lunedì 23 settembre 2019

Recensione: "La casa nella prateria. Sulle rive del Plum Creek" di Laura Ingalls Wilder

Titolo: La casa nella prateria. Sulle rive del Plum Creek 
Titolo originale: On the Banks of Plum Creek
Autore: Laura Ingalls Wilder
Editore: Gallucci
Data di pubblicazione: gennaio 2016
Pagine: 213
Prezzo: 13,90 €

Trama:
La famiglia Ingalls comincia una nuova vita nel Minnesota. Mamma e papà lavorano sodo per costruire una casa e coltivare la terra, Mary e Laura cominciano la scuola e la piccola Carrie cresce a vista d'occhio. Le difficoltà e i pericoli sono tanti nella prateria, ma gli Ingalls li affrontano con tenacia e ottimismo.

Recensione:
Proseguono le avventure della famiglia Ingalls in questo secondo volume della serie "La casa nella prateria. Sulle rive del Plum Creek".
Avevamo lasciato la famiglia in viaggio dal Kansas (dopo aver abbandonato, in tutta fretta, la terra degli indiani), verso il più rigido Nord, e ora li troviamo appena giunti nel Minnesota, su un'ampia prateria sulle rive del Plum Creek, a pochi chilometri dal paese più vicino.
Gli Ingalls (il volenteroso e infaticabile papà Charles, la premurosa mamma Caroline, la docile e ben educata Mary, la più ribelle e avventurosa Laura e la piccola Carrie), sono pronti a rimboccarsi le maniche e ricominciare da zero in un nuovo posto che ha tutta l'aria di essere perfetto per la loro nuova casa: un enorme spazio verde adatto per il raccolto, il ruscello per la pesca, il paese vicino per mandare le bambine a scuola.
Ma per avere tutto questo bisogna sacrificare ancora qualcosa, così papà Charles è costretto a vendere i due fedeli cavalli Pet e Patty per compare il terreno, due buoi e una piccola casa sottoterra che fungerà loro da rifugio in attesa che Papà Charles costruisca la nuova casa.
Con tanta buona volontà, pazienza e accollandosi qualche debito, Charles acquista del buon materiale per mettere su una bellissima casa per le sue quattro donne.
Vere e proprie tavole tagliate a macchina, finestre con i vetri e una stufa!
Tutto sarà ripagato appena il raccolto sarà pronto, e gli Ingalls, ne sono certi, ne avranno a sufficienza per vivere come dei re senza più badare a far economia su tutto.
In una terra così grande e rigogliosa, nulla può andar contro le loro rosee previsioni.
Eppure, nonostante l'assenza degli indiani, altri eventi mineranno la serenità e i piani della nostra adorata famiglia e, questa volta, l'evento che destabilizzerà non solo gli Ingalls, ma l'intera prateria, e i paesi vicini, sarà la devastante invasione delle cavallette.
A pochi giorni dal raccolto, quando tutti i sogni erano lì, ad un passo dall'essere realizzati (i debiti da ripagare, i vestiti nuovi, il materiale e i libri per la scuola da comprare), una nube nera di cavallette investe e divora tutto ciò che incontra. 
Gli Ingalls e molti come loro, restano senza niente, e qui, forse per la prima volta, vediamo papà Charles sconfitto, incapace di trovare una soluzione, se non quella di andare via verso Est, a trovare lavoro nelle fattorie altrui.
E intanto le sue donne restano a casa, a badare alla fattoria, ai vitelli, a lottare con gli inverni rigidi e nevosi, a resistere al caldo afoso, alla siccità, e ad assistere inermi alla schiusa delle uova di quelle cavallette che, un anno prima, erano state la loro rovina.
Ma succedono tante altre cose in questo secondo capitolo della serie che racchiude ben tre Natali della famiglia Ingalls.
Mary e Laura cominciano ad andare a scuola, si confrontano con le loro coetanee, fanno amicizia, ma si ritrovano a fare i conti, forse per la prima volta nella loro vita, con la cattiveria e la presunzione di chi si crede migliore solo perché possiede più denaro.
Ed è una bambina, la loro compagnia di classe, Nellie Oleson, figlia del droghiere del paese vicino, che si divertirà a farle sentire inferiori, non ben accette, fuori luogo.
Fortunatamente Laura e Mary, grazie al loro buon carattere e innata allegria, riusciranno a farsi tanti amici, e la birbantella Laura si prenderà una piccola rivincita nei confronti della rivale.
Insomma, tre anni ricchi di avventure e sventure custoditi in questo libro che vede ancora una volta gli Ingalls vivere in simbiosi con la natura, vinti dalla sua forza ineluttabile, ma uniti più che mai e sempre pronti a farsi forza a vicenda, superare ogni ostacolo, stringere i denti e lottare, sopravvivere.
Li vedremo vivere, nonostante tutto, momenti di estrema felicità, essere grati per la più piccola cosa: dalla meraviglia per un dono inatteso, alla gioia di tuffarsi in un fiume o in una balla di fieno o semplicemente riconoscenti per essere ancora lì, tutti insieme.
Laura Ingalls con grande naturalezza e semplicità riesce a far immergere totalmente il lettore in ciò che descrive evocando bellissime e particolareggiate immagini del paesaggio, delle praterie sconfinate, delle bellezze, ma anche delle calamità, che ha in serbo la natura.
Descrive con vividezza le terribili tempeste di neve, che fanno davvero percepire il freddo, l'afoso calore estivo, che fa davvero mancare il respiro, o la terribile nube nera di cavallette, che toglie ogni speranza.
E altrettanta dedizione la dedica alla descrizione dei rapporti familiari, alla dolcezza con cui ognuno si prende cura dell'altro.
Una saga, questa, da cui il lettore esce sempre arricchito, come arricchiti ne escono i protagonisti, più forti e più uniti dopo qualsiasi avversità.

