giovedì 24 dicembre 2020

Review Party - Recensione: "Canto di Natale" di Charles Dickens

In occasione del Review Party dedicato a questa nuova meravigliosa edizione del grande classico "Canto di Natale" di Charles Dickens, illustrata da Iacopo Bruno, ho avuto modo di rileggere questa storia natalizia e rivalutarla con occhi nuovi.
Per conoscere le opinioni delle altre ragazze che, con me, partecipano all'iniziativa, vi invito a passare dai loro blog. Li trovate citati nel banner qui sotto.
Intanto qui trovate la mia recensione :)



Titolo: Canto di Natale
Autore: Charles Dickens
Illustrazioni: Iacopo Bruno
Editore: Rizzoli
Data di pubblicazione: 24 novembre 2020
Pagine: 111
Prezzo: 20,00 €


Trama:
Tintinnare di monete e frusciare di banconote: solo a questo pensa il vecchio e avaro Ebenezer Scrooge. Ma tutto cambia nella magica e spaventosa notte di Natale quando Scrooge riceve la visita di tre spiriti che lo costringono ad aprire finalmente gli occhi. E il cuore. La più celebre storia di Natale, toccante parabola fantastica di Charles Dickens, in un volume illustrato da Iacopo Bruno.

Recensione:
Come molti di voi, immagino, ho conosciuto la storia narrata ne il “Canto di Natale” di Dickens dal cartone animato Disney, che vede un avaro e insensibile Ebenezer Scrooge interpretato da Zio Paperone, il suo dipendente Bob Cratchit da Topolino, e l’ex socio in affari Jacob Marley, interpretato da Pippo. 
Adoravo, e ancora oggi adoro, quei venti minuti di animazione che sanno trasportare nell'atmosfera natalizia, emozionare, affascinare, ed esprimere tutto il senso della storia di Dickens.
Quando qualche anno fa mi sono finalmente decisa a leggere il grande classico di Natale, ne sono rimasta delusa. Avevo, in quell'occasione, scelto probabilmente un’edizione obsoleta, scritta con un linguaggio forse troppo antiquato, e l’ho trovata fredda, noiosa e, mi duole dirlo, per nulla emozionante.
Leggerlo, in quell'occasione, era stato come tornare, dopo tanti anni, in un posto che avevo tanto amato da bambina, e scoprirlo inaspettatamente molto diverso da come lo ricordavo... più piccolo, più triste, meno colorato, meno incantevole e grandioso.

Questa nuova, bellissima, edizione illustrata da Iacopo Bruno mi ha fatto capire quanto la scelta del linguaggio e della traduzione sia fondamentale per fare breccia nel cuore del lettore.
Non so dirvi con esattezza in cosa consistessero le differenze, fatto sta che per me è stato come leggere un libro nuovo, coinvolgente e fresco. Far ritorno in quel luogo che avevo amato da piccola e ritrovarlo esattamente come lo ricordavo.
E sono contentissima di aver potuto rivalutare questo classico senza tempo, ma anche molto sorpresa perché non mi aspettavo di cambiare così drasticamente la mia opinione a riguardo.
Questa volta lo spirito del Natale l’ho percepito in tutta la sua serena dolcezza.

Non serve che mi dilunghi nel raccontarvi la storia del vecchio e avaro Ebenezer Scrooge che nella notte di Natale viene visitato da quattro spettri che lo porteranno alla conversione e ad un totale cambiamento di rotta, sono sicura che la conosciate tutti, ma ci tengo a dire quanto in questa rilettura la metamorfosi del personaggio mi sia parsa sincera e sentita, forse esagerata e improvvisa, ma non forzata da secondi fini.

Scrooge muta man mano che riscopre se stesso, ciò che ha perduto, ciò che sta perdendo e ciò che potrebbe perdere ancora.
Ogni no, ogni rifiuto gli è costato caro, gli è costato il cuore, le emozioni e l’anima che, ormai da tempo, non riesce più a trovare calore e conforto in nulla.
Dickens si serve dei tre spiriti, quello del passato, quello del presente, e quello del futuro, per riportare Scrooge alla vita, e non esserne solo un severo osservatore.
E noi assistiamo lentamente alla sua trasformazione: Ebenezer ricorda la sua infanzia, la solitudine delle giornate passate immerso nei libri, immaginando mille emozionanti avventure, la dolcezza della sua sorellina, il calore di un abbraccio, e la gentilezza di un datore di lavoro allegro e gentile. Inizia a rendersi conto di quanto ha sbagliato e perseverato nel corso di gran parte sua esistenza, di essersi comportato in modo molto ingiusto nei confronti del suo dipendente Bob Cratchit; e a poco a poco riscopre le piccole dolci piacevolezze della vita: i profumi e gli odori di una tavola imbandita e la gioia di condividere un pranzo insieme a chi si ama; si confronta infine con la miseria e la povertà che ha sempre disprezzato e ignorato, rendendosi conto di essere egli stesso parte di quella disgrazia.

