Titolo: La meccanica del cuore
Autore: Mathias Malzieu
Copertina: Benjamin Lacombe
Editore: Feltrinelli
Data di Pubblicazione: 2012
Pagine: 160
Prezzo: 14,50 €
Trama:
Edimburgo 1874 - Nella notte più fredda del mondo, in una casina di legno in cima alla collina, la levatrice Madeleine sta aiutando una giovane ragazza a mettere alla luce il suo bambino.
Il piccolino nasce, ma il suo cuore è ghiacciato.
Madeleine per farlo sopravvivere ne collega il cuore ad un piccolo e vecchio cucù di legno, che ha bisogno di essere ricaricato ogni giorno.
La protesi, per quanto ingegnosa è troppo fragile per consentire al piccolo Jack una vita simile a quella di tutti gli altri bambini, i sentimenti estremi come l'odio o l'amore potrebbero risultare fatali per il suo cuoricino di legno.
Ma il giorno del suo decimo compleanno, in occasione del suo primo giro in città, la voce di una piccola ragazzina intenta a cantare, farà girare i meccanismi di quel suo cuore bislacco in modo sino ad allora sconosciuto...
Recensione:
La meccanica del cuore è una fiaba pensata per un pubblico giovane/adulto e come quasi tutte le fiabe rappresenta una metafora.
Il cuore di legno che obbliga il piccolo Jack a mille precauzioni non è più fragile di un cuore di carne, e le sofferenze a cui è soggetto sono uguali per tutti: un turbinio di emozioni all'inizio, messo poi in dubbio dai primi eccessi di gelosia e sfiducia, fino a che tutto non finisce rivoltandocisi contro.
Jack è più volte messo in guardia dall'amore, il suo piccolo cuore di legno potrebbe non sopportare l'intensità di certe emozioni, l'amore lo farà soffrire, finanche morire.
Questo è quello che per anni gli viene raccontato e questo è il timore che egli vive sin da fanciullo, prigioniero dei limiti del suo cuore.
Jack come un moderno Pinocchio che di legno ha solo il cuore, ma che come lui cova il desiderio di essere come tutti gli altri bambini e Madeleine una Geppetto al femminile che farebbe di tutto per tenere il suo bambino lontano dai pericoli e dai dolori.
Una bellissima copertina, un'illustrazione dell'artista Benjamin Lacombe ci aiuta ancor prima di iniziare la lettura a immaginare l'aspetto dei protagonisti e l'atmosfera in cui sono immersi.
Il protagonista viaggia e con lui ci spostiamo da una fredda Edimburgo, passando per varie città della Francia fino ad arrivare in Spagna, dove siamo immersi in un clima quasi circense.
Durante il viaggio non manca di incontrare figure assai note, come quella dell'assassino seriale Jack lo squartatore e quella di maggior rilievo in questa storia, dell'illusionista Georges Méliès, definito come il secondo padre del cinema.
Malzieu, in questo racconto, descrive in toni delicati e poetici sogni, paure, e passioni.
I suoi personaggi sono adolescenti che si lasciano andare ai primi giochi amorosi, che lo scrittore racconta sempre con eleganza.
La descrizione dell'atmosfera, delle città e dei paesaggi è ridotta all'essenziale, l'attenzione è più concentrata all'analisi dei sentimenti del protagonista.
Ed è in questa mancanza che sta il punto debole di questo racconto, che avrebbe dovuto fare delle ambientazioni uno dei suoi punti di forza.
Una storia che sicuramente raggiunge il suo scopo, con un finale non scontato, una favola che si apprezza, ma alla quale manca quel qualcosa in più per conquistare definitivamente.
Piace, ma non fa innamorare, non riesce a far ticchettare più rapidamente il cuore tanto da sentirne il suono squillante del nostro cucù.
Considerazioni:
Se non hai letto questo libro e hai intenzione di farlo fermati qui!
Ammetto di essere stata spinta ad acquistare questo libro dalla stupenda copertina. Ne ho subito riconosciuto la mano dell'autore, ovvero Benjamin Lacombe, un'artista che ammiro moltissimo.
Ne ho letto la breve trama sul retro e anche quella mi ha incuriosito, così l'ho preso.
Come accade spesso quando qualcosa si carica di grosse aspettative è più alta la probabilità di venire delusi, e la colpa non è mai della cosa in sé, ma è nostra.
In questo caso se sono rimasta un po' delusa la colpa è solo mia!
Mi aspettavo qualcosa di diverso, immaginavo una storia di affetto tra due bambini, una storia innocente e romantica e non il racconto di un amore passionale come quello che ho letto (e in questo sono forse stata influenzata più dal trailer del film tratto da questo libro, che dal libro in sé).
