martedì 6 ottobre 2020

Review Party - Recensione: "La gita del terrore" di Katherine Arden


Salve avventori!
Oggi, in occasione del review party, a cui ho il piacere di partecipare, vi lascio la recensione del libro "La gita del terrore" di Katherine Arden, edito Mondadori, e acquistabile a partire da oggi!

Titolo: La gita del terrore
Titolo originale: Small Spaces
Autore: Katherine Arden
Editore: Mondadori
Data di pubblicazione: 6 ottobre 2020
Pagine: 188
Prezzo: 16,00 € 

Trama:
Ollie ha undici anni, e da quando la sua geniale e avventurosa mamma non c'è più, si sente sempre un po' fuori posto nel mondo. Il suo unico rifugio è la lettura. Così, quando vede una sconosciuta che sta per gettare un piccolo libro nero nel torrente, d'impulso decide di salvarlo: glielo ruba e scappa via. 
In una notte di pioggia e vento inizia a leggere l'inquietante storia di un amore e di un patto maledetto, racchiusa tra le pagine del misterioso libriccino. Il giorno dopo scopre che la meta della gita di classe è proprio la fattoria del racconto, un luogo che esiste davvero e che rivelerà un passato di misteri e sparizioni inspiegabili. Durante il viaggio di ritorno dalla fattoria il pullmino sul quale viaggiano Ollie e i suoi compagni si ferma... 
Mentre cala il buio e si alza una strana nebbia, sull'orologio rotto di Ollie, un ricordo della mamma, compaiono un conto alla rovescia e un messaggio inequivocabile: via!

Recensione:
Alzi la mano chi, da ragazzino, non ha letto storie dell'orrore! 
Quante volte vi sarà capitato, di rifugiarvi sotto le coperte, mentre fuori infuriava la tempesta, in compagnia di un racconto da pelle d'oca. Fantasmi, streghe, zombie, mostri e vampiri: quali di questi personaggi popolava i vostri incubi?
Ebbene, il libro di cui vi parlo oggi mi ha riportato un po' indietro nel tempo, ai gloriosi giorni in cui la serie "Piccoli Brividi" di R.L. Stine era al centro delle chiacchiere e degli scambi con i compagni di banco. Con questa leggendaria e acclamatissima saga, l'opera di Katherine Arden ha più di un punto in comune.
Prima di tutto i protagonisti: tre undicenni che, apparentemente, hanno ben poco da spartire ma che, a causa di un misterioso e pericoloso nemico, si ritroveranno ad unire le forze, a combattere insieme, e a riscoprire più somiglianze di quante immaginino.
E poi l'atmosfera! Un pullman carico di studenti disperso nel nulla, un enorme campo di grano disseminato di inquietanti spaventapasseri, una notte buia e tempestosa, e una tanto solitaria quanto decadente fattoria in lontananza.

C'è sempre una qualche storia di fantasmi. Che ci piaccia a no. 
Ovunque tu vada in questo enorme, terribile mondo meraviglioso, troverai sempre una storia di fantasmi ad aspettarti. A volte inventata, a volte no.

La storia ha inizio con la piccola Ollie Adler che, dopo aver perso la mamma, a causa di un tragico incidente, fatica a trovare il suo equilibrio. Il mondo che dapprima amava, e che le regalava giornate di avventure e spericolate escursioni, ora non le interessa più. 
Per lei c'è solo il vuoto, ed il ricordo di ciò che era, fatta eccezione per l'amato e affettuoso papà che, con dolci parole e gustosi manicaretti, continua pazientemente a prendersi cura di lei.
Poi un giorno, mentre cerca di sfuggire ai problemi di scuola, si imbatte in una donna disperata ed in un misterioso libriccino nero. Al suo interno un'enigmatica storia che parla di Jonathan e Caleb Webster, due fratelli in competizione per il cuore di una giovane donzella, e di un patto inviolabile con un uomo sorridente, spuntato dal nulla.
Immaginate la sorpresa della nostra Olivia, quando la mattina dopo, nel mezzo della gita scolastica, si rende conto di essere giunta proprio nella fattoria di cui si narra in quel libro!
Un guasto al pullman, giusto sulla strada del ritorno, ed ecco che ha inizio l'incubo. La nebbia si alza, celando ogni via di fuga. Qualcuno sta arrivando a prenderli, ma non per portarli in salvo. 
A Ollie non resta che scappare e nascondersi, per evitare di essere presa. Con lei, fortunatamente, ci saranno due dei suoi compagni di classe, Coco e Brian, che l'aiuteranno a liberarsi dell'uomo che sorride e delle sue maledizioni.  