Ecco! Che vapore! Il pudding era fuori dalla pentola. Un odore come di giorno di bucato! Quello era il telo in cui era stato avvolto. Un odore come di un ristorante e di una pasticceria vicina, con una lavanderia accanto! 
Ecco cos'era il pudding. 
In mezzo minuto Mrs. Cratchit fece ritorno, tutta rossa in volto ma con un sorriso fiero, assieme al pudding: pareva una palla da cannone maculata tanto era duro e sodo, fiammeggiante, intriso di brandy acceso, e decorato con un rametto di agrifoglio di Natale piantato in cima! 
«Oh che pudding meraviglioso!»

“Dalle pieghe della veste sfilò fece due bambini; disperati, brutti, spaventosi, orribili, miserabili. Si inginocchiarono ai suoi piedi e si aggrapparono alla stoffa. 
«Guarda, uomo! Guarda qui. Guarda, guarda quaggiù» esclamò il Fantasma.
Erano un bambino e una bambina. Lividi, scarni, laceri, cupi, feroci ma anche prostrati nella loro umiltà. Dove la grazia dell’infanzia avrebbe dovuto riempire i loro tratti, e dipingerli con i colori più freschi, una mano secca e raggrinzita come quella della vecchiaia li aveva afferrati, distorti, e ridotti a brandelli. 


«Spirito! Sono vostri figli?» Scrooge non riuscì a dire altro. 
«Sono i figli dell’uomo» disse lo Spirito guardandoli. E si aggrappano a me, chiedendo che li salvi dai loro padri. Questo bambino è l’Ignoranza. Questa bambina è il Bisogno. Guardati da entrambi, e da tutti quelli della loro stirpe, ma soprattutto guardati da questa bambina, perché sulla sua fronte vedo scritta la Condanna, a meno che la parola non venga cancellata. Negalo!» gridò lo Spirito tendendo la mano verso la città, «Calunnia coloro che lo dicono! Ammettilo per i tuoi scopi faziosi, e peggiora le cose! E aspetta la fine!» 
«Non hanno un rifugio o qualche possibilità ?» 
«Non ci sono le prigioni?» disse lo Spirito, rivolgendosi a lui per l’ultima con le sue stesse parole. «Non ci sono gli ospizi?»”

Il senso di colpa, la consapevolezza di aver sbagliato tutto, la paura di non avere più tempo per rimediare agli errori e per redimersi, tutto questo è estremamente potente e sentito, così com’è intenso ed entusiastico il ritorno alla vita, la consapevolezza di avere ancora tempo per cambiare rotta e salvare non solo la sua vita, ma anche quella dei Cratchit, di Mini Tim e di tutte le persone che incontrerà e a cui, da quel momento in poi, sarà felice di fare del bene.

Questa non è solo una storia di Natale, in cui un uomo avaro sceglie di cambiare il proprio destino, ma è anche un romanzo di denuncia sociale contro lo sfruttamento minorile, il degrado e l’abbandono dei più poveri.
Una favola commovente e toccate che rivive in questa splendida edizione illustrata, e che assolutamente non può mancare di essere letta in questi giorni di festa.

Curiosità:
È stato il personaggio di Ebenezer Scrooge ad ispirare il Paperon de’ Paperoni disneyano, il cui nome da principio era Uncle Scrooge.

Ringrazio Rizzoli per avermi omaggiato di una copia cartacea di questo libro

il mio voto per questo libro

2 commenti:

  1. Il Canto di Natale è uno dei miei libri preferite, raccoglie al suo interno una magia irrepetibile.

    Tantissimi cari auguri di Buon Natale.

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  2. Non so cosa sia successo, stavo scrivendo un commento ed è sparito. Lo riscrivo, scusate... Adoro le vostre recensioni, sono sempre ben approfondite e riescono a toccare ogni volta tutti punti salienti di una storia. Io non ho mai letto Canto di Natale, ma a quanto pare sono stata fortunata ad amarlo subito, oppure ho letto l'edizione giusta al momento giusto. Sta di fatto che questo racconto è davvero speciale e sono contenta di averlo scoperto. Tardi, ma meglio tardi che mai ;) Buone feste, ragazze! <3

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