Titolo: La stanza rossa e altre storie di fantasmi
Autore: Lucy Maud Montgomery
Illustrazioni: Michela Pollutri
Illustrazioni: Michela Pollutri
Editore: Caravaggio Editore
Data di pubblicazione: ottobre 2019
Pagine:168
Prezzo: 11,90 €
Trama:
Anche Lucy Maud Montgomery cedette al fascino delle ghost stories, non solo inserendone qualcuna nei suoi romanzi più celebri, ma anche pubblicando, in tutto l’arco della sua vita, diversi racconti del soprannaturale su varie riviste.
Nella presente raccolta, curata da Enrico De Luca, ne sono stati selezionati sei:
♥ La Stanza Rossa
♥ L’amante di Miriam
♥ La storia di Davenport
♥ La ragazza al cancello
♥ La festa privata a Smoky Island
♥ Il fantasma dai Brixley
tutti legati dallo stile inconfondibile della creatrice di Anne Shirley (conosciuta in Italia come “Anna dai capelli rossi”) e per la prima volta tradotti integralmente e annotati.
Recensione:
I sei racconti presenti in questa raccolta sono molto variegati fra loro, ognuno offre uno sguardo diverso sul mondo del soprannaturale, un diverso approccio a delle esperienze paranormali.
Luoghi su cui agirebbero delle forze malvagie; anime affini che riescono a comunicare nonostante le distanze; presenze benevole che sono in grado di entrare in contatto con i propri cari, mettendoli in guardia in caso di pericolo; amori immortali; e leggendari luoghi infestati...
Argomenti diversi, dove in molti casi il punto di unione è l’amore... ma non sempre.
Se in storie come “L’amante di Miriam”, “La storia di Davenport”, “La ragazza al cancello” e persino in “Festa privata a Smoky Island”, il punto focale è l’amore e l’affetto che anime trapassate hanno provato per coloro che hanno lasciato indietro, nella storia che dà il titolo alla raccolta, ovvero “La Stanza Rossa”, l’amore e l’affetto c’entrano ben poco.
Protagoniste indiscusse di questo racconto sono due donne di età diversa, una ragazzina ingenua e sognante di nome Beatrice, e Alicia, una donna affascinante e misteriosa.
Beatrice viene invitata a passare le festività natalizie nella residenza di famiglia a casa della nonna, la signora Montressor.
Tra gli invitati, oltre alle zie, lo zio Hugh e la sua giovane sposa straniera Alicia, che Beatrice non ha ancora mai visto, ma di cui ha già sentito molto parlare - e non in modo lusinghiero - in conversazioni bisbigliate e sussurrate, non lontane abbastanza dalle sue orecchie.
Quando il momento del tanto atteso incontro finalmente arriva, la piccola Beatrice è del tutto rapita dalla bellezza della donna, quasi incantata.
Un fascino che l’attrae e allo stesso tempo respinge, che la conquista, ma che non le preclude di notare nella donna comportamenti strani e fasulli.
Gli sguardi di superiorità sprezzante, il disprezzo nei confronti del suo sposo, piccole fiamme di ferocia negli occhi.
La stanza rossa è il luogo dove la piccola Beatrice preferisce trascorrere le sue giornate a casa Montressor, una stanza calda e accogliente, che ora però è di proprietà della nuova padrona di casa.
È qui che le due, donna e bambina, trascorreranno insieme la maggior parte dei loro incontri, è qui che avverranno i loro più intensi confronti, fatti di giudizi non detti, pensieri taciuti, dubbi, e allusioni.
È qui che Beatrice rivelerà ad una turbata Alicia, un passato macabro legato alla stessa stanza, una stanza macchiata di sangue e dolore che forse, in qualche modo, fa sentire ancora la sua presenza...
Può il male infestare un luogo e influenzare chi vi vive?
Forse sì, o forse questa è solo una scusa, un pretesto utilizzato per giustificare le proprie azioni. Al lettore è lasciato il giudizio su questa storia particolare ed enigmatica.
Non lascia alcun dubbio invece il racconto intitolato “Il fantasma dai Brixley”, dove le presenze inquietanti che infesterebbero casa Brixley - una vecchia catapecchia abbandonata ormai da anni - sembrano essere solo frutto di superstizione.
L’argomento del racconto è invece autentico e attuale: il bullismo.
