solo apparentemente.
All'alba, la signora Mae Tuck, attraversa il bosco per ricongiungersi con i due figli, nel pomeriggio, la piccola Winnie Foster è in cortile, intenta a parlottare con un rospo insonnolito, confessandogli il suo proposito di scappare di casa. 
In serata, un misterioso uomo vestito con uno sgargiante completo giallo, bussa alla porta di casa Foster.
Avvenimenti che non hanno nulla di così stravagante o insolito, ne converrete, e che in un primo momento non appaiono nemmeno essere collegati fra loro, eppure nel momento stesso in cui avvengono essi sono legati da un filo invisibile, ma tenace.
Comincia così la romantica favola di Natalie Babbitt, una storia raffinatamente sospesa tra realtà e fantasia.
È questo bilico che rende così spensierata e allo stesso tempo così riflessiva questa lettura, il forte contrasto tra la magia delle cose impossibili e la concreta e dura realtà del ciclo inesorabile e immutabile della vita.
Winnie per caso si imbatte in una famiglia che ha suo malgrado scoperto un potere immenso e prodigioso, un potere che come ogni clamorosa scoperta potrebbe portare con sé anche tanta sofferenza se messo nelle mani della gente sbagliata: la vita eterna.

"Winnie batté le palpebre, e all'improvviso la sua mente fu sopraffatta dalla comprensione di quello che lui stava dicendo. Perché lei - si, anche lei - sarebbe uscita dal mondo, che lo volesse o no, un giorno. Si sarebbe spenta, come la fiamma di una candela, inutile protestare. Era una certezza. Voleva cercare con tutte le sue forze di non pensarci, ma a volte, come in quel momento, vi sarebbe stata costretta. S'infuriò contro questa cosa, indifesa e oltraggiata, e finalmente sbottò: «Non voglio morire» 
«No» disse Tuck con tranquillità. «Non ora. Il tuo tempo non è ora. Ma morire fa parte della ruota, è lì, subito dopo il nascere. Non puoi prendere i pezzi che ti piacciono e lasciare il resto.
Essere parte di questa faccenda, è questa la benedizione. Ma ci mette da una parte, noi Tuck.
Vivere è un lavoro pesante, ma stare da parte come noi, è anche inutile. Non ha senso. Se sapessi come fare a tornare sulla ruota, lo farei subito. 
Non si può avere la vita senza la morte. Quindi non si può chiamare vita, quella che abbiamo. Noi siamo e basta, noi esistiamo e basta, come rocce al fianco della strada.»"

L'autrice ci conduce così in un viaggio filosofico che spinge il lettore ad interrogarsi sulla vita e sul suo senso, ma non è solo questo.
La scrittura della Babbitt è una fonte inesauribile di meraviglia. Come una pittrice delinea abili e precisi contorni, colora le parole con mille sfumature.
Le immagini che regala, i suoni, gli odori, sono vividi e sinceri.
Leggere l'avventura di Winnie Foster è stato magico, sognante, ma è stato anche un viaggio meditabondo, e introspettivo.
La Babbitt invita silenziosamente e indirettamente il lettore a mettersi nei panni, prima della famiglia Tuck, e delle loro esistenze sospese nel tempo, e poi della piccola ragazzina. La domanda è assente ma implicita, cosa avremmo fatto noi al suo posto?

Considerazioni:
Sin dalle prime frasi che aprono questa storia ho capito che l'avrei adorata perché, c'è poco da dire a riguardo, quando la scintilla scocca è impossibile spiegarne i motivi, eppure di motivi qui ce ne sono tanti.
Conoscevo già la trama, perché anni fa, non sapendo ancora che fosse tratto da un libro, vidi il film della Disney che ne è stato tratto "Tuck Everlasting", e pur non ricordandolo benissimo (sono passati davvero tanti anni) lo ricordavo abbastanza.
La storia è magica e sognante, ma non sarebbe stata altrettanto dolce, poetica e malinconica se fosse stata scritta da una penna diversa, da una sensibilità diversa. 
Natalie Babbitt con il suo modo di scrivere aggiunge poesia alla poesia, bellezza alla bellezza e rende intramontabile e indimenticabile la sua storia e i suoi protagonisti.
L'eleganza con cui descrive i luoghi, i paesaggi, e le cose, evocano in chi legge delle immagini particolarmente suggestive.
Io mi sono sentita trasportata a Treegap e nel suo bosco. Con Winnie sono fuggita dalla casa "non mi toccare" e ho corso verso un'agognata libertà, verso la speranza e le sterminate possibilità.
Con lei ho vinto la scommessa con il rospo, e assieme a lei mi sono ritrovata di fronte alla difficilissima scelta. 
Proprio così, perché la Babbitt fa molto più che limitarsi a raccontare una storia ricca di fantasia, romanticismo e meraviglia. Lei mette il lettore di fronte ad una decisione, una delle più difficili che l'uomo possa mai trovarsi ad affrontare. Rifiutare o cedere alla tentazione della vita eterna?
L'autrice ci fa la domanda, ma lascia a noi la libertà della risposta, come ci dà quella di approvare o dissentire dalla decisione presa dalla protagonista.
Io potrei dirvi che ho approvato, ma non sarebbe totalmente vero, perché come si può essere assolutamente convinti di una scelta simile?
Non credo si possa, ma penso che la straordinarietà di questa storia stia anche in questo.
"La fonte magica" è un libro che consiglio fortemente perché tra queste pagine c'è il sogno ma (ed è raro in una lettura per ragazzi), allo stesso tempo, affronta il tema della vita e della sua fine con filosofia e infinita saggezza.


il mio voto per questo libro

10 commenti:

  1. Bellissima recensione, possibile che mi fai scoprire sempre libri interessantissimi? sei grande! <3

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  2. Il film l'ho visto anch'io e mi è piaciuto, ma dalla tua recensione così entusiasta e sentita credo che il libro sia mille volte meglio.
    Quindi ecco qua, segnato. "la fonte magica" è un romanzo che non voglio perdermi!
    P.S. Complimenti per la bellissima recensione, Marzia.

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    1. Grazie Rosa, sei sempre dolcissima.
      A me sono piaciuti entrambi, anche se il film dovrei rivederlo perchè non lo ricordo benissimo.
      La storia comunque è la medesima, solo che la poesia con cui la Babbitt racconta ogni cosa è incantevole *-*

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  3. L'ho preso in prestito alcuni mesi fa, dopo aver letto l'accattivante incipit che hai postato sul blog e memore (più o meno) del film visto anni fa, e me lo sono gustata dalla prima all'ultima parola.
    Concordo con tutto ciò che hai detto nella tua bella recensione. La prosa della Babbitt, così poetica e suggestiva, ha dato alla storia un sapore dolce e malinconico, di quelli che ci accompagnano nel tempo, ogni volta che il nostro pensiero ritorna al libro in questione.
    Mi aspettavo una protagonista un po' più grandicella, ma la colpa e del film, che mi ha fuorviata^^. Comunque mi piacerebbe rivederlo :)

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    1. Si, nel film la protagonista è un po' più grande e tra lei e Jess nasce qualcosina di più, però ho apprezzato il concentrarsi del libro più sulla questione filosofica che riguarda la vita e la morte che sulla questione esclusivamente sentimentale.

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  4. Bellissimo libro e bellissima recensione. Con Voi sto trovando molti libri carini e interessanti. Grazie ^_^

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  5. L'ho letto anche io ma...purtroppo non mi è piaciuto più di tanto, forse sono io che non l'ho capito.

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