venerdì 20 aprile 2018

Recensione: "Heidi" di Johanna Spyri

Titolo: Heidi
Autore: Johanna Spyri
Editore: Fanucci
Data di pubblicazione: 30 ottobre 2014
Pagine: 286
Prezzo: 4,49 € (cartaceo) 1,99 € (ebook)



Trama:
Heidi è rimasta orfana e la zia Date si è presa cura di lei fino all'età di cinque anni, quando è costretta ad affidarla all'unico altro parente ancora in vita, il nonno, un vecchio che vive in una baita isolata, conosciuto come "lo Zio dell'Alpe".
Heidi si abitua molto presto alla vita nella natura incontaminata, fa amicizia col giovane pastore Peter e impara a occuparsi dei lavori domestici.
Un giorno però la zia Date trova per Heidi una sistemazione a Francoforte, presso la famiglia di Klara, una ragazzina costretta sulla sedia a rotelle.
Heidi e Klara diventano grandi amiche ma, nonostante questo, in città non si sentirà mai a casa e il richiamo delle montagne diventerà sempre più forte e la lontananza insopportabile...

Recensione:
Quello di Heidi è un personaggio che ci è da sempre familiare, in molti siamo cresciuti seguendo lei e le sue dolci e allegre giornate sulle alpi svizzere. La piccola bimba, dalle guance rosse e piene come mele, che sorride ai monti, amica delle caprette, ci ha conquistati tutti con la sua allegria e semplicità.
Quando zia Date, egoisticamente e senza troppi rimorsi, abbandona la piccola dallo zio dell'Alpe - che è sì il nonno, ma anche un estraneo a tutti gli effetti per la piccola - in realtà non fa che farle un favore.
Heidi sull'Alpe si sentirà immediatamente a casa, perché quelle montagne le somigliano, con la loro genuinità e purezza, con il loro essere esattamente come appaiono, senza troppi fronzoli e sovrastrutture. Qui, la bimba, si sentirà a casa come non si era mai sentita prima di allora.
Una piccola casetta, un letto di fieno e una meravigliosa vista tutta attorno, sono più di quanto la bimba potesse desiderare. Tutto la entusiasma, tutto lì emana gioia e libertà.
Il nonno, a sua volta influenzato dalla sua allegra presenza, ritroverà il sorriso, e tornerà ad assaporare la piacevole sensazione che dà il sentirsi benvoluto da qualcuno, e prendersene cura.
La bimba trascorre così un paio d'anni, ormai la conoscono tutti e tutti le vogliono bene, da Peter il pastore, alla nonna del ragazzo, la povera inferma che non riesce più a fare a meno di lei.
Ma, di punto in bianco, come un fulmine a ciel sereno, zia Date torna all'Alpe e non va via senza essersi portata la piccola Heidi con sé.
Convince la bimba con false promesse, negandole la verità, ovvero che il suo ruolo da quel giorno in poi sarà quello di fare da dama di compagina a Klara, una ragazzina malata che vive a Francoforte.
Iniziano qui le sofferenze della piccola Heidi, lontana dalle sue amate Alpi, prigioniera  in una casa dove le finestre affacciano su altrettanti palazzi grigi e tristi, intrappolata in regole di cui non capisce il senso.
E qui la piccola pian piano si spegne, neanche la compagnia, seppur gradita, di Klara riesce a guarirla dalla malinconia.
Ogni giorno la mancanza di ciò che si è lasciata alle spalle cresce, assieme alla sensazione di essere terribilmente fuori luogo in un posto dove le si dice in continuazione cosa fare e come farlo.
La severa signorina Rottenmeier, non le dà tregua, la vede come una selvaggia e da tale la tratta, pensandola stupida e sciocca.
Ma seppur durate fin troppo a lungo, le sofferenze della bimba avranno finalmente fine e, non solo riuscirà a ritornare alle due amate Alpi e a tutti coloro che vi aveva lasciato, ma vi ci porterà anche la debole e inferma amica.
Qui il bellissimo paesaggio montano, l'aria pulita, il buon cibo, compieranno un miracolo dolce e inaspettato.
Un romanzo dove i legami e gli affetti vincono su tutto, dove la presenza e la descrizione della natura magnifica e incontaminata hanno un'incredibile forza attrattiva che spinge a desiderare di essere lì con loro, con Heidi e con suo nonno. Immergersi in quei colori, annusare gli odori del fieno e dei boschi, assaporare i formaggi e il latte appena munto, giocare con la neve soffice e addormentarsi guardando le stelle.
Cosa desiderare di più? Come non comprendere Heidi e il suo desiderio di tornare a casa?
Un romanzo genuino, che presenta tuttavia i suoi difetti, nella costruzione di alcuni personaggi o nell'eccessiva, e ad un certo punto snervante, impronta religiosa, assai comprensibile nei libri di un tempo.  
Heidi resta un classico da leggere, ricco di positività e allegria, ma anche di sofferenza e di una serie di piccole ingiustizie che non possono lasciare indifferenti.

