venerdì 16 aprile 2021

Recensione: "Stranger" di Keren David

Titolo: Stranger
Autore: Keren David
Editore: Giunti
Data di pubblicazione: 13 gennaio 2021
Pagine: 368
Prezzo: 14,00 €

Trama:
Le storie parallele di due ragazze vissute in epoche diverse. Emily, quindici anni nel 1904, e Megan, diciassette anni nel 1994. 
Il filo rosso che le lega è un ragazzo misterioso. 
Emily di ritorno da scuola si imbatte in un giovane nudo, incapace di esprimersi. Lo salva e lo cura, innamorandosene. 
Megan torna in Canada dalla sua famiglia dopo che il suo fidanzato l'ha lasciata in seguito a un aborto. 
Qui, quando un cadavere ormai mummificato affiora da un terreno ai margini del bosco, decide, assieme ad un nuovo amico, di fare delle ricerche e scopre la storia di un ragazzo selvaggio, comparso all'inizio del secolo nella cittadina e che sembra in qualche modo connesso con la sua bisnonna.

Recensione:
Una storia familiare che si snoda tra diverse generazioni, a distanza di quasi un secolo.
Due voci femminili, due adolescenti inesperte alla scoperta del mondo e delle sue malvagità.
Ed un mistero da riportare a galla, il passato di un giovane straniero senza memoria.
È il povero Tom infatti, inaspettatamente, a legare Emmy e Megan, rispettivamente bisnonna e nipote.
La prima, anziana, si è dedicata anima e corpo alla famiglia, mettendo da parte le sue ambizioni.
La giovane invece, dopo aver vissuto a Londra, ha scelto di tornare ad Astor, la piccola cittadina canadese che le ha dato i natali.
È lì per riprendersi, per rimettere assieme i cocci della sua esistenza, dopo il divorzio dei suoi, la fine della relazione con il giapponese Ryo, e soprattutto dopo la sofferta decisione che l'ha portata a rinunciare alla piccola vita che stava crescendo dentro di lei.
Megan si sente persa, e senza uno scopo, fino a quando un corpo mummificato, ritrovato per caso ai margini della foresta, arriva a donarle la linfa vitale che sembrava averla abbandonata negli ultimi tempi.
Con l'aiuto del fotografo Sam, spulcerà negli archivi del giornale locale per tentare di scoprire l'identità del corpo della donna appena rinvenuta.
Non sa però che, il mistero del cadavere, è più vicino a lei di quanto creda. 
Non sa che la saggia Emmy, da tutti amata e venerata, nasconde un inconfessabile segreto.
Keren David ha costruito un romanzo coinvolgente e appassionante che prende vita mediante capitoli alternati, divisi tra presente e passato, e quindi tra il punto di vista di Megan e quello di Emmy.
Le parti dedicate a quest'ultima sono nettamente più interessanti, per più di una ragione.
In primo luogo per la personalità dei personaggi in scena, dalla madre della ragazza, la caparbia Elizabeth Murray, una delle prime donne medico, sino al premuroso signor Mitchell - l'uomo a capo dell'Astor Press - fino ad arrivare ai veri protagonisti, la dolce e coraggiosa Emmy e lo sfortunato Tom.
Nel corso delle pagine ambientate nel 1904 verremo a conoscenza, seppur gradualmente, del passato dello straniero, ed inoltre potremo vedere l'impatto che un nuovo arrivo può causare in una piccola cittadina.
I capitoli dedicati a Megan invece risultano poco convincenti. La protagonista non suscita una grande simpatia, e neanche una grande empatia, se escludiamo i momenti in cui parla dell'aborto. 
Del resto anche i personaggi che l'affiancano non spiccano per personalità, quasi non fossero altre che figure sfocate, mosse solo dall'intento di svelare il mistero di Tom, Emmy e della donna sepolta nel bosco.
In generale il libro funziona, perché mentre si legge, si ha voglia di scoprire il passato del ragazzo. Tuttavia la verità, quando giunge a galla, non è poi così sconvolgente, anzi direi al limite del prevedibile.
Nessun grande colpo di scena, niente pathos, nessun effetto wow.
Il romanzo della David aveva, a mio parere, delle grandi potenzialità (il confronto tra generazioni distanti, la riscoperta di un passato autentico, il dissenso della comunità di fronte ad un estraneo, il valore dell'accoglienza), tuttavia sfruttate solo in parte a favore di derive romance, che a mio parere si sarebbero potute evitare.
Ed è forse questo il vero difetto della trama, il voler inserire a tutti i costi delle storie d'amore per far sognare i lettori, quando un intreccio meglio costruito, un enigma indecifrabile, un finale ad effetto avrebbero fatto sognare molto di più.

