Salve avventori!
Oggi il Café Littéraire ha il piacere di intervistare Ilaria Pasqua, autrice, tra le altre cose, della trilogia distopica "Il Giardino degli Aranci".
Come ben saprete, pochi mesi fa ho potuto leggere e recensire il primo capitolo di questa saga (per la recensione cliccate qui), che ha il pregio di saper mescolare generi diversi, dal fantasy al distopico, sino al romance.
Una lettura che consiglio vivamente.
Prima di lasciarvi all'intervista, colgo l'occasione per ringraziare nuovamente Ilaria per aver accettato di buon grado il mio invito!
♥ Ciao Ilaria!
Ti ringrazio di avermi concesso quest'intervista.
Ho recentemente letto e recensito il tuo romanzo "Il Giardino degli aranci - Il Mondo di Nebbia" e sono rimasta piacevolmente colpita dalla trama complessa e ben congegnata che hai saputo creare.
Come i tuoi lettori sapranno, protagonista della tua storia è una ragazza, Aria, che sente di vivere in un mondo che non le appartiene, in cui il tempo non scorre, e tutti sembrano girare a vuoto.
Parte fondamentale della vita di Aria, e degli altri abitanti del mondo di nebbia, sono gli incubi, esseri di fumo nero che si materializzano, al risveglio, ai piedi dei loro creatori.
Com'è nata l'idea di questa storia?
L’idea è nata durante una passeggiata in montagna. La prima immagine è stata quella di Will e dei suoi serpenti, da quel momento ho cercato di capire cosa potessero significare ed è nata la storia.
Ero sicura sin dall’inizio di dare agli incubi un ruolo centrale, dovevano avere una natura “negativa”, essere un peso, allo stesso tempo un monito. Volevo sin da subito che avessero con i protagonisti un legame profondo e di interdipendenza. Alla fine nel Mondo di Nebbia senza è impossibile vivere, o almeno farlo a lungo. È intorno a questa suggestione che ho costruito la storia.
♥ Proprio gli incubi permetteranno ad Aria di fare un vero e proprio viaggio nell'inconscio.
La ragazza troverà così il modo di avvicinarsi lentamente alla verità dei fatti, e ricordare tutto quello che credeva perduto.
Ma questo percorso sarà anche per lei l'occasione per affrontare le sue paure e il dolore mai superato.
Per gran parte del libro troviamo infatti Aria incapace di scegliere: tornare indietro e guardare in faccia il suo passato, o cercare di dimenticare ancora.
E' stato difficile rendere per iscritto questo dissidio?
In realtà non proprio, è uscito tutto molto naturale, forse perché mi sono immaginata in situazioni del genere un’infinità di volte. È un dissidio che mi appartiene e a cui è facile abbandonarsi.
Aria deve scegliere, affrontare le sue paure vuol dire per lei trovarsi faccia a faccia con quel passato, non è stato facile per lei e nemmeno per me metterla in guai così seri.
♥ Importante per Aria è il rapporto con Will.
Sarà lui infatti a guidarla nel suo viaggio verso la verità. Will è l'unico che sembra davvero capirla.
Dall'altra parte troviamo invece Henry, l'amico su cui Aria può sempre contare, che sembra provare per lei dei sentimenti più forti della comune amicizia.
Come sei riuscita ad evitare che il rapporto tra questi tre personaggi si trasformasse nel solito triangolo amoroso?
Henry non ha mai avuto una reale possibilità, il suo ruolo nella storia non è mai stato completare un triangolo, lui è molto più di questo, e ne è cosciente quanto me, sin dall’inizio. Senza la sua presenza né Aria né Will sarebbero quelli che sono. È il peso che equilibra la bilancia della loro amicizia.
♥ "Il Giardino degli aranci" può essere definita una trilogia fantasy-distopica.
Il 17 ottobre è stato pubblicato il secondo capitolo di questa storia.
Con il primo libro molte questioni sono rimaste in sospeso: dalla vera natura dei Sacerdoti alla presenza misteriosa della vecchia e dell'uomo che la accompagna. Quanti di questi misteri saranno svelati?
