lunedì 23 gennaio 2017

Recensione: "L'Orsetto di Fred" di Iris Argaman

Titolo: L'Orsetto di Fred
Autore: Iris Argaman
Illustratore: Avi Ofer
Editore: Gallucci Editore
Data di pubblicazione: Gennaio 2017
Pagine: 48
Prezzo: 15,00 €(cartaceo) 7,99 €(ebook)


Trama:
La storia dell’Orsetto e del suo padroncino Fred, il racconto di un’amicizia profonda negli anni tragici della Seconda guerra mondiale. A narrarla è proprio l’Orsetto, che per tutto il tempo ha tenuto compagnia al bambino dalla tasca del cappotto o sul davanzale di una finestra. Da lui apprendiamo come e perché i genitori di Fred furono costretti a nascondere il figlio (e con lui l’Orsetto) presso altre famiglie, del loro lungo peregrinare e della persecuzione nazista degli ebrei. 

Recensione:
"L'Orsetto di Fred" è un albo illustrato che mira a narrare ai più piccoli, in modo semplice, un po' addolcito e non troppo brutale, ma comunque incisivo, le brutture della guerra, la devastazione, la distruzione e la desolazione che essa porta con sé.
La narrazione è affidata alla voce di un orsetto di peluche che, da fedele amico e compagno di avventure e sventure, rincuorerà, con il suo corpicino soffice e peloso, con il suo caldo abbraccio sempre disponibile e confortante, l'animo desolato del piccolo Fred.
Fred è uno dei tanti bambini che ha dovuto subire la guerra, e la cui vita è stata sconvolta da qualcosa che non è in grado di comprendere, e a ragione! Perché se lo chiedeste ad un qualsiasi bambino, questi non troverebbe davvero alcun senso in un conflitto che porta come uniche conseguenze dolore e disperazione. 
Fred e Orsetto non danno testimonianza solo ed esclusivamente della loro esperienza, ma parlano per tutti quei bambini che hanno vissuto la tragedia, e anche per quelli che, in contesti diversi, ma ugualmente tragici, la vivono ancora.
Bambini costretti ad abbandonare il loro guscio caro e sicuro, il loro piccolo mondo fatto di immutate e confortanti certezze, per scappare da qualcosa di ignoto, verso altrettanto buio.
Orsetto non sa cosa succede, sa solo che il suo padroncino Fred, colui che lo ha sempre protetto e amato, è confuso e spaventato. Deve fuggire, nessuno deve conoscere la sua identità o le sue origini, ma entrambi ne ignorano il motivo.
Perché Fred deve nascondersi? Cosa ha fatto di male? E poi l'improvviso timore: quando sarà costretto ad abbandonare un rifugio per un altro, Fred, si ricorderà di portarlo con sé?
Sì, se ne ricorderà sempre, perché nell'incertezza di quella vita passata nell'attesa di riabbracciare la sua famiglia, nella sofferenza del suo cuore smarrito, Orsetto è stato l'unico punto fermo. Il suo migliore amico, sempre al suo fianco, pronto a dargli il conforto di cui aveva disperato bisogno.

"Ogni sera il piccolo Fred mi diceva all'orecchio 
che aveva nostalgia del suo papà, della mamma, dei fratelli,
che era triste stare da solo, 
che il mondo era un posto spaventoso 
e che era fortunato ad avermi con sé 
perché io ero il suo migliore amico. 
Fred mi bisbigliata queste cose, 
mentre parlava si strofinava il viso con la sua manina. 
Ogni tanto gli scendevano dagli occhi piccole e calde lacrime che io gli asciugavo."


