giovedì 2 gennaio 2020

Recensione: “Il segreto del canto di Natale” di Vanessa Lafaye


Titolo: Il segreto del canto di Natale
Titolo originale: Miss Marley. A seasonal tale of kindness and goodwill
Autori: Vanessa Lafayel
Illustrazioni: Emily Carew Woodard
Editore: HarperCollins
Data di pubblicazione: novembre 2019 
Pagine: 190
Prezzo: 17,00 € 

Trama:
Mentre guarda una casa di bambola nella vetrina del negozio di giocattoli, Clara Marley pensa che il suo desiderio più grande è sentirsi di nuovo parte di una famiglia. Ma questo ormai non può più succedere, perché Clara e Jacob Marley sono tragicamente rimasti orfani e vivono di espedienti nella Londra di inizio Ottocento, rubacchiando un tozzo di pane tra i rifiuti e dormendo per strada.
Ogni notte, prima di addormentarsi, Jacob, il fratello maggiore, promette alla sorella: “domani andrà meglio”.
E proprio per mantenere la promessa, quando gli si presenta l’occasione, la coglie, anche se il prezzo da pagare è troppo alto. E così Jacob intraprende un cammino che lo porta a diventare socio in affari di Ebenezer Scrooge. Ogni giorno che passa Jacob costruisce una fortezza fatta di denaro per tenere il resto del mondo fuori. Solo Clara può salvarlo dall'orribile destino che lo attende se non permetterà all’amore e alla gentilezza di albergare di nuovo nel suo cuore…"

Recensione:
Vanessa Lafaye prima di essere un’autrice era, un’appassionata lettrice e una fan sfegatata del lavoro di Dickens, soprattutto del “Canto di Natale”.
Come me, e come immagino abbiano fatto molti lettori, anche lei si è posta domande sui pregressi della storia che conosciamo.
Qual è il passato dei personaggi?
In particolare si è posta domande sulla vita e su un personaggio che appare molto poco nella storia, ma che ha ovviamente un ruolo molto importante nella vita passata e presente di Ebenezer Scrooge.
Mi riferisco ovviamente a Jacob Marley.
L’autrice si è chiesta cosa mai, il socio di Scrooge, abbia potuto fare di tanto terribile da meritarsi la dannazione eterna.
Cosa lo ha reso tanto avaro e insensibile?
Cosa è capitato nella sua vita e cosa l’ha condizionata?
Se è vero che ogni uomo è il risultato di ciò che gli è accaduto, cosa nasconde il suo passato?
Vanessa Lafaye prova con queste pagine a dare risposta a tutti questi interrogativi e a colmare queste lacune.
Per farlo sceglie di raccontare la storia attraverso gli occhi di Clara Belle Marley, sorella di Jacob, un personaggio totalmente inventato, che le ha dato la possibilità di narrare questa nuova storia senza farla sembrare una forzatura.
E io dico che è riuscita pienamente in questo intento.
Clara e Jacob sono rimasti improvvisamente orfani e pur appartenendo a una famiglia benestante, a cui non sono mai mancati agi e comodità, si sono improvvisamente trovati senza niente.
Senza genitori, senza soldi, senza casa, senza amore, senza nessuno che si prendesse cura di loro.
Spediti come un pacco di poca importanza all'ospizio dei poveri, da dove ben presto fuggono per cercare di costruirsi il proprio destino, facendo però i conti con la dura realtà della strada.
Clara e Jacob imparano così che la vita non fa sconti a nessuno, e che nessuno è pronto a tendere la mano a due ragazzini poveri e sporchi che non hanno nulla da offrire.
Nessuno dà niente per niente.
Questa è la regola di vita che si imprimerà nella testa del giovane Marley e che condizionerà tutte le sue scelte e azioni future.
Le scelte sono due, sopravvivere o soccombere, e i due ragazzi decidono di tentarle tutte.
Un colpo di “fortuna”, se così si può definire, li fa imbattere in una piccola somma di denaro che li solleverà momentaneamente dalla miseria, permettendo loro di togliersi dalla strada, affittare una stanzetta e iniziare a lavorare, mettendo da parte qualcosa.
Nasce da Clara l’idea di utilizzare i loro guadagni per mettere in piedi una sorta di attività.
I due decidono di diventare usurai: prestare denaro alla povera gente che, come loro, non riuscirebbe mai a ottenere prestiti dalle banche, lavoratori che hanno bisogno di una mano per tirare avanti nei periodi di difficoltà.
Una buona idea che nella mente di Clara avrebbe potuto portare a risvolti molto positivi, ma che, con il tempo, si rivelerà un boomerang, che non farà che alimentare l’avarizia di Jacob.
Per qualcuno che ha conosciuto la povertà, infatti, dovrebbe essere semplice mettersi nei panni degli altri, comprendere le difficoltà, offrire tregue, concedere seconde occasioni.
E per Clara è così, ma lo stesso non vale per Jacob, per lui non esistono seconde chance, non esistono favori, non esiste generosità e comprensione. Poiché nessuno ha mai teso una mano a lui quando ne aveva bisogno, lui è intenzionato a fare altrettanto.
L’impresa di Jacob spinta dalla sua avidità cresce e prospera, ed è qui che entra in società con il giovane Scrooge.
Un ragazzo gentile, innamorato e pieno di sogni, pronto a sposare la sua fidanzata non appena sarà pronto ad offrile una buona casa e una vita degna.
Intanto Clara lavora, si innamora, progetta un futuro insieme al suo innamorato... e inaspettatamente si ritroverà ad aver bisogno anche lei dell’aiuto di suo fratello.
Un prestito per dare metter su varie di sale da tè sparse in tutto il paese.
Jacob riuscirà a mettere da parte gli affari se di mezzo c’è la felicità e il futuro della sua cara sorella a cui ha sempre detto di tenere più di ogni cosa?
Be’ il finale della storia, lo conoscete... ma lascio a voi la scoperta degli sviluppi che hanno portato all'epilogo che tutti conosciamo.
È stato bello conoscere quest’altra metà della storia, vederla da un nuovo punto di vista. Conoscere due personaggi inediti.
Per me Marley ora ha un passato, ed è quello che la Lafaye ha costruito per lui.
Anche se confesso, non sono sicura che lei volesse un epilogo del genere per la sua Clara, e nulla mi toglierà dalla testa che questa storia avrebbe dovuto avere un finale più dolce di quello che Rebecca Mascull (la scrittrice che ha preso in consegna l’opera dopo la morte prematura della sua creatrice) ha scritto per noi.
In definitiva la storia mi è piaciuta, sono riuscita ad apprezzarla e forse, proprio per questo, la narrazione mi è parsa un po’ affrettata.
Leggendo ho avuto proprio sensazione che chi l’ha scritta (la Lafaye nella prima parte, e la Mascull dal capitolo 10 in poi) avesse la fretta di concludere presto.
Tante situazioni, tante emozioni vengono archiviate in fretta e furia, e sono convinta che questa storia avrebbe meritato qualcosa di più.
Tuttavia è un libro che consiglio a tutti, perché tutti, chi più chi meno, conosciamo “Canto di Natale”, e penso che sia curioso conoscere la storia di uno dei suoi protagonisti mai raccontati.