Lige Vondy, un ragazzotto sempliciotto e non particolarmente arguto, viene preso costantemente di mira dai bulli del paese.
Ma dove c’è il marcio, per fortuna, c’è anche il buono, e la la sete di giustizia di due ragazzi del villaggio li porterà ad escogitare un piano per mettere in ridicolo i prepotenti e liberare Lige dalle continue vessazioni.
La casa infestata diviene quindi oggetto di sfida, l’ingresso all'interno di essa la misura per dimostrare il proprio coraggio, o la propria codardia.
Sei storie con tematiche e toni diversi, dunque, che ruotano tutte attorno ad un unico interrogativo: credete nei fantasmi?
Un libro che si legge in fretta, una scrittura semplice e lineare.
Non aspettatevi storie macabre o spaventose, quelli che troverete in queste pagine sono racconti curiosi e appassionanti, che fanno ciò che ogni storia di fantasmi dovrebbe fare, lasciare il lettore con un senso di disagio, incertezza e dubbio. Nessuna sicurezza, ma tanta suggestione.
A impreziosire il libro le raffinate illustrazioni di Michela Pollutri, che fanno da apertura e da presentazione ad ogni storia, che non avremmo potuto leggere, se non grazie al lavoro di traduzione di Enrico De Luca, che ha curato l’intera edizione.
Considerazioni:
Tu credi nei fantasmi?
Questa è la semplice premessa con cui si apre ogni racconto di questa raccolta.
Ogni storia (eccetto l’ultima) si apre con questo interrogativo.
Interlocutori che si mettono a confronto sul tema, o protagonisti che riflettono su esperienze passate, vissute in prima persona.
Ne “La stanza rossa” una donna racconta al suo nipotino un avvenimento curioso e atipico del suo passato, qualcosa che l’ha turbata e che ancora le fa credere nell'esistenza di influenze malvagie.
Ne “L’amante di Miriam” due amiche, dopo aver letto una storia di fantasmi, si confrontano sul tema avendone opinioni diverse, una pensa che siano tutte assurdità, l’altra ha un pensiero diverso, dopo aver vissuto un’esperienza estremamente particolare che ci tiene a raccontarle.
In “La storia di Davenport” un gruppo di amici si intrattiene raccontandosi vicendevolmente storie, più o meno banali, di fantasmi. Racconti sentiti e risentiti, frutto di numerosi passaparola, che non soddisfano gli ascoltatori perché tutti partono dal sentito dire.
Nessuno dei narratori racconta una storia vissuta in prima persona, fino a quando non arriva il turno di Davenport, con il suo aneddoto, vissuto in prima persona, che lascia gli ascoltatori sbalorditi.
In “La festa privata a Smoky Island”, la protagonista ricorda a se stessa, un evento apparentemente soprannaturale accaduto durante il soggiorno a Smoky Island.
Anche qui lo stesso scenario: un gruppo di amici trova svago da una noiosa giornata piovosa raccontandosi storie di fantasmi, ma questa volta l’epilogo sarà ben diverso.
Infine, anche ne “La ragazza al cancello”, la protagonista riflette e ricorda un episodio insolito accaduto anni addietro, evento a cui non riesce a dare spiegazioni razionali, e forse neanche vorrebbe darle, perché forse, delle volte, è confortante credere che la vita non finisca con la morte, e che qualcuno ci aspetti e ci accolga per accompagnarci nell'ultimo viaggio.
Queste testimonianze non danno certezze, ma insinuano il dubbio, creano interrogativi, regalano piccoli brividi e suggestioni.
Un po’ come facevano le storie che, bisnonne e nonne, ci raccontavano quando eravamo bambini. Storie, anche quelle, frutto del passaparola, o vissute da loro in prima persona, alle quali non si sa mai se credere veramente, ma che in qualche modo inquietano, turbano e, soprattutto se si è bambini, regalano parecchie notti insonni.
Un libro che consiglio per una serata piovosa, non aspettatevi grandi brividi, sono semplicemente storie di fantasmi :)
Ringrazio Enrico De Luca per avermi omaggiato di una copia cartacea di questo libro
il mio voto per questo libro
No, non credo nei fantasmi ma mi fanno paura lo stesso quando vedo un film o leggo un libro su di essi. Questa antologia di racconti sembra interessante anche se dici che non mette i brividi. La inserisco in lista desideri. Un abbraccio
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