Considerazioni:
Non voglio dilungarmi troppo. Come avrete capito, questo libro per me ha luci ed ombre. La parte iniziale era molto coinvolgente, poi però, più andavo avanti, più mi sembrava tutto scontato, poco originale, visto e rivisto.
Ho continuato ad apprezzare i capitoli con protagonista Emmy, nonostante la storia d'amore abbastanza prevedibile, mentre ero poco presa nel leggere le vicende di Megan.
Il suo personaggio non ha suscitato alcun interesse in me, la tipica persona sempre pronta a giudicare il prossimo, ma che nel contempo cammina vestendosi di umiltà.
Come se non bastasse, non fa che lamentarsi del divorzio dei genitori, della madre che ha un nuovo compagno, del fidanzato che l'ha lasciata, del ragazzo ricco che le fa la corte, di quello carino che non la corteggia abbastanza, insomma, avete capito.
Sembra voglia a tutti i costi calarsi nel ruolo della vittima, quando in realtà, agli occhi del lettore, la sua non sembra nulla di più di una normale vita da adolescente (ad eccezione dell'aborto, ovviamente), con le sue difficoltà certo, ma niente che la renda un agnello sacrificale.
Anche gli altri personaggi del 1994 non sono messi molto a fuoco, una sequela di stereotipi: il brav'uomo che farebbe di tutto per la sua famiglia, quello arrogante e pieno di sé, quello egoista ed insensibile, ed infine quello dolce e affettuoso che, a causa di un trauma, ha finito per perdere se stesso.
Pare che le varie personalità in azione non siano state ben sviluppate in quanto, il loro scopo, non era altro che fungere da diversivo, uno stacco obbligato dalla storia di Emmy e dall'apertura del vaso di Pandora.
Infatti, alla fin fine, il percorso di Megan, seppur camuffato, si riduce al sempreverde cliché della donna dal cuore spezzato che finisce per dimenticare il vecchio amore tra le braccia di uno nuovo di zecca.
Ne avevamo bisogno? Francamente credo di no.
L'idea del confronto tra generazioni ed il legame rinsaldato da vecchi racconti del passato era senza dubbio buona, anche perché, come visto in altre occasioni, se ben bilanciata, dà i suoi frutti.
Ma in questo caso lo spazio temporale del presente non aggiunge nulla o quasi al libro.
Dà solo l'impressione di un contorno, qualcosa messo lì ad allungare il brodo.
Per di più anche il modo tramite il quale Megan arriva alla verità è troppo semplicistico e poco credibile. Basta sfogliare per caso un vecchio giornale, vedere una foto, cercare in casa e, voilà il gioco è fatto, indagine conclusa.
In conclusione un romanzo che intriga ma non conquista, che ti coinvolge a tratti ma che ti annoia in altri, come una torta a strati buona, ma troppo dolce.

Ringrazio la casa editrice per avermi fornito una copia cartacea del romanzo

il mio voto per questo libro

Nessun commento:

Posta un commento

♥ Dimmi la tua ♥
Accetto volentieri saluti e commenti relativi all'argomento del post. Evitate i commenti volti esclusivamente a pubblicizzare i vostri blog. Grazie!