Inoltre, per chi non l'avesse già letto, puoi dirci qualcosa dell'ambientazione che troveremo ne "Il Mondo del Bosco"?
Nel secondo libro i Cinque Sacerdoti saranno protagonisti, perciò si scoprirà molto su di loro.
Per la vecchia donna e il suo alleato si dovrà aspettare un po’ di più, svelerò tutto nel terzo libro.
Il Mondo del Bosco, come dico sempre, è il mondo anti-Aria, è oppressivo in una differente maniera; i personaggi si troveranno incastrati in una realtà che non ha nessuna considerazione delle donne, e Aria non riuscirà quasi a respirare, sarà controllata, osteggiata, non sarà per nulla facile. Il Mondo del Bosco è sempre in guerra, tutti combattono per abitudine senza capire bene perché lo fanno, è un altro modo di girare a vuoto…
♥ Hai iniziato a lavorare al terzo libro della trilogia? A questo proposito hai già stabilito il destino dei vari personaggi o è ancora tutto da definire?
Del terzo libro ho già una prima bozza pronta, il destino dei personaggi è ormai deciso… ma finché non avrò finito di rileggerlo, e rileggerlo e rileggerlo chi può dirlo?
♥ Oltre a "Il Giardino degli aranci" sei anche autrice del libro "Il bambino nascosto nel buio", tuo primo lavoro, e di un'altra trilogia distopica, "Le tre lune di Panopticon".
Cosa puoi dirci al riguardo?
"Il bambino nascosto nel buio" uscirà prima di Natale, è sempre un distopico ma lo sento più legato alla fantascienza. In questo caso il protagonista è un trentenne che sente ingiusta la realtà in cui vive, un po’ come Aria con il suo Mondo di Nebbia, anche lui ha qualcosa con cui scendere a patti, ma credo che l’ambientazione sia ancora più crudele. Mentre lo scrivevo a volte mi venivano i brividi, e mi dicevo “che mondo orrendo ho creato”.
Anche "Le tre lune di Panopticon" è precedente a "Il giardino degli aranci", ma probabilmente si concluderà dopo, sto ancora lavorando al secondo volume.
♥ Ho letto che ne "Le tre lune di Panopticon" la tua protagonista si trova a vivere in un mondo in cui le parole iniziano improvvisamente a scomparire. Compito di Sofia sarà quello di trattenerle prima che sia troppo tardi. Qual è l'origine di questa trama così particolare?
Stavo facendo un giro in libreria e ho iniziato a pensare a come sarebbe stato un mondo senza parole, da lì è nata l’idea folle di scriverci una storia. Ho provato a mettermi in quei panni e mi sono lasciata andare, cercando di immaginare un mondo del genere. Come reagirebbero le persone? È stata la prima domanda che mi sono posta, da questo ovviamente dovevo rendere i libri totali protagonisti, affidargli addirittura le sorti di Panopticon, e anzi renderli “creatori” del mondo.
♥ In questo romanzo le parole sembrano avere un ruolo prettamente positivo.
D'altra parte, soprattutto oggigiorno, ci rendiamo conto di come i media e le aziende di ogni genere tentino spesso, con i giornali, le tv, gli spot commerciali e i cartelloni pubblicitari, di guidare proprio con le parole (e le immagini) le nostre scelte.
Hai considerato, nel tuo libro, questa doppia valenza del linguaggio?
Nel libro sono tutti dipendenti dalle parole, senza rendersene troppo conto, e lo dimostra il panico che si scatena quando se ne vanno, però mi sono soffermata più sugli aspetti positivi, “ideali”, piuttosto che sul controllo che esercitano. Se vogliamo, l’aspetto “pubblicitario” l’ho trattato meglio nel primo libro, lì gli spot, la televisione, i cartelloni non solo guidano il gusto dei cittadini ma lo impongono.
♥ "Le tre lune di Panopticon" è stato pubblicato da Lettere Animate Editore mentre "Il Giardino degli aranci" da Nativi Digitali Edizioni.
"Il bambino nascosto nel buio", pur essendo il tuo primo lavoro, è stato invece l'ultimo a vedere la luce.
In generale è stato difficile trovare qualcuno disposto a pubblicare i tuoi romanzi? Quali consigli puoi dare agli eventuali aspiranti scrittori "in ascolto"?
