martedì 1 maggio 2018

Presentazione: nuovi arrivi per la collana "Pulci nell'orecchio" edita Orecchio Acerbo

Altre tre “Pulci nell’orecchio” si sono aggiunte alla collana curata e illustrata da Fabian Negrin per Orecchio Acerbo Editore.

Dopo i primi tre racconti 


ecco altre tre storie, con tre nuovi piccoli protagonisti, testimoni dell’assurdità e dell’ingiustizia del mondo degli adulti.


"La bilancia dei Balek" di Heinrich Böll
Un villaggio dove si vive di gramolatura del lino, dove il lavoro dei bambini è di andare a raccogliere erbe funghi timo e fiori da fieno, e dove la sola bilancia in uso è quella dei nobili Balek, che detta legge sul peso. Da cinque generazioni nessuno ha sospetti sulla bilancia, finché un ragazzino si accorge del grande imbroglio… 
A nulla valgono, dopo l’indignazione e il biasimo, la giusta richiesta di restituire il mal tolto, e, al rifiuto, la successiva rivolta del villaggio. Soffocata brutalmente, chi aveva rubato a rubare continua, e punito sarà chi quell’ingiustizia aveva denunciato. Due pesi e due misure, questa la giustizia degli uomini.

"Fratello lupo" di René Guillot
Yok è un cucciolo di lupo, Olof di uomo. Eppure sono fratelli. Nella taiga lappone, i due giocano e crescono insieme, bevono il latte dalla stessa lupa. Yok corre su possenti zampe e cattura le prede con zanne aguzze, Olof scivola sui ghiacci con la slitta e spara con la carabina. Cacciatori diversi nonostante parlino la stessa lingua, la loro natura impone che si separino. Passano molte lune quando si ritrovano. Olof è in pericolo, in balia dei lupi, quando arriva Yok e lo salva lottando contro i suoi simili. Al lettore è chiaro il loro legame, ma non al cacciatore...


"Van’ka" di Anton Cechov
Al nonno. Al villaggio. Questi il destinatario e l’indirizzo scritti sulla lettera che il piccolo orfano Van’ka scrive nella notte di Natale. A lume di candela, nel silenzio, con il terrore di farsi scoprire, prega il nonno di venire a portarlo via da quell’apprendistato di botte, fame e poco sonno che il calzolaio gli impartisce.
E ricorda i giorni felici di quando, al villaggio, le giovani cameriere della padrona lo viziavano a caramelle o il nonno lo portava nel bosco a tagliare l’abete per il Natale. Imbucata, quella lettera non giungerà mai a destinazione. Ma lo scrivere in sé ha sollevato il ragazzo, ormai al limite delle forze e della sopportazione. Quella notte, la speranza e il calore dei ricordi gli regalano finalmente un sonno tranquillo e sereno.

Ve ne parleremo meglio prossimamente.
Intanto non posso che consigliarvi la lettura delle tre pulci precedenti (trovate la recensione linkata nel titolo), e chiedervi: quale fra queste tre storie vi ispira di più?

1 commento:

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