mercoledì 14 marzo 2018

Recensione: “The Sinner. La peccatrice” di Petra Hammesfahr

Titolo: The Sinner. La peccatrice
Titolo originale: Die Sünderin
Autore: Petra Hammesfahr 
Editore: Giunti
Data di pubblicazione: Febbraio 2018 
Pagine: 447
Prezzo: 19,00 €(cartaceo) 9,99 €(ebook)


Trama:
È un afoso pomeriggio di luglio quando Cora Bender, insieme al marito Gereon e al figlio di due anni, arriva sulla spiaggia affollata di un grande lago fuori città. Un sabato qualunque, una famiglia qualunque: una coperta, un cestino da picnic, qualche giocattolo; lui seduto su una sdraio a prendere il sole, lei che sbuccia una mela al bambino. Finché Cora non sente quella musica vibrare nelle orecchie. Si volta, e alle sue spalle vede un gruppo di ragazzi con lo stereo acceso.
Il ritmo dei bassi martella nelle sue tempie, sempre più assordante, mentre un giovane dai capelli neri si sdraia sulla sua ragazza baciandola con passione. È solo un attimo, Cora si alza all'improvviso, il coltello in mano, e si getta su di lui: una pugnalata alla nuca, e quando lui si gira tentando di fermarla, lei lo colpisce ancora. E ancora. Finché Gereon, ripresosi dallo shock che lo ha quasi paralizzato, riesce a strappare via il coltello alla moglie e a bloccarla a terra, tra le grida di orrore dei bagnanti. 
Quando il commissario Rudolf Grovian la mette sotto interrogatorio, Cora ha una sola risposta: «Non lo so».
Ma perché una giovane madre dovrebbe uccidere un perfetto sconosciuto con cinque pugnalate, davanti agli occhi atterriti di decine di persone? Si tratta davvero di un inspiegabile raptus di follia, o c’è dell’altro? 
Perché una moglie e madre si trasforma improvvisamente in un’assassina? 

Recensione:
È una calda giornata di luglio quando la vita di Cora Bender prende una piega inaspettata, decisamente inattesa rispetto ai piani che la donna aveva riguardo a quel giorno. 
Non si può, tuttavia, dire che sia stato “l’incidente” al lago a sconvolgere totalmente il corso della sua vita, quella, in realtà, era stata travolta e stravolta molto tempo prima. Prima ancora che imparasse a parlare, a comprendere il mondo che, vorticoso, le girava attorno, prima di imparare a voler bene ai suoi genitori e distinguerli dai vicini di casa.
I turbamenti di Cora hanno radici lontane, e lo scopriamo poco a poco, attraverso le piccole e stentate confessioni, farcite di omissioni, bugie e ricordi confusi, a cui si lascerà andare, aprendosi o - fingendo di farlo - con il commissario Rudolf Grovian.
Attraverso i suoi sproloqui, spesso dovuti ad grave sconvolgimento emotivo, conosciamo la sua famiglia, o meglio quella che avrebbe potuto essere tale, quella che avrebbe dovuto essere una famiglia normale, ma che è stata distrutta sul nascere da una tragedia che i genitori non sono stati capaci di affrontare.
Elsbeth e Wilhelm erano innamorati e felici quando, già in età matura, avevano scoperto di aspettare Cora, ma la gravidanza e il parto avevano debilitato la donna alla quale era stato fortemente sconsigliato di avere, a breve, una nuova gravidanza.
Eppure, a distanza di solo un anno, una nuova vita si apprestava ad entrare a far parte della famiglia.
Ma quella della piccola Magdalena è stata una vita infausta sin dal principio. Affetta da numerose e gravi patologie cardiache, la sua è stata sempre un’esistenza in bilico continuo tra la vita e la morte.
Ed è così che, la famiglia che avrebbe potuto essere, si sgretola in mille pezzi.
La malattia della figlia minore fa perdere la ragione a Elsbeth che diviene preda di un distruttivo fanatismo religioso che la distacca completamente dalla realtà.
Secondo il suo pensiero, quella figlia malata è la punizione per i suoi peccati, pertanto va protetta e, da ogni loro comportamento, dipenderà la salute e il futuro della piccola.
Vietato trasgredire, vietato lasciarsi andare ai vizi e ai piaceri. Dio osserva ed è sempre pronto a punire, a togliere ciò che ha concesso.
Così una madre folle e un padre troppo debole per farsi valere distruggono, pezzo per pezzo, la vita di entrambe le loro figlie.
Cora, perciò, sin da bambina vive nella segregazione, pregando e chiedendo assoluzione anche per peccati non commessi, con la tremenda responsabilità di essere lei la causa della malattia della sorella perché, come sua madre non smette di ricordarle “è stata lei a prosciugare tutta l’energia dal suo ventre non lasciando più nulla per la sorella”.
Un peso troppo grande da portare per una bambina, e non il solo, uno dei tanti che la porteranno, diversi anni dopo, a quel folle gesto, in quell’afoso giorno di luglio, sul lago.
Petra Hammesfahr mette in scena un’infinita confessione in cui il dubbio è il vero protagonista. 
Cora racconta molteplici versioni della sua storia, scopre le carte e poi rimescola tutto, lasciando il lettore a chiedersi dove stia la verità, cosa ci sia di falso in ciò che afferma e quale sia l’evento traumatico che ha scatenato il tutto.
E tra le molteplici verità ci svela una storia torbida, nefasta e sconvolgente in cui tutto ha l’amaro sapore dell’ingiustizia, e in cui è reso evidente quanto l’ignoranza sia spesso più distruttiva della cattiveria.
L’autrice indaga profondamente la psiche dei suoi protagonisti, ce li mette a nudo con tutti i loro difetti più ripugnanti, gli errori, i pensieri malevoli e i continui sensi di colpa. Evidenzia l’estrema fragilità dell’uomo e il suo stesso essere autodistruttivo, sottolinea le manipolazioni mentali, quelle che subiamo dagli altri e quelle che, per un personale senso di “coscienza”, ci imponiamo da soli.
Un mirabile quadro psicologico che mostra come Cora, un essere infelice e sfortunato, da carnefice si scopra vittima, vittima di un destino che non si è scelta.