Sicuramente ci vuole moltissima pazienza. Non è stato difficile ma lungo, prima le varie ricerche, poi i contatti, infine l’attesa interminabile… a tutti gli aspiranti scrittori consiglio di avere pazienza, di non arrendersi mai, nemmeno di fronte ai rifiuti, di non perdere in nessun caso la fiducia in ciò che si è scritto.
♥ Parlando un po' di te com'è nato il tuo amore per la scrittura? Quando hai capito che poteva diventare un mestiere?
Quali sono i tuoi altri interessi?
Ho sempre scritto diari, sin da bambina, ma senza chiedermi mai perché lo facessi, era un semplice stimolo, quasi un riflesso condizionato. All’università sono stata spinta da un professore a dedicarmi di più alla scrittura, e lì mi sono resa conto di quanto mi piacesse. Gli stimoli ricevuti durante quegli anni hanno riacceso la passione per la lettura e hanno fatto sbocciare questo desiderio che finalmente aveva una vera forma.
La firma del primo contratto mi ha fatto capire che dovevo continuare. Ma l’avrei fatto comunque perché ne sento l’estremo bisogno.
Esclusa la lettura, adoro il cinema, questa è una passione che ho da sempre. Se non sono a casa a leggere e scrivere, mi trovate di certo in sala!
♥ Immagino tu sia anche una grande lettrice. Che genere prediligi?
Quali scrittori, se ci sono, rappresentano o hanno rappresentato per te dei punti di riferimento?
Chiaramente amo la letteratura di genere, a partire dalla fantascienza e la distopia, ma non solo. Leggo molto realismo magico e narrativa contemporanea perlopiù americana.
Il primo che mi viene da citare è sicuramente Philip K. Dick, seguito da George Orwell, Ray Bradbury e Richard Matheson, staccandosi dalla fantascienza c’è di certo Haruki Murakami, José Saramago, Jonathan Coe, Aimee Bender e, ultimo ma non ultimo, Calvino. Tutti loro rappresentano dei punti di riferimento irrinunciabili.
♥ Ci sono dei libri a cui sei particolarmente legata? E quali sono invece i libri che definiresti "da leggere assolutamente"?
I libri che mi sono cari sono moltissimi e perlopiù coincidono con quelli che consiglierei assolutamente. "Tempo fuori luogo" e "Ma gli androidi sognano pecore elettriche?" Di Philip K. Dick, "1984" di George Orwell, "City" di C.D. Simak, "Il ritratto di Dorian Gray" di Oscar Wilde, "Cime tempestose" di Emily Brontë, "La casa del sonno" di Jonathan Coe, "Dance Dance Dance" di Haruki Murakami, "Queste oscure materie" di Philip Pullman, "Antologia di Spoon River" di Edgar Lee Masters, "Il tempo è un bastardo" di Jennifer Egan, "Ogni cosa è illuminata" di Jonathan Safran Foer, "Narciso e Boccadoro" di Herman Hesse, "Suite francese" di Irène Némirovsky, "Cecità" di José Saramago, "La strada" di Cormac McCarthy, "Legami di Sangue" di Octavia Butler, "Se questo è un uomo" di Primo Levi, "Se una notte d’inverno un viaggiatore" di Calvino.
Libri importanti, impossibili da dimenticare, di quelli che sai ti accompagneranno per il resto della vita.
♥ Per quanto concerne i tuoi progetti per il futuro, c'è già qualche altra storia che aspetta solo di essere messa nero su bianco?
Sì, un paio a dire il vero, più legate al realismo magico. Ma le sto ancora elaborando e hanno bisogno di tempo per sedimentarsi. Poi inizieranno a tormentarmi ed a quel punto sarà arrivata l’ora di prestar loro attenzione.
♥ Ti ringrazio Ilaria per la tua disponibilità e per il tempo che hai concesso a me e ai lettori del Café Littéraire di Muriomu.
Ti faccio un enorme in bocca al lupo per la tua carriera!
Grazie a te per avermi ospitata nel tuo spazio e crepi il lupo!
molto interessante questa intervista! ^^
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