Considerazioni:
Leggere questa saga non si sta rivelando solo una bella scoperta, ma anche un tuffo di nostalgia verso i tempi andati. Mi fa ripensare ad alcuni momenti che ho vissuto in campagna da bambina, alla semplicità e alla spensieratezza della vita all'aria aperta, quando non serviva la tecnologia per divertirsi, ma bastava avere un prato da attraversare e aria nei polmoni per percorrerlo correndo.
Con Laura torno bambina e con lei amo affrontare ogni giorno nella prateria: le piccole sfide, le conquiste, i giochi, i lavori di casa.
Scuoto la testa divertita quando la mezzana di casa Ingalls disobbedisce ai genitori (perché lo spirito di avventura e la curiosità sono sempre più forti di lei), e combina qualche marachella o si infila in qualche pasticcio, o quando, addirittura, convince la obbediente sorella maggiore Mary ad infrangere le regole assieme a lei.
Ma in generale in Laura mi riconosco molto, e avrei voluto abbracciarla e spingerla a farsi valere di più quando mamma Caroline la costringe, senza tener minimamente conto dei suoi sentimenti, a dar via la sua preziosa bambola Charlotte (che Laura possedeva sin da quando era piccolina), per donarla alla piccola Anne, la figlia della vicina, per la quale la bambola non valeva altro che la soddisfazione di un effimero capriccio.
Mamma Caroline qui è stata ingiusta e scorretta, un comportamento insolito per lei.
Mette la figlia in difficoltà, accusandola di essere egoista solo perché la bambina voleva, giustamente, conservare e tenere con sé qualcosa a cui era molto legata.
Ecco, questa è una cosa di cui rimprovero, in generale, tutti i genitori, il non saper dare importanza ai sentimenti che i bambini provano per le loro cose.
Come se quelle cose avessero poco valore solo perché non ne hanno per loro. Ma per un bambino il suo gioco preferito è tutto, e da grande quel gioco sarà un ricordo prezioso.
Ho capito Laura, e in quel momento ho detestato Caroline, perché questa è una situazione che io stessa ho vissuto, e che (una volta cresciuta), ho rimproverato a mia madre, la quale, nel trasferimento, diede via il mio peluche preferito, nonostante le mie rimostranze. Come Laura dovetti ubbidirle, come lei non avevo voce in capitolo.
Be' mi sarebbe piaciuto che Laura mi vendicasse e che, diversamente da come feci io allora, dicesse a sua madre, "se ci tieni tanto a fare contenta quella capricciosa di Anne, dalle la tua preziosa pastorella di porcellana!".
Dubito che l'avrebbe ceduta volentieri, perché, per chissà quale motivo, le cose dei grandi (anche se trattasi di oggetti ugualmente futili), hanno sempre più diritto ad avere valore di quelle dei bambini.
Vi pare giusto?
Be' forse mi sono dilungata un po' troppo con questo discorso, ma avevo bisogno di sfogarmi XD
Nonostante questo episodio, ho adorato mamma Caroline come ho amato e mi sono affezionata ancor di più ad ogni membro della famiglia, persino papà Charles, che nel primo libro mi era parso eccessivamente severo e rigido, qui si mostra decisamente più tenero e dolce, più vulnerabile e meno invincibile.
Non vedo l'ora di leggere il capitolo successivo e scoprire cosa riserverà il futuro alla nostra cara famiglia che, alla conclusione di questo secondo capitolo della serie, non si è trasferita ma è rimasta nel Minnesota a trascorrere, dopo l'ennesima avversità, il terzo dolce Natale.

Recensione capitolo precedente:
La casa nella prateria 


Ringrazio Gallucci Editore per avermi omaggiato di una copia cartacea di questo libro

il mio voto per questo libro

3 commenti:

  1. AH la casa nella prateria.
    Quanti ricordi, un telefilm fantastico.
    Ho sempre desiderato leggere i libri.

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    1. Io non ho mai visto la serie, ma i libri si stanno rivelando una bellissima scoperta ^_^

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  2. Adoro la serie "La casa nella prateria", ricordo che anni fa cercavo i romanzi, ma ero riuscita a leggere solo il primo, mi fa piacere che ne abbiano pubblicati altri :-)

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