Considerazioni:
“Una storia di bontà, gentilezza e fantasmi” così recita il sottotitolo di questo libro... ebbene, mi spiace dirlo ma, ok per i fantasmi, ma di bontà e di gentilezza in queste pagine non ve ne è neanche l’ombra.
C’è invece il loro constante rifiuto.
Questi sentimenti vengono visti da Jacob Marley come debolezze, difetti per pochi stolti che non sanno come stare al mondo, caratteristiche a cui non si può cedere e in cui non si può indugiare.
Vere e proprie minacce per la sua sopravvivenza.
Jacob impara presto a sopravvivere in un mondo ingiusto che non gli ha mai dato aiuto o conforto, e di tutto ciò che gli capita vede solo il lato marcio delle cose.
Anche quando la sua situazione economica migliora, anche quando non ha più motivo per guardarsi le spalle e temere la miseria, continua a vivere come il bambino che era abituato a guardarsi le spalle e non fidarsi di nessuno.
La povertà lo ha indurito, ha trasformato il suo cuore in pietra.
Clara invece, pur avendo vissuto la medesima situazione, ne è rimasta segnata in maniera diversa.
Lei vede in ogni povero il suo passato e non riesce ad essere indifferente a quello che sarebbe potuto essere anche il suo futuro.
Clara mostra comprensione, lei vorrebbe aiutare i meno fortunati, essere per loro quell'aiuto che avrebbe voluto le fosse stato offerto.
Due atteggiamenti molto diversi, ma è ovviamente quello di Clara quello che riesco a comprendere maggiormente.
Vanessa Lafaye quando nella premessa del libro ci racconta il suo intento, ci dice che avrebbe voluto, tramite la sua storia, trovare una spiegazione al terribile destino a cui Jacob Marley condanna se stesso.
Comprendere cosa lo ha reso l’uomo che è diventato.
Ma ciò che gli è successo, a mio parere, non lo giustifica affatto.
Lui e Clara vivono le medesime esperienze (anzi, Clara ne vive anche di peggiori), eppure il loro atteggiamento alla vita è opposto.
E a dire la verità non c’è un cambiamento nel ragazzo.
Lui non è mai stato diverso da ciò che è divenuto.
Lo incontriamo spietato e spietato resta, fino alla fine.
Peggiora sì, ma il suo non è mai stato un animo buono.
Anche alla cara sorella, a cui si è sempre dichiarato devoto, alla fine volta le spalle.
A dire la verità la svolta finale del libro mi ha lasciata stranita, e come ho detto in precedenza non sono sicura che Vanessa Lafaye, se avesse potuto, avrebbe scritto una sorte così funesta per Clara e il suo amore.
Può darsi di sì, ma qualcosa mi dice che una storia di Natale non sarebbe dovuta terminare senza neanche mezzo lieto fine.
Ok, le sorti di Jacob erano note, ma nulla mi toglie dalla testa che forse, per Clara, la Lafaye aveva in mente un lieto fine. Una fuga in India con il suo Tom Woodburn, entrambi lontani dal controllo e dalla negatività del fratello.
Leggendo le pagine finali, quelle in cui Rebecca Mascull racconta di come ha preso in consegna il racconto e del fatto che lo abbia scritto interamente dal capitolo decimo un poi, senza avere nessun appunto sul finale a cui fare riferimento (e quindi sui veri desideri dell’autrice), non fa che rafforzare la mia idea.
Infatti è dal decimo capitolo in poi che tutto per Clara va storto.
Una storia natalizia dovrebbe avere almeno qualche cenno di positività e amore, fiducia verso il futuro e verso il prossimo, soprattutto in un libro che, come sottotitolo dichiara di essere “Una storia di bontà, gentilezza e fantasmi”.
In definitiva lo consiglio, però, come ho già detto, un po’ è un peccato perché questa storia con qualche accorgimento poteva dare qualcosa in più.

Ringrazio HarperCollins per averci omaggiate di una copia cartacea di questo libro

il mio voto per questo libro

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