Considerazioni:
Heidi è un romanzo per ragazzi prezioso, poiché stimola la fantasia e l'immaginazione, porta il lettore ad immedesimarsi e a desiderare di vedere i paesaggi meravigliosi descritti nelle sue pagine.
Le descrizioni della natura sono poetiche e incantevoli, riescono a trasportarti lì, assieme ai personaggi, vivere di quella vita spensierata e genuina in cui loro si beano.

"La bimba faceva un passo, poi si fermava e si guardava intorno, perché mentre si arrampicava aveva alle spalle le grandi montagne. Una luce rosata carezzava l'erba ai suoi piedi. Si girò, aveva dimenticato quello splendore, non l'aveva mai visto in sogno così magnifico, i picchi rocciosi di Nido di Falco si innalzavano come fiamme su nel cielo, il vasto campo di neve era tutta una luce, e nuvole rosa vi aleggiavano sopra. 
L'erba era d'oro; le cime erano abbaglianti di vividi colori, la valle sottostante svaniva dietro un pulviscolo d'oro."

Questa prima parte del libro è deliziosa.
Assistiamo al rapporto tra Heidi e il nonno che piano piano si consolida.
All'ingenua spontaneità di quella bimba che, giorno per giorno, riporta il sorriso su un volto che, per troppi anni, era sembrato a tutti (e lo era effettivamente stato) burbero e infelice.
E all'attaccamento alla vecchia nonna cieca di Peter che, da un certo punto in poi, diventa il chiodo fisso della bimba tanto che (e questa cosa mi ha un po' fatto storcere il naso), la piccola sembra voler trascorrere (ed effettivamente lo fa). maggior tempo con lei che con suo nonno.

Poi tutto cambia. Heidi viene portata a Francoforte e qui ha inizio la sua, e anche la nostra, prigionia.
Come Heidi mi sono ritrovata a desiderare che tutto finisse subito e di tornare presto a casa, dalle "mie" amate montagne, dalle caprette, dal cibo gustoso e saporito e dal povero nonno (anche se, i pensieri di Heidi erano, ancora una volta, rivolti quasi esclusivamente alla nonna di Peter, cosa che mi ha fatto ri-storcere il naso).

A Francoforte tutto è abbastanza pesante e noioso, persino Klara non è questa simpatia. Non che sia cattiva, ma sembra vedere Heidi come il suo cagnolino da compagnia e non come una persona con dei desideri e dei bisogni.
Quando la vede stare male, e voler tornare a casa, manifesta un comportamento da vera egoista, cosa che non ci si aspetterebbe da una persona che dice di volerti bene.
In questo panorama grigio, l'unica nota di positività arriva dalla nonna di Klara, giunta in visita per un breve periodo.
Lei è l'unica che tratta la piccola come una persona, l'unica che la comprende e che la consola, seppure lo faccia in un modo che, neanche a dirlo, mi ha portato nuovamente a storcere il naso. No, che dico il naso, probabilmente storcevo tutta la faccia.
La nonna, assieme alla comprensione, porta con sé una sfilza di massime religiose che mi hanno dato l'orticaria.
Giustifico il tutto perché quelli erano altri tempi ma, nonostante questo, non sono proprio riuscita ad apprezzare (e a sopportare), di leggere di una signora che consola una piccola bambina visibilmente provata con frasi tipo "il tuo dolore servirà a qualcosa", "probabilmente Dio ha altri piani per te", "Dio sa sempre cosa è meglio per noi, quindi questo dolore ha uno scopo" ecc.
Tutto questo quando, quella poverina, voleva solo essere riportata a casa!
Prendetela e riportatela da suo Nonno, dico io! Altro che piani e non piani U_U

L'adozione della cucciolata di gattini (con tanto di urla e strepiti da parte della signorina Rottenmeier) e i panini bianchi e morbidi, sono state le uniche note di colore nel grigiore cittadno.
E poi finalmente l'atteso ritorno a casa *-*
L'arrivo di Klara, e i comportamenti sconsiderati di Peter che avrebbe voluto quasi farla fuori (non ci sei piaciuto Peter! Mi sarei aspettata un comportamento da galantuomo da te) e, infine, il miracolo che si compie. 
Il libro che si chiude e io che resto così, a sognare ad occhi aperti quella vita così semplice, allegra e viva.

il mio voto per questo libro

5 commenti:

  1. Ciao, non ho mai letto Heidi, ma ho visto un sacco di volte la serie animata :-)
    Davvero una bella storia!

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    1. Sì, un bel libro, con una bella storia. Fa sognare!

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  2. Oddio adoro Heidi! Quante lacrime ho versato per lei! Il cartone riprende perfettamente il libro e questa cosa mi piace molto. Ma cavolo non mi aspettavo dalla nonna frasi di quel tipo.. e io che facevo il tifo per lei! :/

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    1. Sono state proprio quelle frasi a farmi abbassare un po' la valutazione complessiva. Ma in generale tutta la "fase Francoforte". Non riesco a comprendere come si possa vedere una bambina ammalarsi e deperire e non portarla immediatamente a casa sua. Questa mancanza di empatia mi ha indisposta.

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  3. Non so quante volte ho guardato i cartoni di Heidi! A quanto letto nella tua recensione, sembrano poi piuttosto fedeli al libro, che non ho ancora letto. Non sarebbe male come lettura.

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