mercoledì 23 settembre 2015

Recensione: "I trasfigurati" di John Wyndham

Titolo: I trasfigurati
Titolo originale: The Chrysalids
Autore: John Wyndham
Editore: Beat
Data di Pubblicazione: 22 aprile 2015
Pagine: 224
Prezzo: 12,90 € 

Trama:
David Strorm è un ragazzo di Waknuk, una comunità ordinata, osservante delle leggi e timorata di Dio, il suo villaggio è uno dei pochi sopravvissuti agli effetti devastanti della Tribolazione, che ha seminato distruzione e morte in tutto il pianeta terra.
Sulle pareti di casa Strorm spiccano, come unico segno di decorazione, dei pannelli di legno su cui sono incisi ammonimenti presi dai Pentimenti, la bibbia dei sopravvissuti di Waknuk: «Solo l’immagine di Dio è Uomo», «Mantieni pura la Creazione del Signore», «Guardati dal Mutante!» etc.
David li ha avuti sempre sotto gli occhi, ma non ha mai prestato loro grande attenzione, fino a quando un giorno, un incontro inaspettato lo metterà finalmente di fronte alla cruda realtà che lo circonda...

Recensione:
Innanzitutto se non volete rovinarvi questa lettura vi suggerisco di non leggere la trama riportata sulla copertina, poiché essa anticipa troppo della storia, rivelando cose che il lettore non dovrebbe conoscere se non oltre metà volume. 
In queste pagine John Wyndham, pur raccontando di un futuro molto distante dal nostro, ambientato in un mondo post apocalittico, riesce a rendere il suo romanzo attuale, affrontando temi assai noti al mondo contemporaneo.
Se si bypassa sotto il filtro della relatività il tema della mutazione, e se lo di considera una versione estremizzata della diversità fra culture e razze differenti, alla fine dei conti ne "I trasfigurati" si possono leggere le medesime problematiche che viviamo oggi giorno: la non accettazione e la diffidenza verso il diverso; l'ignoranza e la ferocia inculcata da chi si sente in obbligo, in virtù del fantomatico perseguimento della volontà Divina, di commettere qualsiasi atrocità; la prepotenza diffusa e impartita sotto forma di religione, al fine di imporre la propria volontà e la propria supremazia sulle altre razze e culture.
Quando ha inizio il racconto, David è solo un bambino e anche se è abituato a leggere e sentire ovunque moniti e prediche sull'importanza della purezza della razza e sul mantenere immutata l'immagine di Dio, non dà a tali parole alcuna importanza.
In parte non ha mai prestato loro grande attenzione, e in parte ha sempre trovato quei discorsi troppo astratti e noiosi da destare la sua curiosità.
L'incontro con la piccola Sophie, però, stravolgerà per sempre il suo mondo e le sue certezze.
La bambina riscuote, sin dal primo momento, la simpatia del protagonista e la scoperta della sua anomalia lo metterà improvvisamente di fronte a quella realtà che sempre gli era stata insegnata, ma che non aveva mai colto.
Sophie, secondo le leggi vigenti, non rappresenta l'immagine e somiglianza del Signore.
Un piccolo dito in più per ciascun piede, è questo che la rende una mutante, un sacrilegio, un abominio.

“Solo quando ebbi raggiunto la sommità del terrapieno e mi affrettavo a far ritorno a casa, collegai i monotoni precetti domenicali a quello che mi era accaduto. 
Allora, all'improvviso, mi tornò alla mente la Definizione di uomo: «...e ogni gamba deve avere due giunture e terminare in un piede, e ogni piede deve avere cinque dita e ogni dito un'unghia... » E così di seguito, fino alla fine: «E ogni creatura che abbia l'aspetto umano ma non sia formata così non è umana. Non è né uomo né donna. È un sacrilegio contro la vera immagine di Dio, odiosa alla sua vista». 
D'un tratto mi sentii turbato, e parecchio sconcertato anche. 
Un sacrilegio, come mi avevano ripetutamente insegnato, era una cosa orribile. Però non c'era niente di orribile in Sophie. Era una bambina come tutte le altre, solo molto più intelligente e coraggiosa di tante altre. Eppure, secondo la Definizione... 
Ci doveva essere un errore. 
Certo, il fatto di avere un piccolo dito in più, - no, due piccole dita in più, perché c'è ne doveva essere uno anche nell'altro piede - non poteva essere sufficiente a rendere una persona odiosa alla vista di Dio.”