Considerazioni:
The Sinner può essere definito un thriller psicologico avvincente, e in un certo senso avvincente lo è davvero poiché lega il lettore alle sue pagine in attesa della verità, ma nonostante questo quella raccontata in queste pagine è una storia drammatica ed estremante triste.
È triste leggere di una famiglia distrutta sul nascere, di una felicità che muore a causa di una malattia, di una madre che fa sentire una figlia colpevole di tutte le sue disgrazie e che pertanto priva le figlie di ciò di cui hanno davvero bisogno: l’amore.
Tutto ciò che succede dopo non è altro che la diretta conseguenza di tutto ciò che è stato.
E se c’è un vero colpevole in questa storia non riesco a non identificarlo in mamma Elsbeth, nella sua ignoranza, nel suo fanatismo, nel suo proibizionismo.
Anche papà Wilhelm ha ovviamente la sua parte di colpe, il suo tacito assenso, o il dissenso a cui non è mai seguita alcuna azione, sono stati anch'essi causa degli scompensi di entrambe le figlie.
Cora e Magdalena sono entrambe vittime di due genitori negligenti e stupidi.
Leggere di questo terribile siparietto familiare mi ha fatto tornare alla mente un’altra storia e un’altra famiglia che, seppur molto diversa da quella qui raccontata, presenta diversi aspetti in comune.
Mi riferisco al romanzo “Il Prodigio” di Emma Donoghue, dove troviamo la stessa ignoranza e lo stesso fanatismo religioso, e una famiglia distrutta proprio da questo atteggiamento. Una madre folle e meschina, un padre inutile e smidollato e, anche qui, due figli, una dei quali si immola per redimere i peccati altrui.
I temi del peccato, del vizio, della privazione, e la decisione con cui entrambe le protagoniste si ostinano a non raccontare tutta la verità, mi hanno ovviamente portato a fare questa associazione.
Ma tornando a “The Sinner” Cora è sicuramente stata enigmatica con tutte le sue diverse versioni, eppure quella effettiva era la più vicina a quella che mi sono sempre aspettata durante la lettura.
E, a proposito di confessioni, ho apprezzato molto il personaggio del commissario Rudolf Grovian, la sua pazienza, la sua comprensione, il voler a tutti i costi trovare la motivazione al gesto dell'indagata e anteporre la verità al bisogno di doverla dichiarare semplicemente colpevole. È stato uno spiraglio di umanità in un marasma di figure indegne.
Tra queste il marito di Cora e tutto il di lui parentado. Credo che il voler lasciare l’uomo al di fuori delle vicende sia stata una scelta voluta (probabilmente perché in caso contrario ne sarebbe venuta fuori una storia infinita), ciononostante ho trovato il comportamento di Gereon troppo insulso, inverosimilmente distaccato e freddo.
E mi fermo qui! Non voglio andare oltre ad analizzare fatti e personaggi, sarebbe troppo complesso e complicato.
Quello che si prova attraverso questa storia va provato leggendola. La rabbia, il senso d’impotenza, il dispiacere, non si possono spiegare... non con delle semplici parole.


Ringrazio la Giunti per avermi fornito una copia cartacea di questo libro

il mio voto per questo libro 

2 commenti:

  1. Non lo conoscevo questo romanzo, e questa è la prima volta che mi ci imbatto. Dalla tua recensione trapela un certo entusiasmo, e questo mi ha parecchio incuriosita :) Lo terrò in considerazione per un eventuale lettura prossima :)

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    1. Ne è stata tratta anche una serie televisiva, io aspettavo di finire il libro per vederla, ma se tu lo preferisci puoi provare a fare il contrario ^_^

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