Poi una faccia si frappose fra lei e la sua mente. Una faccia fin troppo carina, con angelici occhi azzurri e capelli quasi rosa. Coco. Piccola. Quella con il nome stupido e i capelli ridicoli, che piangeva di continuo.
Coco era venuta a prenderla per mano, leggera come un’equilibrista su un’asse marcia e vecchia.
«Vieni, Ollie» le disse. «Forza, fai un passo. Solo uno. Non possiamo restare qui.» 
Ollie fece un passo.
Coco indietreggiò. «Ora un altro» disse.
Ollie le ubbidì. Non stava cadendo. Non sarebbe caduta. Erano gli occhi azzurri di Coco che glielo dicevano, i suoi occhi e le sue manine esili. No, mani forti, si rese conto Ollie. 
Coco non piangeva perché era debole, piangeva perché provava qualcosa. Ollie invece non piangeva perché non provava nulla, non più, non per davvero. 
Non voleva provare più nulla.

Una storia avvincente e coinvolgente, che tiene incollati alle pagine. Un'ambientazione intrigante e ricca di fascino, perfetta per il genere e per il periodo dell'anno, e dei protagonisti in cui è facile identificarsi e che, nel corso dei capitoli, subiranno una vera e propria evoluzione. 
Importante poi, a mio parere, è la forte attenzione prestata alle emozioni, in particolare all'elaborazione del lutto da parte dei componenti della famiglia Adler, e alla difficile, ma inevitabile, ricostruzione dei loro legami. Le scene che li vedono affrontare il presente con sofferenza e coraggio, come anche la descrizione della felicità passata vissuta tra le mura della casa colorata chiamata Uovo, sono particolarmente toccanti.
E ritengo che questo non sia un aspetto da sottovalutare in quanto, in considerazione del pubblico cui è rivolto, la lettura riesce a coniugare l'attrattiva del linguaggio horror ed i sentimenti e le paure della vita reale, rappresentati in questo caso da una prematura dipartita.
Ma ogni medaglia ha un dritto ed anche un rovescio, ragion per cui anche quest'opera presenta, ahimè, i suoi difetti. 
In particolare lo stratagemma del libro nero che, secondo il mio punto di vista, non è stato adeguatamente sfruttato. Ollie lo sfoglia nei primi capitoli, lasciandolo a metà, e per tutta la durata della sua disavventura, non le salta in mente di terminarlo per trovare una qualche via d'uscita. Eppure il diario e il suo contenuto avevano il pregio di esercitare un forte richiamo, creando nel lettore la curiosità di un prosieguo. 
Altra pecca è il finale, molto affrettato e lacunoso. Leggendolo si ha proprio l'impressione che l'autrice non sapesse come terminare la storia, o come uscire dalla ragnatela che aveva tessuto sino a quel momento. Ne viene quindi fuori una spiegazione parecchio imprecisa, poco convincente e soprattutto scontata. 
Ed è un vero peccato perché la trama aveva tutti gli ingredienti per riscuotere consensi sia presso i ragazzini che presso i cosiddetti diversamente giovani. Così facendo invece quella narrata ne "La gita del terrore" rimane una storia indirizzata a quella specifica fascia di età, meno avvezza ai meccanismi del genere horror. 
In conclusione un libro che, esattamente come il pullman ritratto in copertina, si ferma per strada un attimo prima dell'arrivo, ma che grazie all'atmosfera da brivido e al messaggio di collaborazione e amicizia profusi, riesce in ogni caso ad intrattenere ed emozionare. 

Ringrazio la casa editrice Mondadori per avermi fornito una copia del romanzo

il mio voto per questo libro

1 commento:

  1. Ci ho pensato anche io. Poteva leggerlo tutto. Ma se lo avesse letto tutto non ci sarebbe stata questa strana avventura. :)
    Ti ringrazio per aver partecipato!

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