Ben presto però David si renderà conto che una piccola anomalia è più che sufficiente per destare l'allarme tra la sua gente.
Egli stesso inoltre si renderà conto di non essere in tutto e per tutto simile agli altri. Da questa scoperta seguiranno prima la terribile paura di essere scoperto e successivamente il desiderio di fuggire da Waknuk, lasciandosi pregiudizi, cattiveria e superstizione alle spalle.
Con questo romanzo John Wyndham riesce, con la forza delle parole (più che delle immagini), e con la cruda essenza dei concetti espressi a materializzare e rendere palpabile la tragicità di ciò che racconta.
La rabbia, la paura e il profondo senso di ingiustizia, sono sensazioni che non abbandonano mai il lettore.
Lo stile semplice, immediato, scarno e fluido dà vita ad una storia incalzante, capace di tenere sempre il lettore con il fiato sospeso.
Ogni capitolo termina con un colpo di scena, che rende inevitabile il proseguimento della lettura, che proprio per questo si legge tutta d'un fiato.
Distopico, post apocalittico, eppure attuale. È questa la forza de "I trasfigurati". 
Racconta un mondo immaginario in cui, purtroppo, i pregiudizi e la cattiveria ci sono talmente (e tristemente) noti da non sembrare poi così distante dalla realtà. 

Considerazioni: 
Questo libro mi ha stupito positivamente, tante sono le emozioni che mi ha saputo regalare, tenendomi incollata alle sue pagine. 
Rabbia è la sensazione preponderante che si prova con questo libro.
Un senso di rabbia e impotenza per la profonda ingiustizia che condanna chiunque sia diverso dalla norma.
Sophie ad esempio, come tanti altri, non ha colpa per la sua diversità (se di colpa di può parlare). Non è né per un suo sbaglio, né per quello dei suoi genitori, né tanto meno per un volere del demonio, se è nata provvista di due piccole dita in più.
Eppure viene considerata un errore, anzi un orrore di cui disfarsi al più presto possibile.
Così come le partorienti che, per aver dato alla luce creature non rispondenti alla definizione di essere umano, vengono picchiate, insultate, diseredate dalla famiglia e da tutti i loro cari.
Come si può leggere di tutto ciò con indifferenza?
Come si può non provare disgusto per un padre che disconosce i propri figli perché speciali?
Come non provare orrore per una donna che caccia via sua sorella che implorando, piangendo e disperandosi chiede aiuto per salvare la sua bambina appena venuta al mondo?
Si resta inermi, impietriti e senza parole di fronte a tanta ottusa ignoranza, tipica di chi è abituato ad agire per abitudine, per preconcetti piuttosto che soffermarsi a pensare.
Quello che facciamo è giusto? O stiamo sbagliando?
Se gli Antichi avessero davvero avuto dalla loro il benestare divino, perché questi avrebbe mandato loro tanta sciagura? Perché Dio avrebbe mandato sulla terra la Tribolazione?
Nessuno si sofferma a riflettere, nessuno pensa con la propria testa. 
Tutti (come avviene anche nella realtà) si limitano a seguire quello che gli è stato insegnato, quello che professano i sacri scritti, presupponendo che essi dicano il giusto e, di conseguenza, di avere la ragione dalla propria.
Ma di ragioni, lo sappiamo, ne esistono tante, e una verità unica, che metta tutti d'accordo, è poco auspicabile.
Proprio per questo, se da una parte non si può sopportare tanta disumana freddezza e calcolo nel decretare giudizi e sentenze, dall'altra non si può far a meno di provare anche un senso di comprensione, verso la paura più che umana, verso tutto ciò che non è comprensibile e che la mente non riesce ad accettare.
Se si considera la Tribolazione, di cui si narra in queste pagine, come la drastica conseguenza di una strage atomica causata dall'uomo, non si può fare a meno che cercare di immedesimarsi nei panni di chi la vive.
E chi di noi si sentirebbe tranquillo nel cibarsi di verdure anormali perché sottoposte alle radiazioni?
Chi sarebbe tranquillo nel mangiare la carne di un maiale a due teste?
Nutrendosi di cibi alterati non sarebbe maggiore il rischio di sviluppare altrettante alterazioni?
Con tutti questi dubbi risulta quasi impossibile, e molto superficiale, schierarsi nettamente dalla parte di qualcuno, condannando alcune scelte senza provare a calarsi nei panni di chi si trova a doverle compiere.


Ringrazio la casa editrice Beat per avermi fornito una copia cartacea del romanzo.

il mio voto per questo libro

3 commenti:

  1. Wyndham è stato un grande scrittore di fantascienza (se non hai ancora letto Il giorno dei trifidi, ti consiglio di recuperarlo ;))
    I trasfigurati devo leggerlo e spero che la Beat recuperi anche le altre opere dell'autore.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. No, non l'ho letto. Grazie per il consiglio ^-^
      Di lui ho letto soltanto (oltre a questo) il racconto breve "Le mura di Gerico" presente nella raccolta "Fantascienza Racconti Brevi II".

      Elimina
  2. Ho ricevuto questo libro in regalo da una amica che l'ha letto e da allora non ha smesso di parlarne...letta la tua recensione E il voto che gli hai dato, direi che è la mia prossima lettura!

    RispondiElimina

♥ Dimmi la tua ♥
Accetto volentieri saluti e commenti relativi all'argomento del post. Evitate i commenti volti esclusivamente a pubblicizzare i vostri blog. Grazie!