Iris Argaman ha scelto il narratore perfetto per parlare ai bambini, e per raccontare questa storia. Tutti amano gli orsetti e tutti i bambini ne hanno probabilmente avuto uno, un compagno di vita inanimato con cui hanno giocato e condiviso segreti, a cui si sono aggrappati stretti nel cuore della notte per allontanare incubi e paure.
Orsetto per Fred Lessing - perché non dobbiamo dimenticare che questa è una storia vera, i cui i protagonisti hanno un nome e un cognome (a parte Orsetto che si chiama solo e semplicemente Orsetto) - è stato molto più di questo. È stato la sua famiglia, è stato la sua casa, il suo modo di dare una forma meno insensata a tutto ciò che gli stava accadendo attorno.
L'autrice racconta ai bambini la tragedia della guerra in modo delicato e comprensibile, ma allo stesso tempo fa notare agli adulti quanto può essere straziante dal punto di vista di un bambino (o di un Orsetto) soffrire senza comprenderne le ragioni. Subire la punizione pur non avendo alcuna colpa.
Fred e Orsetto sono stati coraggiosi e fortunati perché ci sono stati l'uno per l'altro, sempre. 
Leggete la loro storia e leggetela ai vostri bambini e dite loro di tenere stretti i loro orsetti, perché non si può mai sapere quando si avrà bisogno di un amore assoluto e leale come il loro.

Considerazioni:
Ho letto un po' di come è nata l'idea di questo libro, di quest'autrice che, conoscendo la storia di Fred Lessing e del suo famoso Orsetto, avendola letta e avendone sentito parlare in TV, ha deciso di raccontarla, chiedendo preventivamente il permesso al signor Lessing che poi ha, ovviamente, rigirato la richiesta ad Orsetto... perché, sapete, è stato lui ad avere l'ultima parola a riguardo.
Ho trovato molto carina e originale l'idea di lasciare al peluche il compito di voce narrante. In questo modo possiamo osservare gli avvenimenti, da un nuovo punto di vista.
I fatti accaduti durante la Shoah sono ormai noti a tutti, ma è molto differente dare un nome e un cognome a chi li ha vissuti, entrare nella loro vita e conoscerne i sentimenti.
Orsetto ci racconta ciò che vede e ciò che il suo amico umano prova, e lo fa con dolcezza, con un linguaggio semplice, delicato ed estremamente affettuoso e protettivo. L'affetto che prova per il suo amico è commovente e si percepisce in ogni osservazione, in tutte le volte che spera di non essere dimenticato, o che è semplicemente sollevato per l'idea di esserci per lui. 
Orsetto non ci parla in dettaglio di ciò che avviene fuori, nel mondo, poiché anche lui ne è estraneo. Questo non fa che rendere in maniera ancor più veritiera ciò che doveva celarsi nell'animo del suo padroncino.
La storia di Orsetto e di Fred è triste e toccante, ma non è certamente tra le più drammatiche che quel tempo ricorda. Fred, nonostante tutto, può sembrare un "fortunato": non conosce la prigionia in un lager, non entra in contatto direttamente con la malvagità dei nemici, ma conosce abbastanza, più di quanto un qualsiasi bambino dovrebbe conoscere.
Fred, viene strappato dalle braccia della sua famiglia, è costretto a scappare, a nascondersi, a sentirsi, per qualche motivo, sbagliato. Sperimenta la solitudine e la paura.
Il suo silenzioso Orsetto dà voce al suo dolore, dà testimonianza di quel passato così ingiusto e ci invita a non dimenticarlo.
Lo stesso ruolo lo svolgono tutti gli altri giocattoli che, come lui, sono esposti al museo Yad Vashem per la mostra "No child's play", curata da Yehudit Inbar.
Dietro ad ogni orsacchiotto, ad ogni bambola esposta in una teca di vetro, c'è il dolore, la paura, la speranza, le lacrime, e il ricordo del bambino che un tempo li ha posseduti.
Tutti loro sono state vittime della guerra. Tutti loro fanno pensare a quante vittime innocenti hanno vissuto e sono sopravvissute ad un odio più grande di loro. Quei giochi sono testimonianza di sofferenza e ingiustizia, ma anche di grande affetto, innocenza, speranza e amore. 

Ringrazio la casa editrice Gallucci per avermi fornito una copia di questo libro

il mio voto per questo libro

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