Come ho detto nella recensione, in alcuni momenti mi ha ricordato la fiaba di Pinocchio, questo sia per alcune somiglianze tra i personaggi Jack/Pinocchio, Geppetto/Madeleine, che per alcuni risvolti macabri della storia.
Interessante la presenza nel racconto del regista, illusionista e attore francese Georges Méliès (non so voi, ma io ho capito sin da subito che si trattasse di lui), figura che ho conosciuto meglio grazie al film Hugo Cabret.
E anche con questo film ho trovato delle somiglianze, non so se le storie siano davvero un po' collegate, ma anche in quel film Méliès incontra un bambino che ha a che fare con gli orologi, e sempre questo bambino possiede un automa di proprietà dello stesso Méliès che può essere azionato solo tramite l'inserimento di una chiave all'altezza del cuore.
Coincidenze? Non so...
Tornando al libro, mi è piaciuto il modo in cui Malzieu ha saputo narrare di momenti anche intimi senza mai essere volgare, quindi senza rompere più di tanto il linguaggio tipico delle favole.
Allo stesso tempo però ho trovato alcune cose, alcuni termini e alcuni particolari, a mio parere, fuori luogo.
Il romanzo è ambientato a fine 800 e dubito che all'epoca si facesse uso del termine "figo" o che le prostitute (si, in questa fiaba ci sono anche quelle) di allora vestissero leopardato.
Leggendo di Jack poi, mi è capitato spesso di pensare che pensasse a cose a cui usualmente i bambini di dieci anni ancora non pensano, e un bambino di dieci anni, il cui pensiero fisso è l'amore, e che s'innamora perdutamente al primo sguardo lo avevo letto solo nelle vecchie favole, ma anche questa è una favola, e alle favole queste cose si possono concedere.
Cosa non mi è piaciuto in particolare di questo libro?
Avrei voluto leggere descrizioni più dettagliate dei luoghi, leggere e riuscire a percepire la differenza tra la fredda Edimburgo e i colori della Spagna.
Avrei voluto leggere una reazione più sentita da parte di Jack alla scoperta che la sua Madeleine non c'era più...
E a dirla tutta mi sarei aspettata che morisse di dolore, che dopo aver temuto tanto di soffrire per amore di Miss Acacia, lo stroncasse invece un dolore altrettanto profondo, se non superiore, quello della perdita di una madre, perché alla fine Madeleine era questo per lui (si insomma, mi ero fatta il mio finale immaginario XD).
Avrei voluto una reazione più sofferta anche alla scoperta che Méliès non era più al suo capezzale, e ovviamente alla scoperta di essere stato tre anni in coma.
Per non parlare di quando gli viene rivelato che tutta la faccenda del cuore era una menzogna, un piano ordito da Madeleine per tenere Jack sempre con sé.
Mi ha stupito non leggere di una reazione furibonda (ero arrabbiata persino io!)
Scoprire che l'orologio che l'ha fatto sentire per anni insicuro, che è stato per lui causa vergogna oltre che di numerose vessazioni, che l'ha privato di tante cose, persino del suo grande amore, non era altro che una bugia, e che nessuno gli ha mai detto niente! E lui? Nemmeno ci pensa, nemmeno se ne dispiace.
Miss Acacia non mi ha affatto conquistata, una vanitosetta non capace di dar sicurezze e amore, al suo compagno, che ha evidentemente estremo bisogno di entrambe le cose.
Non gli crede e lo abbandona mezzo moribondo e alla fine lo rinnega senza aspettare o chiedere spiegazioni.
Non mi è piaciuta.
Il finale se pur originale, mette un po' sottosopra l'idea di favola che il libro aveva dato.
Ci dicono che un orologio non può tenere in vita un ragazzo, che non serve, e che tutti, tranne il piccolo Jack (e noi a quanto pare), lo ritenevano una cosa ridicola.
Allora in cosa consiste la favola?
Qualunque bambino venga cresciuto con l'idea che qualcosa gli è indispensabile alla vita ci crederebbe... quindi Jack era speciale solo per se stesso e per noi, mentre agli occhi di tutti gli altri era o uno stupido, o uno a cui piaceva scherzare o, come la stessa Acacia pensava, un imbroglione.
Mi è spiaciuto per Jack e per il male che inconsapevolmente gli ha inflitto proprio chi l'avrebbe dovuto proteggere.
Una storia che non mi è dispiaciuta, fa pensare, sa stupire ma che date le buone premesse avrebbe potuto far davvero innamorare, ma purtroppo non ci riesce.
Il mio voto per questo libro