venerdì 28 ottobre 2022

Recensione: “Sorelle” di Daisy Johnson

Titolo: Sorelle
Titolo originale: Sisters
Autore: Daisy Johnson
Editore: Fazi
Data di pubblicazione: 22 luglio 2021
Pagine: 80
Prezzo: 17,00 €

Trama:
Le sorelle adolescenti Luglio e Settembre sono strette da un legame simbiotico forgiato con una promessa di sangue quando erano bambine. Vicine quanto possono esserlo due ragazze nate a dieci mesi di distanza, a volte è difficile stabilire dove finisca l'una e cominci l'altra. Abituate all'isolamento, non hanno mai avuto amici: bastano a se stesse. 
Ma un pomeriggio a scuola accade qualcosa di indicibile. Qualcosa da cui non si può tornare indietro. Alla disperata ricerca di un nuovo inizio, si trasferiscono con la madre dall'altra parte del paese, sul mare, in una vecchia casa di famiglia semi-abbandonata: le luci tremolano, da dietro le pareti provengono strani rumori, dormire sembra impossibile. Malgrado questo inquietante scenario, a poco a poco la vita torna ad assumere una parvenza di normalità: nuove conoscenze, falò sulla spiaggia... Luglio si accorge però che qualcosa sta cambiando, e il vincolo con la sorella inizia ad assumere forme che non riesce a decifrare. 
Ma cos'è successo quel pomeriggio a scuola che ha cambiato per sempre le loro vite?

Recensione:
Settembre e Luglio sono due sorelle legate da un forte rapporto simbiotico.
Quasi coetanee, appena dieci mesi separano l’una dall'altra, e forse questo, insieme ad una situazione familiare non troppo facile, le ha costrette ad essere l’una il mondo dell’altra.
Con un padre violento, e una madre afflitta da periodi di forte depressione, le due sorelle si isolano nel loro microcosmo fatto di serie tv, musica, e giochi che diventano via via sempre più pericolosi.
Tra le due è ovvio chi ha la personalità dominante.
Settembre ha un carattere forte, deciso, vendicativo e a volte violento. Come suo padre, a cui somiglia molto anche fisicamente, spesso si lascia andare ad ondate di rabbia e gesti impulsivi.
Luglio è più sommessa, accondiscendente, pacifica. In lei sembra sempre forte il desiderio di soddisfare le aspettative, spesso eccessive, della sorella maggiore.
Perseverando in questo strano rapporto di dipendenza, sottomissione e sudditanza le due crescono, e diventano adolescenti, ma anche a scuola il loro legame sembra isolarle da chiunque stia loro attorno.
Come se fossero in una bolla, una sottile membrana, invisibile ma opprimente, le separa da chiunque sia all'esterno. Una barriera che non lascia passare nessuno, neppure la loro madre, che sembra rassegnata ad essere eternamente esclusa da quel legame così solido e totalizzante.

E la figura di Sheela, la loro madre, è quella più strana e indecifrabile.
La sua presenza è perlopiù un’assenza.
Un fantasma silenzioso che appare ogni tanto, osserva a distanza, ma non interviene mai, eternamente inerme, come se non avesse alcun potere o influenza sulla realtà che la circonda.
È consapevole di quanto i comportamenti di Settembre, nei riguardi di Luglio, siano malsani e nocivi. Così come è perfettamente a conoscenza del forte potere persuasivo che, con facilità, riesce a far fare a “Lugliettina” qualsiasi cosa (anche le azioni più folli), ma non muove un muscolo per mettere fine ad una situazione così visibilmente degenerativa.
Situazione che arriverà al suo apice in un pomeriggio di tempesta, quando accadrà qualcosa di irreparabile.

Per lasciarsi il passato alle spalle Sheela decide di cambiare aria, prendere le loro cose e lasciare Oxford, il loro appartamento - e con esso i tristi ricordi - e trasferirsi nella vecchia Casa di Accoglienza a pochi metri dal mare, casa che ha visto nascere prima suo marito e poi Settembre, la sua primogenita.

Ma le cose anche qui non andranno come sperato. È Luglio a raccontarci le prime giornate in quel luogo dove tutto ha un sapore nuovo, ma poi nulla è così diverso.
I comportamenti nocivi restano gli stessi.
Sheela continua ad essere assente, e Luglio costantemente sottomessa ai capricci di una Settembre sempre più irosa e prepotente.
E man mano che passano i giorni l’ombra di un ricordo nascosto, di un segreto mai svelato, comincia a riaffiorare nei ricordi di Luglio. Cosa ha dimenticato?
Sprazzi di ricordi, macabre visioni, blackout momentanei, sono solo il principio di ciò che deve essere rivelato.

Daisy Johnson, tra cose dette e non dette, mira sicuramente a costruire una narrazione ricca di tensione e mistero.
La sua scrittura cupa e disturbante, sembra voler a tutti i costi confondere il lettore, arrivare a stordirlo con un racconto tutto mozzichi e bocconi - la narrazione dei fatti che si interrompe ripetutamente, i continui salti temporali, i discorsi lasciati in sospeso - per trionfare su lui, stupendolo con un inaspettato colpo di scena che, mi spiace per lei, è tutto fuorché inaspettato.

Ho trovato l’epilogo scontato (avevo previsto tutto già dapo i primi capitoli) e perciò del tutto inutile, superfluo e fastidioso il continuo tentativo di confondere le acque.
La scrittura della Johnson non mi ha emozionata, né coinvolta. L’ho trovata fredda, distaccata e confusionaria, in una lettura che avrebbe dovuto provocarmi, invece, una grande tensione emotiva, pathos e angoscia.

Avrei dovuto affezionarmi alle sorelle, riuscire a comprendere, almeno in parte, la forza del loro rapporto così intenso e ossessivo, provare pena per l’una, e fastidio per l’altra, ma non ho provato quasi nulla di tutto questo, se non incredulità nel vedere una madre trasparente che resta inerme ad osservare l’ombra scura ed opprimente di una figlia sovrastare e far scomparire totalmente quella flebile ed evanescente dell’altra.

Una grande occasione sprecata per un libro che aveva una buonissima idea di partenza, ma la cui più grande pecca, per quanto mi riguarda, sta proprio nella freddezza della penna della sua autrice.


il mio voto per questo libro


1 commento:

  1. Mi dispiace tantissimo che il libro non ti sia piaciuto, io dal canto mio penso che lo eviterò perché per me sarebbe un pochino forte. Bellissima recensione ❤️

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