mercoledì 16 gennaio 2019

Recensione: "Il Grande Albero" di Susanna Tamaro

Titolo: Il Grande Albero
Autore: Susanna Tamaro
Illustrazioni: Adriano Gon
Editore: Giunti
Data di pubblicazione: maggio 2017
Pagine: 140
Prezzo: 7,90 € 

Trama:
La storia di un abete e della sua lunga vita, dei suoi incontri con personaggi illustri come l'imperatore d'Austria e la principessa Sissi, dei suoi viaggi, quando, tagliato, dovrà lasciare la radura in cui è nato per diventare l' albero di Natale di piazza San Pietro a Roma. Infine della sua amicizia con lo scoiattolo Crik che lo aiuterà a tornare a casa. Una fiaba moderna, una storia di coraggio, di amore e amicizia in cui la vita vince su tutto.

Recensione:
Susanna Tamaro scrive una favola in cui il protagonista, nelle primissime pagine, è un piccolo seme sospinto dal vento che, per volontà del destino, si ritrova a piantarsi nel bel mezzo di una isolata radura circondata da un fitto bosco.
Il seme, in bando ai pronostici, mette le sue piccole radici e, primavera dopo primavera, cresce, resistendo ad ogni rigido inverno e rivelandosi, ad ogni disgelo, più grande e forte.
Un piccolo abete, ecco cosa nascondeva quel seme.
L'alberello cresce, e resiste, del tutto ignaro di essere il protagonista dei pettegolezzi e del chiacchiericcio dell'intero bosco.

Le betulle premurose, i larici invidiosi, i faggi inteneriti e gli abeti tutti fieri e ansiosi di attribuirsi la paternità del nuovo venuto.
Il tempo passa e l'abete, nonostante tutte le infauste previsioni, è venuto su sano, bello e forte. Indiscusso e solitario protagonista della radura, baciato dal sole, accarezzato e battuto dalla pioggia e dal vento, è lì, un miracolo che a sua volta si meraviglia di tutto ciò che gli sta attorno.
La natura con il suo spettacolo di colori, suoni e creature lo affascina e gli fa compagnia. Gli uccellini, gli scoiattoli, i ghiri fanno a gara per nidificare fra i suoi maestosi rami. 
I caprioli, i cervi si succedono di generazione in generazione, ma tutti conoscono il grande albero che regna sulla radura.
A sua volta l'abete diventa consapevole di ciò che gli sta attorno, riconosce il vento, tutte le creature che gli si muovono attorno, fa la conoscenza dell'uomo e delle sue strane abitudini, e attraverso lui apprende l'amore, l'odio e un triste giorno persino la guerra.
Ha diversi secoli alle sue spalle quando inizia a chiedersi come sarà la sua fine, perché prima o poi, tutti ne hanno una. Cosa ne sarà di lui? Diventerà legna per tavoli, cassettoni, panche e sedie? 
Spera di non divenire legna da ardere, ma in cuor suo c'è il desiderio di viaggiare e vedere il mondo, diventare l'albero maestro di qualche grande veliero, spostarsi, non sostare più per sempre nello stesso posto.
E poi la paura: sarà cosciente? O la sua vita terminerà non appena la sega reciderà il suo tronco?
Qual è la sorte che spetta al nostro amico abete? Lascio a voi il piacere della scoperta, intanto posso rivelarvi che la storia dell'abete non è che la metafora della vita.
Siamo alberi che vivono cercando la luce, tutti in cerca di uno scopo, sperando ardentemente di trovarne uno, spesso non accontentandoci di ciò che abbiamo e andando alla continua ricerca di ciò che è già in nostro possesso.
Una bella storia, ben scritta, che nonostante una piega eccessivamente buonista sul finale, lascia un bel messaggio sull'importanza di coltivare il proprio essere piuttosto che l'apparire.

Considerazioni:
Ho adorato questo libro dalla prima pagina sin quasi alla fine. 
Attraverso questa storia ho scoperto una Susanna Tamaro inedita (almeno per me), che, con estrema poesia è stata capace di rendere la bellezza della natura, la dolcezza e l'importanza di una vita nata per caso e che, sempre grazie a quel caso, si sviluppa, cresce sana e forte, prendendo pieghe inedite e impensate.
Come dicevo ho adorato questa favola fin quasi alla fine, perché il destino dell'abete, e il conseguente spostarsi del punto di vista dall'albero a quello dello scoiattolino Crick, non è stato di mio gradimento. Non perché odi gli scoiattoli in generale o Crick in particolare, ma perché dal momento dell'abbattimento dell'abete non sono più riuscita ad apprezzare il risvolto della storia. Non come prima almeno.
Il tutto è diventato eccessivamente infantile, ed esagerato. Infatti, se era interessante e romantico vedere le cose dal punto di vista di un albero, leggere dello scoiattolo che si allea con un piccione e vederli cercare insieme la protezione del Papa è stato troppo. Divertente sì, ma meno profondo. 
Comunque una storia carina, con un bel significato e tanti messaggi positivi e importanti da trasmettere ai lettori più o meno giovani.

Ringrazio la Giunti per avermi omaggiato di una copia cartacea di questo libro 

il mio voto per questo libro 

1 commento:

  1. Che bella la copertina *_*
    Della Tamaro per bambini ho letto solo "Il cerchio magico", ma anche questo sembra molto carino!

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